Un nuovo Chunin

PQ Personale

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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Finalmente ero riuscito a passare di grado, ero diventato un vero e proprio Chunin. All'esame mi temevano tutti, ormai ero conosciuto da molta gente anche perché nessuno oltre me e Zekin possedeva la manipolazione Ossea nei vari villaggi. La mia carriera da ninja proseguiva a gonfie vele, portavo a termine una missione dopo l'altra e la mia forza aumentava giorno dopo giorno sempre di più, ero fiero di me stesso.
    Era passata una settimana dalla mia promozione, la giornata a Kiri era diversa dalle solite. La nebbia era scomparsa e i raggi del sole battevano su tutto il villaggio, anche se con molta meno potenza rispetto quelli di Konoha, o di Suna. L'aria era ferma ma la temperatura era gradevole, non c'era nè caldo nè freddo e si stava bene. Io mi ritrovavo sul tetto di casa mia, seduto ad osservare la magione del MizuKage anche se al momento non vi era nessun ninja con quella carica. Non avevo un motivo preciso per guardarla però mi andava, dopo qualche minuto vidi comparire accanto a me Zekin, il mio maestro.

    Akito, che fai qui?

    Mi gettai all'indietro sdraiandomi completamente, con le braccia incrociate dietro la nuca e le gambe che mi penzolavano dal bordo del tetto.

    Niente.. Penso ai miei genitori..

    Ho capito. Ho un compito per te, più che un compito è una specie di missione. Voglio che viaggi per tutte le nazioni ninja, imparandone la morfologia del territorio. Sei un Chunin ed è giusto che tu ti sappia muovere bene fuori da queste mura. Ormai sei grande e abile per difenderti dai pericoli lì fuori.

    Penso che tu abbia ragione.. Parto subito.

    Bene, ho qualcosa da darti per il freddo che troverai al paese del ferro.

    Non gli avevo ancora rivolto lo sguardo e quando mi girai vidi che effettivamente teneva qualcosa per le mani. Sembrava un animale morto.

    Questa è un'ottima pelliccia, fatta con il pelo di un particolare tipo di babbuino. Anche se la buchi con le ossa dopo un breve lasso di tempo si rigenera tornando come prima. Inoltre ti tiene abbastanza caldo, la usavo io tempi addietro e la chiamavo Zabimaru. Ci ero molto affezionato, considerala un regalo per la tua promozione.

    Grazie, Zekin.

    Scattai in piedi con un balzo e indossai subito questa strana pelliccia color bordò chiaro e improvvisamente venni sopraffatto da un imponente calore. Zabimaru ricoprì la mia parte superiore del corpo. Di davanti mi copriva tutte le spalle, fino a metà braccio sinistro mentre quello destro lo ricopriva per intero come fosse una maglietta a maniche lunghe prendendo perfino la mano con una specie di guanto nero. Il petto era scoperto al centro e la parte sinistra era collegata alla destra con un laccio dentato rosso. Di dietro arrivava fino il fondo schiena, ma pur avendo comunque molte parti del corpo scoperte era come se fossi un tutt'uno con la pelliccia. Infine mi accorsi di aver stampato sulla spalla sinistra lo scheletro del viso di Zabimaru, il babbuino.

    y2on

    Vado.




    In una piccola barca presa in prestito remavo sul mare aperto per sbarcare a Konoha. Kiri era un paese isolato dal resto del mondo su di una piccola isola circondata da chilometri e chilometri di mare, il paese dell'acqua era molto lontano da tutte le altre nazioni ninja e proprio per questo non uscivo quasi mai se non per svolgere missioni. Mi scocciava fare sempre tutta quella strada ma purtroppo non potevo mica cambiare villaggio per un motivo così stupido. La sua posizione isolata rendeva il paese in una situazione di vantaggio rispetto tutti gli altri, difficilmente qualcuno poteva sbaragliare la sorveglianza del luogo infiltrandosi. Kiri ormai la conoscevo bene, il villaggio era circondato da una piccola foresta e la foresta era circondata a sua volta dalle spiagge dell'isola. In sintesi l'intero paese si poteva dividere in tre circonferenze, quali: villaggio, foresta e spiaggia. Tutte e tre in ordine di grandezza dal più piccolo al più grande.
    Dopo diverse ore arrivai finalmente nel paese del fuoco, così legai la barca al molo e mi addentrai nella foresta del luogo.
    Ciò che mi colpì subito fu la corposa vegetazione e gli alberi estremamente grandi e robusti. Il verde era il colore principale insieme al marrone del legno, anch'esso in grandi quantità. Quell'ampia e fitta foresta era nata grazie alla crescita rigogliosa del primo Hokage, almeno, Zekin mi aveva detto così. Aumentai il passo cominciando a saltellare tra un ramo e l'altro per tutto il territorio, mi era solito incontrare diversi fiumi e ampie radure, ogni tanto vedevo i ninja delle varie squadre di ricognizione ma una volta che mostravo il coprifronte era tutto apposto. Dopo un'ora esatta dal mio arrivo mi imbattei in una recinzione metallica, solo osservando un cinghiale dalle dimensioni abnormi al suo interno capì dopo una manciata di secondi che si trattava della famosa foresta della morte. Mi era capitato soltanto una volta di entrarci per via di una missione con altri due ninja. Ogni cosa oltre quella recinzione era un pericolo, perfino la vegetazione stessa. Dato che avevo già visitato quel posto decisi di non entrarci, anche per risparmiare del tempo che in futuro mi sarebbe ritornato utile. Così, arrivato al villaggio feci un giro all'interno dello stesso osservando i famosi volti in pietra dei vari Kage.
    Era impressionante come cambiava la temperatura tra un paese e l'altro, a differenza di Kiri, a Konoha il sole batteva forte e non v'era nessuna traccia di nebbia. Ma seppur il paese del fuoco mi piacesse tanto non potevo restare per molto, indi una volta finito di pranzare mi rimisi in marcia scegliendo come destinazione prossima: Suna.

    Dalla posizione in cui mi trovavo, per arrivare nel paese del vento dovevo obbligatoriamente passare per quello della pioggia, quindi prendevo due piccioni con una fava e ciò era ottimo. Il mio passo era veloce, essendo un combattente corpo a corpo riuscivo a camminare per tantissimo tempo senza stancarmi e questo mi avvantaggiava nell'impresa. Passando per la steppa di Ame notai da lontano il villaggio nascosto della pioggia ma non osai addentrarmici, col fatto che i nostri paesi erano in guerra non potevo farmi notare dai ninja del luogo altrimenti mi avrebbero preso come ostaggio e da solo non potevo di certo affrontare un esercito. Pioveva a dirotto, la vegetazione era scarsa e gli alberi completamente assenti. Non vi erano molti ostacoli che impedissero ai nemici di vedermi, indi mantenei le adeguate distanze per evitare inconvenienti. Vi erano diversi serpenti e roditori che gironzolavano per il terreno, le zone erano abbastanza umide e c'erano un'infinità di falde acquifere. Però era un ottimo posto per i taijutsu type infatti difficilmente i ninjutsu type potevano sfruttare le caratteristiche del luogo per combattere. Non ero mai passato da Ame, quel paesaggio mi era completamente nuovo.
    Continua :sisi:
    Ps: L'immagine fa cagare lo so, però dovevo far vedere bene il pellicciotto regalato dal maestro :si2:
     
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    Un immenso deserto in lontananza annunciò l'entrata nel paese del vento, una sconfinata distesa di sabbia mi saltò agli occhi facendomi distinguere il paese in due colori: Giallo e celeste; Ovvero la sabbia che c'era per terra e il cielo in alto, anche perché non c'era più niente oltre quei due elementi. Camminando per qualche chilometro però dovetti ricredermi, ogni tanto incontravo degli anfratti rocciosi o delle piccoli oasi in cui mi dissetavo. I granelli bollenti che passo dopo passo mi ricoprivano i piedi erano fastidiosi, ma più fastidiosi quando si intrufolavano tra le dita dei piedi, il caldo torrido e pesante mi affaticava il doppio e pian piano il mio odio verso quel paese aumentava a dismisura. Per aiutarmi a sorpassare le alte dune di sabbia slegai il porta katana dalla mia schiena e usai la spada con il fodero come bastone, piantandola a terra ad ogni passo. Una leggera tempesta di sabbia mi fece intuire l'arrivo di un gigante tornado, ma fortunatamente feci in tempo ad arrivare al villaggio prima che esso si manifestasse.
    Che dire, ero già stato a Suna qualche volta e questa ennesima visita non fece altro che confermare il mio odio su di essa. Non persi tempo a ripartire per il paese del ferro, che aveva un clima completamente opposto.
    Non ci si misi molto ad arrivare, dovetti attraversare nuovamente il deserto e in tre quarti d'ora fui lì. Se non avessi avuto Zabimaru addosso sarei letteralmente morto di freddo, con la pelliccia la mia temperatura corporea non si abbassava mai, ma si manteneva sempre sui 30° circa. La neve sovrastava ogni singola cosa, al posto dei ninja c'erano i samurai a fare la guardia in tutto il territorio ed essendo un paesino neutrale decisi di visitare anche il villaggio.
    Non mi ci fermai più di tanto e riuscì ad arrivare ad Iwa prima che calasse la notte. Pernottai al villaggio della roccia e il mattino successivo visitai tutto il luogo. Esso era prevalentemente montuoso, i monti erano ricchi di grotte, caverne e anfratti tetri e bui, era facile anche incontrare orsi. La loro foga nell'attaccarmi mi costrinse ad abbattere tutti quelli che incontravo, mentre gli altri tipi di animali, quali stambecchi, marmotte e camosci si rivelarono del tutto calmi e docili. Adesso conoscevo anche il paese della terra, la mia cultura stava aumentando grazie a quella gita e non facevo altro che ripetere nella mia mente che Zekin ebbe un'ottima idea nel mandarmi in questa escursione.

    Dunque la prossima destinazione era Kumo e potevo anche considerarla quella finale perché per arrivarci dovevo attraversare Oto, Taki e Kusa e a quel punto potevo dire di conoscere tutti i paesi importanti. Mi trovavo fuori dal villaggio già da due giorni, quindi decisi di aumentare il passo non soffermandomi troppo sui vari continenti che dovevo visitare e cominciai a correre, arrivando in men che non si dica a Kusa. Le praterie del paese erano molto ampie, dividendosi in due tipi: Le praterie ad erba alta e le praterie ad erba bassa, in quelle ad erba alta, l'erba era perfino più alta di me nascondendo per intero il mio corpo dalla vista di qualsiasi individuo. La vegetazione era costituita quasi interamente da piante basse, molte di queste graminacee e gli insetti erano in grande quantità. Il clima mite rendeva il paese un posto tranquillo e gradevole, specialmente nelle parti dove l'erba era bassa. Come i seguenti due paesi, Kusa era molto piccola, non ci volle molto a girarla tutta. Avevo sentito parlare della strana abilità della KusaKage e l'argomento mi incuriosiva tanto da suscitarmi interesse verso quella donna, ella riusciva a trafiggersi e a trasmettere il proprio dolore ad altri individui. Un'abilità alquanto particolare e utile in battaglia, magari più in là le avrei fatto visita direttamente. Quelle praterie nascondevano un segreto, un segreto che nessuno riusciva a svelare e in futuro ci sarei ritornato proprio per quel motivo.

    Un sentiero roccioso mi portò successivamente su di un'altura abbastanza alta, per tutto il percorso fui accompagnato da un corposo fiume che alla fine dell'altura precipitava con forza e furia su di un laghetto a diversi metri in basso. Mi trovavo proprio sopra la cascata di Taki! Anche Taki come Kiri meritava il titolo di 'Paese dell'Acqua' proprio perché ovunque mi giravo vedevo il suddetto elemento, gli utilizzatori del Suiton in quel luogo potevano considerarsi invincibili date le infinite risorse d'acqua.
    Una trentina di metri mi distaccavano da terra, così mi assicurai di aver fissato bene alle mie vesti tutti gli oggetti e le armi e poi saltai a volo d'angelo dalla cascata, tuffandomi nel profondo laghetto alla sua fine.
    L'acqua era fredda ma il bagno fu piacevole, sul paese non c'era molto da dire così dopo essermi asciugato mi dirigei ad Oto, il paese dei campi di riso. Avevo sentito dire che il villaggio del suono era stato fondato da Orochimaru, uno dei tre sennin leggendari di 200 anni fa.
    Ebbi il dispiacere di attraversare le tremendi paludi del paese, l'odore che vi era intorno era orribile, gli insetti del luogo erano eccessivamente grandi, dovevo stare attento a non mettere i piedi nelle pericolose sabbie mobili. Per terra c'era una strana poltiglia schifosa, una specie di agglomerato di rifiuti di qualsiasi genere. Era un posto orrendo, nessuno avrebbe voluto passarci del tempo a meno di qualche ricerca particolare. Nel villaggio del suono feci un giro a malapena, poi mi fiondai verso il paese del fulmine.

    La morfologia del territorio era simile a quella di Iwa per le distese di terra e roccia, con la differenza che di vegetazione non v'era nessuna traccia. Il terreno era estremamente duro e compatto, vi erano diversi dislivelli nelle varie alture delle gole. Sparse a destra e a manca c'erano molte rocce di ogni dimensione, inoltre era possibile notare anche dei ghiacciai nelle zone più alte. Vi erano molti precipizi e delle scarpate mortali, quei burroni non erano cose da prendere alla leggera e se non gli si prestava la giusta attenzione si poteva anche rischiare di morire. Nel villaggio delle nuvole passai più tempo del previsto, mi affascinava la struttura in cui abitava il RaiKage. Si trovava al centro del villaggio ed era un palazzo dalla forma particolare, al suo interno vi era un impressionante via vai.
    Continua
     
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    Kumo era l'ultimo paese della lista così una volta terminata la visita del luogo cominciai a fare strada per tornare a casa, ero fuori dal villaggio già da troppo tempo e non era prudente continuare a starlo. Camminai per diverse ore e mi ritrovai in un posto sperduto dal mondo intero, sembravano delle rovine. Le varie colonne in pietra si mischiavano alla scarsa vegetazione di arbusti e piccoli cespugli. Non sapevo che razza di posto era quello ma il fatto era che non mi ricordavo neanche come ci ero finito in un posto del genere. Mi ero probabilmente perso, anche se era strano poiché ero convinto di andare nella direzione giusta.

    Hey!

    Un uomo sulla trentina comparve sopra una delle tante colonne di roccia, sulla fronte portava un coprifronte tagliato.

    Salve, dove ci troviamo?

    Dove ci troviamo? Ahahahah ragazzo, non sei mai stato in queste zone vero? Quì sei nelle aree dove nessun ninja di buon cuore osa addentrarsi.

    Capisco.. penso di aver sbagliato strada, tolgo il disturbo.

    Mi girai e presi a camminare per andarmene, ero andato a finire nelle aree disabitate. Dove si trovavano la maggior parte dei covi criminali e mukenin.

    Dove credi di andare rosso? Ti conviene darmi tutto quello che hai addosso se vuoi andartene di quì sano e salvo!

    Fermai la mia camminata restando in silenzio. Il vento mi scompigliava i capelli e le vesti, attesi qualche attimo e poi..
    Come un fulmine a ciel sereno mi piombai alle spalle dell'uomo con la katana puntata lateralmente al collo. Grazie alla luce intermittente del corpo e alla mia velocità sovrumana riuscì a spostarmi alla velocità della luce, scomparendo dalla vista del bandito e ricomparendogli alle spalle.

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    E sia.

    Cambiai obiettivo e anziché tagliargli la testa affondai la lama nella sua spalla per poi buttarlo giù dalla colonna con un calcio alla schiena. Il tizio mise due dita in bocca e fischiò richiamando dei seguaci. Precisamente erano in quattro compreso il ferito, dovevo stare attento perché lì rischiavo veramente la morte e quella gente non era da prendere alla leggera. Ne avevo ferito uno ma ne restavano tre in perfetta salute. Nessuna parola, nessuna spiegazione, niente di niente, cominciarono subito ad attaccare non appena scesi dalla colonna. Col Doton modificarono il terreno creando un altura sotto i miei piedi e poi mi lanciarono un proiettile d'acqua ingigantito da una tecnica Fuuton. Attivai subito l'armatura ossea e subì il colpo, dopodiché mi fiondai all'attacco. Feci perno sulla velocità per cercare di colpirli tutti e tre quasi allo stesso tempo, in modo da non dargli il tempo di difendersi l'un l'altro. Il primo lo colpì senza problemi con un Elbow al volto, poi passai al secondo. Egli parò il primo pugno allo stomaco ma poi venne sbalzato via dal palmo distruttore al petto. Infine caricai tutta la mia forza nel destro e sferrai un potente pugno di arhat al più robusto, ma improvvisamente quest'ultimo mi parò il colpo col palmo aperto, poi chiuse la mano afferrandomi il pugno. Senza perdere tempo rilasciai da tutto il mio braccio un numero indefinito di ossa lunghe e affilate trafiggendo la mano del nemico, che ferito indietreggiò con un balzo.

    Anf.. anf.. ma che diavolo sei?

    Non risposi, mi ci catapultai addosso col braccio disteso verso il collo e lo decapitai di netto. Dopo qualche secondo il suolo sotto i miei piedi si trasformò in sabbie mobili e i miei arti inferiori sprofondarono nel terreno. Mi sforzai dimenandomi a più non posso, esternai tutte le ossa delle gambe ma non riuscivo completamente a liberarmi. Dovevo combattere immobile e solo con la parte superiore del corpo, le cose si facevano difficili.
    Improvvisamente i nemici si moltiplicarono circondandomi, non li contai ma non erano sicuramente meno di una ventina.
    Di questo passo..
    Uno di loro mi venne davanti con una lunga spada, non avevo nulla da temere finché mi colpivano fisicamente. Le armi comuni non potevano danneggiare la mia membrana ossea.

    Hai la pelle dura ragazzo. Vuoi che chiami la mammina? Aahahahahahaahah

    La sua arma prese a irradiare chakra raiton, in quel caso mi trovavo veramente nei guai.
    Pensa pensa pensa, pensa pensa pensa. Dannazione!
    Stava per trafiggermi quando la sua arma venne respinta da una seconda arma infusa di chakra.

    Zekin?!

    Mancavi da troppo, è stato difficile trovarti. Se non fosse stato per tutto questo trambusto non vi avrei sentito.

    All'attacco!!!

    Tutti i uomini attaccarono il maestro ma nulla poteva contro il suo taijutsu. Li affrontò tutti contemporaneamente combinando attacchi corpo a corpo con l'esternazione di ossa in punti strategici del corpo. I suoi movimenti erano morbidi e decisi, combatteva in un modo strano ma efficace. Il suo corpo sembrava snodabile, le rapide giravolte, le piroette, gli slanci, i salti mortali gli permettevano di colpire in modo assolutamente imprevedibile, nonchè di tirare pugni e schivare nel modo più innaturale e inumano possibile. Quello era il famoso wushu di cui era tanto geloso e finalmente ne avevo una dimostrazione. Quello stile doveva essere mio a tutti i costi, intanto i nemici aumentavano a dismisura e dopo averne stesi una decina Zekin mi tirò dalle braccia liberandomi dalla palude infernale.

    Stammi vicino Akito.

    Insieme combattemmo contro tutti gli avversari del posto, io cercavo di imitare e apprendere il più possibile lo stile usato da Zekin e non c'era modo migliore di impararlo se non provandolo sul campo di battaglia stesso.
    Riuscimmo a sconfiggerli tutti, il modo in cui mischiavo l'esternazione delle ossa al wushu mi affascinava sempre di più, così una volta giunti a casa Zekin me lo insegnò completamente.
    Quell'esperienza per me fu molto significativa, avevo imparato tante cose e non appena mi rimisi in sesto non vedevo l'ora di combattere nuovamente.

     
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    « Sanità mentale? Non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio!. [cit.]»
    «Mi gioco anche la mia vita sul filo del rasoio.
    Se poi la vita è quella tua, farò anche d' avvoltoio!»

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