La grotta dell'orso parlante

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    Allora, questa pq precede la mia firma col contratto personalizzato. Vorrei che gentilmente il mod che mi correggerà questa fosse lo stesso che poi mi gestisce l'evento, così saprà già tutta la storia :) Quindi una volta corretto, mio gentilissimo ascoltatore, sai già che quando vuoi puoi aprirmi anche la quest del contratto. Grazie intanto!




    Dopo lo scontro con quel ragazzo sarei dovuto andare a casa, sarei dovuto tornare indietro per riprendermi dalle energie perdute, per tornare alla mia vita. Eppure non l’ho fatto, ho guardato il sentiero alle mie spalle, già abbastanza insicuro su quale fosse effettivamente la strada per tornare indietro, ma poi mi sono rigirato e ho proseguito il mio cammino. Quello scontro mi avrebbe dovuto sfogare, avrei dovuto espellere una minima dose di rabbia che avevo in corpo, ed in effetti per tutta la durata del combattimento mi sono sentito libero, mentalmente intendo. Ma ciò non è bastato, o meglio, non è servito, dato che una volta rimasto solo i miei pensieri hanno ricominciato a turnare la mia tranquillità. Ed allora perché tornare indietro? Ma soprattutto, per chi?

    Così ho proseguito, senza sosta, fino alle lande ghiacciate che stanno in cima alla montagna, e poi ancora più in su, fino a che non sono incappato in una delle più grandi bufere che abbia mai visto. Il vento misto alla neve scalfiva la mia faccia, a fatica riuscivo a respirare a causa dell’altitudine e delle pessime condizioni atmosferiche. Il mio corpo, ormai completamente gelato, avanzava nella coltre bianca che ricopriva ogni cosa, alla cieca, senza più speranze quasi ormai. Ogni passo poteva essere l’ultimo per quanto mi riguardava, eppure non ho mollato, non ho mai ceduto, come se dentro di me qualcosa ancora fosse convinto che non era giunta l’ora, che avevo ancora qualcosa da fare in questa vita. Una bella dimostrazione, una gran prova di fiducia e di forza. E così il mio fisico minuto ha proseguito nella candida neve ancora a lungo, fino a che le labbra ed ogni parte scoperta del mio corpo non sono diventate ghiaccio. Ma è proprio nel momento massimo di difficoltà, che gli dei mi hanno dato una mano. Eccola li, infatti, innanzi a me, la mia salvezza. Nonostante il tempaccio non mi permettesse di vedere più di un paio di metri davanti al mio naso, sono riuscito a giungere nei pressi di una grotta.



    Ancora mi chiedo se tutto ciò sia stato un caso, o semplicemente fortuna. Eppure l’unica risposta coerente che mi viene in mente è che sia stato il destino a farmi capitare li. Era scritto da qualche parte, come se qualcuno, proprio come me, stesse scrivendo una storia su un pezzo di carta, una storia che però deve ancora succedere. Fatto sta che incappare in quel buco nella roccia mi ha permesso di sopravvivere. E non solo.

    Una volta dentro, mi sono lasciato finalmente andare, ho potuto rilassarmi e lasciarmi cadere a terra, dove ho potuto riprendere le forze per qualche minuto, in pace, in attesa del finire dell’inferno che vi era al di fuori. Una volta riacquistate in parte le forze e rilassata la mente, incuriosito, ho deciso di farmi un giro all’interno della grotta, addentrandomi nella roccia, spinto dal calore che proveniva dal cuore vivo della montagna. Proseguendo, in effetti, mi sentivo sempre meglio, sempre più a mio agio, quel posto era decisamente confortevole. Si, fino a che non ho incontrato il suo inquilino. In fondo allo stretto corridoio che stavo percorrendo infatti, ho potuto scorgere una luce. Arrivato, mi sono accorto che non ero il solo in quei luoghi. Vi era infatti un fuoco, ed un enorme armatura messa li a riposare, con accanto un rotolo.

    GROOOOWL!!

    Tempo di girarmi ed un enorme orso bianco mi si è parato davanti, ruggendo, incazzato nero. Subito sono scomparso nella roccia per evitare conseguenza peggiori di un semplice spavento. Poi sono riuscito, ed ho afferrato un tozzone ardente, sperando in quel modo di intimidirlo, sventolando il braciere davanti al suo naso.

    Chi pensi che lo abbia acceso quel fuoco, idiota?

    Per un attimo mi sono sentito un vero idiota, proprio come mi aveva etichettato la bestia. Solo successivamente è giunta al mio cervello l’incredulità di aver appena sentito un orso parlare. Per un attimo mi sono sentito spaesato, dal luogo e dalla situazione, e non ho trovato parole per replicare. C’ha pensato subito l’enorme bestia però a mettere le cose in chiaro.

    E ADESSO VIA DA QUI!!

    Al sentire di nuovo il suo grido, mi sono sentito percosso da un lungo brivido su tutta la schiena. Tuttavia, seppur spaventato a morte, ho comunque provato a ragionare con l’animale, il quale, visto che sapeva parlare, di certo doveva avere un minimo di diplomazia.

    Senti, orso, o come ti chiami, non era mia intenzione disturbarti ne farti in alcun modo del male… è solo che fuori imperversa una tempesta terrificante, e questo è l’unico rifugio che, con grande fortuna, sono riuscito a trovare. Ti chiedo solo di aspettare che la furia della montagna si plachi, e poi me ne andrò…

    Ma il feroce animale non sembrava affatto colpito dal mio discorso, e senza pietà mi ha rinnovato il suo invito ad andarmene, abbandonandomi al mio destino.

    L’unico motivo per cui ti farei restare ancora qui è per mangiarti, stupido umano, quindi ora è meglio se te ne vai….CAPITO?!

    Visto che era l’unica opzione disponibile, ho girato i tacchi e ho ripreso i miei passi, non senza lanciare un’ultima occhiata a quello strano animale. È proprio in quel momento che ho assistito alla scena che sta alla base della mia storia, una scena che difficilmente mi sarei dimenticato.



    Una faccia così espressiva non l’ho mai vista nemmeno fare ad un umano, figuriamoci un orso polare. Tanta tristezza, ma anche bontà, a testimonianza che quella bestia non era affatto cattiva, ma forse lo era diventata. Eppure la mia curiosità sembrava destinata a rimanere tale, visto che ogni tentativo di dialogo sembrava avere poche speranze. E così me ne sono andato, convinto ormai che quell’incontro tanto fortuito quanto incredibile sarebbe rimasto un semplice ricordo. La buona notizia però è comunque arrivata, e così, quando sono tornato all’ingresso della grotta, ho scoperto che finalmente la bufera si era placata.

     
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    Cosi mi sono rimesso in viaggio, tormentato ora dal pensiero di quel che mi era appena accaduto. Beh, un bene d’altronde, almeno mi aveva distratto un po dai miei brutti pensieri. E non era tutto. Infatti, cercando e ricercando la strada da cui provenivo, ho finito, ovviamente, per perdermi di nuovo. Potrebbe sembrar facile scendere da una montagna, basta andare verso la discesa, ma nella maggior parte dei casi finisci da tutt’altra parte rispetto dove sei partito. Proprio quello che è successo a me. una volta giunto più a valle quindi, ho dovuto orientarmi e cercare di capire da che parte andare. Ecco però un colpo di fortuna, o almeno quello che sembrava essere un colpo di fortuna. Nel mio cammino ho incontrato infatti un tizio, un vecchio per la precisione, fermo su un colle a scrutare chissà dove. Allora gli ho rivolto il mio problema.

    Scusi signore, sa mica da che parte è Iwa?

    Ma il tizio, senza quasi nemmeno guardarmi, mi ha liquidato nel minor tempo possibile, riprendendo quel che stava facendo fino a poco prima.

    Smamma ragazzino, non ho tempo… … … ECCOLO, A ORE DUE

    Un gran urlo, accompagnato dal suo braccio che indicava verso la valle. Guardando in quella direzione, mi sono accorto anch’io della presenza di uno splendido esemplare di lupo delle montagne.

    Gran bell’esemplare…

    Ma nemmeno il tempo di finire la frase che tre uomini sono scappati fuori da cespugli ed alberi, piombando sul lupo e circondandolo, per poi picchiarlo con dei grossi bastoni elettrici, fino a farlo stremare al suolo, inerme, per poi metterlo in un sacco.

    Ma che diavolo state facendo qui?

    Ancora una volta per poco mi è bastato il tempo per pronunciare qualche parola, che il vecchio ha estratto un coltello ed ha cercato di piantarmelo nel costato, senza pietà ne riguardo. Ho appena fatto in tempo ad indurire il mio busto, trasformandolo in roccia in modo da evitare che il fendente andasse a segno. Proprio per un pelo. Il vecchio sconcertato da ciò che era successo poi, non ha nemmeno opposto resistenza al mio successivo pugno in testa, sempre rafforzato, che lo ha messo letteralmente a dormire.

    Ehi Earl, l’abbiamo preso!! Torniamo all’accampamento…

    Da sotto la voce dei compagni di quel tizio. Prontamente mi sono trasformato nel vecchio che avevo appena steso e, affacciandomi alla roccia dove era prima situato, ho fatto un cenno agli altri tizi, simulando quanto meglio potevo la rauca voce dell’anziano bracconiere.

    Bene, andate pure, io arrivo…

    Non so come, ma ha funzionato. Naturalmente non avrei mai lasciato che uno scempio del genere andasse a segno, e così ho seguito il gruppo di uomini, fino alla loro base, situata nella boscaglia in una valle completamente celata ad occhi indiscreti. Li ho potuto farmi un’idea dell’effettiva dimensione del gruppo, composto da cinque persone, vecchio escluso. Ad accompagnarli un arsenale di armi di vario tipo, e qualche gabbia coperta, in cui sicuramente erano nascosti gli animali ingiustamente catturati. A questo punto, approfittando del vantaggio fornitomi dall’effetto sorpresa e dalle mie tecniche, è stato un gioco da ragazzi farli fuori uno per uno. Mi è bastato rendermi invisibili ed approfittare di vari momenti di distrazione, uno che andava a pisciare, uno che è tornato a vedere dove si trovasse il vecchio Earl, fino agli ultimi tre, che ho infiocchettato in un sol colpo con la mia tecnica della stretta d’acciaio, mentre mangiavano. Mi sono anche permesso di dare a tutti loro una buona rinsaccata di botte, per far pari con quel che gli avevo visto fare, e con quel che non avevo visto. Poi mi sono limitato a lasciarli li, in attesa che le autorità, che avrei poi avvertito, fossero giunte. A questo punto non mi restava che liberare gli animali, compito che ho ultimato in qualche minuto supplementare. È stato proprio in quel momento, nell’ultima gabbia, che ho incontrato la bestia che avrebbe segnato la svolta delle mie peripezie. Si trattava di un cucciolo di orso polare, che, una volta liberato, invece di scappare nella boscaglia come gli altri, è rimasto li a guardarmi.

    Grazie…

    Parlava, proprio così, anche lui. Parlare di coincidenze a questo punto mi pareva impossibile, e non mi ci è voluto molto per collegare quel che era successo, era evidente che quello era il figlio o il fratello dell’orso che avevo incontrato in precedenza.

    Sei il secondo orso che sento parlare oggi… fammi indovinare, tuo padre è un grosso orso bianco che a volte porte una bella armatura rossa e vive in una grotta quasi in cima alla montagna…

    Il cucciolo, a sentir quell’affermazioni, quasi mi è scoppiato in lacrime, e mi ha abbracciato, sollevato.

    Allora conosci mio padre!! Sei un suo amico? Puoi riportarmi da lui, io non ho idea di dove siamo…

     
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    Come rifiutare la richiesta di una piccola palla di pelo bianco, tanto soffice quanto carino. Una creatura da spezzarti il cuore. Così, nonostante quel bastardo del padre mi abbia abbandonato al mio destino, mi sono sentito il diritto di fare la cosa giusta, riaccompagnando così il giovane esemplare alla sua famiglia. Grazie al mio aiuto, non ci è voluto molto per ritrovare la via di casa. Una volta scorto con lo sguardo il buco nella roccia che gli faceva da casa, il piccolo si è gettato in una folle corsa, spinto dalla gioia di potersi riunire finalmente col suo amato padre. Quella che fino a poco prima non era nemmeno una speranza, ora si è era trasformata nella più incredibile realtà. Ero contento di ciò che avevo appena fatto, un vero motivo di fierezza, che mi ha permesso di tirarmi su un po di morale. La cosa giusta da fare a questo punto sarebbe stata andarsene, e lasciar loro godersi questi splendidi momenti, ma quell’orso doveva sapere che ero stato io a salvare la sua famiglia, lo stesso uomo che poco prima aveva abbandonato al suo destino. C’è da dire in effetti che se non mi avesse cacciato in malo modo come aveva fatto, probabilmente non sarei incappato nel gruppo di bracconieri, ma ormai è andata così. Alla fine ho deciso di entrare, più che altro incuriosito da quella strana razza di orsi parlanti. Una volta all’interno, ancora i due si stavano abbracciando. Lo sguardo dell’orso era totalmente diverso dal nostro primo incontro, la sua faccia ora era rilassata, sorridente ed estremamente confortevole. Ma una volta accortosi del mio arrivo, il suo volto ha fatto ben presto a cambiare, assumendo un espressione a dir poco cattiva, assetata di sangue. In un attimo la gigantesca bestia ha poggiato a terra la sua prole, dietro di se, prima di scattare in mia direzione con una serie di capriole eseguite in maniera a dir poco maestrale. Movimenti fluidi, veloci, aggraziati, non certo quello che ti aspetti da un esemplare di mezza tonnellata. Per un attimo mi sono sentito perso, non avevo idea di cosa volesse fare lui, ne di quel che volevo fare io. Non ho avuto tempo di far niente, una volta poggiato il primo piede dopo l’ultima capriola, ha caricato su di esso, per poi slanciarsi a tutta forza in mia direzione, effettuando un ulteriore rotazione, sull’asse del busto questa volta. Non ho nemmeno visto partire il calcio che poi si è andato ad infrangere contro il mio petto, scaraventandomi a tutta forza verso la fredda roccia di quei luoghi. Per fortuna ho fatto appena in tempo ad indurire il mio corpo, rendendolo della stessa consistenza della parete in modo da evitare frattura multiple, che sicuramente ci sarebbero state altrimenti.

    Adesso te la faccio pagare per quel che hai fatto al mio ragazzo!

    Queste le sua parole mentre si avvicinava minaccioso verso di me. Opporsi era inutile, sopravvivere insperato. Un po la paura, un po il colpo ricevuto pochi secondi prima, hanno paralizzato completamente il mio fragile corpo, abbandonandomi così a una tragica fine. Una volta a tiro, l’ho visto caricare il braccio fin sopra la testa, per poi partire in direzione della mia faccia, col grugno chiuso. Poi tutto nero.

    Aspetta, papà, FERMOOO!

    Nonostante il colpo si trovasse ormai a pochi centimetri dalla mia faccia, non so come il possente mammifero è riuscito a fermare la sua avanzata, evitando che la mia testa fosse staccata di netto dal mio collo. A quel punto ho riaperto gli occhi che precedentemente avevo chiuso per evitare almeno che schizzassero via dalla faccia. Innanzi a me un ammasso di carne e ossa da far paura, un’arma mortale a tutti gli effetti, che però si è prontamente ritirata col proseguire delle parole del ragazzo.

    Lui mi ha salvato. Ero stato catturato da un branco di uomini cattivi, ma questo qui mi ha liberato, e ha dato una bella lezione a quei cattivoni!

    Ho visto chiaramente il volto del padre coprirsi di vergogna e di dispiacere per quel che aveva fatto sia ora che in precedenza. Ho capito subito che era dispiaciuto per tutto quello che era successo, non c’è stato bisogno di aggiungere niente. L’orso era quasi commosso, mi ha raccolto da terra e mi ha sistemato vicino al fuoco che stava al centro della sala, per poi andarsene, dopo avermi fatto cenno di aspettare. Così mi sono ritrovato di nuovo solo col ragazzino, che ha cercato di spiegarmi un po le cose.

    Mi dispiace per quello che è successi, ma il babbo non va proprio d’accordo con gli umani…

    Nemmeno il tempo di finire il discorso che l’altro era già tornato, brandendo in una mano un paio di conigli, e nell’altra un bell’esemplare di cervo, tutti è tre già belli che morti. Non so come abbia fatto a procurarsi tutta quella selvaggina in così poco tempo, ma quell’animale mi stupiva ogni secondo di più.

    Devi aver fame…

    Simpatico, ironico, espressivo, una macchina da guerra buona come un pezzo di pane…almeno quando gli pareva a lui. Ho sentito chiaramente il nostro rapporto cambiare, lo vedevo da come mi guardava, come mi offriva gentilmente il proprio cibo, lo si capiva chiaramente anche solo dai suoi occhi. A questo punto, raggiunta ormai una certa confidenza, mi sono permesso di chiedere informazioni sul suo passato, e una domanda mi è sembrata in particolare quella giusta.

    Come mai quest’odio verso gli umani?

    Un attimo di silenzio, poi una grossa risata, a dir poco sarcastica, per poi ritornare alquanto serio. Dovevo aver toccato il tasto dolente, dato che per un attimo l’atmosfera di allegria ha lasciato spazio a una fredda serietà.

    Odiare? Forse il termine non è abbastanza per esprimere quello che provo. Vedo che sei curioso di sapere della mia storia… devo dire che non mi piace raccontarla, ma sono in debito con te, non posso non esaudire il tuo volere. Però sarò breve: devi sapere che io, mio fratello e tanti altri orsi come me, siamo stati allevati proprio da voi umani, che fin da piccoli ci hanno accudito e cresciuto come figli, insegnandoci a usare il cervello, ed il corpo, al meglio. Quel che ne è venuto fuori puoi dedurre da solo che sia stato un piccolo esercito di invincibili animali dall’intelligenza superiore. Abbiamo continuato a vivere qui, trai monti, con la gente che ci aveva cresciuto, convivendo e combattendo per loro, per la loro incolumità. Poi però è iniziata l’era dei ninja, l’era delle battaglie, del male, della morte. Sapevamo che prima o poi, anche se eravamo ben rifugiati tra le montagne, sarebbero arrivati. E così è stato. Un oscuro signore ha invaso il nostro paese. Non ci è voluto molto perché si innamorasse di noi, così, a patto che il nostro popolo fosse lasciato in pace, siamo stati tutti costretti ad arruolarci nel suo esercito personale, in particolare siamo stati costretti in un’evocazione, una specie di maledizione per cui lui e alcuni dei suoi uomini potevano richiamarci a se ogni volta che volessero. Le cose andavano bene, fino a quando, in una terribile battaglia in cui non aveva alcuna possibilità di vittoria, ci ha evocati, tutti, spedendoci di fatto al macello. Da quella feroce guerra siamo sopravvissuti in pochi, per fortuna il nostro re era morto, e noi abbiamo provveduto personalmente a far fuori gli altri in grado di richiamarci. A quel punto, liberi ma feriti nell’animo, siamo tornati alla nostra terra, di cui però erano rimaste solo le macerie. Così ci siamo divisi, ognuno per la sua strada, per ritirarci in qualche luogo lontano il più possibile da questo mondo crudele.

    Wow, una storia da brividi, da pelle d’oca. Sono rimasto senza parole, col fiato sospeso. Ogni cosa da dire sarebbe stata superflua, così ho preferito tacere, finché non ho trovato qualcosa di giusto da dire.

    Un motivo senz’altro più che valido. Ti capisco, anche a me gli uomini hanno riservato una sorte simile. Mi hanno cresciuto in una prigione di mattoni facendomi credere che il mondo fosse tutto li, costringendomi a una vita di rinunce, in gabbia. Però posso assicurarti che gli uomini non sono tutti così, l’ho scoperto uscendo dalla mia prigione. Ora il bene sta per riuscire a vincere sul male, i buoni sono in sovrannumero sui cattivi. Non è più come una volta, te lo assicuro.

    Nemmeno lui sapeva se credere o no alle mia parole, ed alla fine abbiamo rpeferito entrambi sviare su altri discorsi, fino a che non è giunta l’ora per me di andarmene. Così ho salutato i due esemplari, convinto di non rivederli mai più, per ritornare poi sulla mia strada, sgombro ormai di tutti i brutti pensieri che mi ero portato dietro alla mia partenza. Ora la mia mente era libera, totalmente ignara che quello che avevo appena concluso darebbe stato uno degli incontri più importanti della mia vita.
     
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    devo dire che mi è piaciuta, ti do 34 :soso:
     
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    Beh ti ringrazio Kerbe ;) ti va quindi di gestirmi anche la quest per la frima del patto? Anche tra qualche giorno...
     
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    Si, avevo letto lo spoiler all'inizio :asd: Ma sappi che devi fare tu il post iniziale, ma andando alla grotta dell'orso e basta senza incontrare orsi, poi da li subentro io. Puoi aprire anche adesso, tanto sono libera :sisi:
     
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    Adesso ho uno scontro con Revan che poretto sono giorni che aspetta... però dovrei aver quasi finito la missione quindi cmq entro pochi giorni apro.... intanto grazie ;)
     
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