Bad Memories...

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  1. Jaqen raven
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    La verità è che non posso pensare di svegliarmi...sapendo che non ti rivedrò...

    -Peter...-


    Respiro affannato. Sudore.
    Imprecazione violenta.
    L'ennesimo tentativo di sentirmi meglio, parlando con il mio adorato fratellino morto nel sonno. Tirai un pugno al muro e scalciai via le lenzuola. Era una notte umida e sentii sulla pelle la familiare sensazione di pelle d'oca. Aprii la finestra e lasciai che il corpo si ghiacciasse dentro. Fossi morto, non sarebbe stato un grosso problema.. forse mia madre avrebbe sofferto. Lo stronzo megalomane di mio padre avrebbe solo osservato che ci avevo messo troppo tempo...il suo insulso figlioletto suicida.
    Faceva un freddo cane quella notte, ripensai al sogno appena avuto. L'ennesimo.


    Così impari a fari un periodo di astinenza.

    Avevo chiuso con le ragazze da un mese, il mio unico piacere dopo uccidere. L'unica cosa che mi allontanava dal vuoto infernale di mio fratello e dalla sua ombra insopportabile. Ma dormendo da solo e non essendo più sfinito la mente era stata libera di vagare ed erano due settimane ormai che il mio caro fratellino aveva sostituito le mie splendide puttane. Il che mi mandava in bestia.
    Avevo passato un mucchio di tempo, anni, a lasciarmelo alle spalle e a convivere con le burle della morte. Questo era l'ennesimo tiro mancino? Ne avevo abbastanza di ascoltare i lamenti dei morti. Non ero riuscito a lasciarli andare e avevo rimediato con altro. Semplicemente dopo un po' mi ero stancato. Avevo detto basta alle serate finite tardi con una sconosciuta dopo l'altra.
    Forse era l'ennesima sfida. Un'altra prova.
    Avevo spinto il mio corpo al limite. E l'avevo anche superato. Avevo preso per il culo la morte innumerevoli volte, salvandomi sempre al millesimo di secondo da salti vertiginosi e situazioni impossibili.
    Evidentemente non era abbastanza. Era la volta di portare la mente al limite. Purtroppo quello intelligente era lui. Già rimanere mezzo nudo a bagnarsi come un imbecille denotava uno scarso equilibrio mentale.


    Non hai perso un solo figlio quel giorno, padre. Ne hai persi due.

    Ghignai al pensiero di mio padre nello scoprire che il suo ultimo erede e possibilità di allungare la stirpe aveva perso qualsiasi interesse nel giacere con una donna. Guardai verso il giardino e pensai di andare a fare una passeggiatina fuori. Tanto, bagnato ormai lo ero. Tanto valeva farlo per bene. Afferrai la katana accanto al letto e mi calai di sotto.
    Un unico soffio di vento e l'erba baciò i miei piedi. Legai la katana ai pantaloni e scivolai come un gatto lungo il giardino. E poi fuori, verso la foresta. Gli alberi offrivano un riparo migliore e la pioggia era dminuita.
    Non tornavo lì dentro da tanto tempo... più o meno da un mesetto, l'ultima ragazza l'avevo presa lì. Quando non avevo sentito nulla e avevo avvertito una vaga sensazione di nausea al pensiero di me stesso.


    Stai rasentando il patetico.

    Continuai a camminare finchè le gambe non crollarono su un mucchio di fango e sterpaglie. Sembrava il resto di un fuoco. Un rito sacrificale. Ridacchiai. Destino forse? Rimasi in ginocchio in mezzo al cerchio profano e alzai gli occhi verso il cielo. Le gocce tracciavano macabri percorsi sul mio petto, quasi lasciandomi una linea da seguire verso il cuore se avessi voluto uccidermi.

    Mi dispiace, gocce. Per uccidermi, farei così ... !

    Sfilai la katana e la avvicinai al collo.

    -PETER! FERMATI-

    La mano si bloccò appena in tempo. Il metallo aveva inciso un taglietto e sentii del liquido caldo sul collo. Voltai la testa.
    Lui era lì.
    Alto, sicuro, e incazzato come non mai. Mio fratello.
    Rimasi a guardarlo a bocca aperta prima di crollare nel fango. Il buio mi avvolse mentre le gocce di pioggia si mischiavano alle mie lacrime ...
     
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  2. Jaqen raven
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    Quindi è questo quel che rimane dopo la certezza della propria pazzia?
    Deludente.


    La bocca era piena di fango, e avevo un mal di testa atroce. Sbattei le palpebre più volte prima di rendermi conto di essere ancora nella foresta, in mezzo alla melma, con un'altra probabilità di essermi buscato una polmonite. Non che mi ammalassi tanto spesso, ma il periodo di debolezza si stava stendendo anche al livello fisico.

    Pazzo e inutile. Mio padre esulterà. Potrà finalmente diseredarmi una volta per tutte.

    All'improvviso sentii delle mani che rivoltavano il mio corpo come un sacco di patate e mi venne appoggiata sulla bocca una bottiglia. Non riuscivo a distinguere chi fosse, ma l'odore confortante di vino speziato mi indulse a schiudere le labbra. Il primo assaggio mi fece sputare gran parte della bevanda e del fango che avevo in gola, rischiando di farmi vomitare; ma le sorsate successive furono molto gradite. In genere non era la mia bevanda preferita, ma in quel momento riscaldava la pancia vuota e tanto bastava. Quando la bottiglia mi fu allontanata protestai e udii un sospiro. Sentii di nuovo il vetro sulla bocca e bevvi avidamente, lasciando che il vino mi sciogliesse i muscoli intorpiditi. Non mi ero reso conto di stare tremando dal freddo.

    -ti sei ridotto proprio in basso, fratellino-

    Smisi subito di bere e per poco non cacciai un urlo. - ... Jon?-

    -Jon? Dio, sei proprio impazzito eh? Papà aveva ragione-

    Cercai di mettere a fuoco la figura familiare ma avevo gli occhi impiastricciati di sporcizia. Una mano gentile mi pulì il viso e riconobbi il sorrisino furbetto della mia sorellina, Evy.

    -Evy? Che cosa ci fai qui, a quest'ora della ... -

    -mattina?-finì lei ridacchiando. -ero venuta in camera tua per chiederti di allenarmi un po' prima oggi e non c'eri. Ti ho cercato dappertutto e poi mi sono accorta che la finestra era aperta. Di notte ha fatto un gran temporale, dubito che volessi aria fresca- ,il suo volto si addolcì-Sei di nuovo uscito per via degli incubi?-[/color

    Ebbi un tuffo al cuore. Quindi la piccola era più acuta di quanto pensassi.

    E bravo il fesso.

    -Come hai fatto a trovarmi?-

    [color=blue]-Lei mi ha detto che avevi bisogno di aiuto-, si girò verso una figura che non avevo ancora notato
    , -mi h detto dov'eri e sono venuta subito-

    Quando mi concentrai sulla persona indicata da Evy per poco non ebbi un infarto.
    Era Hulien. Bella come non mai.


    E tu sei completamente impazzito.

    Non poteva essere vero. La mia sorellina e l'unica ragazza che avevo mai amato erano venute da me con del vino speziato? Non avrei neanche dato il disturbo a mio padre di diseredarmi, me ne sarei andato il giorno stesso a rinchiudermi in qualche manicomio. O a gettarmi da un burrone, una delle due. Ero stufo dei giochetti della mia mente.

    -è uno scherzo?-

    -No, Peter. Non stai impazzendo-. Ah, la sua voce .... No, no, no, no. Non era reale. Dovevo svegliarmi, impedire di ricadere nella malattia del mio cervello. Perchè ero malato, di questo ero più che sicuro.

    -Va tutto bene Peter. Non è un altro dei tuoi incubi. Siamo qui davvero con te. Ora però è meglio tornare a casa, o ti ammalerai-

    Ignorai Evy e mi misi in piedi, non staccando gli occhi da Hulien. Ormai ero giunto alla consapevolezza di essere stato usato quella notte. E sebbene fosse stata la notte più bella che potessi ricordare, nonostante tutto il tempo passato a sperare di rivederla, ora volevo solo che sparisse.

    - perchè sei qui?-

    -Perchè tuo fratello è una gran rottura di scatole. Non mi permette di dormire-

    A quelle parole arrossii e vidi Evy spalancare la bocca, sconvolta. Guardai Hulien per accertarmi che non scherzasse e dissi-beh, allora siamo in due, dolcezza. Perchè sei venuta da me se è lui che ti da fastidio?-

    -perchè lui vuole parlare con 'te'. é alquanto arrabbiato-

    Alzai un sopracciglio scettico ma non replicai. Evy mi si era avvicinata e ora guardava Hulien con sospetto.

    - Peter ... chi ... -

    -Tranquilla, è tutto ok- la rassicurai - lei verrà a casa con noi. Deve spiegarmi alcune cose-

    Ignorai Evy che mi guardava attonita e la presi per mano, sapendo che Hulien ci avrebbe seguiti. Non volevo rimanere nella foresta infreddolito e puzzolente. E se l'avessi portata a casa forse sarebbe rimasta di più. Quello che aveva detto mi aveva incuriosito. O forse era solo la speranza di una possibile via di fuga dagli incubi ...

    To be continued ...
     
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1 replies since 19/5/2014, 21:06   82 views
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