La ricerca delle radici

PQ di sghir

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  1. sghir
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    Atto I - Le prime tracce

    La mia carriera ninja era oramai cominciata, ma ancora non mi sentivo parte di quello strano e violento mondo dove i miei genitori avevano perso la vita. La mia ricerca verso la conoscenza del passato non aveva fatto alcun progresso. Come erano morti i miei genitori? Cosa li aveva spinti a lottare così tanto per il villaggio fino a dare in pegno la loro stessa vita, abbandonandomi? Queste erano le domande che ogni giorno martellavano la mia testa ogni singolo giorno da quando se ne erano andati. Nessun cadavere, nessun funerale, nessuna traccia, niente di niente. L'unica vera traccia della loro morte era stata data dal messaggio portato da alcuni messaggeri, che rivelava la loro morte in missione, senza indicare ne le circostanze ne il luogo dove la loro dipartita era avvenuta. Avevo provato a consultare i registri, l'anagrafe e quant'altro, ma era tutto inutile. Non avevo idea di dove altro cercare tracce della lor esistenza. Era tutto sparito, persino i loro oggetti personali, confiscati dagli Anbu pochi giorni dopo l'incidente. Era come se un'ombra avesse deciso di cancellarli dalla storia del villaggio, senza lasciare alcuna traccia della loro esistenza.

    Ero a casa in quel giorno, e stavo iniziando gli allenamenti per padroneggiare l'elemento naturale che avevo scoperto poter controllare. Avevo oramai cominciato da parecchi giorni l'allenamento e sentivo di riuscire a migliorare sempre più, ma non avevo ancora abbastanza controllo da effettuare veramente delle tecniche. Non riuscivo ancora, se non di rado, ad incanalare così tanta pressione nel liquido da creare getti potenti, in grado di costituire una degna offensiva. Capitava spesso che decidevo di allenarmi direttamente nella mia stanza invece che in accademia, e quel giorno stavo utilizzando due ceste piene d'acqua cercando di smuovere il contenuto e dargli velocità e potenza, ma la maggior parte dei tentativi era inutile, e il massimo risultato che ottenevo era far rovesciare schizzi del liquido trasparente fuori dai loro contenitori.
    La mie illusioni di essere portato per il ninjutsu erano svanite ora che tentavo di padroneggiare tecniche leggermente più potenti legate alla natura elementale. Domare gli elementi si stava rivelando un'impresa ardua, ben oltre le mie aspettative, ma non avevo intenzione di mollare. Se c'era una speranza che diventando un ninja migliore avrei potuto trovare tracce sui miei genitori non potevo perderla, e dovevo fare tutto il possibile per seguirla. Feci un ennesimo tentativo, e l'acqua levitò alta fino a quasi un metro di altezza, ma si sfaldava rapidamente, e ben presto persi il controllo mentre la figura si sfaldava e si infrangeva in mille schizzi disordinati.
    Non funzionava ancora.

    "Come mai non funziona? cosa diavolo sto sbagliando?"

    Chiusi gli occhi e, sfogando la mia rabbia, tirai un pugno sul legno del muro mentre urlavo con tutto il fiato che avevo. Senti un rumore simile aperto, come di una crepa che si rompe, il suono di un oggetto metallico ed il suono di alcuni schizzi alla mia destra. Aprii gli occhi allarmato e vidi che poco distante dal punto in cui avevo tirato il pugno si era creata una crepa che aveva spaccato le assi di legno. Dalla spaccatura cadevano lenti dei piccoli rivoli d'acqua, e il legno attorno sembrava più umido. Guardai il pavimento e notai una scia di acqua che dal foro nel muro si protraeva fino alle ceste con cui mi stavo allenando. Avevo appena effettuato un attacco con il mio elemento. Mi soffermai incredulo a guardare il foro nel muro quando qualcosa attirò la mia attenzione. Una piccolo bagliore risplendeva lontano dal foro, come se qualcosa fosse nascosto all'interno del muro. Provai ad avvicinare lo sguardo e, con la poca luce che c'era, riuscii a vedere un fondo di pavimento che proseguiva oltre il foro, come se fosse presente un'altra stanza. Non capii bene il perchè ma un impulso frenetico mi suggeriva di continuare ad aprire la spaccatura. Iniziai a colpire con gomitate e calci il legno deformato, che ad ogni colpo scricchiolava e si spaccava. Sentii più volte strani rumori, come di oggetti che cadevano e in breve tempo si aprì una spaccatura che rivelava l'accesso ad una stanza nascosta. Un pensiero si faceva largo rapidamente nella mia mente. Per come era strutturata la casa, la stanza successiva alla mia era quella dei miei genitori, separata da una muro lungo un paio di metri che avevo sempre considerato vuoto. Quell'antro occupava esattamente lo spazio fra la mia camera e la loro. Presi un profondo respiro e, facendomi coraggio, entrai nella piccola sala.
     
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  2. sghir
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    Atto II - un aggancio al passato

    Entrai lentamente nella sala, facendomi luce con una piccola lampada. Il silenzio era tale che riuscivo a sentire, anche se lievemente, il mio cuore palpitare e martellare, mentre ad ogni passo che facevo il legno sotto i miei piedi scricchiolava. Alzai la lampada ed osservai tutto ciò che mi circondava.
    La stanza era un piccolo ripostiglio, pieno di documenti, trofei e oggetti vari. Provai ad avvicinarmi ad uno di essi e il cuore mi sobbalzò in gola quando lessi il nome sulla targhetta. Yume Nakamura. Mia madre.
    Continuai a far correre lo sguardo sui vari trofei e oggetti. Molti recavano il nome di mia madre, alcuni invece quello di mio padre Eizan Tanaka.
    In quello stanzino avevano raccolto la loro storia e i loro successi. Molti di quei trofei erano stati vinti in competizioni o eventi riguardanti le arti ninja. Mia madre sembrava essere stata un'abile maestra nell'arte del taijutsu e nel lancio di armi, mentre i trofei di mio padre riguardavano invece più il ninjutsu e la manipolazione delle forme.

    "Dovevano essere degli shinobi incredibili"

    Continuai per molte ore a cercare e ricercare ogni oggetto del piccolo stanzino, ogni singola foto, ogni piccolo oggetto.
    Era presente un piccolo numero di gioielli racchiusi in un piccolo forziere. Mia madre sembrava essere si attratta dalla bigiotteria, ma non in maniera così pesante quanto quella delle comuni donne del villaggio, avide di oro e pietre preziose in qualsiasi forma indossabile.
    Sembrava invece essere più sportiva. Accanto ai trofei infatti c'era un piccolo apparato di legno per poggiare armi, sulla quale era impressa una targhetta con il nome di mia madre. C'erano katane, nunchaku, ed ogni sorta di arma. Le armi però, versavano in uno stato terribile ed erano tutte rovinate. Sfoderai la katana. Quella lama che probabilmente era stata la compagna di mia madre in molte situazioni, aveva totalmente perso il filo ed era arrugginita in molti punti.
    Molti meno erano gli oggetti di mio padre. Non sembrava essere il tipo di persona che amava gli oggetti e i ricordi.
    Iniziai ad osservare le foto. Avevo perso totalmente i ricordi di quelle due persone, tant'è che vedendo le loro foto da giovani mi sembravano quasi estranei. Erano presenti numerosi scatti che narravano la loro vita. Lei era fiera, sorridente, e sempre in qualche posa divertente. I lunghi capelli neri corvino facevano da contorno alla sua pelle rosea ed ai suoi occhi verdi che splendevano vivacemente. Doveva essere una donna molto attiva. Lui invece era più riflessivo, più pacato, ma spesso capitavano foto in cui anche lui sorrideva. Era un uomo alto dallo sguardo sereno, e i capelli castano chiaro, così come gli occhi. Continuai a scorrere la loro vita attraverso le immagini, passando anche per le foto della mia nascita, finchè arrivai alle ultime foto dell'album, dove la trovai.
    L'ultima foto rappresentava loro due, insieme ad altri due shinobi che indossavano gli abiti tipici dei jonin.
    Mi resi conto di essere uno stupido. Per tantissimo tempo avevo cercato di trovare delle tracce sui miei genitori ma non avevo mai pensato a trovare un collegamento con altre persone, e probabilmente quella foto era l'anello che mi avrebbe portato a scoprire qualcosa in più su di loro.
    La sera stava oramai giungendo, e mio nonno tornò a casa. Era l'unica famiglia che mi era rimasta, e portare a lui quei ricordi avrebbe dato un gran dolore, ma dovevo farlo.
    Scesi le scale e lo raggiunsi stringendo la foto fra le mani...
     
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  3. sghir
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    Atto III - una pista da seguire

    Osservai il vecchio mentre preparava la cena, e decisi di non mostrare subito la foto, preferendo sedermi a tavola ed affrontare la questione con più calma dopo il pasto. Mentre mangiavamo c'era silenzio. Dopo la mia promozione a Genin, i miei allenamenti, e gli impegni del nonno avevo avuto poco tempo a disposizione per parlare con lui, e mi era difficile anche parlare come un tempo. Il fatto che avessi deciso di seguire le orme dei miei defunti genitori gli aveva dato un grande dolore. Dopo la loro dipartita infatti il vecchio aveva cominciato a serbare rancore verso quel sistema spietato che consumava vite umane con grande voracità. Mangiammo lentamente senza che nessuno dei due tentasse di comunicare con l'altro e dopo aver sparecchiato la tavola decisi che era tempo di dar voce ai miei pensieri. Provai ad essere cauto. Per quanto fosse difficile, volevo urtare il meno possibile i suoi sentimenti.

    -Nonno, ti devo parlare... ho trovato degli oggetti che appartenevano ai miei genitori, e con questi ho trovato una foto che potrebbe riguardare il loro passato.-

    Avvicinai l'immagine al vecchio.

    -Sai per caso chi sono questi due giovani che erano assieme a mamma e papà?-

    Mio nonno si irrigidì. La foto sembrava aver innestato un sentimento misto fra malinconia e rabbia, e le sue membra indebolite erano ora tese. Non era un buon segnò. Passarono alcuni minuti che sembravano essere un'eternità prima che mio nonno decidesse di parlarmi.

    -Questi... erano i compagni dei tuoi genitori. Loro quattro formavano uno dei team più valorosi del villaggio di Oto. E come tali sono stati consumati da questo schifo di mondo in cui anche tu sembri voler entrare per forza.-

    Abbassai il capo. Mi era difficile guardarlo negli occhi mentre esprimeva il suo disappunto verso la mia scelta e il suo odio verso il mondo degli shinobi. D'altronde come potevo biasimarlo? Se io avevo perso mia madre, lui aveva perso una figlia e potevo intuire che la distruzione di quel legame lo aveva ferito nel profondo. Mi feci forza e rialzai lo sguardo. Dovevo arrivare in fondo a quella faccenda.

    -Sono tutti morti o uno di loro è ancora vivo?-

    Le mie parole ancora una volta lasciarono spazio al silenzio nella sala da pranzo, e questa volta lo sguardo di mio nonno si posò sui miei occhi. Mi fissava serio e severo.

    -So a cosa stai pensando, ma non ti consiglio di cercare tracce di queste persone. Sono stati dei vigliacchi, e hanno voltato le spalle al combattimento quando i tuoi genitori avevano bisogno di loro. Erano forti guerrieri, ma si sono dimostrati feccia lasciando morire i loro compagni.-

    Erano stato quindi a causa loro che erano i morti i miei genitori? Una rabbia mi salì in corpo mentre nella mia mente si creava l'immagine dei miei genitori che venivano attaccati e di quei due ninja che scappavano via, precludendogli ogni possibilità di salvezza. Erano stati davvero così codardi? Avevano preferito vivere a scapito di un'altra vita?

    -Dove sono-

    Mi nonno sospirò. Credo che temesse quella domanda.

    -E' inutile nascondertelo tanto faresti comunque di tutto per trovare capirlo. I loro nomi sono Umi Take e Hyugi Hakate. Dopo la morte dei tuoi genitori tornarono qui al villaggio per alcuni giorni ma ben presto abbandonarono la vita da ninja e se ne andarono. Sono solo voci ma credo che uno dei due, Umi, sia stato visto al villaggio della Roccia non troppo tempo fa, mentre sull'Hakate non si sa niente da quando abbandonato questo posto. Non andare a cercarli, faresti solo del male a te stesso scavando nel passato.-

    Due traditori, scappati dal nostro villaggio per cercare una vita tranquilla altrove. Era a causa loro che erano morti i miei genitori? Sospirai.
    Dovevo ignorare l'avviso di mio nonno, dovevo sapere perchè e come i miei genitori erano morti, e l'unico legame che avevo al loro passato era questo. Dovevo trovare un modo per incontrare e parlare con i due ex compagni di squadra dei miei genitori.


    finita la prima parte =)

     
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    Puoi prendere 33 exp per questa prima parte! Bravo :si2:
     
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