Reparto fulminati

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Ishivar's Warriors
    Posts
    2,776

    Status
    Offline

    L’ultimo incontro che ho avuto con una ragazza mi ha letteralmente fulminato. Non credo tutt’ora si tratti di amore, ne da parte mia nei suoi confronti, visto che quella tipa mi ha quasi ucciso, ne viceversa, per lo stesso motivo. Mi ha lasciato li, la bastarda, in un limbo di terra su cui nemmeno so come sono finito, ne avrei saputo come andar via, anche e soprattutto perché sono stato vergognosamente sconfitto da quella vipera. Così mi sono ritrovato li, a terra, nella polvere, senza la forza per muovere un singolo muscolo, col corpo continuamente percosso da scariche di elettricità causate dagli attacchi che avevo subito nello scontro appena terminato.

    Ehi, aspetta…

    Le poche parole che volevo pronunciare sono uscite dalla mia bocca talmente piano che nemmeno io stesso sono riuscito a sentirle, dubito comunque che anche se mi avesse sentito quella tizia si sarebbe mai voltata a soccorrermi, d’altronde è stata proprio lei a ridurmi così. In pochi minuti perciò, oltre che sconfitto, mi sono ritrovato persino abbandonato, e senza speranza. Non sapevo per quanto sarebbe continuato quello stato di paralisi, non sapevo se sarei peggiorato o migliorato, e non sapevo nemmeno più come tornare a casa. Ero stanchissimo, tramortito, non ricordavo niente, ne come fossi arrivato in quel posto, ne con chi, o qualsiasi altro dettaglio. Nero, vuoto. Attimi di puro terrore, tutt’ora ancora non mi spiego come abbia fatto a scamparla. Mi è stato raccontato in seguito che proprio il ninja con cui ero giunto a Kumo per effettuare la consegna, ritornando sulla sua strada, mi ha incontrato sul suo cammino, privo di sensi, apparentemente morto. Quel santo mi ha poi caricato in spalla, nonostante le esimie sembianze, e mi ha portato fino al villaggio, ad Iwa, dove subito sono stato portato all’ospedale del villaggio. Le mie condizioni dovevano essere peggiori del previsto. Ricordo vagamente le luci dell’ospedale, l’odore di chiuso, di malato, il casino infernale attorno a me, il panico. Poi finalmente un po di tranquillità, ricordo di esser stato posizionato in una sala, da solo, con un infermiera carinissima che probabilmente mi stava mettendo una flebo. Era la fine del mondo, bella, alta, coi capelli rossi, una di quelle di cui innamorarsi subito. Ricordo che la guardavo, e con le poche forze che mi rimanevano cercavo di sorriderle, dubito riuscendoci. Lei invece mi sorrideva sempre, e cercava il più possibile di mettermi a mio agio, ma non capivo una sola parola di quel che diceva, vedevo solo le sue labbra muoversi, nelle mie orecchie ancora vi era solo un fischio, dovuto al trattamento che mi era stato riservato nella mia vacanza a Kumo. Una volta concluso il trattamento, la ragazza se n’è andata, accarezzandomi la spalla per tranquillizzarmi, e regalandomi un ultimo e bellissimo sorriso. Sono rimasto in quella sala non so quanto, ho perso immediatamente la cognizione del tempo. Continuavo a pensarla, e ripensarla. Questa volta le donne mi hanno ridotto proprio male…

    Scusate per il post ma in questi giorni al lavoro è la fine del mondo, sono distrutto...
     
    .
  2. Anselmo
        Like  
     
    .

    User deleted


    Mettere in sesto quel ragazzo non era stato proprio un gioco da ragazzi. Certo, bastavano poche cure per strapparlo al richiamo della morte, ma era stata necessaria una terapia decisamente più complessa per fare in modo che le ferite non avessero conseguenze permanenti. A partire dalle possibile infezioni, fino ad arrivare alle cicatrici. Tutto era stato risolto, non sarebbe rimasta traccia di quella brutta giornata sul corpo di Xavier. Era giunto all'ospedale con il corpo ricoperto da ustioni. Non le classiche ustioni, però, ma quelle derivanti dalla folgorazione di una scarica elettrica altamente intensa. Erano fondamentalmente diverse perchè nonostante in superficie non apparissero gravi, le vere conseguenze si apprezzavano sotto la cute, in profondità. Ad essere lesionati erano giunture, tendini, pelle, ma soprattutto i muscoli. le scosse avevano causato contrazioni oltre la soglia di resistenza del corpo umano, sovraccaricando le terminazioni nervose che comandavano i muscoli e letteralmente disintegrandole in grandi porzioni di corpo. Danni, questi, che potevano anche portare a paralisi permanenti. Ma il ragazzo era stato guarito in tempo per evitare tutto ciò.
    Un equipe di molti medici si era data il cambio attorno al corpo privo di coscienza di Xavier. Ore ed ore di cure non stop, finché si erano ritirati per lasciare quell'organismo martoriato a riposare. Tre giorni di buio totale per il Genin di Iwa. Poi, gradualmente, aveva cominciato a rinvenire per pochi attimi, pochi minuti, poche ore, ma era sempre bloccato a letto.

    Guarda come sorride beato, chissà in che mondo sarà ora.

    Commentò un giorno un medico che passava di lì per controllare.

    Starà sognando una bella infermierina che lo imbocca, eh eh eh...

    Ah ah ah, già... oh guarda, si sta svegliando.


    Si avvicinarono al letto con i volto preoccupato, osservando il ragazzo attraverso i vari strati di bende che lo ricoprivano.

    Xavier, mi senti? Come va? Sai dove sei?

    Domande di ruotine. I danni al cervello non erano da escludere, e potevano presentarsi anche dopo molti giorni. Inoltre, nonostante fosse solo uno dei tanti pazienti, i medici si erano in un certo qual modo affezionati a lui.
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Ishivar's Warriors
    Posts
    2,776

    Status
    Offline

    Oh, quant’era bella, tanto bella da non essere reale. Già, in effetti quello che poi si sarebbe rivelato solo un magnifico sogno, stava per proseguire su un binario totalmente di fantasia. Avrei dovuto accorgermene subito, la situazione era troppo surreale. Infatti la ragazza dei miei sogni, dopo esser scomparsa in una delle tante porta che circondavano la mia stanza, è poi tornata, vestita solo di stracci. Poi, nel mio assoluto stupore, la venere dai capelli rossi si è posizionata a cavalcioni su di me, strusciandosi in modo a dir poco sensuale. Ed io riuscivo a muovermi, a toccarla, come se fossi magicamente guarito. In realtà stavo solo mescolando la realtà all’immaginazione. In effetti molte delle cose che avevo visto fino a quel momento erano vere, le luci dell’ospedale, i corridoi, le voci, sprazzi di mondo reale che però si erano mischiati con la mia immaginazione più profonda. Mi avrebbero spiegato poi i medici che ero in uno stato di trance, una sorta di coscienza passiva, in cui parte del cervello rimane attiva e l’altra metà se la dorme beatamente. È stata una voce a riportarmi poi alla realtà, una voce tutt’altro che sensuale. In particolare una risata.

    Ah ah ah, già... oh guarda, si sta svegliando.

    Ho aperto gli occhi, rimando accecato dalle luci posizionate sul soffitto della stanza in cui mi trovavo. C’è voluto più di qualche secondo per riuscire a distinguere le forme attorno a me, prima di capire cosa stava effettivamente succedendo. Poi, quando finalmente la mia retina si è nuovamente abituata alla luce, lentamente le sagome di due uomini si sono fatte sempre più chiare. Non assomigliavano nemmeno lontanamente alla dea che mi era apparsa in sogno, erano innanzitutto maschi, ed inoltre brutti. Se la stavano ridendo allegramente, come se mi stessero prendendo in giro. Almeno quello era un buon segno, se fossero stati preoccupati di certo mi avrebbero riservato brutte notizie. Uno di loro, vedendomi di nuovo cosciente, mi ha quindi rivolto la parola.

    Xavier, mi senti? Come va? Sai dove sei?

    La voce sembrava lontana, distante. Era come se ancora mi trovassi in una bolla. I danni del mio ultimo incontro dovevano esser stati molto gravi per stare ancora così male. Non sapevo da quanto tempo ero li, non avevo idea di cosa fosse successo nelle ultime ore, o giorni. Ero perso, mi ci è voluto del tempo per pensare a una risposta appropriata, tanto da sembrare stupido.

    Ti sento lontano, non mi sento affatto bene, mi fa male tutto il corpo. Credo proprio che questo non sia il paradiso, vero?

    Detto ciò, in preda ai dolori e alla scomodità dovuta alla stessa postura mantenuta per chissà quanto tempo, ho provato a spostarmi, facendo forza sui miei addominali per alzarmi dalla posizione supina in cui mi trovavo. Ma nonostante lo sforzo, nonostante ci abbia provato e riprovato con tutto me stesso, non riuscivo a muovermi di un solo millimetro dal punto in cui ero situato. Il panico mi ha avvolto, sbiancando la mia faccia ed aumentando a dismisura la mia sudorazione. Ero paralizzato, e non sapevo se la mia condizione sarebbe stata risolvibile o no.

    DOTTORE AIUTO! CHE MI SUCCEDE!?

    L’agitazione era palpabile, continuavo a provare a muovere il mio corpo, col risultato di riuscire a spostare solo i miei occhi. Le mani non rispondevano, i piedi nemmeno a fatica riuscivo a malapena a gettare il peso tutto da una parte per rotolare come un sacco di patate. Non volevo vivere così, nessuno lo vorrebbe. Avrei preferito di certo la morte ad una condizione perenne del genere, questo senza dubbio. Aspettavo solo un responso del medico per fare la mia mossa, se avesse confermato la mia paralisi permanente avrei aspettato di rimanere solo, per poi togliermi la vita grazie a una delle tecniche il mio possesso, come le lance di terra, per trafiggermi al cuore senza bisogno di muovere un muscolo. Ero nelle mani del dottore, il mio destino dipendeva dalle sue prossime parole.

    Scusa l'attesa ma il lavoro mi prende molto tempo in sti giorni :(
     
    .
  4. Anselmo
        Like  
     
    .

    User deleted


    FANCULO, pensavo di aver già postato qua


    Un paio di battiti di ciglia, le pupille evidentemente dilatate perché abituate a giorni interi di buio, ed il ragazzo parve rinvenire. Era confuso, si notava da come si guardava attorno senza soffermarsi su qualcosa di preciso. Ed anche evidentemente sconvolto, come se un sogno intenso fosse stato bruscamente interrotto nella sua mente. Ma dopo qualche di stasi, disse con voce roca e spezzata dalla lunga degenza:

    Ti sento lontano, non mi sento affatto bene, mi fa male tutto il corpo. Credo proprio che questo non sia il paradiso, vero?

    I due medici si guardarono compiaciuti. Dopotutto il loro lavoro era rischioso e richiedeva grande responsabilità. Quindi constatare che il loro paziente era in condizioni tanto buone da mettersi pure a fare dell'ironia, li fece sentire profondamente soddisfatti di se stesso. Tornò a rivolgersi a Xavier, visibilmente sofferente sotto tutti quegli strati di stecche e bende.

    Paradiso? Niente del genere Xavier. Anzi, molto meglio: ti trovi ancora al mondo, tra di noi. Felice? He he he he...

    E scambiò uno sguardo d'intesa con l'altri tizio in camice, facendo evidente riferimento alle precedenti ipotesi su un qualche sogno erotico del ragazzo. Ma a quanto pareva, Xavier non ne fu convintissimo, perchè provò a muoversi. Cosa totalmente inutile visto che un Jutsu medico lo manteneva anestetizzato dal mento in giù per evitargli inutili sofferenze. Sofferenze che comunque non potevano essere soppresse del tutto. Nonostante ciò, riuscì incredibilmente ad eseguire piccoli movimenti. c'era forza di volontà da vendere in quel corpo. Ma evidentemente a Xavier non piacque la sua situazione e la fraintese totalmente. Con enorme disperazione, cominciò a far correre lo sguardo tra i due medici e gridò:

    DOTTORE AIUTO! CHE MI SUCCEDE!?

    Ehi, calmati, stai tranquillo. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. Sei sotto anestesia locale, per questo non riesci a muoverti. Ma tornerai come nuovo entro tre giorni. E' in atto una ricostruzione di molti muscoli e nervi del tuo corpo. Oltre ad essere estremamente dolorosa, richiede un rilassamento totale dei muscoli. Per questo motivo ti abbiamo anestetizzato, e per lo stesso motivo ti chiedo di calmarti immediatamente.

    Poi, fissandolo con fare dubbioso, continuò:

    Mmh... ma dal momento che questa volta sembri totalmente cosciente e senza il pericolo di svenire da un momento all'altro, penso che lasciarti libero di muoverti sia la soluzione migliore.

    Allungò una mano e la poggiò sul busto di Xavier, chiudendo gli occhi e richiamando la concentrazioe mentre on l'altra mano componeva un sigillo.

    ...rilascio!

    E l'anestesia venne eliminata. Il paziente avrebbe sofferto un dolore maggiore, ora che poteva sentirlo. Ma con un pò di movimento i suoi muscoli si sarebbero riadattati e con essi sarebbe sparita anche qualsiasi sofferenza.

    Sei libero di muoverti, ma torna qui presto e non uscire dall'ospedale.

    Posta, poi faccio io un ultimo post di chiusura in cui vieni dimesso. In questo post puoi andare in giro per l'ospedale, così hai qualcosa su cui ruolare, ma non uscirne.
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Ishivar's Warriors
    Posts
    2,776

    Status
    Offline
    La situazione si è fatta in un attimo assai difficile, ho iniziato a sudare vistosamente e ad arrossarmi in preda al panico. Nella stanza non girava un filo d’aria, sembrava di essere in una serra. Dopo i primi secondi di confusione, in cui tutto mi è stato davvero poco chiaro, ho iniziato a sentirmi a disagio, la puzza di materiale sterilizzato e malaticcio, classica degli ospedali di tutto il mondo, ha iniziato ad infastidirmi fino a diventare quasi insopportabile. Ero in piena agitazione, non riuscivo a calmarmi, specialmente a causa della paralisi motoria che mi teneva appiccicato al putrido materasso di quel letto da infermeria. Per fortuna immediatamente uno dei due dottori, vedendomi nettamente in difficoltà, ha ben pensato di rassicurarmi, chiarendomi ciò che mi era successo e ciò che mi stava succedendo, togliendomi di fatto un bel pò di dubbi ed apprensioni.

    Ehi, calmati, stai tranquillo. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. Sei sotto anestesia locale, per questo non riesci a muoverti. Ma tornerai come nuovo entro tre giorni. E' in atto una ricostruzione di molti muscoli e nervi del tuo corpo. Oltre ad essere estremamente dolorosa, richiede un rilassamento totale dei muscoli. Per questo motivo ti abbiamo anestetizzato, e per lo stesso motivo ti chiedo di calmarti immediatamente.

    Per fortuna la diagnosi è stata positiva, almeno il primo dei miei problemi era risolto. Avrei scoperto in seguito di esser rimasto su quel letto per giorni, motivo per cui le mie lenzuola erano ridotte in quello stato. Sapere che l’appiccicaticcio sulla mia schiena era tutta roba di mia produzione ha eliminato il senso di disgusto che mi aveva attanagliato la gola. Ho potuto perciò tirare un sospiro di sollievo, riprendendo la solita calma.

    Ok, ci sono…. Fiuuu

    A quel punto il dottore, vedendomi più sollevato, ha potuto continuare il suo lavoro, ultimando le rimanenti procedure relative al mio caso. Il più era già stato fatto naturalmente, non restava che la fase di recupero prima del mio rilascio. Nei minuti successivi ho affrontato la cosa perciò nel migliore dei modi, rimanendo calmo e mettendomi completamente nelle mani dei due medici affidati al mio caso.

    Mmh... ma dal momento che questa volta sembri totalmente cosciente e senza il pericolo di svenire da un momento all'altro, penso che lasciarti libero di muoverti sia la soluzione migliore.

    Non chiedevo altro. Nonostante il mio corpo fosse infatti totalmente anestetizzato, sentivo chiaramente la sensazione di fastidio dovuta alla mia prolungata situazione di stallo. Avevo le formiche su tutta la schiena, e concentrandomi potevo riconoscere delle pieghe della pelle che si erano formate nei giorni rimanendo sempre nella stessa posizione. Guardavo il dottore, che probabilmente doveva essere anche un ninja, a giudicare dall’aspetto, senza contare che portava al collo una vistosa cicatrice su cui sono convinto sia stato meglio non indagare. L’uomo si è avvicinato a me fino a che non me lo sono trovato sopra la testa, seguivo i suoi movimenti spostando lentamente gli occhi, non mi sono perso nemmeno un secondo di quel che è successo. La sua mano si è alzata poi dal fianco, fino a posarsi sul mio busto.

    Rilascio!

    A partire dalla punta dei miei piedi, fino all’ultimo dei miei capelli, ho sentito sciogliersi il mio corpo come neve al sole. Tutti i punti che prima erano paralizzati si sono liberati uno ad uno, fino a che anche l’ultimo dei miei muscoli non è tornato in funzione. Ho sentito chiaramente le energie ritornarmi in corpo, così ho provato immediatamente ad alzarmi da quella posizione diventata ormai invivibile. Ma non appena ho fatto forza sui muscoli addominali per abbandonare la posizione supina, una fitta lancinante ha interrotto a metà il mio sforzo, ributtandomi giù. I dottori, che come al solito se la sono risa alla faccia mia, mi hanno informato poi che il lungo inutilizzo dei muscoli, unito alle delicate operazioni chirurgiche subite nei giorni precedenti, mi avrebbero causato forti dolori dovuti all’atrofizzo delle parti interessate. Sempre meglio che starsene li steso.

    Sei libero di muoverti, ma torna qui presto e non uscire dall'ospedale.

    Mi sono fatto forza lo stesso, ed in preda ad un male incredibile, con una volontà non indifferente sono riuscito infine ad alzarmi. Le efficienti, anche se piuttosto brutte rispetto a quelle dei miei sogni, infermiere del reparto mi hanno immediatamente fornito di una carretta che mi potesse sostenere nei mie sforzi, aggeggio che ho abbandonato dopo qualche dozzina di metri, sentendomi ridicolo e vecchio. Non potendo abbandonare l’edificio, l’unica cosa rimasta da fare era visitarlo, in un giro turistico decisamente istruttivo dal punto di vista della sicurezza e della tutela di me stesso. Girovagando nei vari reparti ho potuto incontrare persone veramente in condizioni di difficoltà, chi per un motivo o chi per un altro. per lo più si trattava di vecchi, persone giunte ormai alla fine del proprio cammino, i cui vizi nella vita sono diventati il primo dei loro problemi, e la causa futura delle loro morti. Ognuno si uccide con le proprie mani, questo ci hanno insegnato su al monastero, e non c’è cosa più vera. Comincio a pensare a volte che le lezioni al monastero, per quanto fosse tutto sbagliato, siano state di un importanza e di un’utilità unica, e non posso che ringraziare per l’istruzione che ho ricevuto. Concluso il mio giretto da turista, sono infine tornato nel mio reparto, quello in cui vengono curati i ninja che hanno subito danni in battaglia. Ispezionando meglio la zona, sono finito nella zona della medicina d’urgenza, dove ho scoperto esser ricoverati da settimane alcuni shinobi del villaggio che avevano partecipato alla battaglia coi bijuu. Nonostante la cosa fosse stata tenuta più segreta possibile infatti, alla fine la verità è sulla bocca di tutti, e queste sono le prove. La zona era totalmente off limits, ma approfittando dell’orario insolito, ho potuto ficcare più che un occhio. La curiosità mi ha spinto fino al capezzale di uno di loro. Le sue condizioni erano a dir poco critiche, metà della faccia e parte della spalla erano state letteralmente cancellate da una sorta di energia corrosiva che ne aveva consumato le membra, tanto quasi da mangiarle. La visione mi ha completamente aperto gli occhi sulla pericolosità di quel che sto facendo. Prima di essere scoperto, sono tornato sui miei passi, meditando a lungo su quel che ho visto. Quando sono tornato nella mia postazione, i medici avevano ultimato le carte relative al mio rilascio, permettendomi così di tornare alla mia dimora.


     
    .
  6. Anselmo
        Like  
     
    .

    User deleted


    Girò per l'ospedale in silenzio, scrutando attraverso i vetri nelle porte, gli spiragli lasciati aperti, o più semplicemente intrufolandosi nelle stanze. Lo videro vagare per i corridoi come molti pazienti avevano fatto prima di lui. Annoiato, spensierato e con quella tipica aria ansiosa che avevano un po' tutti, perchè desiderosi di superare quel periodo di stallo e tornare a vivere la propria vita al di fuori dell'ospedale.
    Medici, chirurghi ed inservienti non vi fecero molto caso; l'edificio era in subbuglio a causa dei numerosi feriti tornati dalla Grande Guerra, evento che aveva coinvolto tutti i grandi Villaggi Ninja e che aveva causato più vittime di quante persone avesse effettivamente salvato. Ma di questo i medici non si curavano, avevano ben altro per la testa: curare i feriti. Perciò uno Xavier quasi completamente in forma non destò molte preoccupazioni nel suo vagare. Ma alcuni commenti li ispirò, come per esempio...

    Ehi Aki, ma quel ragazzo non sarà mica del reparto infermi mentali? Dopo quello che è successo il mese scorso, sarebbe meglio li tenessero a bada.

    No, guarda il braccialetto, cara. E' uno Shinobi, probabilmente uno dei superstiti.

    Ah, okkey... strano, ha uno sguardo così ambiguo. Sembra quasi... un santo, o qualche uomo di chiesa. Anche se la forma fisica fa proprio pensare ad un guerriero.


    Ed altre chiecchiere simili, che lo seguivano nel suo percorso ingiro per l'ospedale. La cosa terminò quando tornò alla sua stanza. Lì, uno dei medici disse:

    Siediti un attimo sul letto, ti faccio dei controlli...

    Trafficò brevemente con varie strumentazioni o semplicemente osservando il ragazzo e tastandolo, ed infine:ù

    Okkey, direi che siamo apposto. Lì ci sono i tuoi vestiti, li abbiamo lavati ma sono alquanto malconci. Mettiteli e poi potrai andare alla ricevitoria a farti firmare i documenti di dimissione. Auguri e vedi di non tornare qua, Xavier. Hehe...
    Ti lascio in pace, addio.


    Ed uscì dalla stanza. Chissà se l'avrebbe effettivamente più rivisto, lì, all'Ospedale del Villaggio della Roccia.

    Guarito, olè :tada!:
    Prenditi 32 exp, io prendo il minimo.
     
    .
5 replies since 7/7/2014, 12:43   131 views
  Share  
.