Persecuzione

P.Q Yuki Shirasu

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    Mani e piedi legati, ero imbavagliata e stesa a terra in quella che sembrava un stanza scavata nella roccia, forse ero all’interno di uno dei cunicoli tra le montagne fuori Kumo, non era la prima volta che ci capitavo per un motivo o per l’altro. Qualcosa di caldo stava colando lungo il mio viso dalla fronte, arrivato alla bocca capì subito che era sangue, probabilmente il mio visto la fitta di dolore che sentivo alla testa. Come fossi arrivata lì non lo sapevo, non ricordavo nemmeno di essere uscita dal villaggio a dire il vero.

    - Come ci muoviamo?

    - Non lo so, per me hai fatto un gran cazzata

    - Stava indagando troppo, e poi Akemi mi ha detto che la vuole con noi, di non ucciderla

    - Eiji non sembra essere dello stesso parere

    - E’ Akemi che comanda, e quindi decide lei…Eiji è solo un moccioso presuntuoso che sta qui in quanto figlio di Kioshi

    - Vai a vedere se sta bene, che se la portiamo alla base troppo malconcia Ryuu ci ammazza a tutti e due

    Nonostante fossi intontita ero sicura di aver capito bene, il discorso tra i due tizi che ancora non ero riuscita a vedere mi lasciava pensare che appartenessero all’organizzazione. Inoltre stando a quanto avevano appena detto Ryuu era vivo proprio come avevo immaginato, era semplicemente rientrato a far parte dell’organizzazione facendo saltare la sua copertura al villaggio. Era stato dato per morto, e si erano anche svolti i funerali con un bara vuota, ma leggendo il diario di mio padre avevo intuito che fosse tutta una farsa per tornare alla sua vera vita.

    - Ehi vedo che ti sei svegliata…ti senti bene?

    Immaginavo che si aspettasse un qualche cenno della testa da parte mia visto che ero imbavagliata. Rimasi a fissarlo senza rispondere, cercando di cogliere qualche piccolo dettaglio sulla sua persona, così da risalire alla sua identità, e una volta tornata al villaggio gli avrei fatto saltare la copertura. Il problema era che non riuscivo a vederlo bene, aveva il volto in ombra e non riuscivo a distinguere i lineamenti.

    - Suppongo di sì

    Disse prima di andarsene, lasciandomi nuovamente sola.
    Sapevo come slegarmi ma avevo una sola opportunità per farlo, se mi avessero scoperto non mi avrebbero dato modo di ripetermi, quindi attesi che il rumore dei passi divenne più debole, volevo che fossero abbastanza lontani per poi rischiare la fuga. Non sapevo nemmeno se uno di loro fosse un ninja sensitivo e se quindi avrebbe potuto accorgersi della mia assenza. Restando ferma lì non avrei comunque risolto nulla, valeva la pena provare, poi stando a quanto avevo sentito non volevano farmi del male e potevo usare quella cosa a mio vantaggio.
    La corde intorno a me erano legate strette ma non era un problema, concentrai piccole quantità di chakra nelle articolazioni e mi liberai con facilità come avevo già fatto in passato. La caverna era silenziosa ma potevo cogliere i passi in lontananza dei due rapitori, procedetti a passo lento e in maniera prudente verso quella che credevo fosse l’uscita. Mi limitai a seguire i rumori naturali provenienti da fuori, fino a quando un lieve brezza mi accarezzò il viso facendomi nuovamente respirare l’aria di montagna.
    Ero fuori, ma non avevo la più pallida idea di dove fossi, mi trovavo sicuramente sulla catena montuosa che circondava il villaggio ma difficile dire dove con esattezza. L’unica cosa che notai fu una gran vista sul tramonto, chiaro segno che stava per fare notte e che mi trovavo nella parte ovest. L’odore accennato di salsedine mi confermò quanto appena dedotto.
    Conoscevo fin troppo bene il territorio circostante, e sapevo molto bene che in poco tempo la temperatura sarebbe calata drasticamente, avevo bisogno di un riparo e di un fuoco, così che il fumo non avrebbe attirato l’attenzione dei miei rapitori.


     
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    Il freddo non mi creava alcun problema, mi piaceva e ci ero abituata, l’umidità iniziava però ad essere un problema, accentuava il freddo percepito e non volevo che mi risultasse fatale. Di legna da raccogliere ce ne era poca tra le montagne, bisognava sapere dove cercare per poter sopravvivere, fortunatamente quello era il mio territorio e sapevo come muovermi, purtroppo però dovetti scendere di qualche metro per giungere a delle piante secche, allontanandomi così dal villaggio e dal mio luogo sicuro. Stavo comunque attenta a cogliere ogni singolo movimento sospetto, pronta a scappare nel caso ce ne fosse stato bisogno.

    - Non può essere andata lontana, se non la ritroviamo ci ammazzano…ma come l’hai legata?

    - Io l’ho legata benissimo, non so come abbia fatto a liberarsi

    Non erano troppo vicini ma nemmeno troppo lontani, sicuramente si trovavano nel raggio di duecento metri da me, e potevo affermare con quasi l’assoluta certezza che nessuno dei due possedeva doti sensoriali, altrimenti mi avrebbero già individuata
    Li sentivo muoversi senza problemi tra i terreni sconnessi della montagna, erano anche loro ninja di Kumo e come me si sentivano a casa in quell’ambiente. Decisi di restare nascosta fino a quando fossero giunti alla conclusione che dovevo essere passata oltre, così da ottenere una zona sicura in cui non sarebbero ripassati presto credendo di averla già controllata.
    Dovette passare più del previsto prima che se ne andassero, io rimasi in silenzio per tutto il tempo aspettando con ansia che la zona fosse sicura, così da poter accendere un fuoco e riscaldarmi. Iniziavo anche ad aver fame e sete, ma ero certa di poter resistere fino alla mattina dopo, il tempo di arrivare al villaggio.
    Raccolsi dei legnetti secchi anche se non molti, li accumulai da una parte e accesi un fuoco con lo zippo che mi regalarono i miei genitori al mio compleanno. Fu un sensazione di calore immediata anche se durò poco, quel tanto che bastò per scaldarmi.
    Decisi di iniziare a muovermi, anche se con il buio non era proprio la scelta migliore, sicuramente avrei avuto un vantaggio su i miei inseguitori che di certo non potevano cercarmi tutta la notte, anche loro prima o poi si sarebbero dovuti accampare.
    Come volevasi dimostrare dopo aver camminato per circa dieci minuti iniziai a sentire odore di bruciato e delle voci provenienti dalla stessa direzione, nel punto in cui ero non potevo vederli ma riuscivo perfettamente a carpire le loro parole.


    - Faremo meglio a non tornare, Ryuu non sarà contento e nemmeno Akemi…inoltre potrebbe averci riconosciuto, se torna al villaggio e dice a qualcuno che noi facciamo parte dell’organizzazione la nostra copertura salta

    - Non ci ha visti stai tranquillo, potrebbe riconoscere le nostre voci ma basta stare attenti se capita l’occasione di trovarcela vicina…la priorità ora è nel trovarla, ma ho come l’impressione che sia già riuscita ad arrivare al villaggio, in quel caso ci conviene tornare alla base e fare rapporto

    - Forse è la cosa migliore, rischiare che qualcun altro ci veda nei dintorni non è cosa saggia, potrebbero ricollegarci al rapimento di Yuki…domani mattina all’alba partiamo, anche se non sarà piacevole riferire gli aggiornamenti ad Akemi

    Sarei potuta passare tranquillamente in quanto la visuale era coperta da una parete rocciosa, però proseguì con cautela per evitare ogni tipo di problema, se mi avessero visto non avrei sicuramente potuto far nulla per contrastarli. Superato il punto critico ripresi a correre, il villaggio era vicino e io non vedevo l’ora di raggiungerlo, ancora non potevo credere che fossi finita in quella situazione, e neanche avevo idea di come avessero potuto prendermi in quanto ero sicura di non essere uscita dal villaggio.
    Non sentivo più le voci dei miei rapitori, ormai dovevo aver raggiunto una distanza tale da non riuscire più a sentirli, il che significava che ormai ero al sicuro. Potevo scorgere l’entrata del villaggio, e con un ulteriore sforzo mi portai dinnanzi a quest’ultima.


     
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    Ero stremata e molto sollevata di aver raggiunto il villaggio senza incappare nuovamente nei miei inseguitori. Raccontai quanto accaduto alle guardie anche se non seppi spiegare come erano riusciti a prendermi, era un dettaglio che in quel momento anche io ignoravo, dovevo riuscire a fare mente locale, ripercorrendo la giornata per capire quando ero caduta vittima dei due mukenin.

    - Vi assicuro che sono due ninja del villaggio, li ho anche sentiti parlare però non sono riuscita a vederli in faccia

    Studiando il diario di mio padre ero venuta a conoscenza del fatto che praticamente tutti i membri dell’organizzazione erano infiltrati nel villaggio della nuvola, tranne quei pochi come Akemi o Ryuu la cui copertura era saltata.

    - Quindi tu vorresti farmi credere che dei ninja di Kumo lavorerebbero segretamente per un’organizzazione? Fai una cosa, vatti a riposare e non appena ti ricordi come sono riusciti a rapirti vieni da noi a dircelo

    Mi diressi verso casa amareggiata, durante il tragitto ripercorsi passo passo tutti gli avvenimenti della giornata, quando finalmente mi ricordai. Avevo appena finito di allenarmi con Moe e Atsushi e stavo tornando a casa, mi ero fermata a prendere del ramen per cena e passando davanti al portone sud del villaggio ero stata aggredita. A quell’ora non passava nessuno, quello spiegava come avessero fatto ad agire inosservati, ma non come avessero fatto a passare davanti alla guardie al cancello. Allora ebbi l’illuminazione, erano i due ninja a guardia del cancello sud. La cosa mi sembrava così ovvia che non capivo come avessi fatto a non arrivarci prima, degli infiltrati in quella zona avrebbero garantito maggiore informazione sui carichi in uscita e in entrata. Forse anche i le guardie al cancello ovest con cui avevo parlato poco prima facevano parte dell’organizzazione, sentivo di non potermi fidare più di nessuno, almeno fino a quando non avessi trovato un lista dei membri da poter mostrare al Raikage.
    Era ancora notte fonda, ci sarebbero volute delle ore prima che il sole sorgesse quindi decisi di tornare a casa per riposarmi un po’, dopotutto non potevo fare altro se non lamentarmi del fatto che in quella battaglia ero sola, sembrava che nessun’altro si rendesse conto del pericolo effettivo che l’organizzazione rappresentava.
    Il mattino dopo mi svegliai all’alba molto intontita e ancora parecchio assonnata, non ero riuscita a dormire quanto avrei voluto e il pensiero ricorrente dell’organizzazione non mi faceva stare tranquilla, come battere un gruppo del genere senza i mezzi necessari per farlo? Mi sbagliavo di grosso se pensavo di poter portare avanti quella guerra da sola, di qualcuno dovevo pur fidarmi.


    - Ehi già sveglia? E’ successo qualcosa?

    Incontrai Moe che girovagava per il villaggio proprio come me, lei era l’unica persona di cui mi fidavo in tutto il villaggio, c’era sempre stata e non mi aveva mai abbandonata nel momento del bisogno. Visti i precedenti facevo fatica a fidarmi di Atsushi, oltre a conoscerlo da poco mi ricordava molto Akira, e quest’ultimo non aveva fatto una bella fine.
    Raccontai a Moe gli avvenimenti della notte passata cercando di non tralasciare i dettagli e inserendo qualche pensiero personale, piccoli dubbi che avevo e perplessità che mi tormentavano.


    - Che hai intenzione di fare? Io ti direi di aspettare, non possiamo farcela da sole, non siamo ancora in grado

    Sapevo che seguire il consiglio di Moe era la scelta più saggia, ma non potevo pensare di convivere ancora per molto con la persecuzione che l’organizzazione aveva nei mie confronti, dovevo porre rimedio a quella cosa il più in fretta possibile, evitando ogni tipo di scontro diretto.


     
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