A Myth Reborn

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  1. SAFER KING
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    La notte era calata, un'oscurità immensa e profonda avvolgeva ogni cosa, perfino i rumori apparivano ovattati, come se il mondo fosse stato avvolto in una grande coperta nera.
    Solo l'acuto verso dei gabbiani in lontananza, così come solo il candore della Luna già alta nel cielo, riuscivano a squarciare le tenebre della notte.
    Il mare era calmo e piatto, e per moltissime miglia, non c'era niente, eccetto una piccola barca di legno dalle vele nere, che avanzava silenziosa verso le coste del Sud.
    mancavano solamente un paio d'ore all'attracco, e almeno cinque all'alba.
    A riva, intanto, stavano iniziando i preparativi.
    Un ragazzo bruno, piuttosto alto, con una sciabola al fianco si aggirava con circospezione per le vie della città portuale di Wasabi, nel Paese del The.
    Faceva su e giù fra le vie da circa un'ora, come cercando freneticamente qualcosa, o qualcuno, con aria chiaramente nervosa.
    Si avvicinava sempre di più al porto, ma ancora nessuna traccia o indizio di ciò che stava cercando.
    Erano brutti tempi quelli, con il mondo sull'orlo del baratro di una Grande Guerra, nei villaggi si vedevano sempre più guardie, mercenari e miliziani e cittadini armati.
    Nessuno avrebbe fatto caso a quella grossa sciabola, nemmeno in un villaggio tranquillo come Wasabi.
    Le guardie della città di ronda, perciò, quell'unica volta nell'arco della sera che lo incrociarono, nè lo fermarono nè gli fecero domande, fortunatamente per lui.
    Sempre più agitato, si fermò alla fine di un vicolo che svoltava in una stretta discesa, come pietrificato dal terrore.
    Dopo un paio di secondi riuscì a sciogliere la tensione, prendere coraggio e parlare.

    -T-tutto è pronto
    ...
    Signore!-


    Il sonno doveva giocargli brutti scherzi, penserete, poichè non c'era nessuno in quella via, nè in quella precedente, ne in quella adiacente, ne in quella succedente.
    Eppure qualcuno, o qualcosa, gli rispose con voce metallica ed arrugginita

    -Bene, aspetta la nave al molo 7!-

    Senza replicare, riprese a camminare con aria soddisfatta, non solo era riuscito nel suo compito senza il minimo imprevisto, almeno per ora, ma era anche ancora in vita!!!
    Eppure qualcosa turbava l'animo del ragazzo, come se tutto stesse per andare storto da un momento all'altro.
    Cosa che ci succede sempre quando siamo in situazioni di allerta, prossime ad enormi rischi e pericoli .
    Il cuore inizia a battere irregolare, sempre più frenetico, la testa inizia a pulsare e ad appesantirsi, gli occhi si gonfiano come se ci fossero lacrime invisibili, inspiegabilmente un grande gelo si abbatte sul mondo intero ed il corpo inizia a tremare, anche a metà luglio!
    E, cosa peggiore, continuiamo ad immaginarci il nostro incubo da cui stiamo tentando disperatamente di sfuggire, sbucare all'improvviso e ridurci al nulla cosmico.
    Ma cosa temeva così tanto, e perchè stava facendo qualsiasi cosa stesse facendo?
    La prima domanda avrà risposta al momento dello sbarco dell'equipaggio, o poco dopo, e per la seconda domanda
    ...
    Kuyo Toraki era il nome di quel ragazzo di 25 anni, aveva una novella moglie di 21 anni, ed una figlia di 2.
    Aveva perso tutto per colpa di un ninja di Konoha, che, durante uno scontro, aveva dato fuoco ai suoi campi per stanare delle spie che, a detta sua, si nascondevano li.
    Tutto il raccolto andato, con una moglie ed una bimba da mantenere, aveva bisogno di soldi, e subito.
    Così si era unito ad un gruppo di banditi: la Legione Rossa, un piccolo gruppo armato di tagliagole, borseggiatori e sventurati, capeggiati da uno psicopatico megalomane che si crede un pezzo grosso quando non è altri che la briciola di pane per una delle formiche che stanno sotto la grande scacchiera naturale chiamata mondo.
    Nemmeno quel folle sapeva cosa aveva mandato i suoi uomini a fare quando era stato pagato da uno degli "uomini in nero"
    Tutto quello che sapeva Kuyo era che faceva un dannato freddo e non la smetteva di tremare.
    Arrivato al molo sano e salvo, ebbe modo di calmarsi attendendo in solitudine l'arrivo della nave.
    Il cielo era coperto di nuvole e la luna le squarciava, tuttavia d'improvviso qualcosa di innaturale coprì anche lei.
    Una fitta nebbia si levò misteriosamente dal mare e si espanse fino al porto e poi a tutto il villaggio inghiottendo ogni cosa.
    Kuyo riuscì a vedere solo la nave, sfocata ed arcana, sbucare dal banco di nebbia ed ormeggiarsi silenziosamente al porto.
    Lui doveva solo assicurare la nave legando le cime che gli vennero gettate.

    Quattro individui avvolti in manti neri scesero rapidi e silenziosi dall'asse, ed un quinto, la discese con una camminata lenta e teatrale, che non lasciava presagire nulla di buono di lui.
    I quattro avanzarono senza aspettarlo, e passarono Kuyo senza nemmeno notare la sua presenza.
    L'ultimo uomo, tuttavia, sembrava come se stesse scrutando tutto il villaggio in pochi istanti, poichè appena messi entrambi i piedi sul molo, si bloccò per una decina di secondi.
    Poi riprese a camminare seguendo la stessa direzione dei suoi compagni di viaggio, chiamiamoli così.
    Tuttavia lui aveva notato benissimo il giovane Kuyo che, come se se ne fosse misteriosamente accorto, s'impietrì.
    Come se ne fosse accorto era un mistero dato che la figura, probabilmente un uomo, era coperta da capo a piedi con tanto di cappuccio ed avvolta dalla nebbia nel cuore della notte.
    Comunque sia, prese coraggio, o incoscienza, e parlò
    ...

    -E' è un onore maSBUUUUUM

    Come se preso da un gancio invisibile in schiena, Kuyo volò all'indietro di una decina di metri e si ritrovò immerso in acqua con un fortissimo dolore all'addome.
    Era meglio non parlare con quel tipo!



    Pirati-dei-Caraibi-Perla-nera



    Edited by SAFER KING - 10/1/2013, 12:17
     
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  2. SAFER KING
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    Un turbinio di luci e colori prese a vorticare tutto attorno a Kuyo, immerso nella gelida, viscida ed oscura acqua del porto[.
    Strane forme striscianti si contorcevano e si divincolavano attorno a lui fra luci suoni e colori in una terrificante quanto imponente ed accattivante cacofonia.
    Gli mancava l'aria
    . . .
    Ma perchè non stava respirando?
    Ah già, era sott'acqua, ne inghiottì un bel po'
    L'acqua, dal sapore indefinibile, lo aiutò a riprendersi dal colpo ricevuto.
    Tutto tornò alla normalità, ma un po' vorticoso.
    Sbracciò e scalciò finchè non riuscì a riemergere.
    . . .
    Tornare in superficie fu come rinascere, dopo la lunga agonia e l'assenza d'aria.
    Respirò a pieni polmoni l'aria salmastra e frizzantina tipica delle notti marittime, non osate immaginare nemmeno lontanamente quanto fosse bello per lui respirare nuovamente, a meno che anche voi non abbiate rischiato di affogare.
    Non vedeva più nessuno, solo la nave ed il suo equipaggio ancora a bordo, "uomini semplici" come lui dotati di nessun talento particolare se non la voglia di andare avanti.
    Eppure, ora, in qualche modo, sentiva come di aver sconfitto la morte, e ne era quasi fiero.
    Alla fine tutto era andato liscio, i tizi erano sbarcati ed il suo compito per ora era finito; si era guadagnato abbastanza soldi da aprirsi una piccola locanda ad Est.
    Ma voleva osare di più, e, come da patti, si recò a prendere nuove istruzioni, ed il raddoppio della cifra pattuita.
    In totale 20.000 ryo, non poteva certo lasciarsi scappare una cifra simile visto che era andato tutto bene.
    Eppure doveva cogliere l'avvertimento del tipo in nero, era pericoloso continuare, meglio stare sott'acqua, o sulla barca.
    Eppure, seguì l'avidità.
    Nuotò fino al pontile rabbrividendo ad ogni bracciata che faceva, aria fredda e vestiti bagnati possono essere un'accoppiata micidiale.
    Si arrampicò sulle travi di legno del molo fino a raggiungerne la pedana.
    Ancora infreddolito, si diresse verso l'interno della zona del porto, con una specie di corsetta barcollante ed a scatti, o meglio, spasmi.
    Tuttavia riuscì a scaldarsi un attimino, o ad abituarsi di più al freddo, come più vi aggrada.
    C'erano solo tre edifici in quella zona, una locanda, o meglio una bettola, e due magazzini per conservare le merci dei clienti da imbarcare sulle navi in arrivo.
    Il punto di ritrovo era li vicino, solo allora avrebbero saputo cosa dovevano fare.
    Lasciandosi sulla destra la bettola, lasciò la zona del porto facendo la via a ritroso, ma dove prima aveva girato, proseguì diritto e si ritrovò in uno spiazzetto sul retro di quattro case a coppie di due, con altri quindici uomini, uno dei quali era uno degli ammantati di nero.
    Era indubbiamente molto alto e robusto, dalle spalle larghe e le braccia imponenti, si intuiva dalle sue dimensioni.
    Poco dopo arrivarono altri due uomini della Legione, e ci furono tutti al completo.
    Solo allora l'omone misterioso parlò con la sua voce forte e decisa.

    -Voi della Legione dovrete esseree veloci e precisi!
    Il vostro operato serve una causa più grande di quanto possiate minimamete immaginare, il vostro comandante vi darà i dettagli!-


    E sparì in una nube di fumo
    . . .
    Il capo della Legione rossa indossava la sua armatura di bronzo ed impugnava una grossa mannaia, aveva dei corti capelli brizzolati ed un pizzetto ispido, il volto segnato dal tempo e dagli scontri, e da un tatuaggio con motivo di fantasia blu pallido; era piuttosto muscoloso nonostante l'eta, in grado di tener testa anche ad un prestante ventenne.
    Disse singolarmente ad ognuno di loro cosa doveva fare in maniera precisa e dettagliata; quando fu il turno di Kuyo, ancora un po' intontito, stranì il volto notando solo allora che era bagnato fradicio.

    -Che cazzo hai fatto un bagnetto?
    Avevi caldo?
    Baah, cazzo me ne frega, basta che fai quello che ti dico alla lettera.
    Prendi questi tre flaconi, portane uno all'indirizzo segnato su questo foglio, uno alla bettola al porto, ad un tizio con un camice bianco e l'aria inquietante, ed un altro a ehm
    . . .
    Lui, hai capito chi no? ti verrà detto poi dove trovarlo, la sua è quella con l'etichetta verde.
    Non
    Fare
    CAZZATE!-


    Perchè prendersela così tanto, mica si era infradiciato lui, era Kuyo quello che rischiava la broncopolmonite, oltre che maggiormente la vita, solo il boss sapeva, o meglio aveva in parte intuito, il valore di quelle fiale.

    -E mangia subito quel fottuto bigliettino o mettitelo nel culo se più ti aggrada, ma ora che hai visto l'indirizzo vedi di farlo sparire!

    Detto fatto, lo fece a pezzetti e se lo mangiò.
    Con passo lesto iniziò a vagare di nuovo con circospezione per le viuzze del villaggio, non ci volle molto perchè raggiungesse la casa designata: una catapecchia malandata sul lato Ovest della città.
    Dopo qualche attimo di esitazione, bussò frenetico alla porta.
    Nessuno rispose, ma sentì distintamente dei passi.
    Pochi istanti dopo udì dei rumori metallici e si aprì uno spioncino.
    Un occhio nero prese a fissare il fradicio ragazzo che, stanco ed infreddolito, non vedeva l'ora di raggiungere un luogo al caldo.

    -Devo..-

    -Sssssssssssst!-


    Si aprì una fessurina nel muro giusta giusta per le dimensioni della fialetta.
    Tirò fuori una delle tre e fece ben attenzione che non fosse quella contrassegnata.
    Dentro c'era un liquido azzurro luminescente, che emanava come uno strano ma piacevole calore.
    La fece scivolare dentro alla fessura, che si richiuse subito dopo assieme allo spioncino.
    Era giunta l'ora di avviarsi alla Bettola!
    Evvai, a trovare il tipo strambo col pigiama o quel che era!

     
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  3. SAFER KING
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    Doveva affrettarsi, il tempo stringeva e presto sarebbe accaduto qualcosa di brutto, qualcosa in cui Kuyo non voleva essere invischiato.
    Fece cinque o sei passi con una corsetta ridicola per guadagnare un po' di terreno e quasi scivolò su una buccia d'arancia gettata incivilmente per strada da qualche maleducato bastardo, ci mise non poco a tornare nella zona del porto: voleva essere sicuro di non avere inseguitori, e prese molte vie laterali, parallele, trasverse
    . . .
    Quella bettola non aveva un vero e proprio nome, e c' tutta una storia dietro a questa bizzarria, ma ora non mi sembra il momento adatto!
    . . .
    Aprì la porta cautamente, non c'era anima viva, quasi, solo un uomo con la testa sul bancone e, seduto su una poltrona in un angolino ombroso
    . . .

    professor_hojo_6796

    Il dottore si mise a scrutare Kuyo con aria analitica e calcolatrice.
    Fece un ghigno sinistro diretto a Kuyo come a voler dire di sapere chi è e cosa gli porta in dono, un po' come incontrare Babbo Natale a 4 anni alle 3 di notte.
    "Hohoho fammi controllarare la mia lista"
    Questo gli stavano dicendo gli occhi di quel tipo.
    Si fece avanti e gli consegnò la fialetta e fece per andarsene quando il professore gli parlò.

    -Interessante come il tempo e lo spazio, interagiscano fra di loro influenzando tutti noi.
    Lo Yin e lo Yang,
    Il Chi e il Ki,
    L'alfa e l'omega
    Il corpo e la mente
    prendi questa fialetta, ciò che potrò realizzare grazie a questa è qualcosa che trascende ogni legame precedente.
    . . .
    Ma tu non puoi capire, sei solo uno spaurito contadinotto che si finge un bandito.
    Ora va, lui ti sta aspettando ai cancelli Nord della città.






    Lo sbarco era proceduto senza intoppi, gli altri quattro l'avrebbero preceduto e dato il via all'operazione, lui, se la poteva prendere anche comoda.
    Era da un paio d'anni che non rimetteva piede in quelle terre, quasi tre, in effetti.
    Scese la passerella lentamente, voleva dare importanza a quel momento, tutto stava per cambiare.
    Un ragazzo, di certo non un guerriero, lo stava fissando, eppure sapeva che doveva tornare subito indietro a fare rapporto.
    Il tempo stringeva, e quello se ne stava li tremante come una foglia, non meritava le sue attenzioni, ma quello non si dava tregua.

    -E' è un onore maSBUUUUUM

    Se l'era tirata da solo, fu come istantaneo, come scacciare una mosca senza quasi accorgersene, pensò solamente SBAAAM
    . . .
    E fece Sbum.
    Proseguì per la sua strada senza nemmeno guardarlo affogare, anche se non era sicuro di averlo preso abbastanza forte, come succede spesso con le mosche, l'aveva solo stordito.
    Poco male, aveva imparato un'importante lezione.
    Entrò nella bettola dove avrebbe dovuto trovarsi il dottore, ma non era solo, c'erano ancora il barista e tre marinai al bancone che ancora bevevano.
    Il dottore se ne stava in un angolino quatto quatto, e s'innervosì non poco quando lui entrò.
    Bene, non gli piaceva per nulla quel viscido, ma per ora gli serviva, serviva a tutti loro.
    Ma presto o tardi, gli avrebbe staccato la testa.
    Per ora doveva pensare ai "preparativi" per le consegne.
    Con un cenno della mano spezzò l'osso del collo di uno degli avventori che ricadde con la testa sul bancone ed il boccale quasi vuoto ancora in mano.
    Gli altri due guardarono il loro amico sbigottiti, ma il barista guardò impaurito proprio lui.
    Zac, buco in testa, da tempia a tempia.
    Stavolta anche gli altri due intuirono che c'era qualcosa che non andava, qualcosa di brutto.
    Ma prima di poter reagire, si ritrovarono l'uno contro l'altro, avvolti nell'oscurità, oppressi e schiacciati.
    Un suo cenno, e tutto finì.
    Senza nemmeno parlare col dottore, fece volar via i tre corpi, lasciando quello col collo rotto sul bancone come ornamento, ed uscì dalla bettola.
    Con la coda dell'occhio vide il ragazzo che aveva buttato in acqua sparire in una viuzza barcollando.
    Prese la via del lungomare per risalire lungo il perimetro della città, tenendosi lontano dai possibili scontri.
    Avevano pagato un gruppo di banditi e mercenari per fare una strage al villaggio nottetempo, di modo da coprire meglio il suo, no, il loro arrivo.
    Inoltre, uno di loro avrebbe fatto anche la consegna.
    Lui era l'ultimo a cui consegnare, e per un buon motivo pure!
    Alla fine del lungomare prese la grande via laterale che costeggia le mura e porta direttamente alle porte del villaggio.
    C'erano solo due guardie armate di picche e due arcieri sulla sua strada.
    fu più rapido del pensiero e li travolse con tutta la sua rabbia repessa.
    Non avevano scampo fin da quando era sbarcato lui!
    Un corno risuonò nell'aria, e subito fu il caos generale nel villaggio.

    Explosion_at_Jolly_Jack_Candy_Factory


    Una feroce esplosione coinvolse la zona centrale del villaggio, dov'era scoppiato il macello con la Legione Rossa.
    L'urto gli fece tremare le ossa dalla potenza, il rumore lo aveva lievemente intontito.
    Ma si riprese quasi subito, proseguì verso le porte del villaggio ma c'erano dei problemi.
    Due Cacciatori di taglie si erano uniti allo scontro ed erano ben preparati.
    Tutavia fu il robusto ad intervenire
    . . .
    Fu talmente rapido che nessuno se ne rese conto, ma era piombato in mezzo allo scontro ed aveva sfracassato con due potenti calci le teste dei due "imprevisti".
    A quel punto le sorti dello scontro erano ininfluenti, il "fattorino" stava arrivando ed aveva superato il fuoco degli scontri.
    A quel punto abbattè le porte ed uscì per attendere il pacco.
    Toh, il ragazzo-pesce.
    S'impietri quando capì chi fosse.

    -I-il ehm la fiala s-signore-

    A quel punto, doveva farlo.
    Dalla terra sotto ai piedi di Kuyo salì una "colata"d'oro che lo avvolse completamente stritolandolo e soffocandolo.
    Sapeva troppo, aveva visto troppo, meglio così che non come avrebbero fatto altri.
    Non era più tempo dei ripensamenti e dei tentennamenti.
    Era giunto il tempo dei Leoni!

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    Edited by SAFER KING - 11/1/2013, 01:38
     
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  4. Desa
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    CITAZIONE
    Allura, spero di non fare cavolate comunque. 65 di exp mi è piaciuta e un 100 di taglia
     
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3 replies since 9/1/2013, 21:35   83 views
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