Segreti Nascosti, la Rinascita.

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    "Chi sia io non è importante - è il mio messaggio ad esserlo."

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    La Biblioteca della Pioggia

    Quella mattina il sole, stranamente, splendeva sulla mia bellissima città, la cosa era parecchio strana, poichè di gionro il sole era quasi sempre coperto dai gorssi nuvoloni che, dalle, circa, 16, cominciavano a far cadere sui tetti di Ame tante piccole e sottili gocce d'acqua che rendono il panorama fantastico, se visto dai tetti, specie da quello della sede del governo e sede dell'Amekage, il palazzo più alto di Ame, alto più di 100 metri.
    La mia destinazione era la Biblioteca della Pioggia, la biblioteca più grande del villaggio, nonchè più grande di tutto il paese.
    Le ultime parole del Gran Maestro erano state chiare, dovevo recarmi alla biblioteca e cercare nella sezione pribita al pubblico, di dire che mi mandava lui, e di mostrare la chiave datami da lui prima di spegnersi per mano di Haon, il traditore, gli assassini erano ancora sulle sue tracce, ma pareva scomparso nel nulla.

    Chissò cosa ci sarà dentro la sezione proibita della biblioteca..certamente non rotoli ninja, è una biblioteca pubblica, ma perchè allora la sezione proibita? Cosa c'è di proibito che si apre con questa chiave?

    Uno dei pensieri che mi frullavano in testa in quel momento, le domande erano tante, davvero tante, e dil dolore per la perdita del maestro è ancora fresca, molto fresca.
    Raggiunsi finalmente la biblioteca, si presentava come una grossa palazizna in cemento, decorata con statue di leoni ed una grossa scalinata che portava alle colonen che ne decretavano l'entrata.
    Cominciai a salire le scalinate, che mi parvero infinite da quante ce ne fossero, fino a raggiungere la porta d'entrata, aperta, spalancata, con un sacco di gente che entrava ed usciva, donne, vecchi, bambini, e anche qualche ninja di alto rango.
    Varcai la soglia, trovandomi davanti un enorme salone che si divideva poi in tra alla fine, con tantissimi scaffali e librerie, e un grosso candelabro attaccato al tetto, quest'ultimo, affrescato.
    Mi diresse verso il bancone, al quale stava seduto un uomo sulla 40ina, media statura, castano, un tipo che noteresti e di cui ti dimenticheresti dopo 5 minuti, non dava minimamente nell'occhio.
    Attesi 3-4 minuti che il bancone si liberasse, e controllai che nessuno fosse intorno per ascoltare la mia conversazione, poi mi deressi da''uomo, che mi chiese cosa desiderassi.
    Gli feci cenno di avvicinarsi, così da potergli sussurrare all'orecchio.

    Sono della Shibusen..il Gran Maestro mi ha mandato qui, per qualcosa contenuto nella sezione proibita...qualcosa che si apre con questa chiave.

    Dissi, mostrandogli alla fine la chiave rossa.

    Lui mi guardò un attimo, i nostri sguardi si unirono, aveva capito, sapeva di cosa stavamo parlando.
    Impiegò qualche secondo a rispondere, dopo avermi fissato.

    Mi disse che sarebbe venuto un giorno qualcuno, seguimi.

    Disse, alzandosi e mettendo il cartoncino "Torno Subito" sul bancone, prendendo anche un mazzo di chiavi da un cassetto.

    E così il maestro ti ha mandato qui? Sò cosa stai cercando, ed è strano che lo voglia mostrare ad un ragazzo così giovane, ma s elo ha fatto, avrà i suoi buoni motivi.

    Tu come fai a conoscere l'ordine ed il Gran Maestro?

    Un tempo lavoravo li nelle "Relazioni con il Mondo Esterno", mi occupavo degli approvvigionamenti, dell'acqua, del ferro per le armi, insomma, di tutto quello che riguardava le necessità dell'accademia, fino a quando egli non mi ha mandato qui, dicendo che gli sarebbe servito un contatto alla biblioteca della città, per aiuare gli assassini che passavano di qui, per dargli protezione...e per custodirlo...soprattutto per quello..

    Custodirlo? Di cosa stava parlando...cosa c'era da custodire nella biblioteca?

    Custodire...cosa?

    Ohh...lo vedrei, è quello per cui sei venuto qui, quello che quella chiave apre.

    Mentre parlavamo, raggiungemmo una zona della biblioteca chiusa con una parete di vetro, che faceva vedere cosa c'era dall'altra parte ma separata da una porta che impediva di accedervi.
    Il Bibliotecario aprì la porta tramite una delle sue chiavi, poi si rivolse nuovamente a me.

    Seguimi prego, di qua.

    Entrammo in questa ala della biblioteca ovviamente vuota, che non differiva in nulla dalla zona della biblioteca "Non Proibita", ma bastava leggere qualche titolo di libro per capire il motivo per cui si trovavano qui.
    Libri sulla vivisezione, su come trattare un cadavere per poterne prendere le interiora ed impiantarsele "fai da te", libri su come uccidere silenziosamente, uno perfino si intitolava "Guida al Cannibalismo".
    Svoltammo l'angolo ed arrivammo in un vicolo cieco, niente porte, niente di niente.
    Mi chiesi cosa volesse fare, se fosse una trappola programmata, ma poi lo vidi andare verso la parete, e premere una mattonella leggermente in rilievo.
    Una volta fatto, le mattonelle si aprirono verso destra e verso sinistra, facendo apparire una porta nera, con un simbolo sopra, rosso, un cerchio con inscritto un triangolo.

    Aprila con la chiave che hai, io non posso entrare, ti attenderò qui, prenditi tutto il tempo che ti serve.

    Così feci, mi diressi verso la porta e la aprii, ma prima di entrare, il bibliotecario mi avvisò di una cosa.

    Ciò che apprenderai la dentro, ciò che scoprirai, non dovrai mai rivelarlo a nessuno...mai, ne va della tua vita.

    Annuii con la testa, era ovvio che non avrei mai parlato.
    Varcai la porta, ed entrai in una stanza di pietra, niente di speciale, se non fosse che era completamente vuota, solo un grosso leggio, con sopra un libro rosso, rosso sangue, con lo stesso simbolo che c'era sulla porta, in nero.
    Mi diressi verso il libro, un po timoroso, ma molto incuriosito, una cosa era certa, il suo contenuto, per quanto fosse stato tenuto segreto, avrebbe certamente dato una svolta alla mia carriera.
     
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    Il Libro di Jashin

    Mi diressi verso il libro, pareva essere un libro molto particolare, la copertina sembrava molto antica, tenuta bene si, ma i segni del tempo erano molto evidenti.
    La stanza puzzava di chiuso, probabilmente quella porta non veniva aperta da chissà quante decine di anni.
    Mi diressi verso il libro e lo apriì, la prima pagina era bianca, la seconda e la terza pure, e duna volta arrivato alla quarta, poche parole c'erano incise sopra.

    "Il Culto di Jashin"



    Jashin..? che diavolo è?

    Continuai a sfogliarlo, ora tutte le pagine erano scritte, in un carattere antico ma ancora leggibile, le pagine erano marroni, consumate, si vede che quel libro aveva molti molti anni.

    "In un tempo antico, quando tutti gli dei vegliavano sul mondo e la pace si era stabile e duratura, non tutte le divinità erano d'accordo su come agire sul mondo dei mortali.
    Alcuni dei volevano donare all'umanità il libero arbitrio, la ossibilità di decidere da sola il prorpio destino.
    Altri dei invece, ritenevano che gli umani fossero troppo "deboli" per poter decidere da soli delle loro vite, che necessitassero di una guida.
    Da questa discussione, nacque una guerra, una guerra che vide dei contro dei, fratelli contro fratelli, figli contro madri.
    C'era un dio però, un dio disinteressato alla vita degli esseri umani, nato in un tempo antichissimo, immemore, rimasto celato a gli altri dei per tantissimi secoli, e che nell'ombra, bramava di salire al potere come unica divinità.
    Approfittando della guerra che imperversava tra le divinità, fece da consigliere malevolo per entrambi gli schieramenti, spingendoli alla violenza e all'omicidio "per il bene dell'umanità".
    Una volta che pochi dei sopravvissero, stremati, non poterono opporsi alla forza di questo dio nero, Jashin, che gli sterminò e bevve il loro sangue, diventando ancora più forte.
    Tuttavia, una divinità, capito l'intrigo, cercò di avvertire i suoi fratelli, ma senza successo, quindi decise di andarsene e di scendere tra gli uomini per proteggerli, stabilendosi nel Tempio del Fuoco.
    Tutt'ora, Jashin e Amida dalle Mille Braccia sono in guerra, come ultime due divinità esistenti, una per preservare l'umanità, l'altra, per eliminarla per sempre tramite i suoi monaci."


    Cominciai lentamente a capire l'argomento, questo era il libro di Jashin, questo antico dio nero che millenni fa imperversava sulla terra, ma perchè il Gran Maestro volle che io leggessi queste pagine? Cosa avevano a che fare con me?
    La risposta potevo averla solo continuando a leggere.

    "Si narra, che per portare la morte sulla terra, Jashin corruppe la mente di un antica cerchia di monaci guerrieri, in un abbazzia presso Kusagakure, monaci guerrieri che da quel momento in poi divennero la mano del dio sulla terra, ex monaci di Amida, divenuti ora monaci di Jashin.
    Nessuno è mai riuscito a dare testimonianza di cosa questi monaci fossero in grado di fare, quale fosse il loro potere, ma un antica leggenda narra, che questi uomini avessero il dono di collegare il proprio corpo a quello della vittima sacrificale, solo bevendone il sangue, come fece il dio con i suoi fratelli e le sue sorelle, potendosi poi auto lesionare ed infliggendo alla vittima lo stesso dolore e lesione"


    Quello che leggevo aveva dell'incredibile...un potere simile era fuori dalla portata di ogni essere umano, un collegamento con il corpo del nemico, per poi danneggiare se stessi per danneggiare lui...era un arma a doppio taglio ma in situazioni tragiche poteva essere un arma incredibilmente potente, ma la cosa che mi sconvolse non fu quella, ma quella che lessi dopo.

    "Jashin dona ai suoi monaci anche un altro dono, un dono che nessuna divinità volle donare a nessun essere umano, poichè lo avrebbe messo al pari con essa, Jashin fa il dono dell'immortalità a tutti i suoi monaci, poichè possano portare morte e distruzione per l'eternità a suo nome."

    I miei occhi caddero nel vuoto, ci misi qualche secondo a capire cosa avevo appena letto.

    Immortalità...?

    Erano vere quelle parole? Dovevano esserlo, altrimenti perchè questo segreto così ben mantenuto dal Gran Maestro e dal Bibliotecario?
    Dovevo saperne di più, non c'è dono più desiderabile dell'immortalità, vincere la morte!
    Ripresi a leggere, dovevo sapere assolutamente di più, ma le pagine si fecero danneggiate, erano piene di simboli e scritte, macchie di sangue e altri segni.
    Arrivai all'ultima pagina, e li, trovai una lettere, lettera che aprii, era vecchia, l'inchiostro, sbiadito, ma potevo ancora leggere qualcosa.

    "Chiunque tu sia, qualsiasi sia il tuo nome, ti ho scelto per essere il mio successore.
    Sono il Gran Maestro della Shibusen, ma sono certo che tu questo già lo sappia, dato che quasi sicuramente sei stato uno dei miei allievi.
    Se hai letto le pagine precedenti a questa lettera sai già molto riguardo a lui e a quello che noi facciamo per lui.
    Io, in particolare, ero il custode del suo santuario, posto sotto la Shibusen stessa.
    Se stai leggendo queste poche righe, come ho detto, sei il destinato a succedermi, a diventare un monaco del dio, a portare la sua mano su tutti i peccatori e di miscredenti.
    Tuttavia, sei ancora molto debole, non hai le capacità per divenire un vero Jashinista, ma il tuo allenamento comincia oggi, il tuo allenamento comincia nel santuario, recati li, vi si accede dalla libreria dell'accademia, dietro il caminetto.
    Li troverai cosa ti servirà per intraprender eil tuo viaggio, allenati, ed un giorno diventerai ciò che sei nato per essere.
    Con affetto.

    Gran Maestro Han."


    Tutti i nodi stavano venendo al pettine, ecco perchè mi ha mandato qui, ed ecco perchè il Bibliotecario che mi attendeva fuori dalla porta sapeva del mio arrivo.
    L'immortalità, la possibilità di vivere per sempre, ho sempre desiderato un potere simile, la possibilità di accumular e infinite ricchezze e potersele godere per l'eternità.
    Riposi la lettera e chiusi il libro, uscii dalla stanza chiudendomi la porta dietro, poi mi rivolsi al Bibliotecario.

    Ho capito finalmente cosa Han voleva dirmi, sò cosa devo fare adesso.

    Recati al santuario, li avrai la verità a portata di mano.

    Grazie, e a buon rendere.

    Uscii dalla biblioteca e mi diressi immediatamente verso il cancello nord di Ame, avevo 11 ore prima che il buio scendesse e calasse il crepuscolo, dovevo raggiungere il Paese delle Lame e scendere nel santuario del dio, li mi aspettava qualcos'altro.




     
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    Sancta Sanctorum

    Il mio cavallo sfrecciava rapidissimo, avrei potuto raggiungere la Shibusen a piedi, ma ci avrei impiegato davvero troppo tempo, e volevo essere ad Ame per cena, dato che l'indomani avrei dovuto affrontare un allenamento speciale prorio li, nel paese della pioggia.
    Il cavallo nitriva e galoppava velocissimo, i suoi zoccoli colpivano la terra sotto di loro a grandissima velocità, molto più alta di quanto un ninja potesse correre!

    Se questa storia è vera, allora l'immortalità sarà mia..

    Pensavo tra me e me, quello che quel libro mi aveva svelato era stato una rivelazione inaspettata, ma una di quelle rivelazioni che capitano una volta nella vita, sicuramente non sarò stato l'unico a conoscere questo segreto, ma volevo a tutti i costi ottenere questo potere unico, con questo Haon non avrebbe avuto scampo, lo avrei rintracciato ed ucciso, e dil suo corpo, sacrificato al dio.
    Ormai il Paese delle Lame era in vista, la Shibusen non era lontana, spronai il cavallo ad accelerare, non stavo più nella pelle, ero euforico, un tale segreto, nascosto sotto i piedi di dove ho camminato per più di 5 anni, e nessuno sapeva nulla, nessuno a parte Han, il Gran Maestro.
    Finalmente, dopo poche ore di corsa a cavallo, raggiunsi la scalinata principale dell'accademia, legai il cavallo e mi lanciai in una corsa sulle scale, arrivando in cima senza più forze.
    Dovevo calmarmi, mi stavo facendo trasportare dall'emozione...ma era successo tutto così in fretta, una bomba del genere da un effetto maggiore della cocaina tagliata bene diamine.
    Varco la soglia e mi dirigo immediatamente verso la libreria dell'accademia, salutando senza dare nell'occhio tutti gli allievi ed i maestri che incontravo, non dovevo destare sospetti.
    In quel momento c'era lezione in cortile, quindi la biblioteca era vuota, ottimo.
    Entrai in biblioteca e camminai spedito verso il camino, come avrei trovato una porta dietro ad un camino, se esso era fissato al muro?
    Il cmaino era un classico camino a legna, davvero molto grande, per riscaldare bene la stanza, non pareva avere nulla di particolare.

    Mhmm...

    Niente, non riuscivo a trovare nessuna particolarità importante, non un pulsante, una leva, nulla di nulla, ma se la lettere diceva che era qui, allora era qui.

    Eccolo!

    Poi lo vidi, piccolo, dello stesso colore della pietra di cui era fatto il caminetto.
    Il simbolo del culto, il cerchio con un triangolo inscritto, era stato posto in bella vista, ma così piccolo che nessuno l'avrebbe mai notato.
    Mi guardai intorno per vedere se qualcuno mi stava osservando, e poi premetti il simbolo, che divenne improvvisamente rosso.
    Sotto la legna si apri una botola, che la fece cadere per poi richiudersi, il caminetto cominciò a girare su se stesso, come una giostra, io salii sopra, dove stava prima la legna, e girai con lui, era una porta segreta per arrivare in un altra stanza, probabilmente ora nella biblioteca c'era un altro caminetto...ingegnoso.
    La stanza che mi si presentò davanti era totalmente in pietra, con delle torce accese da chissà quanto che illuminavano la zona e gli dava quel non so che di tetro...lugubre, terrificante.
    Al centro della stanza, una tomba in pietra, una pietra grigia comune, come quella usata per qualsiasi tomba funebre importante, che quindi non si "abbassa" ad usare il legno.
    Sulla tomba c'erano delle inscrizioni:

    "טאָמבאַשט דיאָ ששטטעקן טאָמשטבאַ דיאָ שט"



    I caratteri erano indecifrabili, non conoscevo quella lingua, forse una lingua antica, morta da tempo immemore, forse avrei dovuto scoprire cosa c'era scritto per capire di chi fosse quella tomba.
    Poi vidi qualcosa che mi colpì, un manichino della mia ltezza circa, con addosso una veste bianca, un grosso chimono ed una cintura grigia a reggerlo, doveva essere l'abito dei monaci del dio.
    Attaccato al chimono vi era un biglietto, lo presi e lo lessi attentamente, era del Gran Maestro, di nuovo.

    "Se stai leggendo queste righe ce l'hai fatta, hai trovato il santuario di Jashin, adesso, prendi questo chimono, indossalo nelle tue battaglie, ma non rivelare mai di chi sei il discepolo.
    Sei troppo debole per il rito di iniziazione, dovrei maturare gli anni, anni di esperienza e sacrifici, prima di poter intercedere con Jashin.
    Una volta che ti sentirai pronto, recati a Kusa, nella giungla, e cerca il suo tempio, ormai in rovina, li il suo spirito giace ancora immortale, attendendo nuovi discepoli che portino la sua mano nel mondo.
    Ho fiducia in te, sei destinato a grandi cose, sei destinato all'immortalità."


    Ora mi era tutto chiaro, il mio scopo nella vita, il mio obbiettivo ultimo, la mia vocazione.
    Oggi moriva Rain di Ame, e nasceva un nuovo uomo, pronto a ergersi contro chiunque pur di arrivare, un giorno, faccia a faccia con la divinità che lo renderà, finalmente, immortale.

    Oggi Rain muore, muore con queste vesti...

    Dissi, mentre mi spogliavo della mia armatura che per 5 anni avevo portato.

    Oggi nasce un nuovo uomo, oggi nasce, Dorian.

    Uscii dalla stanza e mi rigettai nella biblioteca, procedendo verso il mio cavallo, era tempo di tornare ad Ame, era tempo di iniziare una nuova vita.


    Fine della mia Ultima PQ fino ai 4000 punti exp, attendo exp.


     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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