Kami-no-Sabaku

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  1. SAFER KING
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    Io spero, e lo sperar cresce tormento:
    Io piango, e il pianger ciba il lasso core:
    Io rido, e el rider mio non passa drento:
    Io ardo, e l'arsion non par di fore:
    Io temo ciò che io veggo e ciò che io sento:
    Ogni cosa mi dà nuovo dolore.
    Così sperando, piango, rido e ardo
    E paura ho di ciò che io odo e guardo.


    . . .

    Con quelle parole incise nella mente da oramai anni, Haru agiva.
    In virtù di quelle frasi e di quei pensieri, Haru colpiva.
    Soffermandosi su quanto significavano, Haru tremava.
    L'ignoto di cui aveva trovato una tomba, sulla quale c'erano incisi quei versi doveva essere un illuminato dalla crudità della vita.
    Ogni gesto che aveva compiuto da quando aveva tradito, l'aveva fatto poichè quelle righe incise su una lapide gli davano forza ed ispirazione.
    Ispirazione per sognare un mondo migliore, un mondo in cui la crudeltà dell'animo umano non distruggesse tutto ciò che toccava.
    Un mondo in cui l'armonia regnava sovrana fra specie e razze.
    Un mondo in cui la forza, il denaro, il potere, l'odio, l'invidia, la gelosia e l'amore non ci fossero più.
    L'amore
    . . .
    L'amore era un sentimento bellissimo capace di donare grande gioia
    . . .
    Ma un amore perduto, o non corrisposto, o ancora ossessivo e maniacale potevano portare a conseguenze ben peggiori di tutti gli altri mali.
    Per amore sono nate delle guerre.
    Per amore sono stati commessi omicidi o addirittura genocidi.
    Per amore rapine, razzie, scontri, violenze e distruzione.
    Per amore il pianeta ha sofferto.
    Per amore le divinità non hanno posto un freno alle capacità dell'uomo, che come il peggiore dei parassiti, la peggiore delle piaghe, divora e distrugge ciò che lo circonda, condannando la sua stessa specie.
    . . .
    Pochi comandano nel mondo e quei pochi si spartiscono tutto, gettando il resto degli uomini nelle tenebre dell'ignoranza.
    La povertà si diffonde sempre più accrescendo la violenza e l'odio.
    L'odio porta al rancore, che è ben più radicato, e può durare per generazioni.
    Comunque vadano le cose, gli uomini sono uomini ed i "potenti" lo diventano sempre più, condannando il resto degli uomini alla disperazione.
    Ma verrà il giorno fatidico in cui non si potrà più tornare indietro.
    Verrà il giorno in cui fratelli uccideranno fratelli, padri uccideranno figli e viceversa.
    Ed i potenti crolleranno, non avendo più nulla su cui gettare le loro catene, e subiranno la sorte peggiore di tutti.
    Non avranno più nessuno su cui contare, nessun affetto, ne un amico.
    Il loro denaro gli servirà solo per pulirsi il culo ed il caos regnerà sovrano.
    La fine di un'era è l'inizio di una nuova era.
    Un'era del terrore dove l'uomo diventerà un "super-animale".
    Le civiltà cadranno come le foglie d'autunno ed il pianeta, ormai senza speranze, porterà tutti nel baratro sconfiggendo il nemico umano nell'ultima grande battaglia, che può essere vinta solo dal pianeta, prima di perire anch'Egli.
    . . .
    Haru aveva visto tutto ciò nel Gold Saucer.
    Aveva potuto vedere la vera violenza umana nelle Terre a Sud del Mare, dove la guerra dilagava perenne.
    Se solo un uomo si fosse innalzato sopra ad ogni altro, stabilendo cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato.
    Se suolo un uomo si fosse elevato a qualcosa di superiore ed indiscutibile, gli altri non avrebbero potuto far altro che piegarsi.
    Un uomo giusto, illuminato, in grado di portare nuova luce nel mondo.
    Un uomo che non sarebbe più stato tale, privo di ogni caratteristica dell'animo umano.
    Un Dio, il cui amore sarebbe andato solamente alla Terra stessa ed alla Vita.
    Un Dio capace di guardare oltre il velo che ricopre la realtà, e vedere un futuro di armonia.
    Un Dio in grado di sedare i conflitti, premiare i giusti e condannare chi ancora si sentisse in diritto ed in dovere di fare il "Suo gioco"
    Se solo un Dio fosse giunto fra loro, il pianeta, la vita ed anche l'uomo, si sarebbero salvati!
    . . .
    Haru sapeva che Key Hyuga credeva di essere quel Dio, ma era solo un folle che nascondeva la sua natura umana sotto ad una maschera di morte, sangue e indifferenza.
    Non poteva certo permettere che un individuo così si elevasse a Dio, perchè anche se fosse riuscito a salvare il pianeta, avrebbe condannato l'umanità all'estinzione.
    E non era ciò che voleva Haru.
    Ma lo Hyuga stava acquistando sempre più potere e si stava preparando a marciare contro tutto e tutti, gettando la civiltà degli Shinobi già in crisi, nel Caos più totale.
    A sua insaputa, Haru stava progettando la sua caduta.
    Aveva radunato attorno a se due ninja dalle grandi capacità, certo non sufficienti ad ostacolarlo, ma con un po' di fortuna, guidati da Haru l'avrebbero eliminato.
    Tuttavia c'era solo un uomo di cui si fidava, che aveva combattuto contro Key Hyuga, e che riteneva in grado di aiutarlo veramente a batterlo.
    E quell'uomo era morto.
    Era il suo vecchio maestro, Katoshi.
    Anche se era morto contro lo Hyuga, la sua enorme esperienza gli avrebbe dato sicuramente un vantaggio.
    Era indubbiamente l'unico, che avrebbe mai potuto analizzare lo stile dello Hyuga e fornirgli le informazioni necessarie a batterlo ma, come già detto, era morto.
    Ma ora non era più un problema
    . . .
    Haru poteva giocare con la morte e con la vita, sfidando ogni legge della Natura.
    Ma non si riteneva in grado di elevarsi a Dio per condurre l'umanità verso un futuro migliore.
    Piuttosto si riteneva una sorta di Messia, di Profeta, di Cercatore dell'Eletto che col suo aiuto, sarebbe diventato quel Dio.
    Ma prima, doveva eliminare tutti gli impostori, usurpatori, folli, psicopatici e maniaci che appestavano la società umana.
    E per fare ciò, aveva bisogno di un "Agnello Sacrificale"
    . . .

     
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  2. SAFER KING
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    -Ecco, l'ho preso che girava per le Foci della Tigre qui a Sud, intatto, quasi, come lo volevi
    . . .
    Ma che vuoi farne?-


    Haru indossava un lungo manto nero simile a quello degli Anbu, dotato di cappuccio che teneva in testa, e creava un'ombra sinistra sul suo volto lasciando vedere di lui solo gli occhi dorati, che apparivano come un bagliore mistico ed inquietante.
    Quegli occhi, carichi di chissà quali sentimenti, mischiati fra loro in un'orgia di emozioni contrastanti, nel caos più totale.
    Ma quel Caos era anche equilibrio!

    -Lo renderò immortale!-

    Tigre, Serpente, Cane, Drago.
    Quattro semplici sigilli.
    Il malcapitato, svenuto, che giaceva sul pavimento si ritrovò al centro di un sigillo magico apparso sul terreno.
    Si stratificò, si intrecciò e modificò in un complesso labirinto di cerchi e linee e, una volta completo, l'uomo al suo interno prese a cambiare.
    Haru aveva l'osso di un dito di Katoshi.
    Lo usò come materiale genetico, fondamentale per la riuscita del Jutsu.
    Della strana ed indefinibile sostanza prese ad attaccarsi addosso all'uomo catturato, e a mallearsi per formare come una nuova pelle.
    La nuova pelle si strinse e si compresse fino a ridursi delle dimensioni e delle precise fattezze di Katoshi-dono!
    Aprì gli occhi, occhi dai bulbi neri.
    Si alzò in maniera solenne e si guardò attorno.
    Notò prima Nataku, e fece una sorta di smorfia, poi verso Haru, che non riuscì a riconoscere per via del mantello.
    Ma appena aprì bocca, capì chi l'aveva riportato alla vita!

    -Bentornato
    . . .
    Maestro!-


    I ricordi di Katoshi erano molto offuscati.
    C'erano tutti, ma si erano mischiati ed aggrovigliati, e non riusciva proprio a venirne a capo.
    C'era una sorta di guerra nella sua mente.
    Ma si ricordò benissimo di quella voce, una voce fiera, una voce vissuta e colma di speranze, una voce amara e carica di rancore.
    Una voce che un tempo lo faceva gioire, ora lo faceva spaventare ed esaltare al contempo.

    -Haru
    . . .
    Come hai fatto ad impadronirti di un tale segreto!-


    C'era riuscito!
    Haru aveva sconfitto la morte, richiamando nel mondo dei vivi il suo Sensei.
    Era riuscito in un prodigio in cui pochissimi prima di lui si erano voluti o potuti cimentare.
    Era esaltato da quanto aveva compiuto, qualcosa che le menti della maggior parte degli shinobi e degli studiosi dei jutsu non riuscivano ancora a comprendere, che andava contro le loro leggi e teorie.
    Eppure ecco un morto tornato alla vita, indistruttibile ed immortale.
    Fu rapido, e mise il Kunai col sigillo nel cranio del redivivo, che fu sotto il suo totale controllo, ma gli lasciò comunque libera facoltà.
    Ma accadde il grande miracolo della rottura del tempo, all'indietro.

    yamcha

    Ed eccolo li, con qualche anno in più di lui, avvolto negli abiti con cui era stato sepolto, e con cui aveva combattuto in gioventù.
    Perfino le sue vesti erano "ringiovanite", i colori si erano ravvivati, gli squarci riparati e la polvere sparita.
    I suoi capelli grigi e corti divennero lunghi e di un folto nero, il suo corpo riprese il massimo vigore e la carnagione tornò olivastra e l'espressione fiera e baldanzosa, e forse un po' ingenua anche.
    Si mise a guardarlo con le mani sui fianchi.

    -Perchè stai facendo tutto questo?
    E dove ci troviamo? E chi è quel tipo così
    . . .
    Sembra un Kaguya, ma non ce ne sono quasi più!
    Spiegati!-


    Perfino la sua voce era cambiata, e di molto anche!

    -Avevo visto solo una tua foto da così giovane, ma avevi i capelli corti!-

    Al che Haru si tolse il cappuccio mostrando a sua volta il suo aspetto, che non era più quello del bambino che si ricordava Katoshi!

    -Mpf che brutti gli effetti del tempo!
    Comunque, siamo nel deserto di Suna.
    C'è uuna guerra in corso di cui non m'importa nulla, quello che voglio sapere è come posso sconfiggere Key Hyuga!-


    Ma il maestro non accennava a voler parlare o smettere di fissarlo.
    Era ostinato, non avrebbe parlato se Haru non avesse prima risposto alle sue domande.

    -Lui è Nataku Kaguya, la sua vita e della sua famiglia è stata rovinata dallo Hyuga, così come la mia.
    Ho ritenuto di avere più possibilità di ucciderlo diventando suo alleato piuttosto che morendo senza speranze come te.
    Ma stando con lui ho capito alcune cose
    . . .
    Ma ora tocca a te parlare, per quanto ostinato tu possa essere!-


    E mise la destra davanti a se, chiusa a pugno, con indice e medio alzati in verticale.
    Ed il maestro fu piegato alla sua volontà!

    -Non puoi batterlo con le tue sole forze.
    Non hai l'abilità ne il potere necessario a farlo, ma sei sulla strada giusta, quella del Nord.
    Ma dovrai capire come sfruttare al meglio le tue abilità attuali piuttosto che avventurarti in imprese simili a ciò che hai in mente-


    -Allora mostrami, e insegnami
    . . .-

     
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  3. SAFER KING
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    Il Giovane Katoshi fu di nuovo libero dal suo controllo mentale, seppur ancora fortemente legato dal Kinjutsu.
    Istruirlo un'ultima volta, prima di abbandonarlo di nuovo, stavolta, con un saluto.
    Maestro e allievo erano ora uno di fronte all'altro, con una luna abbagliante ad illuminare la notte, ed un cielo limpido e ricco di stelle.
    Il vento freddo della sera soffiava provocando un fischio, più un sibilo, che si levava dalle rocce aumentando e diminuendo di intensità.
    Gli occhi di uno si perdevano in quelli dell'altro.
    Poi il maestro parlò

    -Una parte di me è felice che tu sia riuscito a sopravvivere a quello sventurato evento.
    L'altra, tuttavia, avrebbe preferito che ti rifiutassi di unirti a lui.
    Avrebbe preferito vederti morire nel tentativo di fermarlo, come è successo a me-


    -Non essere stupido, tu non avevi una scelta da compiere.
    Tu non avevi l'opportunità non solo di salvarti, ma anche di vendi
    . . .
    No non vendicarmi
    . . .
    Ma compiere il mio destino!
    . . .-


    Ed una sferzata di polvere d'oro partì rapida in direzione del maestro seguita da un'altra, un'altra e un'altra ancora.
    Katoshi sputò dell'aria dalla bocca creando una gigantesca muraglia turbinante che disperse la sabbia scintillante.
    Poi, dopo una rapidissima serie di sigilli, sputò un'enorme ed intensa fiammata scarlatta che prese le sembianze di un enorme uccello fiammeggiante.
    Il gigantesco rapace di fuoco prese a stridere e si gettò su Haru rilasciando enormi globi infuocati ad ogni battito d'ali.
    Aprì il grosso becco ed eruttò un torrente di fuoco bianco e blu.
    Le sfere si schiantavano ovunque esplodendo all'impatto generando un vero e proprio inferno di fuoco.
    Ma per Haru non era assolutamente un problema.
    Ricoprì il suo corpo di uno spesso strato di polvere dorata rendendolo immune alle fiamme.
    Tuttavia quelle fiammate bianche e blu erano molto strane, e sospette.
    Katoshi conosceva benissimo la sua abilità, sapeva che il fuoco non l'avrebbe scalfito.
    Probabilmente erano in grado di trapassare le sue difese dorate.

    *Mi sa che se mi prende mi fa davvero molto male*

    Creò un clone di sabbia dorata che lasciò a prendere la fiammata bianca e blu al suo posto.
    Le fiamme gli si attaccarono addosso continuando a bruciare, ed erano blu.
    La "Parte Bianca" del fuoco si stava insinuando fra l'oro come scavando.
    Poi ci fu un'enorme esplosione di tutti i colori.
    Katoshi saltò su una colonna rocciosa e guardò compiaciuto l'opera.
    Dei frammenti rocciosi stavano ancora cadendo avvolti dalle fiamme e l'uccello di fuoco volava in cerchio li attorno.
    Ed Haru sopra a tutti, sospeso in aria su una piccola nuvoletta di sabbia d'oro.

    -Dovevo aspettarmelo dal migliore allievo che abbia mai avuto.
    Potresti anche essere il Kazekage, e con gli insegnamenti che ti abbiamo impartito io e Nami-dono, saresti anche un ottimo Kazekage!-
    Purtroppo hai fatto le tue scelte, non credo che Key Hyuga sarebbe riuscito ad ucciderti in quell'occasione.
    Ma voleva fartelo credere, stavi andando molto bene.
    Il tuo errore è stato farti prendere dal panico.
    O avresti trovato un clone sabbioso anche per quell'occasione.
    Se hai colto la metafora-


    Si alzarono dozzine di colonne di sabbia tutto attorno a loro e, dopo qualche secondo, una emerse dal pilastro roccioso su cui stava Katoshi, distruggendolo.
    Il giovane maestro saltò abilmente a terra.
    Si era formata un'enorme sfera dorate in cielo, una sfera che mutò presto in una mano e si protese ad afferrare l'uccello di fuoco.
    Il Jutsu del maestro tentò di sfuggirgli, ma la manona dorata chiuse finalmente le sue lunghe e bozzute dita attorno alla creatura scatenando un'esplosione che faceva impallidire la Luna.

    -Il mio destino è trovare il Dio che cammina fra gli Uomini, ed eliminare ogni usurpatore.
    Key Hyuga è un usurpatore, ed ho agito come ho agito, seguendo l'unica strada che mi avrebbe mai potuto portare alla sua morte-


    Ed Haru colpì il dorso del maestro con un pugno roccioso, trapassandolo fino ad uscire dal torace.
    Era stato troppo veloce per Katoshi, che se l'era ritrovato alle spalle in un attimo.
    Haru estrasse la mano, ed in pochi attimi il buco sul torace del maestro si riparò, così come la sua veste.

    -Potevi chiedere l'aiuto di qualcuno-

    -L'ho fatto, e lo sto facendo tuttora!
    Che siano e siano state buone o cattive, le mie azioni sono tutte nel giusto, in quello che IO ritengo giusto.
    Tu non hai scelto!-


    Ed il maestro, ripresosi totalmente, prese a colpire con forza il corpo di Haru riempiendolo di pugni e calci.
    Ma il mukenin non sentiva gli effetti dei colpi.
    Due sfere d'aria partirono dai palmi del maestro.
    Haru le distrusse con delle sferzate d'oro.
    Dalla terra si alzò un enorme colosso.
    La famosa Tecnica del Titano del suo maestro, versione migliorata della Tecnica del Golem.
    Il titano di roccia era alto quasi trenta metri e sulla sua sommità c'era Katoshi intento a comporre dei sigilli.
    Una nube di fumo li avvolse.
    Era un'altra delle spaventose tecniche di Katoshi.
    La nebbia prese ad addensarsi in una sfera che prese molta consistenza e prese a volteggiare li attorno.
    Altri sigilli e si aprì uno squarcio nel cielo, che divenne rosso, ed enormi globi di fuoco e roccia come fusi assieme iniziarono a cadere.
    Altri sigilli, e sputò dalla bocca una strana sostanza nera, instabile, a volte gelatinosa e ad altri cristallosa, e si divise in un enorme sciame di tantissime palline nere.
    La Combinazione Apocalittica di Katoshi.
    Le meteore, la sfera, in grado di tagliare come il vento e celare come la nebbia, lo sciame nero, in grado di logorare tutto, ed il titano, praticamente indistruttibile.
    Ma Haru non si fece minimamente intimorire.
    Anzi, avrebbe sfoderato la sua carta più potente.
    Si portò in alto, molto vicino al titano, avvolto da una nube di polvere d'oro davvero immensa.
    La nube prese a vorticare all'impazzata, ingrandendosi ed inghiottendo ogni cosa.
    Un'enorme sfera di 50 metri, che "racchiudeva" una tempesta dorata.
    Katoshi non vedeva più nulla, mentre Haru sentiva tutto grazie al suo oro.
    Katoshi veniva ferito ed indebolito dalla violenza della tempesta, haru se ne stava immobile nella quiete del centro, lui stesso.
    Dal suo corpo, o meglio dall'area attorno al suo corpo, partirono delle lame formate da oro compattato che, spandendosi in maniera circolare dal centro alla circonferenza della sfera, tagliavano qualsiasi cosa vi trovassero in mezzo.
    Nebbia, rocchia, schifezza nera, meteore.
    E ciò che sopravviveva allo stagliuzzamento, si schiantava contro muri, pareti e barriere dorate, praticamente impenetrabili.
    Riuscì anche a tagliare in due il corpo del suo maestro, ma quello si ricompose in un istante.
    Ma gli effetti deleteri del jutsu erano in grado di intaccare per bene anche un Edo Tensei.
    Ed era anche in grado di aumentare di molto la potenza del jutsu.

    -Vedi Sensei, oramai ti ho superato.
    Sono ad un livello completamente superiore rispetto al tuo, ed a quello di molti altri.
    Io troverò Dio e lo porterò ad "aggiustare" il mondo.
    Tu non mi servi più da un pezzo!-


    -Ti sbagli Haru!
    Tu sei ancora come tutti noi altri.
    Per quanto tu sia il migliore di noi, ci saranno sempre individui che sono veramente oltre la nostra portata.
    Ma tu puoi diventare uno di quelli!
    Non con i poteri, ma con il cervello per usarli.
    E' quella la tua più grande risorsa, quando capirai come usare veramente il tuo enorme potere, sarai veramente sopra a tutti gli uomini, e potrai trovare il tuo Dio!
    Ora ti ho dato l'ultima lezione, non posso più insegnarti nulla.
    E sono fiero di quanto ho contribuito a costruire
    . . .-



    Non potè finire il suo discorso perchè, come previsto da Haru, L'anima del suo maestro non aveva più alcun legame, nessun rimpianto.
    Era libera di purificarsi ed ascendere.
    Haru sciolse il jutsu e si mise a guardare il cielo stellato prima di rientrare nel covo.

    *Addio Sensei, e grazie!*




    fin exp. gracias
     
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