L'Oscurità Che Avanza

PQ Alphonse Elric & Takeshi Miyazawa

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. ~Daniele
        Like  
     
    .

    User deleted


    Per comodità, non essendo ancora finito l'evento dei Bijuu e, dunque, la guerra contro Ame, ambientiamo questa PQ n un momento precedente alla battaglia.

    Per l'ambientazione, questa varierà nel corso della PQ, inizialmente io sono a Taki e Takeshi a Kusa, successivamente convergeremo nel Paese della Zanna. Ad ogni modo, le indicazioni geografiche saranno presenti nel nostro elaborato, non sarà un problema seguirci


    ~ Oscurità Che Avanza
    Narrato
    Tron
    Four
    Five

    Three


    La stanza era completamente buia.
    L'oscurità era la padrona, in quel luogo dimenticato da Dio. Da Dio si, ma non dal gruppetto che, oramai, aveva speso giornate, settimane, addirittura mesi, per progettare tutto alla perfezione, per ideare il loro piano, e per portarlo a termine, passo dopo passo, fino a giungere all'atto finale, all'apice di quel climax che avrebbe sconvolto l'intero mondo dei Ninja, rivoluzionandone il modo di vivere, i costumi e le abitudini.
    L'eloquente silenzio, complice di quell'ardito progetto, era interrotto solamente dai passi dei quattro individui e da uno sfrigolio di fondo, emesso da una serie di macchinari in metallo, collegati da tortuosi cavi isolati, al cui interno viaggiava una quantità enorme di energia elettrica, tanta da poter illuminare l'intero Paese della Cascata, se non oltre.
    E questa non era un'iperbole, l'esagerazione dell'inventore nei confronti della propria creatura: grazie a nozioni ingegneristiche, la banda aveva sabotato le varie centrali disseminate per il Paese, facendo si che l'energia potesse convergere verso quella struttura.
    La ragione? Sconosciuta.
    Sembrava che tutte quelle diavolerie facessero capo ad una principale, prodotto brillante di una mente quanto mai avanzata ed ambiziosa: pareva essere una sorta di batteria, un collettore di energia, che, tuttavia, sembrava essere ancora spento e non funzionante.

    Fammi luce, qui, Five, figliolo.. Eh eh eh.. Presto lo metteremo in funzione, e, nel giro di pochi giorni, il nostro piano sarà completo eh eh eh

    Ma certo, Padre..

    La risata che risuonava fra le mura raggiunse delle note acutissime, e questo contribuì a rendere la scena decisamente più inquietante di quanto già non fosse: era un bambino ad aver parlato, biondo, con i capelli vagamente raccolti una larga treccia, che scendeva dolcemente lungo la sua spalla destra; il volto era per metà coperto da una maschera in ferro, dalle fattezze demoniache, celando parte di un ghigno ugualmente diabolico. Il fatto che il giovane e slanciato Five, lo avesse chiamato "Padre" gettava ancora più mistero sulle loro azioni; anche gli altri due, apparentemente più anziani del bambino, sembravano mostrare, nei suoi confronti, un rispetto ed un timore reverenziale, al pari di quello che aveva parlato poco prima.
    Il ragazzino si avvicinò ad un pannello, carezzandolo, per poi dare inizio ad una sequenza apparentemente infinita di sigilli: decine di posizioni magiche presero vita tramite le sue mani, intraprendendo una danza tanto affascinante quanto ipnotizzante.
    Il Serpente fu la degna conclusione del pezzo, ed immediatamente tutti i macchinari cominciarono a tremare, destati dal loro iniziale riposo.
    Il quartetto si avvicinò ad una finestra, osservando come, all'orizzonte, i villaggi letteralmente si spegnevano, caduti in un improvviso blackout.

    Ahahaha, osservate, figli miei.. questo è il principio della nostra vendetta!
    La famiglia Arclight dominerà su ogni cosa, ahahah..




    Narrato
    Pensato
    Parlato
    John
    Rikku
    Isao Fumihiro
    Altri


    Le prime luci dell'alba baciarono i corpi di due atletici ragazzi, intenti a combattere con tutte le loro forze, ai piedi della poetica e maestosa Cascata caratterizzante il nome del loro Villaggio natio e dell'intero Paese.
    I colpi vibravano feroci nell'aria, e le goccioline di sudore accumulate sugli arti e sui loro torsi nudi si perdevano nell'aria, brillando come piccole gemme, a causa dei raggi del sole, per poi perdersi sugli esili steli dei fili d'erba, che coprivano l'intero appezzamento di terra intorno al laghetto naturale, ai piedi del salto.
    Era oramai una loro abitudine, quella di menarsele di santa ragione ogni mattina, per poi continuare in una serie di esercizi volti a migliorare le loro arti magiche: quando non erano impegnati in missioni od incarichi di altro genere, spendevano la totalità del loro tempo libero combattendo e allenandosi, cercando di imparare sempre più nozioni e tecniche, e tentando di colmare le loro lacune pregresse.
    Per esempio Alphonse era oramai divenuto un discreto utilizzatore del Taijustu, anche se i suoi movimenti erano ancora rozzi e poco fluidi, benché, in questo settore, superasse di gran lunga il proprio compagno, John che, pur avendo un fisico niente male, sotto alcuni punti anche più definito del compare, prediligeva le arti magiche, e questo lo aveva dimostrato grazie al discreto numero di Justu che aveva imparato, sia per l'elemento Katon che per quello Fuuton.

    Stai battendo la fiacca eh?

    Ma cosa?! Sto dominando alla grande..

    In effetti, le parole dell'aspirante medico erano veritiere, per quanto fosse migliorato nel combattimento corpo a corpo, John mancava di quella agilità e prontezza di riflessi che caratterizzavano il suo stile. Era oramai parecchio che duellavano, ed i loro muscoli cominciavano a dolere, pretendendo un lungo riposo, in modo da rigenerare tutte le componenti molecolari atte alla corretta contrazione: Al scartò di lato, deviando il diretto contro il suo volto, e contraccambiando con un potente gancio destro, che impattò contro lo zigomo sinistro dell'amico, sbalzandolo di un paio di metri e facendolo rovinare a terra.
    Il Genin si piegò su se stesso, mani sulle ginocchia, tentando di riprendere fiato: l'aver cessato l'attività fisica aveva fatto sì che tutta la stanchezza accumulata nel tempo si manifestasse in maniera dirompente, quasi il suo cervello volesse, con questo gesto eclatante, avvisarlo della fatica accumulata, e del riposo necessario, affinché tutti suoi apparati potessero tornare a funzionare in maniera ottimale.
    John si avvicinò, anche lui provato, ansimando e catturando quanto più ossigeno possibile, tramite profonde e lente inspirazione, forzando, in questo modo, il suo battito cardiaco a decelerare.

    Un semplice.. colpo di fortuna..

    Al sorrise, annuendo in maniera sarcastica alla solita affermazione che lo sconfitto era solito pronunciare, dopo essere finito al tappeto.

    Senz'altro.. Ci laviamo e torniamo a casa? Dobbiamo passare al Palazzo, più tardi, magari capita che ci danno da fare qualcosa..

    L'amico annuì, ed in un baleno i due si ritrovarono immersi nella purissima e freschissima acqua proveniente dalla Cascata, bacino che non sembrava soggetto alle logiche del tempo, poiché caratterizzato da un regime pressoché costante, sia in tempi di siccità, che in quelli di abbondanza, sin dagli albori della sua formazione, quando la Terra non era altro che una massa grezza ed informe, in via di rifinitura, ad oggi, e chissà per quanti secoli ancora.

    [...]

    La mite temperatura primaverile, il sole caldo, oramai alto nel cielo, resero la via di ritorno a casa particolarmente piacevole: per le strade, numerosi bambini, affascinati e catturati dalla stessa idea, avevano costretto i loro genitori a portarli sulle sponde del lago, ai piedi del maestoso albero che sembrava costituire la colonna reggente di tutto il nucleo abitativo.
    Sembrava che il tempo si fosse fermato, che gli uomini avessero ottenuto una sorta di tregua da chissà quale Divinità, che gli aveva concesso una solo giornata di spensieratezza, ventiquattro ore di libertà, di freschezza ed allegria, dopo le quali l'umanità sarebbe stata ricondotta alla triste e dura realtà: la guerra non si era mai sentita così tanto fra gli abitanti del Villaggio, paura e terrore aleggiavano sulle loro dimore, come silenziosi spettri, pronti a colpire, al primo segno di debolezza.
    La gente tentava di occultare quella sensazione di angoscia attraverso una maschera di falsa serenità, sentivano di doverlo fare per le nuove generazioni, ritrovatesi in un conflitto di cui non avevano alcuna colpa, ma di cui stavano subendo i pesanti lasciti.
    Era forse il loro modo di fare ammenda, di essere perdonati per gli errori commessi, come collettività, sperando che la prossima battaglia, quella contro Ame, fosse il capitolo conclusivo dell'ennesimo episodio di irrazionale violenza scaturito dall'insito desiderio egoistico di potere.

    Sulla viottolo di casa, lastricato con semplici pietre grigie quadrilatere, di svariate dimensioni, i due ragazzi incontrarono la coppia di genitori, diretti all'ospedale, come di consueto: nonostante il turno massacrante del giorno prima, e le poche ore di sonno alle spalle, i due apparivano freschi e riposati, perfetti nelle loro casacche, verde per la madre, chirurgo, e blu per il padre, internista; su queste poggiava il loro stetoscopio, strumento fedele ed indispensabile per l'indagine clinico-diagnostica.

    Ciao ragazzi, vi siete svegliati di nuovo nel cuore della notte, per andare ad allenarvi?
    Mi ricorda i vecchi tempi caro.. anche allora ero più abile di te!


    La donna sorrise, punzecchiando il marito circa una serie di aneddoti che mai avevano avuto modo di raccontare loro, superando i due giovani e lanciando loro un bacio. Il padre rimase indietro, anche lui divertito da quanto appena detto. Poi si rivolse ai due figli, oramai anche John era considerato come tale.

    Mah, non è proprio vero.. diciamo.. Ah comunque complimenti ed in bocca al lupo!

    E con queste parole criptiche, che suscitarono una serie di sguardi incerti fra i due, anche l'uomo di allontanò, dando una pacca sulle spalle di entrambi, e accelerando, in modo da raggiungere la moglie.
    I Genin entrarono in casa e spogliati di giacche e calzature, si diressero verso la cucina, con l'intenzione di consumare un'abbondante colazione ristoratrice delle energie spese.
    Ma al tavolo, oltre una serie di dolci e leccornie preparate con premura dalla madre, i due trovarono una coppia di shinobi, che, evidentemente, li aveva preceduti di qualche minuto: Rikku era seduta a capotavola, con una serie di carte dinanzi a sé, mentre l'altra figura, un ragazzo, forse sulla ventina, era appoggiato vicino al piano cottura, mordendo una bella mela scarlatta, in tono con la estrosa sciarpa che portava al collo.

    Bene, siete arrivati.. Sedetevi che dobbiamo parlare. Ah, nel frattempo mangiate qualcosa, che poi non ne avrete il tempo.

    I due ubbidirono: sapevano bene cosa comportava non ascoltare la Chuunin, anche se, in questo momento, la vena di sarcasmo ed autorità che erano solite contraddistinguere il suo esprimersi sembravano mancare, e questo era un male, poiché tanta serietà poteva era solo sinonimo di grane.

    Ci è stato assegnato un delicato incarico. Parlo di "noi" come neo-nato Team 7, con me a capo, lui è il Chuunin Isao Fumihiro, e poi ci siete voi due.. E' un assortimento un po' particolare, ma visti i tempi..
    Comunque, ci sono arrivate diverse segnalazioni di blackout in tutta l'area meridionale del Paese: non sono semplici sovraccarichi di tensione, anche se, secondo i nostri rapporti tecnici, tutte le strutture energetiche sembrano perfettamente funzionanti. E' passata già una settimana dal primo episodio, e sin da quel momento, la corrente non è più tornata. E' un fatto anomalo, che necessita di indagini più approfondite..


    Una settimana di seguito?

    Questo sarebbe stato il suono delle sue parole, se la sua bocca non fosse impastata da un'esagerata porzione di torta di mele, ingurgitata senza alcun riguardo: il sopracciglio inarcato della ragazza e l'espressione rassegnata di John lo indussero a tacere, facendole cenno di continuare a parlare. L'unico che non aveva battuto ciglio era Isao, che, a parte i rumorosi morsi dati alla croccante polpa del frutto, sembrava essere assente da quel contesto.

    ..Riteniamo, nelle peggiori delle ipotesi, che possa essere un ultimo, disperato tentativo, del nemico di sabotarci, per guadagnarsi una speranza di vittoria, oppure, più semplicemente, qualche sciacallo sta sfruttando i preparativi al conflitto per tentare un colpo di mano.. Opzione che, comunque, non deve essere sottovalutata..

    Siamo in ritardo. Preparate il vostro equipaggiamento, partiamo fra cinque minuti.

    Dal nulla, una voce maschile bloccò l'ulteriore sviluppo della conversazione: il Chuunin, talmente silenzioso da sembrare parte dell'arredamento, sembrava un tipo abbastanza pratico, che preferiva agire e concretizzare fatti, piuttosto che perdersi in inutili chiacchiere. Solitamente anche Rikku viaggiava sulla stessa frequenza d'onda, anche se, in questo caso, aveva preferito fornire loro quanti più dettagli possibili, cruciali per il successo della missione.
    I due shinobi di grado maggiore raccolsero i loro documenti, li riposero nelle loro sacche, e lasciarono l'edificio, mentre gli altri due corsero su per le scale, cambiandosi d'abito e raccogliendo tutte le armi in loro possesso.


    Edited by ~Daniele - 4/5/2014, 15:23
     
    .
  2. Takeshi Miyazawa
        Like  
     
    .

    User deleted


    Chapter I

    Mi stavo lamentando un po' come al solito però, almeno per una volta, ne avevo ben donde.
    Quel giorno la mia sveglia era suonata alle sei meno un quarto in maniera maledettamente brusca: il mio superiore Inami Dato era entrato in camera mia di soppiatto per prelevarmi dal mondo dei sogni, fisicamente. Lui credeva che le cose, per essere fatte bene, dovessero essere fatte in prima persona; io credevo semplicemente che se per una volta avessi dormito un paio d'ore in più non sarebbe stato di certo un crimine.
    Ed invece no, sveglia insieme ai panettieri e partenza con le civette: avevamo appuntamento nel giro di un quarto d'ora al palazzo della Kage.

    Ma dico io, possibile che non ci sia una volta che le missioni partano alle undici del mattino? Sempre alle sei quando non c'è ancora un raggio di sole?

    Il mio risveglio, com'era preventivabile, mi aveva lasciato di cattivo umore: me lo sarei dovuto far passare in fretta anche perché non potevo presentarmi in maniera indisponente all'incontro con gli alti gradi della gerarchia. Con Inami-Sensei oramai c'era un certo feeling, potevo dimostrarmi anche un po' insofferente senza ripercussioni ma non potevo rischiare di essere bacchettato dagli altri superiori.
    Akashimo e Shizaru, anch'essi poco disponibili al momento della sveglia, ci seguivano a ruota. Eravamo gli unici disperati in giro a quell'ora e la cosa non era di certo sorprendente.

    Arrivammo al palazzo in men che non si dica, in anticipo sulla tabella di marcia: seguimmo il sensei fino ad una delle molte sale riunioni, presumibilmente quella dove si sarebbe tenuto il meeting. Ci accomodammo sulle poltrone presenti mentre i miei due animali, colto che ci saremmo trattenuti il quel luogo per qualche tempo, si sdraiarono senza curarsi delle buone maniere e ripresero a dormire. Lo sguardo greve del sensei racchiudeva un minimo di divertimento: la mia risposta, ora che finalmente iniziavo a carburare, fu rapida e condita da una punta di sarcasmo.


    Se non fossimo nel palazzo della Kage, sarei lì sdraiato di fianco a loro!

    Era già pronto a rispondermi quando fu interrotto dall'ingresso di tre personaggi. Due portavano delle maschere e sembravano pronti ad entrare in battaglia da un momento all'altro: erano degli Anbu, non c'era alcun dubbio. Rimasi per qualche istante in fissa su loro due tanto da ignorare quasi completamente il terzo entrato. Non avevo mai visto nessun ninja di quel grado, ne avevo solo letto sui libri. Si diceva che fossero i corpi scelti della Kage, capaci di missioni impossibili e qualsiasi tipo di azione strabiliante. Da dietro la maschera da lupo di uno dei due, spuntavano dei capelli verdognoli. Che fosse un mio parente del quale non ero a conoscenza? Ero abbastanza sicuro che fossimo gli unici con quel tipo di capelli nel nostro villaggio ma non mi sembrava il caso di chiederglielo in quell'occasione.

    Perso nelle mie elucubrazioni, fui riportato alla realtà dalla terza persona entrata: era una ragazza, non sembrava neanche una shinobi. Avvolta in un vestito lungo, questa donna di meno di trent'anni avanzò con una cartella in mano. Giunta nella sala, diede una fugace occhiata a ciò che c'era scritto in copertina prima di passarla al mio sensei. Diede poche indicazioni, rapide, fredde. Non doveva essere una simpaticona.


    Inami-sama, all'interno della cartelletta troverà tutte le informazioni di cui ha bisogno. Nella zona nord del Paese manca l'elettricità da quasi una settimana. Dubitiamo che il nostro nemico si sia spinto così in profondità nel nostro territorio alla vigilia di una battaglia così importante, ma riteniamo sia saggio mandare comunque qualcuno a controllare.
    È atteso per fare rapporto il prima possibile!


    E così com'era arrivata, se ne andò!
    Nessuna presentazione, niente convenevoli e neanche una parola più del necessario. Non che la cosa mi toccasse particolarmente, ma almeno un cenno di saluto non sarebbe stato male; mi costrinsi a guardare il lato positivo, almeno non aveva dato peso ai due animali buttati per terra che ronfavano serenamente. La donna, con quelle che dedussi fossero le sue guardie del corpo si allontanò senza perdere ulteriore tempo lasciandomi nella stanza in compagnia del sensei.

    Il chunin, ignorando completamente il rumore emesso dai due quadrupedi, era immerso nella lettura di quel fascicolo; la curiosità, in quegli istanti d'attesa, iniziava a salire. Perché mai avrebbero dovuto chiamare due shinobi per una serie di guasti ai sistemi elettrici del paese? Ci doveva essere sotto qualcosa, non potevamo essere stato degradati fino a diventare degli elettricisti. Questo era quello che pensai, fino a quando le parole del mio leader non mi confermarono l'esatto contrario


    Beh, spero tu abbia portato cassetta degli attrezzi, tuta nera e guanti di gomma, perché siamo appena diventati gli elettricisti ufficiali di Kusa! Ho provato a rileggere per due volte tutto il dossier, ma non mi sembra di vedere niente che non faccia presagire dei guasti tecnici. Non capisco perché mandino noi due e non degli specialisti.
    Bando alle ciance, prima partiamo prima torniamo!
    Che dici, li svegli quei due o li lasciamo qui? Conoscendo la Kusakage, al tuo ritorno li ritroveresti impagliati e pronti per diventare parte dell'arredamento!


    Vado, anche perché ci servono dei tester per provare i fili della corrente, no?


    E così dicendo, con un bel sorriso sulle labbra, andai a svegliare per la seconda volta nel giro di pochi minuti i miei animali. L'accoglienza fu pessima, proprio come la prima volta. Dopo qualche veloce tafferuglio per convincerli che sarebbe stato meglio andarsene da lì per non incappare nella collera del capo del villaggio, la compagnia raggiunse l'uscita della struttura.

    Il sole, puntuale come al solito, faceva finalmente capolino all'orizzonte: in quel cielo dalle tinte arancioni vi era quasi completa assenza di nuvole. Era un compito ingrato, non c'erano dubbi, ma aveva anche dei lati positivi. Ci dirigemmo, com'era prevedibile, verso la porta Nord del villaggio.
    La nostra avventura stava per cominciare


    To Be Continued



    Edited by Takeshi Miyazawa - 2/5/2014, 12:13
     
    .
  3. ~Daniele
        Like  
     
    .

    User deleted


    ~ Oscurità Che Avanza
    Narrato
    Pensato
    Parlato
    John
    Rikku
    Isao Fumihiro
    Altri

    Il contatto con il freddo metallo fu qualcosa di rassicurante, che calmò il suo animo irrequieto: Alphonse e John vagano freneticamente per la stanza, aprendo armadi e svuotando i cassetti, alla ricerca di ogni singolo strumento potenzialmente utile per la risoluzione della loro missione.
    Questa volta non avrebbero perso il loro tempo ripulendo il lago dai rifiuti, oppure braccando strani animali domestici fuggiti dalle loro dimore e rintanatisi nella folta foresta alla periferia del Villaggio: il Consiglio aveva affidato loro una missione di una certa levatura e di una certa difficoltà, forse la più complessa da loro mai affrontata. Una serie di blackout misteriosi affliggevano l'intero paese della Cascata, privando i suoi cittadini di quei comfort a cui erano, oramai, assuefatti, riportando il loro ostile di vita a secoli prima, in cui il fuoco, nelle sue varie forme, più o meno controllate, costituiva l'unica fonte di illuminazione, l'unico baluardo contro le opprimenti e terrorizzanti tenebre. Il problema non era di certo il malfunzionamento di qualche elettrodomestico, bensì l'annullamento completo di tutti i servizi inerenti l'ordine pubblico, dalla banale illuminazione ai monitor di sorveglianza, attentamente controllati e sfruttati dagli agenti di modo da garantire una sorveglianza sempre più capillare delle vie cittadine, tutelando la sicurezza degli abitanti nei confronti di criminali di ogni sorta.
    Lo sguardo complice fra i due "fratelli" decretò il completamento del rito della loro vestizione: abiti puliti e profumati, armi lucidate e taglianti, riposte accuratamente nelle capienti sacche, ed il tanto agognato, in gioventù, e amato coprifronte, la cui lamina in metallo, lucida e pulita proprio come il giorno della loro promozione, quasi fosse protetta magicamente dalle intemperie atte a lederne la bellezza, recava incise due semplici linee, le quali, armonizzandosi fra di loro, costituivano l'emblema supremo del loro territorio, ovvero la grande Cascata.
    I due scesero rapidamente le scale, lasciandosi l'edifico alle spalle e ricongiungendosi con i propri superiori, presso il cortile di casa Elric: da un lato c'era Rikku, appollaiata su un piedistallo in pietra, il suo volto scolpito in quell'espressione severa e autorevole, ma anche, di tanto in tanto, dolce; dall'altra, appoggiato al cancello, braccia conserte, c'era l'altro Chuunin, un certo Isao Fumihiro, il cui viso era in parte sommerso e celato dall'ampia sciarpa dal tessuto scarlatto.

    Siamo pronti.. Dove siamo diretti?

    Abbiamo ricevuto una segnalazione da una centrale a Sud del Paese, un impianto eolico particolarmente tecnologico ed efficiente, che sfrutta l'impeto dei venti locali per ricavare energia. Il sistema è talmente nuovo che un guasto pare sospetto.

    Quindi in pratica andiamo a fare gli elettricisti?

    John non riuscì a trattenere il suo commento, che strappò un sorrisetto al compare, smorfia che però abilmente celò, dato che i due Chuunin non trovarono la sua affermazione ugualmente divertente, anzi, come risposta, scoccarono un'occhiataccia al giovane Ninja, che, per l'imbarazzo, fu costretto ad abbassare lo sguardo.

    [...]

    Rikku capeggiava il gruppetto, muovendosi con rapide ed ampie falcate, denotando una sviluppata agilità di cui, però. non poteva servirsi appieno, data la lentezza dei suoi compagni; la coppia di Genin si muoveva pressoché alla stessa velocità, in modo da rimanere affiancati e discutere circa i possibili sviluppi e le possibili implicazioni della loro missione; a chiudere c'era Isao che, invece, sembrava viaggiasse al massimo delle proprie possibilità, e, nonostante questo, non riuscisse ad eguagliare il passo dei due sottoposti.

    Per essere un Chuunin, un pochino deludente.. spero lo sopperisca grazie alla sua maestria nel Ninjustu..

    Lentino il tipo, eh?

    Shh!!

    Alphonse strinse il braccio intorno al collo di John, tentandogli di tappargli la bocca, il tutto continuando nel loro moto, rendendo più difficile coordinare tutta quella serie di movimenti complessi. Il compare protestò, tentando di divincolarsi alla sua presa, invano, essendogli inferiore, in termini di forza fisica: non appena questi smise di contrastarlo, calmandosi, Al lasciò la presa, permettendogli dunque di respirare e muoversi più agevolmente.

    Idiota, che ti urli?! E se ti avesse sentito? Vado avanti da Rikku, te pensa, prima di parlare..

    Sussurrò il rimprovero all'orecchio ed una volta finito, sprintò in avanti, lasciandoselo alle spalle e guadagnando terreno nei confronti della donna, che raggiunse dopo qualche secondo: la ragazza sembrava assorta nei suoi pensieri, i suoi occhi, seppur aperti, sembravano non osservare il tortuoso sentiero che le si apriva dinanzi, od un particolare elemento all'orizzonte, più che altro sembravano persi nel vuoto più totale. Probabilmente stava ancora riflettendo sulle informazioni in loro possesso e circa le eventuali cause del blackout, in modo da poter organizzare, sul luogo, una ricerca mirata e specifica, e non una sommaria e generale.

    A che pensi? A cosa cercare, una volta arrivati?

    Già, sto cercando pianificare il modus operandi della nostra investigazione, una volta sul posto...

    Io non credo sia solamente un problema tecnico, se così fosse, la manutenzione avrebbe già risolto, no? Invece mandano noi.. Non so te, ma io di elettronica non so proprio nulla. Forse dovremmo prepararci a combattere, ho un brutto presentimento.. Ah un'altra cosa, che mi dici di Isao? Non l'ho mai visto al Villaggio, non so nulla di lui.. in caso di uno scontro, io e John non sapremmo come comportarci..

    E' inutile fare previsioni del genere, senza delle solide basi da cui partire.. non farti distrarre dal "cosa potrebbe essere", concentrati sul "cosa è".. in ogni caso si, tenetevi sempre pronti a combattere.. Per quanto riguarda la tua curiosità, posso immaginare cosa ti abbia spinto ad informarti sulle sue competenze, ma non temere, è forse il Chuunin più preparato nel Genjustu e nel Ninjustu, nel Villaggio.. Ah, guarda, siamo arrivati..

    La pianura che si mostrava dinanzi a loro pareva sconfinata, l'essersi avvicinati così tanto al Paese dell'Erba aveva sicuramente sortito un impatto non indifferente sulla morfologia del territorio, rendendo la vegetazione sempre più bassa, ma non meno fitta, a favore di una piana che, in taluni punti, si sollevava in dolci colline e rilievi, ognuno dei quali sormontato da un enorme palo eolico.
    La geometria con cui questi erano disposti era particolarmente simmetrica e regolare, difatti le strutture parevano essere disposte su circonferenze concentriche facenti capo ad un ampio edificio centrale, dalle pareti grigie e dall'architettura non particolarmente accattivante, sede dei collettori di energia e origine di una serie di cavi che si dipartivano dai lati, raggiungendo un traliccio poco distante, costituendo il primissimo tratto della via efferente dell'energia elettrica.
    La zona era completamente deserta, gli unici rumori erano evocati dall'ululare del vento, correre fra le strutture metalliche ed animarle di un moto rotatorio perpetuo ed impetuoso.

    Non dovrebbe esserci qualcuno? Operai, sorveglianza, un ingegnere?

    Vedi quel nastro segnaletico agitarsi nel vento, e teso intorno all'edifico centrale? Appartiene al Takigakure, vieta l'accesso ai non autorizzati, poiché sede di un'indagine.

    La celere risposta del Chuunin illuminò tutti i dubbi sorti nelle menti dei più giovani ed inesperti, ragguagliandoli circa le procedure operative delle forze dell'ordine del Paese.
    Una volta guadagnata l'entrata, Rikku fece cenno loro di avvicinarsi in modo da spiegare loro come avrebbero, fra poco, operato all'interno della struttura.

    Ci saranno centinaia di attrezzature qua dentro, sarà meglio dividerle in quattro settori, cosicché ognuno possa investigare nel proprio. Partite dai congegni che ricevono l'energia dalle pale, per poi scendere a valle fino a quello in cui l'energia è conservata ed inviata all'esterno.
    Controllate le connessioni, l'integrità di ogni singolo cavo e il funzionamento dei macchinari, e, per l'amor del cielo, attenti a dove mettete le mani..


    Sottolineando l'ultimo avvertimento,indirizzandolo chiaramente ai due Genin, a volte troppo esosi e intraprendenti, tanto da non pensare alle conseguenze delle proprie azioni. La donna spalancò, dunque, la porta di metallo, entrando nel locale buio ed oscuro, inghiottita dalle sue fauci fameliche.
     
    .
  4. Takeshi Miyazawa
        Like  
     
    .

    User deleted


    Chapter II

    Mentre la comitiva attraversava la porta nord si lasciava alle spalle un villaggio che iniziava a svegliarsi.
    La giornata stava cominciando per tutti i popolani mentre noi eravamo già pronti a metterci in marcia; dopo un rapido saluto con gli shinobi di guardia partimmo per la nostra spedizione. La formazione era quella solita: il primo era Inami-Sensei, seguito da Akashimo e poi infine da me, ultimo della fila con Shizaru sulle spalle. La scimmia, nonostante i notevoli passi in avanti dal proprio arrivo, non riusciva ancora a tenere il passo con noi e quindi sfruttava la cosa per godersi un bel viaggio in prima classe.

    Forse anche a causa dell'ora non avevamo affrontato in maniera approfondita le nostre prossime mansioni e ciò che avremmo dovuto fare una volta raggiunto il nostro obbiettivo. Il Chunin proseguiva a passo deciso, forse anche troppo per il genere di missione alla quale eravamo stati affidati; per quanto avesse un carattere a dir poco altalenante, non era facile vederlo così taciturno. Mi pareva poco sereno, quasi innervosito; che fossi io la causa di questo fastidio? O forse il siparietto con gli animali al palazzo della Kage non era stato di suo gradimento.

    Sarà meglio comportarsi in maniera esemplare oggi, ci manca solo che perda la pazienza e faccia un pessimo rapporto su di noi. Da quello che so, gli esami per diventare chunin non sono così lontani e non vorrei essere messo in cattiva luce prima delle selezioni!

    Che fosse un'analisi egoistica? Possibile, ma non per questo incorretta. Diedi un'occhiata ad Akashimo, il quale pareva essere a suo agio come secondo staffettista. Si stava godendo la sgambata mattutina e la stessa cosa valeva per il primate sulle mie spalle: Shizaru era stretto attorno al mio petto, con zampe posteriori ed anteriori chiuse davanti alla cassa toracica a mo' di fermo. La coda, invece, era avvolta sul bacino come presa di sicurezza; non sarebbe caduto neanche addormentandosi.


    [...]


    Eravamo in marcia oramai da un paio d'ore, se avessimo continuato ancora un'altra mezz'oretta avremmo raggiunto il confine con i territori del Villaggio della Cascata. I miei seppur pochi viaggi mi avevano dato un minimo di senso dell'orientamento supplementare rispetto all'inizio della mia carriera ed ero finalmente in grado di orientarmi bene, quanto meno nel Paese dell'Erba. Attorno a noi, com'era accaduto per tutto il nostro percorso di viaggio, non c'erano altro che pianure, arbusti e cespugli. Di tanto in tanto qualche albero isolato spiccava da quelle distese di praterie che erano tanto frequenti nei nostri territori.

    Ma ti pare che devono mandare un Chunin ed un Genin a controllare dei guasti elettrici? Già non mi fanno partecipare alla guerra, poi mi relegano a questi compiti così degradanti. Inizio a pensare di stare sulle palle alla Kage!

    Sbottò d'improvviso Inami-Sensei, interrompendo quel silenzio che si era protratto dall'inizio del nostro viaggio. Finalmente il suo comportamento ebbe una spiegazione logica; si sentiva sminuito come shinobi. Come si poteva dargli torto? Per me che lo avevo seguito, ogni incarico di coppia era stata un'occasione per apprendere qualcosa; per lui, probabilmente, solo qualche avvenimento di routine. Evidentemente si sentiva stretta questa mansione ed avrebbe preferito essere altrove. Sul fronte di guerra magari. Mio padre era partito poco prima e da quel momento non avevamo più ricevuto notizie.

    Non dire così, si capiva dal tono caloroso ed accomodante della tizia che ci ha dato l'incarico che hanno una grande considerazione di te. Comunque finalmente ho risposta al dubbio riguardo il tuo pessimo umore, iniziavo a pensare di esserne io la causa!

    Figurati, tu che colpa ne hai? Certo, quelle due bestie che ti porti sempre dietro possono essere una seccatura ma lo sai che oramai tengo più a loro che a te! Comunque oramai stiamo per arrivare, vediamo di sbrigarci il prima possibile che, anche se non abbiamo ancora iniziato, mi sono già stancato di questa missione.


    E senza più musi lunghi, tornò il sensei di sempre; quell'espressione seria e greve abbandonò finalmente il suo viso per lasciar spazio a quella tranquilla con cui soleva girare. Sorrisi, sentendo quelle parole poco simpatiche nei miei confronti; era il suo modo per dimostrarmi affetto, non era mai stato un abile nell'esprimere i propri sentimenti. La cosa era sorprendente, considerato la mansione di ambasciatore che svolgeva abitualmente: un abile comunicatore come lui si presupponeva fosse in grado di dimostrare tatto ed empatia, ma non erano di certo il suo forte.

    In tutto questo, il nostro viaggio era giunto al termine: ci avevano indirizzato ad una centrale di smistamento elettrico. Lì, tra tralicci, macchinari, torrette e grossi grovigli di fili della corrente avremmo dovuto trovare la soluzione al problema che affliggeva la zona più a nord del paese. Fino a quel momento non avevo ancora riflettuto su cosa potesse voler dire vivere senza elettricità; i grossi problemi sarebbero stati quelli delle strutture mediche ed organizzative, oltre a tutta una serie di scomodità per le persone comuni. Sarebbe stato sicuramente molto utile risolvere la questione alla svelta. Solo che non era il nostro campo.

    Squadrai con aria interrogativa il mio superiore, come a voler capire cos'avessimo dovuto fare ora ch'eravamo arrivati a destinazione; lui mi rispose con simile sguardo prima di cominciare a parlare con fare un minimo titubante.


    Takeshi, ti dirò la verità, non so neanche io cosa dobbiamo cercare con esattezza; di elettronica e simili ne so quanto te, se non di meno. Facciamo così, ci dividiamo ed iniziamo a scaglionare la zona alla ricerca di qualcosa all'apparenza anomalo o sospetto; che te ne pare?
    Shizaru, tu vieni con me così mi fai compagnia! Appena qualcuno dei due scopre qualcosa avverte l'altro.
    Se non troviamo niente, ci ritroviamo qui a giro finito! Obiezioni?
    Dai, prima iniziamo prima finiamo questa buffonata.


    Nessuna! Shiza, hai sentito, accompagna il sensei nella ricerca; mi raccomando, ascoltalo e non fare di testa tua, chiaro?
    Andiamo Aka.


    E così dicendo, ci dividemmo per iniziare la nostra ricerca.

    To Be Continued

     
    .
  5. ~Daniele
        Like  
     
    .

    User deleted


    ~ Oscurità Che Avanza
    Narrato
    Pensato
    Parlato
    John
    Rikku
    Isao Fumihiro
    Altri

    Il locale appariva ben più spazioso di quanto Alphonse si era immaginato, osservando dall'esterno la struttura: quasi trascendendo i limiti imposti dalle quattro mura perimetrali, la sala sembrava estendersi a vista d'occhio, popolata da una serie di apparecchiature e macchinari sofisticati e tecnologici, i quali, collegati alle pale eoliche, avrebbero dovuto convertire l'energia cinetica del vento in energia elettrica, da distribuire, in un secondo momento, a tutta la provincia Meridionale del Paese della Cascata, fornendogli quel bene oramai naturale ed indispensabile.
    Nonostante i loro dubbi circa l'incarico, la loro presenza in un luogo che apparentemente sembrava non competergli, tutti e quattro i militari inviati sul luogo sapevano bene quanto il fattore velocità, nella risoluzione dei blackout, fosse determinante per l'economia generale della Nazione, sia essa intesa in quanto tale, sia considerata in senso lato, dunque riguardante la sfera cittadina e domestica.
    Il tessuto sociale si basava, oramai, su una trama definita e costituita proprio da quei cavi elettrici che, in quel momento, sembravano vuoti e privi di ogni qual tipo di carica: Isao e John pensarono immediatamente alle catastrofiche conseguenze in campo militare, privato delle proprie telecomunicazioni e impossibilitato nell'ausiliare, tramite i propri monitoraggi, le sentinelle nel pattugliamento dei confini; Rikku e Alphonse, invece, in virtù della carriera da lei intrapresa e da lui desiderata, non poterono non pensare ai disagi negli ospedali, al non funzionamento di macchinari essenziali per la diagnosi e per la riabilitazione dei pazienti, alle vite che probabilmente non erano state salvate, proprio in virtù dell'assenza di quel valido sostegno.
    Era forse una sorta di punizione divina, nei confronti della pigrizia dell'uomo, un tempo al centro di ogni attività, schierato in prima linea in ogni campo, abituato oramai ad una serie di agi che avevano permesso lui di delegare ad automi ciò che prima era costretto ad eseguire in prima persona, forte del suo ingegno, della sua manualità, della sua creatività e del suo spirito di adattamento.

    Ci stiamo mettendo contro uno parecchio intelligente, oltre che crudele e sadico.. Sa bene come e dove colpire, ha messo in ginocchio un'intera provincia..

    L'idea che ci fosse qualcuno dietro a questi "incidenti" si scolpì sempre di più nella sua mente, il suo istinto lo portava verso questa direzione e, sebbene più volte lo avesse ben consigliato, sarebbe stato un errore affidarvisi ciecamente in quell'indagine, in quanto avrebbe potuto rivelarsi tanto la chiave per la risoluzione del mistero quanto un elemento fuorviante, in grado di deviare il ragionamento dal retto sentiero.
    Il Genin avanzò a tentoni, in quell'ingresso così oscuro e spettrale, il suo fiuto, in quell'occasione, non gli servì a molto, dato che percepiva un uniforme puzzo di polvere, metallo e altre sostanze ferrose, costituenti i collettori e le altre strumentazioni del posto: le ampie vetrate, poste in altro, lungo il perimetro di tutta la stanza, sembravano essere state sigillate per mezzo di assi di legno o simili, materiale in grado di bloccare i raggi solari, impedendone l'accesso. Una situazione alquanto strana, per un luogo di lavoro, che, per giunta, avrebbero dovuto setacciare da cima a fondo. Al non sapeva se i due Chuunin fossero dotti di abilità visive superiori, in grado di fendere quel manto e di penetrarvi attraverso: la sua mente vagò per un istante, riportandolo a Suna, in una serra buia e lugubre, anticamera di una serie di delitti rivoltanti.
    Stava rivivendo la sua ultima missione, nel Sunagakure, in cui si servì di Akio della Foglia come guida, dato che i suoi occhi bianchi, forti del Byakugan, erano in grado di discernere ogni singolo dettaglio, anche nell'oscurità, con una definizione a dir poco sorprendente.

    Sarebbe grandioso avere uno dei suoi occhi, in questo momento..

    Che fai li impalato? Tieni, ho trovato delle torce elettriche, tu pensa a quel gruppo di macchinari..
    Il Chuunin passò lui una torcia vecchia e dalle ingombranti dimensioni, che prontamente accese, apprezzando il fascio di luce emesso, rendendo nuovamente utili e funzionali i suoi occhi. Seguendo le direttive del superiore, Al si avvicinò alla serie di strutture in metallo e plastica assegnatigli, scrutandone, centimetro per centimetro, le superfici, sapendo già che, probabilmente, lui non avrebbe trovato nulla di eclatante, non avendo conoscenza alcuna in quel campo.
    Il macchinario sotto esame presentava una sorta di contatore, molto simile a quello domestico, solamente di dimensioni maggiori, che sembrava in funzione, dato che le rotelle recanti le cifre si muovevano ordinatamente, ognuna con la propria andatura, in base all'ordine di grandezza drappresentato. Puntò la luce sui collegamenti in entrata, sperando di indovinarne l'origine: questi emergevano da terra, immettendosi nello stesso sulla superficie postero-inferiore del macchinario, sulla faccia prospiciente il muro.

    Forse questi sono i cavi provenienti dalle pale..

    Seguendo questa ipotesi, il prossimo passo fu ricercare il sistema efferente di quell' "organo" deputato all'accumulo, e, una volta trovato e seguito pedissequamente, il giovane si ritrovò dinanzi ad un'apparecchiatura perfettamente identica alla precedente, come se, in realtà, non avesse mosso un passo alcuna: stesse dimensioni, stesso materiale di costruzione, stesso contatore attivo, segno dell'effettivo funzionamento della centrale. L'unica differenza parevano le inserzioni dei collegamenti, entrambe a circa 1,5m dal suolo, l'una proveniente dalla struttura precedente, l'altra, confluendo con le emissioni di altre, accolte in una guaina di materiale isolante, decorreva verso l'alto, portandosi verso la sommità della parete e fuoriuscendo dall'edificio.

    Trovato qualcosa?

    Il silenzio fu la risposta più esaustiva che i tre compagni riuscirono a pensare ed esprimere, nei confronti dell'impossibile quesito.
    Come ha potuto pensare il Consiglio, nella sua lungimiranza, di inviare quattro soldati a risolvere un problema riguardante una materia in cui erano dei completi ignoranti? Questo era il pensiero frustrante che ottenebrava la sua mente, impedendole di essere percettiva ad eventuali incongruenze o indizi. Come poteva riuscire ad identificare il guasto, semplicemente osservando distaccatamente il proprio "paziente", senza poterlo toccare?
    Sicuramente il suo approccio investigativo era stato contagiato e plagiato dall'osservazione dei propri genitori, medici del Takigakure, che, al finire di formulare una diagnosi, sottoponevano il malato ad una serie di esami clinici nei quali era contemplato il tocco, la palpazione e la percussione delle varie strutture, al fine di determinarne eventuali sindromi patologiche.
    Frustrato, il Genin aggirò l'agglomerato metallico, avvicinandosi ai cavi in uscita, studiandone l'emergenza e l'involucro esterno, ricercando dei difetti che potessero spiegare una perdita di energia, una dispersione sotto forma di calore, o qualunque altra cosa fuori dal normale.
    La frustrazione prese il sopravvento, l'inutilità della loro presenza fece scaturire in lui una rabbia cieca, che si sfogò in un pugno contro la parete metallica, ottenendo, come risultato, un boato echeggiante per tutta la sala e un dolore lancinante alla mano.
    Ed un bagliore azzurro, istantaneo, che si spense in batter d'occhio.

    Cosa diavolo è successo?

    Al sfiorò nuovamente la superficie colpita, che ancora una volta si illuminò, per poi spegnersi immediatamente.

    Che sia sensibile al Chakra?

    Il terzo tentativo fu quello giusto: irrorando la mano destra dell'energia naturale, insita nel suo organismo, fu in grado di evocare, sulla parete, una serie di sigilli, disposti lungo una circonferenza, proprio intorno il punti in cui i fili elettrici si dipartivano.
    John, Rikku ed Isao lo raggiunsero velocemente, osservando anche loro lo strano fenomeno, incuriositi e colpiti dalla sinuosità di quelle righe.

    Isao? Sei te l'esperto di arti magiche..

    Mmh.. questo è chiaramente un sigillo, ma non ne avevo visto mai uno simile.. Alcuni simboli mi sembrano inerenti a tecniche di dislocazione spaziale.. Forse serve proprio a questo, a trasmigrare l'energia prodotta a qualche altro macchinario, dato che le apparecchiature a monte sono completamente funzionanti.. Si spiegherebbe anche perché dei semplici tecnici non siano riusciti ad individuare il guasto.. effettivamente non ce ne è alcuno..

    Perfetto, usciamo fuori così da comunicare quanto scoperto e richiedere i rinforzi di una squadra esperta nel settore, in grado di annullare tale dispositivo..

    Il quartetto abbandonò rapidamente la struttura, chiudendosi le porte alle spalle: Rikku estrasse dalla bisaccia un rotolo e una penna, scrivendo sinteticamente cosa avevano scoperto e l'ipotesi avanzata, poi si morse il pollice a sangue e, eseguendo cinque sigilli, eseguì la Tecnica del Richiamo, Justu di cui tanto aveva sentito parlare, nei suoi studi, ma a cui mai aveva assistito prima d'ora.
    Dalla nube di fumo si aspettò fuoriuscisse un demone gigantesco, dotato di zanne affilate ed artigli puntuti, ma dalla stessa emerse una piccola volpe, equipaggiata con un astuccio sul dorso, in cui era possibile alloggiare dei messaggi.

    Neki, devi consegnare questo rotolo al Villaggio, immediatamente, sai bene a chi... Come scusa? C'è un aggiornamento riguardo il nostro incarico? Ti ringrazio, alla prossima!

    La Chuunin sostituì il rotolo sulla sua schiena con quello scritto di suo pugno e, tramite un ulteriore sigillo, congedò il messaggero, per poi impegnarsi nella lettura del comunicato.

    A quanto pare episodi simili si stanno verificando anche nel Paese della Zanna, rinomato per il suo sistema di dighe e per le centrali ad esse connesse.. è la principale esportatrice di energia, nel mondo dei Ninja.. Dobbiamo dirigerci là, e continuare le nostre indagini.

    Senza indugio, la donna intascò la comunicazione e si mise in marcia, seguiti dalla sua fedele squadra.


    Con il post di Takeshi, abbiamo completato il primo ciclo. Ne seguiranno altri tre, sempre nello stessa discussione.
    Potrei modificare il post, adesso non ho voglia di rileggerlo, potrebbe essermi sfuggito qualche orrore :asd:
     
    .
  6. Takeshi Miyazawa
        Like  
     
    .

    User deleted


    Chapter III

    Ci dividemmo in due gruppi, io ed Akashimo ispezionammo la sezione nord della centrale mentre Shizaru stava accompagnando il sensei nella perlustrazione della zona sud. La mancanza di praticità con l'ambiente in cui eravamo immersi era plateale: preceduto dalla mia lince, avanti a me sempre di qualche passo, avanzavo da una serie di macchinari e strutture delle quali non conoscevo neanche lo scopo. Il complesso lavorativo era di notevoli dimensioni, tanto da richiedere almeno alcune ore per la sua completa ispezione.
    Non ci volevo neanche pensare.


    Aka, siamo finiti veramente in una brutta situazione! Ti giuro, quasi preferirei essere ancora nel sottosuolo di Suna, lì sì che c'eravamo divertiti, tu soprattutto. A parte gli scherzi, tieni gli occhi aperti ed evitiamo di fare cose stupide!

    I miei commenti non furono troppo graditi da parte del mio fedele compagno d'avventura: sebbene fossimo abituati a scherzare tra noi, la lince pareva non aver apprezzato fino in fondo la mia ultima battuta. Se l'era vista brutta, veramente brutta, in quell'occasione ed evidentemente non era ancora pronto ad affrontare l'argomento con tranquillità. Non che io in quell'occasione fossi rimasto a guardarlo, sia ben chiaro, ma probabilmente avrei potuto fare di più per preservare la sua incolumità.

    La sua reazione poco accomodante fece riaffiorare quei sensi di colpa che m'avevano attanagliato fin dall'accaduto.
    Mi ero comportato in maniera poco saggia, avevo messo a repentaglio la sopravvivenza mia e degli animali pensando di poter affrontare un avversario di cui disconoscevo il potenziale: la decisione si era rivelata azzardata e poco lungimirante, catapultandoci in uno scontro impari nonostante il vantaggio numerico. Vantaggio che, ad essere sinceri, era durato anche poco a causa della capacità di quell'abominio di estrarre delle parti di sé per permettere loro di combattere al suo fianco.


    Fermati Aka!

    Fu lo scatto improvviso del felino a riportarmi con la testa alla realtà: fino a quel momento non avevo fatto niente più che vagabondare in quella struttura senza prestare alcuna attenzione alla ricerca. Ora, però, il mio animale si era lanciato all'inseguimento di un non ben identificato roditore e stava scorrazzando tra macchinari ed ammassi di fili sulle tracce della propria preda. Il tutto durò poco più di qualche secondo, fino a quando la rincorsa del mio animale s'infranse all'interno di un groviglio di fili che ne bloccarono i movimenti. La scena fu alquanto ilare vista da fuori, soprattutto considerando che la sua fortunata preda era riuscita a passare attraverso quel labirinto di cavi mettendo in salvo la propria vita.

    Come se non bastasse, il tutto aveva Akasimo in un angolo buio della struttura, così che non mi fosse neanche troppo chiaro come metterlo in salvo. Mi avvicinai ridacchiando, in tutta tranquillità: tentai in primo luogo di estrarre l'animale da quel fitto groviglio artificiale ma mi resi conto che, procedendo alla cieca, sarebbe stato un qualcosa di abbastanza lungo. Decisi, così, d'accendere con il mio chakra Katon una delle mie mani per aumentarmi la visibilità e permettere all'altra di fare il lavoro.


    Avevamo detto niente cose stupide, giusto?

    Ero ancora impegnato a cercare di sbrogliare quella matassa nera quando mi resi conto che forse la mossa della lince fosse stata una gran cosa: sotto di lui, impresso nel terreno, c'era una specie di sigillo o qualcosa di simile. Inizialmente invisibile, si era colorato di luce rossa nel momento in cui mi ero avvicinato con il mio chakra Katon; non poteva essere qualcosa di comune, probabilmente avevamo fatto bingo.
    Terminato di liberare il mio animale, m'apprestai a gridare immediatamente il nome del mio superiore.


    INAMI-SENSEI TAKESHI

    Neanche se ci fossimo messi d'accordo saremmo riusciti a parlare con tanta sincronia. La mia voce e quella del mio superiore si erano sovrapposte, dimostrando che non fossi l'unico ad avere qualcosa da comunicare all'altro; sfruttando il mio udito sviluppato fui in grado d'identificare la provenienza della voce del sensei, raggiungendolo in poco minuti. Entrambi arrivammo all'incontro accompagnati dai miei animali: anche Shizaru, proprio come Akashimo al mio fianco, pareva sembrarsi godere la missione.
    Lasciai, tanto per gerarchia come per educazione, al chunin il primo turno di parola


    Allora, ragazzo, mi sono arrivate notizie dal villaggio. Sembrano aver scoperto il motivo di questi guasti agli impianti elettrici; mi hanno parlato di sigilli nascosti in grado di ridirezionare i flussi elettrici. Ora non ci resta che trovarne uno per poterlo studiare un po'.
    Sappi che abbiamo già una nuova meta: siamo diretti al Paese della Zanna. Ti dirò di più durante il viaggio.
    Tu cosa dovevi dirmi?


    Che non dovremo perdere molto tempo a cercare i sigilli. Akashimo si è dimostrato un ottimo aiutante e mi ha aiutato a trovarne uno, se mi segui te lo mostro!


    Tutto il team si mosse in direzione del sigillo scoperto poco prima. Lasciai al chunin il tempo d'ispezionarlo, sfruttando le sue conoscenze di sigilli ed arte magica nettamente superiori rispetto alle mie; dopo una ventina di minuti di prove ed analisi guidò tutta la compagnia verso l'esterno del quadrangolo pieno di macchinari.
    Ci stavamo muovendo alla volta del Paese della Zanna!


    Part I - The End

     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

    Group
    Member
    Posts
    8,002

    Status
    Offline
    Per quanto mi riguarda, per me potete prendere entrambi il massimo. Scrivete bene e l'idea è carina.
     
    .
  8. ~Daniele
        Like  
     
    .

    User deleted


    ~ Oscurità Che Avanza
    Narrato
    Tron
    Four
    Five

    Three

    Three, figlio mio, vieni, ho bisogno di parlarti..

    Il pavimento a scacchi dell'ampio salone, spoglio di qualunque forma di mobilio, ad eccezione di un imponente trono e di una sorta cisterna in metallo, che sembrava poter accogliere una quantità indicibile di materia, guidò i passi del più giovani dei figli, convocato a colloquio dal padre.
    Le luce, emessa da una serie di candele, baluginava incerta lungo le pareti, proiettandovi sulla superficie delle ombre incerte e scostanti, in un continuo dinamismo ed una perpetua metamorfosi, quasi un nuovo essere fosse in procinto di emergere dal bozzolo.
    Un ragazzo di soli quindici anni si avvicinò all'imponente seggio, su cui sedeva un bambino biondo, con i capelli corti, a caschetto, tranne che per una lunga treccia che, appoggiandosi alla spalla, scendeva lungo il suo petto: nonostante l'evidente discrasia nelle dimensioni dei due, quasi a costituire un'ossimoro, Tron, forte del suo spirito, della sua autorità e della sua ambizione, si sentiva a perfetto agio in quella posizione, preposta e concepita esclusivamente per un sovrano, un Re.

    Dimmi, padre.

    La voce sicura del giovane tradiva una nota di timore, inflessione percepita e gustata dal patriarca della famiglia, sintomo del rispetto naturale che la prole doveva offrire al pater familias. Rispetto, frammisto a paura, che presto avrebbe ricevuto dal Paese della Zanna e da tutte le Terre Ninja.
    Three si era fermato alle spalle dello schienale, leggermente sulla sinistra, in modo da poter osservare esclusivamente il suo profilo sinistro, ma non l'espressività del suo viso, per altro coperto da una maschera: il più giovane, ma non meno talentuoso, del gruppo, vestiva in maniera bizzarra, indossando un abito tendente al rosa, dagli orli giallo limone, che ben si intonava al colore dei suoi capelli, rossi, anch'essi tendenti, grazie a sfumature, a tinte di minore intensità. In questo quadro monocromatico spiccavano degli occhi verde smeraldo, glaciali e carichi di odio.

    Three, ho bisogno che tu faccia una cosa per me.. Dovresti sigillare l'entrata della nostra base, affiggendo uno di questi fogli all'ingresso e nascondendo gli altri quattro.. Ma sai già come funziona questo Fuuinjustu, d'altronde ho curato io la tua educazione.
    Dopodiché voglio che tu lasci il Paese, tornando al nostro Quartier Generale, in modo da presidiarlo e preparare il terreno per la seconda fase del piano.. Non sono ammesse obiezioni..


    Il primo istinto del ragazzo fu quello di protestare con tutte le proprie energie, urlando, se fosse stato necessario, esprimendogli il suo desiderio di combattere in prima linea, di essere l'artefice della propria vendetta; poi il ricordo della severità delle punizioni subite, per episodi di insubordinazione, lo ammutolì, uscendo vincitore dal conflitto interiore e costringendolo ad eseguire quelle indicazioni.

    Si.. Padre..

    Detto questo si voltò, lasciando la stanza, accompagnato dalla risata acuta e malevola del bambino.


    Narrato
    Pensato
    Parlato
    John
    Rikku
    Isao Fumihiro
    Altri

    Gli eventi avevano preso delle pieghe inaspettate, modificandosi in maniera tanto creativa ed innovativa che nessun membro della squadra aveva, probabilmente, considerato l'idea di doversi impegnare in un viaggio sufficientemente lungo da condurli in un altro Paese, ove continuare le loro indagini.
    Erano partiti quella mattina, senza grandi speranze, incaricati di indagare circa degli incidenti, più simili, in realtà, a dei sabotaggi, senza avere sostanzialmente nulla in mano, un indizio od una prova inerente al crimine o al suo effettore, assolutamente nulla, se non il peso degli effetti disastrosi e deleteri conseguenti alla mancanza di energia ed elettricità, risorse fondamentali per l'intero Paese, oramai costruito e retto sulla stesse.
    Se, nel peggiore dei casi, questa fosse venuta a mancare in tutte le Cinque Terre Ninja, inevitabilmente sarebbero scoppiate insurrezioni e rivolte, una serie di guerre civili volte a rovesciare le antiche istituzioni, al fine di instaurare un nuovo archetipo di società, una struttura gerarchica adatta alle nuove condizioni di vita, saldamente retta, probabilmente, da una serie di despoti o tiranni e dalla loro schiera di militari, violenti e oramai privi di una morale.
    Questa era l'idea che il giovane Genin si era dipinto nella sua mente, lo scenario post apocalittico che credeva si sarebbe venuto a creare, se l'artefice del misfatto non fosse arrestato quanto prima, e questo compito sembrava gravare proprio sulle spalle del Team 7 del Takigakure, su quattro giovani vite, quattro, nel complesso, inesperti militari sulle cui spalle, quasi inconsciamente e inaspettatamente, gravava il destino dell'umanità.

    Non starò esagerando?

    Il gruppo si muoveva compatto, fra le fronde e la vegetazione del Paese della Cascata, muovendosi in direzione Nord-Ovest, in direzione del piccolo Paese della Zanna, una Nazione piccola ma ricca di corsi d'acqua, risorsa particolarmente sfruttata per la "generazione" di energia elettrica, in quantità talmente elevate da rifornire non solo il territorio patrio, ma anche quelli limitrofi, costituendo un centro di snodo cruciale per il settore energetico.
    Il Genin non si era mai inoltrato in quel territorio, d'altronde ai militari del suo grado non era concesso di lasciare il proprio Paese, a meno di incarichi ufficiali, e, soprattutto, non senza una scorta, capace di proteggerlo da eventuali tiri mancini della malasorte: facendo mente locale, il Genin aveva conosciuto ed esplorato esclusivamente parte del Paese del Vento, in due missioni particolarmente complesse, nonostante le sue capacità, e la provincia meridionale del Kumogakure, ove aveva sfiorato la morte, in più di un'occasione.
    Le sue conoscenze geografiche erano prettamente teoriche, non sapeva realmente in cosa si sarebbe imbattuto, di lì a poche ore.

    Un po' sospetto, non ti pare? Questi "episodi" sembrano diffusi in più regioni, qualcuno sta tramandano qualcosa, e sta facendo le cose in grande..

    Già.. fatto sta che se non troviamo ulteriori indizi, passeremo la giornata correndo da una parte all'altra, non concludendo nulla.. Forse dovremmo invece presidiare qualche impianto ancora funzionante, in modo da intercettare i sabotatori..

    Lanciarsi in congetture ed ipotesi sembrò accelerare la loro velocità di crociera, tanto il territorio circostante aveva mutato i propri caratteri, passando da selvaggio, a causa della fitta ed alta vegetazione, ad uno brullo e roccioso: gran parte degli alberi erano sostituiti da formazioni rocciose simili ad aguzze zanne come appartenenti di bestie gigantesche, fossilizzatesi e fusesi nell'ecosistema; ruscelli di dimensioni sempre maggiori facevano capolino dal suolo roccioso, scorrendo all'interno delle sue fenditure, erodendosi un proprio letto sempre più ampio e regolare, ove scorrere con più tranquillità.
    Una serie di mulini ad acqua costeggiavano i corsi maggiori, sfruttandone l'energia meccanica per i lavori più disparati, dalla macinatura del grano, al funzionamento delle segherie per i falegnami, fino agli impianti più tecnologici, deputati alla conversione in energia elettrica.
    I locali sembravano aver compreso e sfruttato nel miglior modo possibile la natura di quel luogo, senza però impattare in modo aberrante nei confronti della sua essenziale bellezza.

    Siamo vicini, giusto?

    Al si era avvicinato alla leader del gruppo, ancora una volta immersa nei suoi pensieri, probabilmente tutti incentrati sul fitto mistero sul quale avrebbero presto dovuto fare luce, per il bene dei propri concittadini.
    Annuì semplicemente, aveva capito come quella domanda retorica fosse l'incipit alla conversazione, una frase di circostanza atta a rompere il ghiaccio.

    Quella di prima era proprio la Kuchiyose no Justu? Non sapevo che tu la conoscessi.. Avresti un sacco di cose da insegnarmi, perché ti ostini a non volermi addestrare?

    Tu sai ancora ben poche cose su quello che posso o non posso fare, Alphonse.. quella tecnica è particolarmente complessa, richiede uno sforzo importante, in termini di Chakra.. uno del tuo livello non ha una riserva sufficiente per poterla usare.. Inoltre sono le creature a sceglierci e a metterci alla prova, dunque se ti riterranno valido, forse riuscirai, un giorno, ad evocare il tuo alleato, in battaglia..
    Guarda, siamo arrivati..


    L'impianto in questione era stato costruito su una lingua di terra costeggiata, da ambo i lati, da due corsi d'acqua particolarmente ampi ed impetuosi, tanto da offrire sufficiente spazio ad una serie di turbine che, immerse nella corrente, vorticano vigorosamente, intorno al proprio asse.
    L'edificio constava di più piani, ma la facciata principale sembrava ben diversa, rispetto alla struttura analoga visitata qualche ora prima: invece di essere grossolanamente squadrata, preferendo la funzionalità all'aspetto estetico, questa presentava guglie intarsiate e decorate, affiancate da modanature raffinate; vetrate colorate erano fissate alla parete, sui cui erano dipinti motivi geometrici e sinuosi, per mezzo di cornici raffinate e pregiate. Una serie di colonne erano addossate alla facciata principale, delimitando un ingresso elegante e ricercato, in contrasto alla natura dell'edificio che, se non fosse stato per i macchinari immersi nei corsi d'acqua, pareva più una reggia, piuttosto che un'agglomerato industriale.

    Sicuro sia questo il posto? Non mi..

    Si, le coordinate corrispondono..

    Tagliò corto il Chuunin, evidentemente infastidito dall'ovvia domanda, ma sopratutto confuso quanto gli altri circa l'aspetto inconsueto della centrale. Questi si avvicinò lentamente al portone d'ingresso, studiando i vari dettagli dell'immobile, cercando nell'architettura una spiegazione logica a quell'incongruenza: essendo un esperto di Genjustu, Isao vagliò anche quell' opzione, ovvero di trovarsi dinanzi ad un' illusione dissimulatrice e, benché il suo occhio allenato non avesse individuato alcun segno a supporto dell'ipotesi, provò comunque a spezzarla utilizzando il Kai, ovvero la tecnica di Dispersione, il principale strumento di risoluzione nei confronti di quella branca delle arti Ninja, però senza successo.
    Lo sguardo del giovane indugiò momentaneamente sull'ingresso sbarrato, notando, come lungo la fessura individuata fra le due ante giustapposte, fosse affisso un foglio, con impresso semplicemente un Kanji.
    Un'ondata di vento sferzò i quattro Shinobi, gonfiandogli le vesti e piegando i piccoli arbusti sorti lungo le sponde dei fiumiciattoli. Al si voltò di scatto, estraendo il Tanto ed afferrandolo alla rovescia, quasi fosse una daga, tendendo l'arma lungo il dorso dell'avambraccio destro, lama verso l'esterno, famelica: l'aria era carica di due forti odori, appartenenti a due esseri umani diretti proprio verso la loro posizione, data l'intensità crescente di quegli aromi.
    Uno dei due parve di riconoscerlo, ma la sua memoria non era in grado di associare tale sensazione ad un'immagine, ad un'identità: non poteva rischiare di farsi trovare impreparato, per colpa di una vaga sensazione.

    Non siamo soli..

    Quelle semplice tre parole scossero gli altri membri, forse distratti dalle indagini o, più semplicemente, sprovvisti di una capacità sensoriale superiore, che subito lo affiancarono, pronti a ricevere i loro ospiti, graditi o meno che fossero.
    Tutto dipendeva, naturalmente, dalle loro intenzioni.
     
    .
  9. Takeshi Miyazawa
        Like  
     
    .

    User deleted


    Chapter IV

    La nostra avventura stava prendendo una piega inaspettata!
    Ero uscito di casa all'alba pensando che si sarebbe trattato di una mera operazione lampo, per di più noiosa e senza alcun tornaconto; ora, invece, mi trovavo agli ordini di Inami-Sensei diretto verso un Paese a me sconosciuto in compagnia dei miei due fidi compagni. Chi se lo sarebbe mai immaginato che quella sveglia anticipata sarebbe effettivamente servita a qualcosa?
    Eravamo partiti oramai da un po' di tempo e, per quel poco ch'ero in grado di capire grazie al mio pessimo senso dell'orientamento, avrei detto in direzione Ovest.

    L'atmosfera sembrava molto più quieta rispetto al nostro primo spostamento, era chiaro che anche il chunin fosse finalmente intrigato da questa operazione a cui era stato assegnato; mi avvicinai a lui, con Shizaru come al solito sulle spalle. Avrei dovuto farlo allenare un po' di più in velocità, altrimenti sarebbe potuto diventare un peso in fughe ed inseguimenti. Alla centrale aveva detto che mi avrebbe fornito maggiori notizie, mi sembrava un buon momento per ottenerle.


    Inami-Sensei, cosa mi puoi dire in più rispetto a prima? Tutto quello che so è che stiamo andando verso un paese dal nome molto figo!

    Voltò la testa verso di me, mostrandomi un'espressione carica di scetticismo. La mia era stata solo una battuta che evidentemente non era stata troppo gradita dal mio superiore. Ciò nonostante, ottenni delle informazioni in più, condite con la solita dose di gentilezza.

    Shizaru, mi spieghi perché ti ostini a farlo parlare? È un bravo soldato, non c'è che dire, ma ogni volta che apre la bocca la sua stupidità si manifesta!
    Comunque, la Zanna è un piccolo territorio situato lì dove s'incontrano i Paesi di Terra e Cascata con il nostro dell'Erba. È un luogo ricco di rilievi e corsi d'acqua, sapientemente sfruttati per la costruzioni di dighe che forniscono il sostentamento elettrico ed economico della zona; i problemi sembrano avere una fonte ben precisa ed è quello che stiamo andando a controllare. Avrai capito anche tu, nonostante la tua ottusità, che non si tratta di guasti tecnici e che c'è la mano di qualcuno dietro tutto questo.
    Ora sta a noi scoprire chi sia questo qualcuno!


    In realtà, il tutto fu pronunciato con un sorriso malcelato, sintomo che non pensasse veramente quelle cose su di me; almeno lo speravo.
    Dopo questo particolare scambio di opinioni abbastanza unidirezionale, tornai in coda alla comitiva, seguendo le orme del resto del gruppo verso il nostro obiettivo.


    [...]



    Il cambio di paesaggio fu quasi repentino nel momento dell'ingresso nel Paese della Zanna: tutti i campi erbosi tipici del nostro territorio furono sostituiti da una conformazione grulla del terreno, dove pietre e piccole colline di terra si alternavano con ripidi ruscelli. L'acqua, scavando nella roccia per secoli, aveva creato delle figure particolari tipiche della zona. Era come se ci si trovasse in un libro di fantasia, dove era possibile che dal terreno fuoriuscissero dei mostri fatti di fango e pietra pronti ad attaccarti con fauci e artigli.
    Il chunin sembrava non aver alcuna incertezza, stava proseguendo con sicurezza verso il nostro obiettivo; in lontananza vidi una costruzione molto particolare che dedussi potesse essere il termine ultimo della nostra corsa.

    Fummo cauti nell'approccio, in fondo non eravamo nei nostri territori e, per quanto si trattasse di un paese neutrale, le insidie erano nascoste in ogni dove; ci fermammo a poco più di 150m da quello che all'apparenza mi sembrò un tempio. Una volta avvicinatomi avrei potuto notare la serie di turbine immerse nei due corsi d'acqua che ne delimitavano il perimetro, così identificandolo semplicemente come una centrale lussuosamente decorata. Anche i miei animali si erano messi in allerta; fu Akashimo, però, il primo a dare qualche segnale strano. Iniziò a mordermi la manica, tentando di trascinarmi allo scoperto dal nostro nascondiglio. Sembrava aver fiutato qualcosa che lo ponesse in una situazione di tranquillità.
    Fu in quel momento che sentii una voce lontana, non abbastanza però da sfuggire al mio magnifico udito.


    Alphonse, non mi piace l'idea d'incontrarti qui! Anche perché ogni volta che ci vediamo io rischio di perdere la vita! Tu sai che mi porti sfiga, amico mio?

    Pronunciai questa frase solo dopo aver fatto un segno al mio superiore che la situazione fosse sicura; uscimmo allo scoperto con le mani in alto, in maniera tale da fargli capire anche da lontano che non avessimo brutte intenzioni. Poi il mio aspetto facilmente identificabile avrebbe fatto il resto. Tutto il mio gruppo venne a contatto con quello del mio amico, dimostrando anche un equilibrio numerico; dalla nostra parte due umani e due animali facevano da bilancia ai quattro shinobi di Taki dell'altro gruppo. Non avevo mai visto nessuno degli altri ma immaginai si trattasse del Team d'appartenenza del mio alleato.

    Una volta giunti vicini, fu il momento delle presentazioni. Lasciai il compito al mio superiore, anche perché sembrava che io non fossi l'unico ad avere qualche conoscenza con gli altri; gli occhi del chunin di Kusa erano tutti per l'unica donna presente a quel meeting. Che avessi scoperto un punto debole del mio severo sensei?


    Rikku-San, mia cara, vedo che oggi è giorno di rimpatriate! È un sacco di tempo che non ci vediamo, come stai?
    Ti presento Takeshi Miyazawa, affidabile Genin di Kusa, e la sua coppia di animali, Akashimo e Shizaru.
    Il fatto che vi veda qui implica che i blackout sono un problema su più ampia scala rispetto a quanto immaginassi, sbaglio?


    Non sarei intervenuto se non interpellato direttamente, era una di quelle cose che avevo imparato nelle varie missioni di rappresentanza svolte di fianco al mio sensei. In quei momenti in cui i superiori parlano, è saggio rimanere in silenzio se non chiamati in causa; la cosa difficile era stata insegnarlo anche ai due cicloni a quattro zampe che mi portavo sempre dietro, ma dopo un paio di sgridate esemplari sembravano aver appreso anche loro la lezione.

    La comitiva molto ben nutrita si trovava di fronte alla grande porta bloccata dopo l'intero giro di presentazioni; i chunin, com'era normale, sembravano particolarmente preoccupati da quel sigillo che bloccava loro l'ingresso. Non ne capivo il motivo, sembrava un semplice foglio di carta, non bastava rimuoverlo? Si allontanarono un poco dal gruppo per decidere al meglio la strategia lasciandomi in compagnia dei miei animali e gli altri due genin. Quale sarebbe stato il piano d'azione?


    To Be Continued

     
    .
  10. ~Daniele
        Like  
     
    .

    User deleted


    ~ Oscurità Che Avanza
    Narrato
    Pensato
    Parlato
    John
    Rikku
    Isao Fumihiro
    Altri

    Un'altra giornata primaverile era stata data in dono al Paese della Zanna, ventiquattro ore di serenità e pace, condizione che, però, pareva essere transiente e caduca, ora che il Team di shinobi appartenenti alla Cascata ne aveva valicato i confini e calpestato il suolo, portando il germe dell'instabilità e della "guerra" in quella terra che apparentemente sembrava essere pacifica.
    La quiete prima della tempesta.
    Dopo un lungo viaggio, che aveva visto Alphonse, insieme alla squadra a cui era stato assegnato, lasciarsi dietro il Takigakure, per dirigersi verso Nord-Ovest, verso una nazione dalle modeste dimensioni ma dalle potenzialità economiche sorprendenti, grazie alla ricchezza di fonti idriche, sapientemente sfruttate per la produzione di energia elettrica e per l'esecuzione di lavori onerosi e faticosi, quali la macinatura del grano, la tessitura tramite telai e fulloni e la lavorazione dei metalli, il Team aveva raggiunto il loro prossimo obiettivo, ovvero una struttura energetica costruita e progettata in maniera piuttosto atipica da chissà quale estroso architetto.
    L'edificio, difatti, vantava diverse guglie, intarsi e numerose decorazioni che denotavano un lusso che, per un posto di lavoro come quello, sembravano essere superfluw, se non dissonanti, rispetto alla semplice funzione a cui dovrebbe essere preposto.
    Ma la loro attenzione non sembrava essere focalizzata sul design di quella facciata esterna, poiché altro aveva catturato la loro attenzione, un'attrazione ben più interessante rispetto a quelle frivolezze, un elemento proprio del loro mestiere, impossibile da ignorare.
    Il primo ad accorgersene fu Alphonse, segugio formidabile, per un Ninja del suo grado, ed evidentemente unico, nel gruppo, dotato di una capacità sensoriale superiore, dettaglio che, forse, aveva spinto le alte sfere a collocarlo in quell'unità: il militare aveva avvertito distintamente quattro odori differenti avvicinarsi di gran carriera, proprio in direzione dell'entrata del luogo che, a breve, avrebbero dovuto ispezionare.
    Uno, fra tutti, gli sembrava ricordare qualcosa, seppur la sua memoria non fosse in grado di rievocare una precisa immagine, associando la sensazione ad un'idea o ad una nozione: si diceva che la memoria olfattiva fosse la più sofisticata, capace di riportare alla mente i dettagli più disparati, che si credeva di aver scordato definitivamente, anche se, in quel contesto, forse per l'elevata distanza o a causa di elementi di disturbo, interposti fra il predatore e la sua preda, la sua tanto decantata raffinatezza sembrava essere perduta.
    Il Tanto scivolò sinuosamente, lungo il suo breve fodero, assaporando la libertà e la freschezza del vento; al suo segnale, il resto del Team si dispose in modo tale da essere pronto a ricevere i propri ospiti.
    Delle sagome scure emersero da un nascondiglio, probabilmente scavato nella roccia, data la natura del luogo: il sole era dalla loro parte, presidiandone le spalle e ferendo gli occhi del Genin, il quale riuscì a scorgere solo tre sagome, di cui una umana, una informe e voluminosa e una particolarmente minuta: trasse un altro profondo respiro, inebriandosi in quel mare di molecole sapide e odorose, chiudendo gli occhi, in modo da schermarsi dalle percezioni visive e concentrarsi esclusivamente su quelle olfattive.
    Quello stato di trance durò forse un paio di secondi, sufficienti però per permettergli di compiere un'analisi accurata e fruttuosa dell'aria respirata, al punto tale da permettergli di riconoscere uno dei degli individui che gli si parava dinanzi: come se destatosi di soprassalto, Al sgranò gli occhi e fece cenno agli alleati di abbandonare ogni intenzione ostile.

    Takeshi! Ho riconosciuto uno di loro: è un mio amico ed è un alleato, potete stare tranquilli..

    Evidentemente il Kusano lo aveva sentito parlare, poco prima, grazie al suo udito finissimo, per questo il suo team aveva lasciato il nascondiglio con le mani sopra il proprio capo, sperando che gli uomini sul fronte opposto cogliessero quel segnale di "pace" e non intraprendessero manovre offensive.
    Una volta avvicinatisi, Al avrebbe fatto un cenno complice all'amico e ancora una volta compagno d'armi, comprendendo il motivo per il quale aveva esitato, nell'identificarlo: la scimmia che portava sulle spalle aveva confuso i loro odori, rendendoli incerti e confusi.
    A parte i soliti animali, la lince ed il primate, il ragazzino era accompagnato da un militare dall'aspetto sicuro e autorevole, conscio delle proprie capacità, raffinate in chissà quante battaglie: il suo sguardo non divagò sui volti di tutti i membri del team di Taki, come ci si sarebbe aspettato, essendo il loro primo incontro, ma restò fisso su Rikku, che lo incrociò e lo sostenne senza alcuna remora, come era solita.
    Al e John si cercarono per un breve istante, quasi comunicando telepaticamente i propri pensieri circa quel silenzio strano ed imbarazzante: se avessero avuto libertà di parola, probabilmente avrebbero sottolineato come il Kusano sembrasse essersi perso negli occhi della Chuunin, comportamento che ben valicava la semplice etichetta professionale.

    Rikku-San, mia cara, vedo che oggi è giorno di rimpatriate! È un sacco di tempo che non ci vediamo, come stai?
    Ti presento Takeshi Miyazawa, affidabile Genin di Kusa, e la sua coppia di animali, Akashimo e Shizaru.
    Il fatto che vi veda qui implica che i blackout sono un problema su più ampia scala rispetto a quanto immaginassi, sbaglio?


    Ciao Inami-kun.. purtroppo le circostanze del nostro incontro non sono delle più rosee, e quando mai lo sono state? sono d'accordo, pare che questi incidenti siano più frequenti e più diffusi di quando sospettavamo, se anche il Kusagakure ha sentito il dovere di intervenire.. Inami, Isao, se non vi dispiace..

    Fece cenno loro di allontanarsi, in modo da poter parlare liberamente, senza che i loro sottoposti ascoltassero informazioni più o meno confidenziali e non li interrompessero con le loro banali, ma giustificate domande, essendo ancora sul più basso gradino della gerarchia militare.
    Giunti dinanzi all'ingresso del loro obiettivo, a neanche un metro dal sigillo impresso su un comune foglio di carta, la donna fece cenno ad Isao di spiegare loro la situazione, non avendone avuto il tempo, in precedenza, a causa del fortuito incontro.

    Da quello che ho potuto capire, questo sigillo fa parte di una barriera a cinque vertici, la Gofuu Kekkai che, per quanto risulti semplice nell'applicazione, appare parecchio rognosa per chi tenta di infrangerla: nel raggio di un paio di chilometri da questo sono nascosti altre quattro copie.. è necessario rimuoverle contemporaneamente, al fine di infrangere la barriera.

    Mentre Isao spiegava loro cosa fosse necessario fare per superare l'ostacolo che gli si parava dinanzi, il trio di Genin chiacchierava di tutt'altro, con John che punzecchiava Alphonse sul fatto che avesse un contendente per la mano di Rikku, suscitando l'indifferenza di quest'ultimo e la probabile ilarità del Kusano.
    Rikku dunque concluse il loro piano d'azione, apprendendo da Inami la sua necessità di tornare al Villaggio, per coordinare i preparativi finali per l'imminente guerra: fidandosi del giudizio del Ninja Medico, apprezzato nel corso di una serie di incarichi completati insieme, questi si distaccò dal gruppo e, avvicinandosi al compatriota si congedò, per poi scomparire fra le zanne rocciose e puntute.
    Prima che i tre avessero modo di realizzare cosa fosse successo, la coppia si avvicinò loro, in modo da potergli spiegare lo spiacevole e fastidioso intoppo dinanzi ai loro passi.

    Sarò breve, c'è un sigillo posto all'entrata dell'edificio, che non ci permette in alcun modo di accedere.. - sottolineò questa parte con enfasi, notando il suggerimento di John di usare la forza bruta - Abbiamo una sola alternativa: nel raggio di due chilometri sono celati quattro simboli del tutto identici a quello affisso, dobbiamo trovarli e strapparli contemporaneamente. Solo in questo modo neutralizzeremo la difesa e potremo passare.
    Takeshi! Inami ti ha affidato a me, quindi benvenuto nel Team 7, sarai il rappresentante ufficiale del tuo Villaggio, ma seguirai i miei ordini. Non sei un piantagrane vero?
    Voi quattro andrete alla ricerca di questi fantomatici Kanji, io aspetterò qui il vostro segnale, in modo da coordinarvi. Isao, per favore, distribuisci le ricetrasmittenti.. Hanno una portata limitata, ma sufficiente ai nostri bisogni. Sintonizzatevi sulla mia frequenza e.. buona fortuna!


    Dimenticato qualcosa? :asd: La cosa delle ricetrasmittenti non l'ho potuta evitare, per poter togliere i sigilli insieme. Poi le ridiamo ad Isao, a fine missione. A te!


    Edited by ~Daniele - 7/5/2014, 15:29
     
    .
  11. Takeshi Miyazawa
        Like  
     
    .

    User deleted


    Chapter V

    Ma come "se ne va", Inami-Sensei?

    Sei in ottime mani ragazzo! Io ho altre faccende da sbrigare e 'sta questione sembra essere più complicata del previsto. Farò rapporto al comando centrale della tua posizione; non temere, ho piena fiducia in te e nei tuoi animali. Non farmi pentire della mia scelta e tieni alto il nome del nostro villaggio!


    E senza aggiungere altro, partì alla volta del nostro villaggio. Non potevo crederci, non sapevo neanche se fosse legale una cosa del genere; abbandonare un proprio sottoposto così nel mezzo di una missione. Che diavolo aveva da fare di così importante?
    Le parole della mia nuova capo-spedizione Rikku mi fecero tornare con i piedi per terra: dovevo mettere da parte il mio nervosismo per concentrarmi sulla missione. Era cambiato il mio superiore ma questo non significava che fossi libero di farmi i fatti miei.
    C'era un compito da portare a termine e non volevo di certo far sfigurare il mio paese di fronte a quegli alleati.

    Avevo passato pochi minuti con Alphonse ed il fratello, giusto il tempo di una presentazione ed una breve chiacchierata; Akashimo e Shizaru erano lì al mio fianco, li lasciai girare attorno a quel ragazzo che non conoscevano in maniera tale da poter essere a loro agio anche con lui. Non c'era bisogno di farlo con Al, già li conosceva bene. Era una cosa ricorrente oramai: ogni volta che uscivo fuori dai confini dei nostri territori avevo la possibilità d'incontrare quel ragazzino dai capelli biondi. Questa era oramai la terza missione che affrontavamo insieme; che ci fosse qualcuno a pilotare questi avvenimenti?


    Assolutamente no, Rikku-Senpai!
    Io ed i miei animali non creeremo alcun problema, siamo al suo servizio. Seguiremo le vostre indicazioni ed onoreremo il glorioso villaggio da cui provengo!


    Anche solo al pronunciarle mi resi conto di quanto quelle parole dovessero suonare scontate; cos'altro avrei potuto dirle, "sì, ogni volta che mi allontano da un chunin rischio la vita?". Mi resi conto, se mai avessi avuto qualche dubbio a riguardo, che la mia considerazione di burocrazia e tradizioni fosse veramente scarsa! Nel frattempo, gli ordini erano stati impartiti al gruppo con anche un piano preciso per la missione. Da lì a poco ci saremmo divisi per cercare i vari sigilli di quella barriera, aiutandoci e coordinandoci attraverso delle ricetrasmittenti consegnateci da quel chunin silenzioso.

    Non doveva essere un simpaticone, ne ero abbastanza certo. Per quanto riguardava le capacità, beh, non sapevo veramente cos'aspettarmi da quel gruppo: conoscevo solo Alphonse mentre sugli altri tre aleggiava un alone di mistero. Dopo un paio di prove radio, arrivò l'ordine di dividerci e setacciare la zona per un raggio di due chilometri; sarebbe potuta essere una faccenda molto lunga se non avessimo avuto fortuna. Dividemmo il perimetro in quattro sezioni, ognuna delle quali sarebbe stata assegnata ad uno shinobi specifico mentre la leader sarebbe rimasta lì a coordinare le azioni.


    Aka, Shiza, andiamo! A noi spetta il settore Sud-Ovest; mi sa che dobbiamo andare oltre il fiume!

    Più facile a dirsi che a farsi. I due fiumi che costeggiavano la lingua di terra su cui era presente la centrale erano di grandi dimensioni, impetuosi e probabilmente poco adatti per l'attraversamento. Dovetti muovermi non poco in direzione Sud prima di raggiungere un tratto dove le correnti fossero meno potenti e permettessero un guado sicuro: decisi comunque di utilizzare la concentrazione del chakra per spostarmi con maggior rapidità sul pelo dell'acqua e, con i miei due fedeli animali al seguito, attraversai il corso d'acqua fino a raggiungere l'altra sponda.
    La nostra personale versione della caccia al tesoro ebbe inizio!

    Bastarono pochi minuti ed il primo a comunicare che la sua ricerca fosse terminata fu John. Evidentemente era stato fortunato oppure era dotato di un intuito sorprendente; chiaramente gli venne comunicato di attendere che tutti noi avessimo terminato la ricerca prima di procedere. Ero tranquillo, soprattutto perché mi era stato detto chiaramente che non sarebbe stato un processo facile!
    Avevo mandato Akashimo e Shizaru in direzioni differenti in maniera tale da poter battere una quantità maggiore di territorio nel minor tempo possibile: per quanto non fosse una gara, di certo non volevo essere l'ultimo.


    Allora, come va la ricerca? Qualcun altro ha trovato il suo sigillo?

    Proprio per non mettere pressione eh?
    Era stata Rikku a parlare attraverso le trasmittenti, voleva degli aggiornamenti da tutti gli altri ancora in cerca di risposte. Distratto da questo, non mi accorsi per qualche secondo di Shizaru, il quale stava tentando di attirare la mia attenzione da sopra un grande roccia. Faceva parte di una formazione più complessa, era come se fosse uno dei denti di un lupo pronto ad emergere dal sottosuolo per attaccare: su quel dente c'era qualcosa. Anche da lontano vidi la presenza di un piccolo foglio sulla parete esterna della pietra di grandi dimensioni.
    Una volta avvicinatomi ebbi la sicurezza che fosse ciò che cercavo!


    Rikku-Senpai, ho trovato anche io il sigillo. Resto in attesa d'istruzioni!

    E nel pronunciare queste parole, feci segno ad entrambi i miei compagni a quattro zampe di avvicinarsi; li premiai con una serie di attenzioni e carezze dato che volevo rimanere in ascolto delle trasmittenti, nel caso ci fossero stati sviluppi. Doveva essere una bel tipo di difesa questa barriera, anche perché doveva essere quasi impossibile da superare se non con un gruppo organizzato e numeroso.
    La tensione iniziava a salire durante l'attesa; mancavano due pezzi per completare il nostro puzzle e poi saremmo stati in grado di superare la barriera ed entrare in quella centrale.
    Il fatto che ci fosse una protezione implicava anche che non poteva essere un posto qualunque; cos'avremmo trovato al suo interno?


    To Be Continued

     
    .
  12. ~Daniele
        Like  
     
    .

    User deleted


    ~ Oscurità Che Avanza
    Narrato
    Pensato
    Parlato
    John
    Rikku
    Isao Fumihiro
    Altri

    L'incontro con i rinforzi dell'erba si rivelò più breve e strano del consueto: dopo un breve saluto, i più alti ranghi si erano allontanati, ignorando completamente i tre sottoposti che, quasi come spettatori neutrali ed esterni, si ritrovarono a chiacchierare fra di loro, di argomenti poco inerenti al loro incarico.
    Era forse l'inesperienza e la loro tenera età a renderli così spensierati e genuini, ancora in possesso di un'innocenza infantile e talvolta fuori luogo persa oramai dagli adulti, induriti a causa dell'asprezza della realtà.
    Il Meeting strategico si concluse positivamente, come giusto che fosse, dato che tre brillanti Chuunin lo presiedevano: da una parte c'era il capo gruppo, Rikku, Ninja medico che vantava un'esperienza lunga e costellata di successi, nonostante la giovane età; dall'altra Isao, di qualche anno più grande, dal carattere schivo e silenzioso, ma anche lui, a detta della ragazza, detentore di grandi abilità e competenze.
    Del terzo elemento, Inami, unità dell'Erba e ammiratore della giovane, da cui non sembrava riuscire a distogliere lo sguardo, Alphonse non sapeva nulla, anche se confidava, nel momento del bisogno, che lo stesso avrebbe rivelato le proprie capacità, permettendo dunque l'armonizzazione dei loro stili di combattimento.

    Chissà cosa avranno da dirsi.. Ah eccoli che arrivano..

    Il primo dei tre fu lo sconosciuto del Kusagakure che, senza troppi fronzoli o elaborate spiegazioni, si congedò dal gruppo e sopratutto dal suo pupillo, Takeshi, lasciando il Genin basito e disorientato, probabilmente confuso su cosa lo avrebbe aspettato, da quel momento in poi, dato che la sua unità si era appena sciolta.
    Terminato il saluto con una pomposa raccomandazione riguardante l'onore del loro Paese di provenienza, questi si allontanò, rapidissimo e leggerissimo sulle proprie gambe, sparendo presto dietro spuntoni aguzzi e formazioni rocciose rudimentali.
    Il discorso della donna, che prese la parola dopo il precedente relatore, fu senza dubbio più corposo e più interessante: fondamentalmente il nemico aveva eretto una barriera all'entrata del particolare edificio, una particolare protezione alimentata da cinque fonti diverse, oltre quella sulla porta stessa.
    Secondo i due superiori, l'unico modo per risolvere tale ostacolo era quello di eliminare contemporaneamente le cinque, semplicemente rimuovendo il foglio, con su impresso il particolare sigillo, dalla superficie cui era stato applicato.

    Sempre cose semplici eh? Al, andiamo controllare a Nord, voi vi dividete la parte Sud, ok?

    Nessuno obiettò, non c'era motivo per farlo, dato che un'area valeva l'altra, e la probabilità di trovare quei sigilli era pressoché identica. Ricevute dunque le ricetrasmittenti, settate sulla corretta frequenza e attivate, in modo da controllarne la funzionalità, il gruppo si divise, prendendo quattro direzioni differenti.
    Alphonse ed il suo compagno camminarono per qualche minuto seguendo la medesima direzione, lasciandosi alle spalle l'edificio riccamente decorato, notando come gli sfarzi non erano stati concentrati solo a livello della facciata anteriore, bensì a tutto il perimetro esterno, moltiplicando notevolmente il valore dell'immobile che sempre più si discostava dall'immagine di centrale elettrica a cui erano abituati.
    I due chiacchieravano, affrontando i più disparati argomenti, anche se, per la maggior parte del tragitto, la discussione verté proprio sul nuovo acquisto del Team, Takeshi, e sul suo stile di combattimento, informazioni che oramai Al conosceva come le proprie tasche, ma che l'altro ignorava completamente, non avendo mai avuto modo di condividere un'incarico. Il suo monologo, intervallato ritmicamente dalle numerose domande, si interruppe bruscamente, non appena John scattò in avanti e verso destra: inizialmente il Genin ipotizzò fosse inciampato, spiegando l'improvvisa accelerazione, al fine di riottenere un saldo equilibrio, poi notò come i suoi movimenti fossero coordinati e volontari, diretti verso un obiettivo ben preciso, un sigillo.

    Non vale!

    Tentò di rincorrerlo e si superarlo, ma l'esigua distanza e il vantaggio ottenuto glielo impedirono: gli rivolse un sorriso trionfante, festeggiando il fatto di averlo battuto in quella "gara" e di aver completato per primo l'incarico affidatogli. Si gonfiò il petto e, attivando il microfono tramite il pulsante dell'apparecchio, comunicò l'aggiornamento, ricevendo, come risposta, risuonata nelle orecchie di tutti e cinque i membri del Team, di attendere che anche gli altri avessero completato la loro ricerca.

    Ti conviene sbrigarti, o sarai l'ultimo.. Io proverei in cima a quella collina..

    I due si congedarono con gesti tutt'altro che educati e civili, anche se in buona fede, e dunque Alphonse si diresse suo malgrado proprio ove il suo fortunato amico gli aveva indicato, sperando di godere anche lui degli influssi della sua buona stella.
    In circa cinque minuti, il giovane avventuriero aveva domato la docile altura, sufficiente, però, nel permettergli di osservare il panorama circostante, dalle distese rocciose di Iwa alle praterie sconfinate del Kusagakure per poi tornare alla selvaggia vegetazione del Villaggio della Cascata. Una vista mozzafiato, anche se poco utile, al momento, dato che la sua ricerca era incentrata nella localizzazione di un misero pezzo di carta in un'area, in confronto, infinitamente più estesa.

    Hmpf. Trovato, resto in attesa.

    Il colle era solcato da un baldanzoso torrente, il cui letto piegava verso versante opposto, motivo per cui solamente in quel momento aveva avuto modo di notarlo: come una grossa arteria in un organo, dal tronco principale si dipartivano sottili rami collaterali, volti ad irrorare e portare beneficio alla totalità del territorio della zona, permettendo alla bassa vegetazione di crescere, nonostante il luogo impervio e sfavorevole alla sua germogliazione.
    Il Genin si avvicinò all'elemento a lui tanto affine, ricercando in quel liquido la saggezza ed il consiglio necessario a portare avanti la sua ricerca che, fino ad'ora, si era mostrata vana: erano stati già individuati due sigilli, ne restavano altrettanti, anche se, matematicamente, le probabilità di trovarli erano precipitate drasticamente, anche se era il Caso a dettare le regole, non la matematica.

    Rikku-Senpai, ho trovato anche io il sigillo. Resto in attesa d'istruzioni!

    Fantastico, sono l'ultimo..

    Al parlò ad alta voce, dimenticandosi del trasmettitore che stava indossando, esternando in questo modo i propri pensieri ed il proprio sarcasmo, commenti che ricevettero, come risposta, la risata di John e un'imprecazione di Rikku.
    Dopo essersi accertato di aver disattivato la funzione vocale, il giovane concentrò il Chakra nei piedi, guadagnando in questo modo la possibilità di camminare sulla superficie del liquido in maniera del tutto naturale, come se non fosse, in realtà, qualcosa di prodigioso.
    Seguì per qualche passo la corrente, per poi accovacciarsi sulle gambe e abbeverarsi, raccogliendo quel nettare cristallino nella coppa costruita con le sue mani. Al secondo tentativo di catturale dell'altro liquido, Al notò un particolare riverbero bianco, sul fondo del corso: avvicinò gli occhi il più possibile, quanto l'equilibrio permetteva lui e, nonostante le distorsioni ottiche dovute alle molecole in moto perpetuo, il giovane riconobbe il Kanji, il medesimo impresso sulla porta sigillata.

    L'ho trovato anche io. Come procediamo?

    Perfetto, siete stati più rapidi di quanto sperassi. Afferrate saldamente un lembo del foglio di carta ed al mio "tre", staccatelo dalla superficie su cui è stato fissato. Dobbiamo farlo contemporaneamente, dunque attendete il segnale..

    Mentre la donna parlava, Al sfilò la manica destra della giacca e diligentemente sollevò la manica della camicia fino al gomito, in modo da non inzupparla a causa dell'imminente immersione.
    Dopo aver chiesto se tutti fossero in posizione e dopo aver ricevuto quattro risposte affermative, la Chuunin iniziò a contare e, al momento pattuito, cinque scrosci risuonarono nelle sue orecchie, come un'eco lontano, segno che tutti avessero rispettato il timing prestabilito.
    Al si sollevò in piedi, il foglio stranamente asciutto sembrava aver perso il proprio potere, tornando ad essere il semplice e comune oggetto di tutti i giorni. Lo ripose nella sacca, in caso fosse servito, in futuro.
    Si voltò, in modo da tornare sui propri passi, eppure non riuscì a muoverne neanche uno, a causa dello strano fenomeno in atto, dinanzi a lui: un aggregato d'acqua si stava lentamente materializzando dalla superficie cristallina, un omuncolo informe e aberrante si stava plasmando lentamente, assumendo forme e proporzioni simili a quelle dello Shinobi, acqua che si tramutava in pelle, capelli ed abiti.
    Dal nulla, era emerso un clone di Alphonse Elric, un'imitazione ben più realistica e tangibile di un mero Bushin, un essere concreto e pensante, la cui unica differenza sembrava risiedere nell'espressività del volto e degli occhi, esteticamente analoghi all'originale, ma privi dell'umanità normalmente da essi catalizzata.

    C'è un problema.. Non appena ho rimosso il sigillo è comparso un clone..

    Tentò di nascondere l'esitazione della sua voce, sperando il microfono posizionato sul suo collo non lo tradisse, captando quell'emozione e trasmettendola ai suoi compagni in ascolto, i quali confermarono come lo strano fenomeno fosse un elemento comune a tutti e quattro i membri allontanatisi dalla struttura.

    Deve essere un effetto collaterale del Fuuinjustu, un meccanismo di difesa atto a replicare in toto colui che prende contatto con il Kanji nell'atto della rimozione. Una difesa nella difesa... assolutamente geniale.. In questo modo, oltre ad essere richiesto un team di almeno cinque elementi, questo è per di più costretto a rimanere diviso, rallentando l'invasione della base nemica.. Sbrigatevi ad eliminare il vostro doppione.. Rikku, sorveglia l'edificio e aspettaci, prima di entrare.

    Le risposte di assenso, seguite dal classico rumore, conclusero la comunicazione.
    Il nemico gli si prava davanti, immobile, come una statua particolarmente realistica, inquietante nella sua perfezione. Sembrava in attesa di qualcosa, di una scintilla in grado di innescare il fuoco della vita in lei: era ovvio che tale gesto fosse l'offensiva da parte dello shinobi della Cascata, movimento che avrebbe attivato definitivamente il Justu, segnalando l'inizio del curioso scontro.
    La mano destra scivolò velocemente lungo la sua coscia raggiungendo il taschino porta arma, cui erano riposti tre shuriken, e altrettanto rapidamente scagliò le tre stellette contro il nemico che, come dinanzi ad uno specchiò, eseguì i medesimi movimenti, con il risultato che le sei armi rotanti cozzarono in aria per poi rovinare a terra. Celermente il giovane scattò in avanti, Kunai saldo nella mano destra, incrociando l'avversario e scambiandosi una serie di calci e pugni, tutti respinti ed intercettati dall'avversario.
    Al balzò indietro, e così fece l'altro, distanziandosi di circa sei metri l'un dall'altro.

    Sto combattendo contro me stesso, come posso pensare di vincere? Pensa e si muove come me, conosce i miei schemi d'attacco e sicuramente i miei Justu.. E' la mia immagine sputata, deve aver letto e riprodotto la mia essenza quando ho toccato quello simbolo.. Paradossalmente, per sconfiggerlo, dovrei diventare istantaneamente più forte, in modo da superarlo.. Più facile a dirsi, che a farsi..

    Ancora una volta le due figure si stagliavano l'una contro l'altra, stoiche: una frutto di una sinistra e subdola arte magica, l'altra fatta di carne, sangue ed intelletto, quest'ultima dote particolarmente sfruttata, in quel momento, al fine di risolvere la complicata situazione che, più che un duello, pareva essere un rompicapo, un enigma di cui avrebbe dovuto trovare la soluzione, ed in fretta, se non voleva cadere sconfitto per sua stessa mano.
    Al avanzò con rapide falcate, attivando i sandali a reazione per ottenere quello sprint necessario a guadagnare qualche secondo prezioso; scagliò il Kunai ferocemente contro il nemico, che rispose con un gesto del tutto simile in modo da intercettarlo.

    Gliel'ho vista fare così tante volte, non posso sbagliare..

    Il Genin fece per caricare il pugno sinistro, sollevando l'arto al livello del volto e lasciando il destro a livello del fianco omolaterale, pronto a colpire. In una frazione di secondo, l'intervallo di tempo necessario a chiudere e riaprire le palpebre, la sua figura svanì nel nulla, per ricomparire qualche metro avanti, accelerata, rompendo il ritmo ed il tempo del suo avversario che, non riuscendo a riprodurre tale movimento, si ritrovò per un attimo spiazzata, per la prima volta incerta sul da farsi.
    Il palmo della mano destra impattò contro il suo torace, incrinando e spezzandogli lo sterno, scagliando la figura a circa cinque metri dalla loro posizione: il colpo sembrava averlo messo definitivamente KO, tant'è che tornò ad essere acqua, per poi disperdersi ed infiltrarsi nel terreno sottostante.

    Tsk, avevo ragione.. Per batterti dovevo diventare più forte e più furbo.. devo ricordare di ringraziare Takeshi, a proposito.

    Il giovane si riferiva all'elemento di novità del suo repertorio, ovvero la Shunshin no Jutsu, un Ninjustu basilare che aveva visto eseguire centinaia di volte dal suo collega dell'Erba e che, in quell'occasione, era riuscito a riprodurre senza uno studio pregresso della Tecnica.

    Ho sistemato il mio obiettivo, sono sulla strada del ritorno..


    Edited by ~Daniele - 17/6/2014, 23:16
     
    .
  13. Anselmo
        Like  
     
    .

    User deleted


    Gli scansafatiche dei miei colleghi che non valutano le PQ :please: Scherzo.
    Prendi 35 exp.

    Se mai Takeshi farà il sesto post, prenderà anche lui la sua exp.
    Se vuoi puoi cancellare gli up vari :si2:
     
    .
  14. ~Daniele
        Like  
     
    .

    User deleted


    ~ Oscurità Che Avanza
    Narrato
    Pensato
    Parlato
    John
    Rikku
    Isao Fumihiro
    Altri

    Il Team si era riunito: cinque elementi si erano separati al fine di risolvere l'arcano mistero e i medesimi erano tornati al punto di partenza, ovvero un edificio che apparentemente risultava essere uno snodo energetico di assoluta rilevanza ma che, dall'aspetto, pareva più il palazzo nobile di qualche eccentrico aristocratico.
    Ad eccezione di Rikku, il capitano e Ninja medico del manipolo, gli altri quattro, tre Genin ed un Chuunin si erano battuti contro delle demoniache copie di se stessi riuscendo, chissà per quale incognito motivo, a surclassarle, potendo dunque tornare sulla strada del ritorno.
    Non c'era sicuramente il tempo né la voglia di analizzare quanto accaduto, le missioni sul campo non offrivano certamente spazio a lezioni teoriche o simposi filosofici: l'unico prodotto che questo poteva offrire era l'esperienza, una quantità enorme di pratica capace di selezionare gli individui più scaltri e capaci, a discapito dei più deboli.
    In quest'ottica cinicamente darwinista, i quattro sembravano aver oltrepassato i propri limiti, espresso caratteri che precedentemente parevano sopiti e che avevano costituito la chiave per il loro successo.
    Ed eccoli lì, ancora una volta insieme, alcuni forse un po' malconci e strapazzati dal combattimento appena sostenuto, ma sostanzialmente in salute e, sopratutto, vittoriosi.

    Ci siamo tutti! Lo penso solo io o è stato pazzesco combattere contro noi stessi?

    Ancora una volta aveva parlato senza riflettere, la sua ingenuità aveva preso il sopravvento veicolando il suo pensiero, con il risultato che tutti i suoi alleati gli scoccarono sguardi dalle variegate sfumature, per lo più interrogativi o stupiti.
    Di tutt'altra opinione era John, che sbottò in una fragorosa risata, quasi dimenticandosi dove fosse e in quali vesti: estrapolando la scena dal contesto, il quintetto sarebbe potuto sembrare semplicemente una comitiva di amici come tante.

    Voi due.. Oramai sto perdendo ogni speranza..
    Tenete gli occhi aperti, non sappiamo chi o cosa ci attenda oltre quella soglia.. Se siamo fortunati non c'è nessuno all'interno, in quel caso potremo indagare con calma alla ricerca di qualche informazione più corposa.. ma in realtà potremmo anche trovare gli artefici di tutto questo, in tal caso la Dea Bendata è decisamente dalla nostra parte..


    Procediamo con la formazione Psi..

    La capacità con cui i due Chuunin avevano modificato le loro formazioni e strategie, includendo armonicamente anche le capacitù del Kusiano la diceva lunga circa il talento e le capacità che necessariamente un militare di rango inferiore doveva acquisire prima di poter ambire alla promozione: Takeshi costituiva la testa dello schieramento poiché dotato di capacità sensoriale superiori, supportate e amplificate da quelle dei suoi fidi animali da battaglia, che si collocarono ai suoi lati.
    Dietro allo straniero c'era il Chuunin che con le sue arti magiche sarebbe stato in grado di disperdere il nemico i caso di un'imboscata, facendo guadagnare al resto del team il tempo necessario all'identificazione dei nemici ed alla pianificazione del contrattacco; per il medesimo motivo John si trovava subito dopo Isao, al fine di supportare i suoi Ninjustu con altrettanti accuratamente selezionati secondo il principio delle affinità elementali.
    Al penultimo posto c'era Rikku, il baricentro del gruppo, in grado di prestare cure mediche a tutti, se necessario, e partire all'attacco con il suo potente Taijustu; come fanalino di coda era stato scelto l'atletico Alphonse, contando proprio sulla sua agilità e prontezza di riflessi, nel caso il nemico li avesse insediati dalle retrovie.
    Delle flebili fiammelle baluginavano all'interno di antiche lampade, fissate forse troppo in alto per essere d'aiuto alla vista di un essere umano. La maggior parte dell'illuminazione era dovuta ai raggi solari che, però, venivano drasticamente smorzati dai mosaici e dal vetro colorato utilizzato per adornare le finestre, le cui tinte tetre e scure sembravano voler isolare nell'oscurità coloro che si fossero addentrati nei locali racchiusi da quelle mura.
    Ironico, trattandosi, almeno apparentemente, di una centrale elettrica, della sede ove l'energia veniva "raccolta" ed impiegata per i più disparati servizi, in primis per l'illuminazione.
    Il gruppo avanzava compatto e senza emettere rumore alcuno, spostandosi di ombra in ombra, sostanzialmente invisibili all'occhio umano: fortunatamente la furtività era una capacità che tutti, animali compresi, parevano aver sviluppato o ereditato nel proprio codice genetico, aumentando esponenzialmente le loro probabilità di successo nella loro infiltrazione, nonostante i loro elevato numero non fosse dei più auspicabili per incarichi di questo genere.
    La letteratura era chiara al riguardo e soleva sentenziare che per questi lavori il numero massimo di elementi dispiegati sul campo non doveva superare le due unità, pena un maggior rischio di essere scoperti dal nemico.

    Tac.

    Il sordo rumore delle leve di un contatore delle luce risuonò per l'ampio corridoio, seguito da uno tsunami di luce che abbaiò il Genin per un istante, per una lunghissima frazione di secondo durante la quale si sentì estremamente vulnerabile ed indifeso: un Kunai avrebbe potuto facilmente trafiggergli il cuore o lacerargli la gola senza che lui potesse ribellarsi a tale destino, ma per fortuna nulla di tutto quello accadde, né tanto meno sentì qualcuno dei suoi alleati accasciarsi al suolo privo di vita.
    La mano corse rapidamente al Tanto che sibilò fuoriuscendo dalla sua custodia: i Team si trovava in all'ingesso di un salone sfarzoso ed elegante, con drappi e quadri appesi alle pareti e pezzi di arredamento dai costi vertiginosi.
    Due rampe di scale a chiocciola confluivano in una rampa unica che portava al primo piano di quella sontuosa dimora: affacciato alla marmorea balaustra c'era un ragazzo, forse poco sotto alla ventina d'anni, vestito di un abito lungo color panna e dai capelli metà biondi e metà rossicci.
    Ma erano gli occhi gli elementi più magnetici ed al contempo inquietanti di quella figura, occhi rossi e scarlatti, intensi come il sangue su cui sembravano essersi specchiati assiduamente.

    Intrusi? Chi l'avrebbe mai immaginato! Siete riusciti ad infrangere la barriera, probabilmente Three deve aver fatto qualche pasticcio.. Povero stupidotto, tutto il talento della famiglia l'ho preso io..
    Peccato che al sistema di sicurezza era collegato un secondo meccanismo, infatti non appena avete rimosso il sigillo, siamo stati informati della vostra piccola bravata


    Erano come dei topi in trappola.
    O forse no. I ratti non possono formulare grandi riflessioni, le loro decisioni sono dettate dall'istinto di sopravvivenza, vivere o morire, combattimento o fuga.
    Gli esseri umani invece sono esseri senzienti ed i ninja sono addestrati a riflettere e ragionare, forse anche più che nell'utilizzo delle tecniche: uno sguardo fu l'innesco di un meccanismo talmente ben oliato che pareva essere stato provato più e più volte.
    Il "la" della sinfonia fu dettato da John, il quale vomitò uno tsunami di fiamme contro il suo avversario con l'intento più di accecare il nemico, che ferirlo realmente; Takeshi fu il secondo a muoversi, sfruttando la sua agilità e la superiorità numerica data dalle sue bestie, tentando di assestare un attacco contemporaneo sui tre fronti; tutto lo stratagemma avrebbe permesso ad Isao di impostare la sua doppia illusione in modo da materializzare gli ologrammi di Alphonse e Rikku accanto a loro, anche se in realtà questi avrebbero tentato la fuga, proseguendo per il quartier generale alla ricerca della mente dietro ai crimini commessi per interrogarla circa i suoi propositi e, naturalmente, fermarla.


    Edited by ~Dan - 6/1/2015, 21:14
     
    .
  15. ~Daniele
        Like  
     
    .

    User deleted


    ~ Oscurità Che Avanza
    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Tron
    Rikku
    Five

    Erano attimi di cieca frenesia, in cui l'adrenalina si era improvvisata esperta lupo di mare, comandante navigato della più complessa imbarcazione mai costruita: la razionalità sembrava aver lasciato il passo all'istinto, non da intendere come incosciente impulsività, bensì come artificio di innumerevoli automatismi rodati nel tempo e forgiati dall'esperienza.
    I muscoli si contraevano sinergicamente, ognuno impegnato in un preciso movimento, una determinata azione volta a massimizzare le sue chance di sopravvivenza: i quadricipiti si contraevano vigorosamente, permettendo al Genin di avanzare con grandi falcare per il salone ed imboccare il sontuoso corridoio seminascosto dalle scale a chiocciola; le dita sfioravano il freddo anello dei suoi Kunai e dei suoi Shuriken, pronti per essere scagliati verso l'obiettivo od estratti per contestare un' eventuale offesa di Four, il ragazzo dai capelli biondi e scarlatti che qualche istante prima aveva bloccato loro il passo.
    Memoria muscolare e nient'altro, probabilmente era quella la chiave, la formula segreta per vincere ogni contesa, affidarsi completamente al proprio corpo, fidandosi delle sue scelte, dettate dalla biologia e dall'esperienza, dall'istinto di sopravvivenza e dall'automatismo.
    Il trio aveva agito in maniera impeccabile, ottenendo un risultato che aveva del sorprendente, non tanto per una loro mancanza di abilità o per l'eccessiva difficoltà della strategia messa in atto, ma bensì per il fatto di essere riusciti a muoversi in maniera sincrona e coordinata senza aver mai provato quella formazione prima d'ora, se non mentalmente, quando l'illusionista aveva dato loro alcune brevi indicazioni.
    Era Genin da tempo, quasi un veterano del suo grado e quindi maestro egli stesso delle capacità di astrazione e proiezione tali da permettergli di imparare movimenti più o meno elementari pur senza averli mai provati praticamente, eppure non riusciva ancora a rimanere sinceramente stupito da quel prodotto della mente.
    La coppia varcò la soglia, poggiando i propri leggeri piedi sul pavimento di un lungo corridoio buio ed inghiottito dall'oscurità. la poca luce che filtrava, tentando strenuamente di combattere l'esercito tenebroso trapelava dall'apertura alle loro spalle, giusto per qualche istante dato che, quasi avessero calpestato un interruttore nascosto, le due spesse ante si mossero cigolando l'un verso l'altra, danzando intorno al loro perno per poi congiungersi in un abbraccio serrato.

    Sarà ovvio, ma devo dirlo.. Qua è buio pesto.. Come facciamo a proseguire?

    Sono sempre un passo avanti a te. Loro sono tre e noi siamo rimasti in due.. mi pare opportuno dover riequilibrare le forze..

    Il fruscio delle maniche della maglia di Rikku indicavano chiaramente il suo approcciarsi all'utilizzo dell'arte magica, anche se il solo rumore non poteva certamente aiutare il Genin a capire la natura della sequenza di quelle posizioni: mordendosi prima il pollice in modo da lasciar fuoriuscire del sangue da pagare come tributo, e poggiando la stessa mano in terra, la donna completò il suo incantesimo di evocazione, dando alla luce un'agile volpe di taglia media e dal pelo fulvo.
    I lineamenti della fiera creatura erano visibili in quanto sulla punta delle sue tre code, intrecciate elegantemente fra di loro,
    sembrava essere legato un piccolo globo infuocato, caldo e luminoso, capace di penetrare in quella coltre spessa, spezzandone l'integrità e frammentandola nuovamente in numerose ombre poco distinte e pleomorfe.

    Questa è Hiroe, sarà la nostra guida.. Oltre a permetterci di vedere, ha un fiuto finissimo, superato forse solo dal suo senso dell'udito.. Ti seguiamo, facci strada..

    Ancora una volta una squadra era alla ricerca dell'ignoto, muovendosi fra corridoi, sale e scalinate di un edificio che pareva essere di dimensioni decisamente maggiori rispetto a quanto stimato osservandolo dall'esterno, quasi una sorta di Justu stesse deformando lo spazio, alterando in questo modo distanze e lunghezze e rendendo il contenuto più grande del contenitore.
    A parte il fruscio dei loro abiti o del morbido pelo della creatura, regnava un silenzio assordante ed opprimente, lasciando spazio alle loro menti di vagare nei meandri più disparati, formulando chissà ogni sorta di pensieri, felici, tristi, di angoscia o di sgomento: non percepire il rumore del combattimento in corso lo stava logorando dentro, poiché non gli era dato sapere l'esito dello stesso o se qualcuno fosse caduto in battaglia.
    Talvolta il rumore, per quanto atroce e spaventoso, poteva risultare un alleato più fido rispetto alla sua assenza.
    Il pelo della loro fida guida si fece improvvisamente irsuto e vibrante, il muscoli delle zampe posteriori carichi e pronti a sprintare, la schiena flessa in una curva sinuosa discendente, nella tipica postura per l'assalto all'ignara preda, anche se le sue fauci non avrebbero assaporato nulla se non l'aria, dato che non vi erano roditori o galline nelle vicinanze.
    Qualche metro più avanti, seguendo il corridoio svoltare verso destra, la coppia si ritrovò in un ampio locale illuminato dalla luce solare grazie alle enormi vetrate che ne costituivano le pareti ed il tetto.
    In effetti sembravano essere in una sorta di serra, creata ad hoc per convogliare la radiazione solare in modo da far crescere in maniera rigogliosa, rapida e salutare determinate tipi di piante, magari usate poi per ornare quel nobile villino, oppure per sfruttarne le proprietà terapeutiche o nutritive.
    Come gentili ed educati padroni di casa, altre due figure si erano scomodate per accogliere i loro ospiti, o per meglio dire, gli intrusi: uno era particolarmente alto, i lineamenti del viso adulti e severi; l'altro, quasi rappresentasse il rovescio della medaglia, si presentava con le tipiche fattezze da bambino, corporatura minuta e lineamenti più smussati, anche se per metà celati da una maschera tribale molto poco rassicurante.
    Contro ogni aspettativa, era proprio quel piccolo essere, alto poco più di un metro, a destare maggior timore e soggezione dei due Takiani, quasi quello fosse l'involucro imperfetto di una potenza inarrestabile ed illimitata.

    Fuu fuu fu.. che piacevole incontro, nobili ninja del Takigakure. Quale importante intento vi ha spinto cosi lontano dalla vostra terra natia, per irrompere nella mia umile dimora? Peccato io sia di fretta e non possa sentire la vostra risposta.. Ci penserà il mio primogenito Five ad accogliervi come si conviene a dei militari della Cascata.. guardatevi bene intorno, perchè questo diverrà il vostro mausoleo ..eh eh eh

    Due kunai sibilarono dalle mani della Kuinoichi, viaggiando ad una velocità pazzesca e mirando alla spalla e alla gamba dell'infante, che tanto giovane non poteva essere, dato il suo dichiararsi padre dell'uomo affianco.
    Le armi avevano coperto la breve distanza, non destando il minimo timore nell'avversario, forse perchè ad essere lesi sarebbero stati punti non vitali: un ragionamento poco lungimirante, dato che Rikku era una regina nel campo dei veleni, probabilmente quelle lame erano intrise di così tanto tranquillizzante da abbattere anche creature mastodontiche.
    Un mezzo ghignò si manifestò sul volto del bambino che, abbozzando un saluto con la mano, sparì nel nulla, letteralmente smaterializzandosi.

    Ma che cazz..

    Veniamo a noi. A quest'ora Four avrà già finito di sistemare quei tre all'ingresso.. Dovrò finire prima del suo arrivo, è un insopportabile arrogante, quel bastardo.. Addio, feccia!

    Il giovane si buttò in avanti, reggendosi su tutti e quattro gli arti e iniziò a tremare incontrollatamente, i suoi muscoli sembravano in preda a spasmi involontari, quasi cercassero di liberare un sovraccarico di energia fornitagli e somministratagli dal sistema circolatorio del chakra.
    La pelle stava lentamente assumendo una pigmentazione più scura ed innaturale per un essere umano, l'epidermide sembrava molto più simili a scaglie di chitina, tipiche di rettili o anfibi; analoghe strutture stavano proliferando sul suo viso, in parte deformandolo.
    Un abominio.
    Scattò improvvisamente in avanti, in preda all'ira.

    Morite, stronzi!


    Edited by ~Dan - 14/1/2015, 00:02
     
    .
16 replies since 1/5/2014, 09:52   306 views
  Share  
.