Un Sentiero Polveroso

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  1. "KING"
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    Oramai due giorni erano passati in mezzo a quelle cime innevate, senza che Haru vedesse ne avvertisse una qualsiasi forma di vita.
    Due giorni nella totale solitudine bloccato in mezzo a quella tormenta di neve epocale, che non lasciava un attimo di tregua e gli negava la possibilità di proseguire il suo viaggio.
    Avvolto nelle sue vesti da Anbu color cremisi, aveva scavato un riparo nella roccia viva della parete della montagna, facendo affidamento alla sua polvere d'oro con la quale aveva scavato un ampia grotta alta 3 metri, larga 6 e profonda 4.
    Ma l'ingresso era grande poco meno di un metro, ci si entrava solo strisciando.
    Il freddo era oramai penetrato in profondità nelle sue ossa ed i vestiti erano duri come il marmo a causa della neve e del gelo che li impregnavano.
    Doveva fermarsi a scaldarsi se voleva riuscire a sopravvivere ancora.
    L'assenza di cibo la poteva sopportare, ma quel freddo pungente lo stava abbattendo rapidamente.
    Gettò un'occhiata fuori per vedere se le cose cambiavano.

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    Gli pareva tanto una versione bianca del suo amato deserto.
    Li avrebbe saputo trovare un modo per tirarsi fuori da qualsiasi guaio.
    Disperso fra i monti a Nord di Iwa la situazione era un po' cambiata.

    *Maledetto Sherama e le sue idee di allenamento, e quel vecchiaccio se lo prendo lo ammazzo!*

    GIà, Sherama lo aveva mandato da un eremita che viveva in una casetta isolata poco a Nord del villaggio della Roccia, Haru si era recato li con tutti i migliori propositi di imparare questa nuova temibile arte, e lui l'aveva spedito con un jutsu di trasferimento sulla cima di un monte molto più a Nord e, dopo avergli sigillato parte del suo chakra limitando di molto il numero delle sue azioni gli disse:
    "Trova le tre anime e riuniscile, solo così giungerai alla vera comprensione della Kekkei Tota".
    E poi è sparito.

    -Merda, col sigillo che mi ha impresso posso ricorrere contare solo sul Sakin, per qualche strano motivo, non è riuscito a sigillare questa parte del mio potere, o non ha voluto
    . . .
    Mi chiedo come possa questa prova aiutarmi, e non ho ancora trovato nessuna di queste "anime" o qualsiasi cosa siano!-


    Già, dopo che l'aveva lasciato li tutto solo era passata meno di un'ora quando la tempesta di neve iniziò.
    Aveva passato due giorni a vagare disperso fra i monti, immerso nella neve, senza nessuna meta precisa e senza saper bene cosa dovesse fare.
    Nel suo peregrinare non aveva incontrato ne percepito nessuno, ed ora, per evitare di morire, doveva fare qualcosa per cambiare quella brutta situazione.

    *Per prima cosa devo trovare un modo per scaldarmi, ma senza ricorrere al Katon ho ben poche mosse*

    Aveva già iniziato a scongelare i vestiti sfregandoli con l'oro, stessa cosa col suo corpo.
    Lo sfregamento stava dando i suoi effetti procurandoli piacevoli ondate di calore su tutto il corpo, ma non era minimamente abbastanza.
    Appena spostava lo strato di sabbia scintillante, la zona si raffreddava nuovamente lasciandolo ancora più infreddolito di prima.
    Certo, il riparo della caverna artificiale era un ottimo inizio per non morire in poche altre ore, ma dubitava che avesse potuto sopportare più di una giornata ancora.
    I vestiti per lo meno ora erano asciutti, li prese e se li rimise addosso velocemente.

    *Pensa Haru, qui non c'è niente per accendere un fuoco, anche col Katon a mia disposizione, non potrei avere nessun falò.
    Però potrei irradiare il mio corpo di chakra per scaldarmi
    . . .
    No, devo proseguire, appena recupero un po' di forze devo uscire da questo buco e andare avanti
    . . .
    Fermarsi vuol dire morire!*

    Si sedette in un angolino e prese a respirare con una calma ed una lentezza mai viste.
    Stava facendo un po' di "meditazione da battaglia" come piaceva chiamarla a lui: si sedeva, sgombrava la mente e respirava così lento da calmare i suoi battiti talmente tanto da sembrare morto.
    Un modo per accumulare energia per poi lasciarla esplodere nel pieno furore della battaglia.
    Doveva trovare dentro di lui la forza per sconfiggere la tormenta di neve.
    Dopo meno di mezz'ora si alzò di scatto e, avvolto da un alone scintillante, schizzò fuori dal buco con una velocità fuori dalla portata degli occhi comuni.
    Non appena uscì fu investito da una ventata gelida che si insinuò nei buchi della sua maschera da Anbu costringendolo a strizzare gli occhi.
    Sorvolava a raso le cime innevate e frastagliate dei monti alzando al suo passaggio muri di neve, che si univano a quella danzante nella tempesta.
    Eppure, come già detto, gli sembrava proprio di essere nel deserto, immerso in una tempesta di sabbia e non di neve.
    Solo allora realizzò un particolare.
    La tempesta aveva uno schema, non era casuale e mobile come quelle desertiche, aveva un centro.
    Un punto d'origine e, man mano si avvicinava più la tempesta andava ad intensificarsi.

    *Forse
    . . .*

    Virò rapido direzione andando ad addentrarsi nel cuore della bufera.
    Neve e ghiaccio lo minavano di continuo senza lasciargli un attimo di tregua, ma la sua forza di volontà gli consentì di proseguire nonostante gli ammassi di neve mista a ghiaccio che gli si paravano davanti e gli si stagliavano contro, cercando di avvolgerlo ed inglobarlo nella tormenta.
    Strinse i denti più forte che poteva finchè non trovò l'origine della tempesta: una statuetta dalla forma di un drago millenario completamente di ghiaccio.
    Ma c'era qualcosa di strano, nel raggio sferico un metro attorno ad essa non si muoveva un filo di neve, anzi era su un pilastro di roccia nuda.
    La neve ed il ghiaccio si infrangevano, come se ci fosse una barriera mistica che non poteva essere attraversata.
    Haru atterrò, ma più di così non riusciva ad avvicinarsi, era come se la tempesta fosse viva e volesse schermare quanta più neve possibile fra Haru e la statuetta.
    Spazientito, fece partire tre dardi dorati dalle dimensioni di circa un metro indirizzati contro il drago.
    Si infransero uno dopo l'altro sparpagliando oro ovunque.

    *Merda
    . . .*

     
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  2. "KING"
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    L'attacco di Haru, o più semplicemente la sua presenza, avevano fatto risvegliare qualcosa di tremendo.
    La tempesta cessò all'improvviso e, dopo qualche secondo di quiete in cui Haru rimase ad attendere immobile a bocca aperta, cominciò un forte terremoto.
    Il pilastro su cui si trovava la statuetta si sgretolò nel nulla e la statua venne avvolta da un forte bagliore bianco-azzurro.
    La neve iniziò ad addensarsi su di esso dando forma ad una creatura dalle fattezze umane che sembrava diventare sempre più colossale.
    la neve che si ammassava dopo qualche istante si tramutava in ghiaccio.
    La struttura che si stava formando sembrava come una gigantesta gabbia toracica.
    Poco a poco si attaccarono anche due grosse gambe, colonne di ghiaccio alte cinque o sei metri, e braccia ancora più imponenti dotate di artigli grossi come katane.
    Attaccato al gigantesco corpo antropomorfe si formò anche una testa draconica dall'espressione feroce e brutale.
    Haru era rimasto a bocca aperta, ma non per questo si sarebbe lasciato prendere dal panico o cagate simili.
    Da tempo oramai si ritrovava in situazioni una peggiore dell'altra, e l'ultima era stata decisamente il top.
    Questo mostro di ghiaccio, non sarebbe stato nulla in confronto all'affrontare un Biju.

    -Questo colosso può farmi facilmente fuori se non sto atento-

    Hydros

    La creatura di ghiaccio emise un ruggito che fece tremare ancora di più le montagne, ma il terremoto causato dal risveglio di quel colosso era cessato.

    -GRUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRR!-

    Ruotò immediatamente la testa verso Haru e, dopo un secondo ruggito che fece raggelare il sangue nelle vene di Haru, partì con un'artigliata diretta a tranciarlo in tanti pezzi.
    L'Anbu richiamò a se la sua Polvere d'Oro che usò per evitare l'attacco. sotto ai suoi piedi, le formazioni dorate lo alzarono, compì una rotazione in modo da risultare parallelo al terreno così da passare fra un artiglio e l'altro.
    Appenatornò in posizione verticale si fece spingere in alto verso la testa del mostro, e rivestì il suo corpo di Oro per poter competere con la potenza fisica.
    L'Armatura di Sakin avrebbe protetto il suo corpo dai colpi più superficiali ed al contempo lo rafforzava.
    Sfruttando il suo controllo sul Sakin, riuscì a sferrare un potente calcio all'enorme testone della creatura; il ghiaccio si crepò ed il colosso tentennò per qualche secondo.

    *Accidenti, ero alla massima potenza eppure l'ho incrinato a malapena
    . . .
    Non posso mollare, devo distruggerlo!*

    Un terzo fragoroso ruggito precedette il successivo attacco del gigante di ghiaccio.
    Spalancò le fauci ed emise una raffica di enormi dardi di ghiaccio ognuno grosso quanto un uomo adulto, ma dalle punte affilate come dei rasoi.
    Richiamò altro oro dal terreno circostante che prese a vorticare attorno al corpo di Haru come una nube.
    I dardi di ghiaccio arrivavano ad una rapidità impressionante, doveva essere rapido e preciso o sarebbe rimasto affettato da quell'assalto.
    La sabbia a suo comando si compattava e si allungava a ritmo frenetico per distruggere tutti i dardi il cui cammino prevedeva il tranciare Haru.
    Alcuni che sfuggirono alle sue formazioni di Sakin, ma riuscì comunque a distruggerli con calci e pugni ben assestati.
    Cercò di uscire dal fascio d'azione di quell'attacco ma, il mostro continuava a sparare enormi dardi di ghiaccio inseguendolo ruotando il capo.

    *Se continuo a scappare prima o poi mi prenderà ed allora sarà la fine.
    Devo contrattaccare!*

    La sabbia che distruggeva i dardi, si spanse in maniera sferica tutto attorno a lui creando come un sottile velo.
    Poi si compattò esattamente davanti a lui e partì a raggio verso la bocca del nemico.
    Il fiume doratotravolse alcune schegge gelate prima di abbattersi contro la voragine dalla quale uscivano.
    La bocca del mostro si riempì completamente di sabbia dorata e smise il suo attacco.
    Tuttavia non sembrava volersi arrendere davanti al Kamigawa e riprese ad attaccare con i suoi enormi artigli spingendo Haru ad arretrare verso la parete della montagna.
    Aprì di nuovo le fauci, ma stavolta rilasciò un vento congelante che ricoprì il terreno circostante di uno spesso lastrone di ghiaccio rendendolo estremamente scivoloso.
    Il gigante cercò di schiacciare Haru con le sue enormi gambe-colonne ma il ragazzo riuscì ad evitarlo scartando di lato ma, dal terreno, sbucò una stalagmite gigantesca.

    *Merda, merda, merda, merda*

    Ruotò di lato compiento mezzo giro ed aprì le gambe facendo passare in mezzo la formazione di ghiaccio.
    All'ultimo era riuscito ad evitare la morte con una schivata impressionante.
    Prese a correre alla sinistra del mostro tentando di aggirarlo, nel mentre gli scaglio contro la faccia una dopo l'altra dieci enormi sfere dorate, ognuna dalle dimensioni di circa mezzo metro di diametro.
    I proiettili si infransero uno dopo l'altro sul testone del mostro che, nonostante ne venisse come rallentato o stordito, non sembrava risentire minimamente di quegli attacchi.
    Anzi, nuovamente affondò il suo zampone nel terreno ghiacciato ed altre stalagmiti sbucarono dal terreno col solo scopo di infilzare il ragazzo.
    Sfruttò l'oro per creare un anello circolare che fece partire davanti ai suoi palmi, rivolto verso il terreno.
    L'anello che aveva creato si espanse andando a tagliare ogni cosa superarre i venti centimetri dal suolo per poi tornare nuovamente a vorticare attorno al corpo del Kamigawa.
    Ma una zampata lo prese scagliandolo contro la roccia nuda della parete montuosa.
    Il mostro emise un altro tremendo ruggito.

    -Merda
    . . .
    Questo mi ammazza, devo reagire!-


    Sputò a terra del sangue.
    La sua nuova veste presentava degli squarci dove era stato colpito dagli artigli: la sua armatura di Sakin era stata trapassata, anche se aveva assorbito gran parte dei danni Haru era a pezzi.
    Altre due o tre artigliate come quelle ed era morto.
    Il suo sguardo si fece duro e le sue labbra si incresparono, mostrando i denti in un ghigno, quasi un ringhio di rabbia.
    Sentì un forte calore crescere dentro di lui, come un incendio appena nato che divampa e si sparge a tutto il corpo.
    Come se quel fuoco volesse uscire da ogni suo poro.
    Qualcosa era cambiato nel fluire del suo chakra, il Fuoco era tornato in lui!

    -Katon: Dai Endan!-

    Un'enorme sfera di fuoco partì dalla sua bocca in un condensato di chakra di fuoco in grado di incenerire qualsiasi cosa.
    L'attacco aveva le dimensioni di una casa ed all'impatto si sarebbe anche espansa.
    Il demone di ghiaccioprovò a controbattere col suo alito gelido e le schegge di ghiaccio al contempo, ma la sfera di fuoco era irriducibile e travolse i futili tentativi di difesa di quel mostro.
    Il Dai Endan si infranse sul faccione da drago del mostro esplodendo sul colpo.
    Il fuoco divampò subito avvolgendo tutta la parte superiore del mostro in un turbine infernale.
    Haru non poteva perdere quell'occasione, scattò in avanti ricoperto dall'Armatura sakin e, irradiandola col Chakra Katon, era sicuro di riuscire a danneggiare il mostro.
    Sferrò un pugno contro la gamba sinistra del titano che si infranse e la trapassò.
    Dadde di lato mentre la parte superiore del suo corpo era ancora avvolta dalle fiamme e si stava sciogliendo lentamente.
    Haru, senza nemmeno toccare terra, compì una rotazione molto rapida durante la quale il suo braccio destro, che si stava ricoprendo sempre di più di oro, assunse delle dimensioni gigantesche e con la sua manona chiusa a pugno di tre metri, schiacciò al suolo la testa di drago del mostro di ghiaccio.
    La testa si infranse al suolo e le fiamme si spensero sotto all'oro di Haru.
    Il resto del corpo del bestione cadde in frantumi e rimase solo la statuetta, ma la sua testa non c'era più, ed era pieno di crepe.
    Qualsiasi cosa muovesse quel mostro era stata distrutta dalla potenza di Haru.
    Il ragazzo ansimava per gli sforzi e la fatica sopportata per far fuori quel bestione, ma era finita, e poteva darsi tregua per qualche ora.
    Avrebbe presto proseguito il suo viaggio di allenamento per padroneggiare la Kekkei Tota.
    Forse il vecchio voleva che, tramite quelle dure prove, Haru riuscisse ad apprendere la maniera adeguata dei suoi elementi per combinarli e fonderli in uno solo: il Jinton!

    *Il Fuoco è tornato in me, forse c'è un mostro da affrontare per ogni elemento da padroneggiare e, ogni mostro sconfitto, indebolisce il sigillo di soppressione che mi ha impresso.
    Devo trovare al più presto le prossime prove, non mi piace questa situazione!*
     
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  3. "KING"
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    Altri quattro giorni erano passati mentre Haru continuava a procedere lentamente verso Sud.
    Grazie al ritrovato fuoco poteva sopravvivere al freddo pungente ed alle nottate gelide di quelle montagne.
    Le tempeste di neve si erano molto placate da due giorni addietro, eppure la calma che si stava creando sembrava presagire di non poter durare poi molto.
    Stava camminando su di un sentiero roccioso coperto da un sottile strato di neve, ai lati del sentiero, largo meno di due metri, c'erano cumuli di neve più alti di lui.
    Qualcuno aveva spalato la strada liberando la via.
    Haru non lo sapeva ma si stava dirigendo proprio verso un piccolo villaggio di cacciatori.
    La notte stava rapidamente calando proiettando ovunque le sue strane ombre.
    Fioche luci parvero accendersi come per magia illuminandogli la strada come tantissime lucciole.
    Emanavano uno strano ed opaco bagliore azzurrino che si espandeva solo per pochi metri dando a tutto un'aria di mistero.
    Il sentiero proseguiva a curvoni e tornanti fra le frastagliature del fianco montuoso fino ad arrivare al grande spiazzo dove si trovavano le abitazioni dei cacciatori.
    Questi cacciatori di montagna erano gente strana, sempre per i fatti loro, si vestivano con le pelli delle loro prede più forti e feroci, e raramente uscivano dai confini delle loro terre di caccia.
    Erano una comunità chiusa, non troppo grande ma forte ed antica, si trovavano fra quei monti da più di mille anni.

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    Superata una piccola galleria scavata a mano nella parete rocciosa, Haru si ritrovò davanti ad uno spettacolo mozzafiato.
    Un perfetto esempio di come l'uomo avrebbe dovuto convivere con la natura, in perfetta simbiosi esaltandone e proteggendone bellezza e maestosità.
    Si rese conto che non era affatto una piccola galleria nella parete montuosa, ma si trattava proprio di tutto il monte scavato all'interno in maniera da generare un villaggio perfettamente nascosto.
    Un lago stava calmo al di sotto delle costruzioni, una serie di ponti sospesi in legno, o meglio camminatoi, consentiva di collegare le varie zone di raggruppamento di abitazioni, e tutte portavano al colonnone di pietra centrale, che doveva essere la dimora del capo-villaggio, o comunque qualcosa di importante.
    Haru si apprestò a raggiungere la grande costruzione di pietra sotto lo sguardo vigile dei cacciatori incappucciati, che stavano già tendendo gli archi pronti ad abbatterlo alla minima minaccia.
    A quel punto scoprì il capo mostrando la sua maschera, simbolo inconfondibile dell'appartenenza alle forze armate d'Elite di Iwa: gli Anbu.
    Non diedero cenno di voler smettere di minacciarlo col loro atteggiamento, ma non parevano intenzionati ad andare oltre a quello.
    Arrivò di fronte alla grande costruzione con, da lontano non l'aveva notato, delle passerelle di legno sospese, postazioni per ulteriori arcieri pronti al fuoco.
    Un uomo anziano uscì dalla volta di pietra che segnava la soglia d'ingresso all'edificio.
    L'uomo indossava un lungo mantello logoro marrone, ed aveva un bastone di osso bianco lavorato intarsiato di pietre preziose.

    -Ti do il benvenuto nel mio villaggio, io sono Varn, capo di questa comunità di cacciatori di Montagna.
    La più antica e nobile tribù di cacciatori di tutta la Terra.
    Cosa ti porta qui o ombra delle Ombre-


    -Mi chiamo Jackdaw, sono qui per riscoprire la forza che c'è in me stesso ed apprendere i segreti della Polvere.
    Diversi giorni fa ho sconfitto un colosso di ghiaccio fra queste montagne, più a Nord.
    Penso di dover trovare qualcosa di simile-


    -Allora forse sei capitato nel luogo giusto ragazzo
    . . .-


    *Avevo anche io questa sensazione*

    -. . .
    Fra i nostri monti si nasconde una terribile creatura che nemmeno voi ninja, durane i secoli, siete mai riusciti ad eliminare o a domare.
    E' una creatura infida e molto potente, si tratta di un serpente gigante che non deriva dalla stirpe di Manda, ma e' natio proprio di queste montagne.
    Il Serpente-Toro.
    Si narra che le sue squame siano fatte di diamante, il suo veleno sia lava ed il suo alito scioglie anche l'acciaio.
    In molti hanno provato ad abbatterlo, nessuno è mai tornato, e l'unico che sia riuscito a ferirlo è stato proprio un Ninja come te, quasi cinquant'anni fa.
    Un uomo che all'epoca avrà avuto trent'anni, ma veniva da Sud, da lontano.
    Dal Deserto.
    Era un brav'uomo e ci ha aiutato molto con una situazione spinosa.
    La tana del serpente si trova ad Ovest, nella Selva dei barbagianni-


    Haru ringraziò Varn, il capo-villaggio, e si chiese se l'uomo di cui stava parlando non fosse Katoshi, il suo defunto maestro, ma non ci rimuginò su più di tanto.
    Accettò una breve offerta di cibo e bevande e partì subito verso la foresta.
    In un paio d'ore si ritrovò immerso nella vegetazione nel buio più totale, con un tanfo di morte, sangue ed acido che diventava sempre più forte e pungente.
    Doveva essere vicino alla tana.
    Ma se era vramente così forte che nessuno, nemmeno dei Ninja erano riusciti a sconfiggerlo, perchè quasi nessuno ne conosceva l'esistenza?
    Sarebbe stato un'ottima arma in una guerra un serpente invulnerabile sputafuoco.
    Ma forse, come spesso accade, le leggende sono solo un'esagerazione.
    A volte le leggende, come ben presto Haru scoprirà, sminuiscono la verità.

    -Se nessun ninja è mai stato in grado nemmeno di ferire questo serpente, dev'essere proprio la prova a cui voleva sottopormi il vecchio.
    Sento qualcosa ma
    . . .
    Eccolo-


    L'aveva avvertito molto prima che arrivasse, ed aveva astutamente preparato il campo per la battaglia.
    C'erano grosse buche di sei o sette metri di diametro dalle quali poteva intrufolarsi sotto terra, rami rocce e cunicoli in cui strisciare ed arrampicarsi.
    Ed aveva tagliato la fuga ad Haru che, inconsciamente, si era avvicinato ad una parete rocciosa dove, nascosto da un gioco di sporgenze, luci ed ombre, c'era l'ingresso alla tana del serpente.
    Ma questi era già in azione sottoterra e, non appena fu nel punto giusto, sbucò alle sue spalle impedendogli di fuggire in nessuna direzione se non nella sua stessa tana.
    Il serpente era davvero enorme, lungo forse più di venti metri e di un diametro di poco più di quattro.
    Come dimensioni era del tutto rispettabile ed a norma con la leggenda.
    Le sue squame avevano una tonalità violacea rossastra alle estremità esterne.
    Creste più scure circondavano la sua testa schiacciata, e dalle fauci uscivano una coppia di zanne del tutto identiche a delle katane.
    Una sottile cicatrice sull'occhio sinistro dove mancavano alcune squame.

    Killer_Snake

    Il serpente sibilò furioso e si lanciò all'attacco con una ferocia ed una rapidità anche superiori a quelle di un Gamabunta.
    Una bestia dalla forza mostruosa.
    Haru creò una specie di Surf dorato con il quale poter volare liberamente e creò due sfere che fece volare alle sua spalle con le quali avrebbe attaccato la creatura.
    Il serpentone con il suo slancio non raggiunse il ragazzo, troppo rapido per lui, ma si schiantò contro un macigno che si frantumò sotto alle sue fauci.
    Haru ne approfittò subito per colpirlo in testa con le sue sfere.
    A turno, una dopo l'altra facevano violentemente avanti e indietro andando a colpire a raffica l'enorme e duro testone del mostro che stava tentennando sotto i suoi colpi, ma a parte questo misero guadagno di tempo, non gli arrecò il minimo danno.
    Era vero, la sua pellaccia era molto dura tanto da resistere ad i poderosi attacchi di Haru.
    Il giovane, desideroso di mettere alla prova quella creatura e ne avvolse l'enorme testone con una grande quantità di sabbia.

    -Sakin:Sabaku Soso!-

    Ma non successe assolutamente nulla.
    haru sentiva perfettamente il suo chakra esercitare una pressione inaudita, tramite l'oro, sulla testa della serpe, ma quella non dava cenno di cedimento.
    Anzi, si gettò sottoterra e prese a fare imboscate improvvise dai vari buchi.
    Con la sua enorme rapidità riusciva anche a disorientare Haru che non riusciva più bene a seguire si suoi spostamenti al completo analizzando i campi magnetici.
    C'erano troppe variazioni e troppo in fretta, e questo causò che un paio di volte rischiò di essere preso in pieno dal mostro zannuto.

    *E va bene, proviamo col fuoco!*

    -Katon Dai Endan!-

    Un enorme sfera di fuoco investì non solo il mostro sibilante, ma anche tutto il campo di battaglia emanando un fragore assordante che non fece altro se non disturbare Haru stesso.
    Ma il serpente, avvolto dalle fiamme vermiglie, strisciò praticamente in aria sibilando furioso.

    *Merda!*

    Haru usò il surf dorato che aveva creato per proteggersi dall'attacco zannuto, non avrebbe mai fatto in tempo a scansarsi.
    Farlo arrabbiare l'aveva fatto inviperire ( :asd: )
    Provò a trafiggere il suo corpo con delle lance d'oro che sbucarono con estrema irruenza dal terreno, ma si infransero contro la sua pelle.
    Non aveva altra scelta, doveva ricorrere alla Polvere per disintegrarlo, nient'altro era abbastanza forte.
    Ma come poteva, se a malapena aveva ripreso il controllo sul fuoco?
    Doveva spingersi oltre i limiti della sua mente ed oltre il suo potere.
    Doveva trascendere ciò che era per ottenere il potere di distruggere.
    Ma mentre faceva ciò, doveva anche schivare i rapidi assalti del mostro dalla lingua biforcuta.
    Saltellava a destra e a sinistra con il suo surf dorato che gli fungeva anche da scudo.
    Ogni tanto, dopo una schivata, provava qualche affondo con sferzate improvvise di polvere d'oro compattata istantaneamente.
    Ma nulla da fare.
    Intanto qualcosa si stava scatenando in lui, forse qualche meccanismo di sopravvivenza si stava innescando, o semplicemente il furore della battaglia gli dava la concentrazione necessaria a svuotare la mente di ogni cosa superflua e sentire veramente se stesso.
    Un click, un lampo di luce, una flebile scintilla.
    Il sigillo era rotto e tutto il chakra di Haru al completo tornò a scorrere dentro di lui.
    Lanciò una falce d'aria in direzione dell'occhio già ferito, ed il mostro si lamentò.

    *La sua corazza lo protegge da qualsiasi attacco di natura fisica, ma quelli più "magici" riescono a penetrarla.
    Anche se così non basterà mai.
    Devo farcela, devo unire Terra Fuoco e Vento!*

    Haru, tentò il tutto per tutto.
    Battè i palmi delle mani come mostrato nel Rotolo del Jinton e, rammentando le antiche scritte su come mescolare ed impastare correttamente il chakra, diede il via alla danza.
    Fuoco Terra e Vento, per bruciare, sgretolare ed infine tagliare.
    Tre flussi di chakra differenti si unirono in un unico, che andò a formare una spirale che prese forma e colore.
    Un debole bagliore di luce che accennava un rapido movimento rotatorio andò a concentrarsi in una minuscola sfera luminescentre grossa poco più di un mandarino fra i suoi palmi.
    Eccitato per la riuscita, si sconcentrò e rischiò di finire davvero malissimo.
    Una scia luminosa partì ed in un secondo attraversò in obliquo il paesaggio proprio mentre il serpente si lanciò contro Haru, sospeso a mezz'aria.
    La tecnica gli era praticamente esplosa fra le mani quando stava creando il cubo di contenimento.
    L'esplosione lo schiantò contro la parete rocciosa lasciandolo senza fiato.
    Ma il serpente aveva fatto una fine peggiore.
    L'enorme testa giaceva con la lingua di fuori ed altri due metri attaccati al collo dell'animale.
    Il resto del corpo affusolato ancora si stava contorcendo dimenandosi.
    Dove era stato tagliato dalla tecnica "rotta" era rosso acceso, come se qualcuno lo stesse ancora bruciando.
    Era stato fortunato, l'esplosione era impattata contro il cubo di contenimento ancora incompleto, che aveva protetto Haru dall'esplosione atomica che, rimbalzata, si è diretta a mezzaluna contro il mostro tagliandolo come una lama impazzita.
    E questa era solo una minima parte della potenza a cui poteva attingere.
    Le prove erano state superate, aveva richiamato con successo la Polvere e, anche se con una tecnica incompleta, aveva eliminato un mostro invincibile.
    Portò in offerta la testa del mostro al capo Varn che si sdebitò facendone membro onorario della tribù, e si avviò verso la strada per Iwa, alla quale voleva affrettarsi a tornare.



    Fine attendo Exp.
     
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    Potevi dirmelo per mp che aspettavi da tanto, io manco l'avevo vista :asd:
    Ammettilo, hai fatto sta cosa solo per farti il cazzo grosso con l'arte della polvere :please:
    PEr il resto non ho capito bene quando è collocata temporalmente questa cosa :si2:
    Comunque becchi 64 exp :si2: Più che altro proprio perchè son battaglie su battaglie, quando io preferisco narrativa sui fatti. Opinione personale :si2:
     
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  5. "KING"
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    Meno battaglie più narrativa ricevuto

    Tu sai quant'è grosso :wub:
     
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4 replies since 27/4/2014, 19:42   109 views
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