[Story Mode] Tempo di Sakkaku I

per Hei Nanju

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    Il Demone del Tempo


    [...] al di fuori del portale sembrava che l'attacco a Konoha non avesse mai avuto luogo. Teletrasportati in una struttura sotterranea totalmente in ferro, numero I, II, III, IV e VI camminavano lungo i corridoi a tenuta stagna come se conoscessero meglio del loro corpo quei cunicoli. Non esistevano biforcazioni, ma solo una strada dritta con ai lati degli spessi vetri oltre i quali v'erano innumerevoli camere vuote e isolate tra loro. A cosa serviva quel posto? Sicuramente Hei se lo stava chiedendo, specialmente alla vista delle pareti delle stanze, dove profondi squarci e segni di dilaniamenti contrassegnavano le pareti. Che qualcuno le utilizzasse per simulare delle battaglie? Solo Sakkaku conosceva la risposta...e forse anche qualcun altro in Kishikumo.
    Da destra a sinistra: Kris sorrideva come sempre beffandosi di tutto e di tutti; Rebecca guidava la sedia a rotelle di Jacqueline sorridendo all'amato; infine Rosso, pensoso in volto, teneva lo sguardo alto certo di stare procedendo nella giusta direzione. Accanto a lui Hei, sicuramente pieno di domande, ma soprattutto di indisposizione all'essere stato tenuto all'oscuro dell'ultima bravata di Hi. Un piano esemplare, degno del più grande esperto di guerre, a metà tra la follia e la genialità...


    - Mai Kishikumo è stata così scoperta. Stavolta Sakkaku si è spinto veramente oltre. Se non fosse stato per l'infiltrazione di Kris nell'esercito, saremmo potuti cadere sotto l'attacco di massa dei villaggi. Tuttavia qualcosa mi dice che tutto è rientrato nei suoi piani. Quell'uomo è davvero spaventoso. Pare impossibile che ne esista uno di questo calibro sulla faccia della Terra. -

    - E' vero, solitamente Sakkaku ci invia in solitaria o in coppia a fare lavori sporchi e in sottocoperta. Mi domando cos'abbia in mente. -

    - Quanto la fate lunga voi due! Prendete esempio dalla mocciosa: se ne sta zitta zitta e sorridente su quella sedia a rotelle. Piuttosto, perchè la usi ancora? Eh?! Con le tue capacità potresti tranquillamente gettare nell'immondizia quel ferro vecchio! -

    - Jacqueline ama il regalo di papà, e detesta chiunque osi offenderlo, Kishikumo compresa. -

    - Mi stai dicendo che le vuoi prendere, mocciosa?! -

    - Jacqueline ti ucciderà. -

    - Kris, poni fine al teatrino. Dobbiamo riferire a Sakkaku la situazione. Anche se non sembra, questo attacco a Konoha ha indebolito tantissimo l'alleanza nemica: ingentissime cifre verranno versate dagli alleati per permettere la ricostruzione della Foglia, per non parlare della manodopera. Inoltre la forza militare di quest'ultima è stata ridotta del 70%. Probabilmente ciò causerà il cambio dei piani di guerra, rallentandola, seppur di poco. Come avrà intenzione Sakkaku di utilizzare questo tempo? -

    Terminate le diatribe e le puntualizzazioni, i cinque raggiunsero il primo e possibilmente l'unico bivio della sottostruttura, dove fu Kris a imboccare il giusto sentiero: quello di destra. La solfa ricominciò quindi daccapo: solito corridoio, solite stanze a tenuta stagna e soliti graffi e spaccature sulle pareti. Sembrava un interminabile labirinto a senso unico, dove più si camminava e più la strada pareva non finire. Mantennero tutti il solito silenzio, fino a che davanti a loro si parò un'enorme porta in acciaio. Che celasse oscuri segreti? L'unico modo per aprirla era una scannerizzazione ottica in particolare: come sempre fu il Primo ad aprire l'accesso. Il congegno tecnologico rappresentava tutta l'avanguardia nel suddetto campo e, nemmeno il tempo di scindersi, che la cavità tra le due lastre lasciò spazio a una luce, da cui vennero fuori spaventose grida di battaglia. La scena che si presentò agli occhi di Kishikumo fu esaltante: Hi Sakkaku, "evaso" dagli impegni di Kage, si allenava a petto scoperto nella camera in metallo più spaziosa mai vista. Sarà stata ampia una cinquantina di metri per cinquanta, e piena zeppa di ganci su cui appendere dei sacchi da pugilato, adagiati là intorno sul pavimento senza alcun tipo d'ordine. L'Amekage stava prepotentemente abbattendosi contro uno di essi, l'unico predisposto per l'uso; subito però emerse un dettaglio incredibile: a differenza dei soliti sacchi pieni di sabbia, questi sembravano contenere cemento armato, le cui crepe risuonavano nell'area ad ogni pugno piantato. Ma non finiva lì: il contenitore rispondeva agli urti oscillando a più non posso, come se di fatto contenesse il nulla...

    - Spero per voi che abbiate nuove buone. -

    Minacciò i sottoposti continuando a menare le mani sui bersagli. Kris mise le braccia avanti e avanzò verso il "capo":

    - Mission Complete! In questo momento i soccorsi dovrebbero essere già lì.

    - Bene, ottimo lavoro. Tu invece come stai, Jacqueline? Sei ferita? -

    - Assolutamente no, P-A-P-I-N-O! -

    Disse puerilmente la bambina, cambiando il suo comportamento da maniacale assassina in amorevole figlioletta nel giro di niente. A tal proposito Jack puntualizzò la situazione e cercò di scavare infondo alla faccenda:

    - Ormai il corpo militare della Foglia è quasi completamente a terra. Tutte quelle perdite ti daranno tempo, vero Sakkaku? Ma perchè tutto questo? Inizialmente ero dell'idea che volessi solo indebolire la fazione nemica, ma ci sono elementi che mi fanno pensare: rubare in segreto i piani di battaglia e duplicarli in modo che non se ne accorgessero, ti avrebbe consegnato l'esito della guerra in mano. Con le abilità di Rebecca e Kris sarebbe stato un gioco da ragazzi...allora perchè rischiare tanto? Dopo quest'azione diretta non mi sorprenderebbe un attacco diretto ad Ame. A meno che ovviamente tu non voglia esattamente questo...! -

    - Eh...! -

    Tutti notarono il ghigno di Numero I uscire quasi obbligato. Sakkaku stava tenendo all'oscuro di tutto il suo stesso corpo segreto. Meno che Kris. Persino Hei, presente dall'inizio alla fine in scena, lo capì. Ma perchè? E soprattutto: che diavolo aveva in mente?

    - Non è una faccenda che vi compete. -

    Che Hei avesse invece da ridire?
     
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    Kishikumo aveva devastato il villaggio della Foglia, una delle più grandi e potenti terre ninja messa a ferro e fuoco da un gruppo d’assassini reclutati dall’Amekage.
    Di fronte a tutto ciò non poteva mantenere la calma nemmeno l’uomo più buono di questo mondo, in questo caso parliamo del famoso Nube.
    L’Hokage assistette alla dipartita di fratelli e sorelle impotente, giurò in se stesso che ciò che non aveva potuto salvare doveva essere vendicato, ecco perché sfidava minaccioso quattro di quelli che avevano dato il via al massacro.
    Stavamo per ritirarci quando il vecchietto fece la sua comparsa in cima al suo palazzo.
    Diede forza alle corde vocali mostrando un vocione del tutto inaspettato per un uomo della sua stazza e della sua età.
    Di noi quattro conosceva due elementi, me e numero III.
    Quest’ultimo sembrava essere un ninja traditore del villaggio, doveva averlo lasciato tempo addietro per chissà quale motivo.
    Io invece mi ero presentato qui come ninja bisognoso proprio al suo cospetto, ora apparivo anch’io come uno dei fautori del massacro.
    Bhe come dargli torto, la situazione era quello che era e per questo preferii restare in silenzio, la questione speravo l’avrei chiarita in futuro.
    Le ragazze del gruppo però non furono del mio stesso avviso, decisero di agire e sfidare l’Hokage in persona.
    Il loro fare facinoroso fu fermato da Jak che convinse l’amata Rebecca a portarci via come da piano.
    Nube tentò di fermarci scatenando i suoi insetti contro di noi ma non ne ebbe il tempo, la statue sotto di noi si sgretolarono come fossero di cartapesta mentre noi scomparimmo in un varco dimensionale.
    Ecco riapparire tutti e quattro, più Kris, in un corridoio che si trovava chissà dove nei meandri di Amegakure.
    Non sembrava avere diramazioni, ecco perché non possiamo che camminare dritto e vedere dove ci avrebbe condotto.
    Il luogo era strano di suo, non troppo illuminato ai lati c’erano molte stanze ben visibili perché dietro pareti in vetro, sembravano essere adibite a combattimento visti i segni ben visibili su muri e pavimento.

    - Bha, la faccenda non quadra per niente… -

    Penso tra me e me mentre nasce una diatriba tra il gruppo.
    Il Rosso nota intelligentemente che per la prima volta Kishikumo aveva lavorato allo scoperto e che se non fosse stato per Kris a quest’ora saremmo stati attaccati dalle forze alleate della Foglia.
    Sakkaku non aveva tenuto allo scuro solo me quindi.
    Continuano a discutere, I e II litigano quando arriviamo ad una biforcazione, dove dovevamo andare?
    Mi limito a seguire il gruppo e continuiamo a camminare, questi corridoi sembravano non finire mai così come le stanze ai lati.
    Passano circa dieci minuti ed eccoci alla fine, un’enorme porta in acciaio ci sbarrava il passaggio.
    Kris si avvicina ad uno strano macchinario che sembra leggergli la retina dell’occhio, a riconoscimento avvenuto le porte iniziano ad aprirsi tralasciando passare una luce molto intensa, capace di accecarci per qualche secondo.
    Entriamo, uno spazio enorme e quello che ci si para davanti, era la stanza d’allenamento di Sakkaku.
    Il kage stava prendendo a pugni un sacco da boxe, il fatto è che sembrava non fosse riempito di sabbia ma di cemento tanto era forte il rumore che scaturiva dall’impatto con le nocche.
    Non interruppe l’allenamento nemmeno in nostra presenza, si limitò a chiedere dell’esito della missione ed assicurarsi che sua figlia stesse bene.
    Numero III però decise di sollevare una polemica, o per meglio dire fece un’osservazione non tanto gradita a Sakkaku, capì che nei piani del capo c’era l’intenzione non solo di indebolire Konoha ma addirittura di spingerla in guerra ed attaccare il nostro stesso villaggio.
    Numero I stesso confermò l’ipotesi con un chiaro cenno, ma ovviamente per Hi era una questione che non ci riguardava e che andava oltre le nostre mansioni.
    Bhe sinceramente mi ero rotto di questa storia, io ero stato tenuto allo scuro di tutto ed il resto dell’organizzazione conosceva solo in parte i piani malati che passavano in mente all’Amekage, l’unico qui che sembrava saper tutto era Kris.
    Sta storia a me non andava per niente giù, mi ritrovavo già qui controvoglia e non mi andava di essere utilizzato come semplice oggetto, vorrei essere almeno tenuto a conoscenza dei piani.

    - Non sono d’accordo. -

    Ecco che finalmente dopo una mezz’oretta circa che me n’ero stato in disparte prendo la parola e lo faccio per discutere proprio con colui che potrebbe stroncarmi la vita in qualsiasi momento.

    - Io sono stato mandato in missione all’oscuro di tutto ed ho rischiato la vita come gli altri qui, solo Kris era veramente informato ed è quello che ha rischiato meno e che ci ha avvertiti di lasciare il posto. Credo debba tenerci informati dei piani riguardanti l’organizzazione, lavoreremmo meglio, saremmo più efficaci e magari in tempi minori, ed inoltre credo ci sia dovuto visto quello che facciamo per lei, i suoi piani non potrebbero essere messi in atto senza di noi no? -

    Forse non potevo parlare tanto a titolo personale vista la mia storia ma che mi frega, Sakkaku sa di avermi in pugno e che sono costretto a lavorare diligentemente se non volevo morire quindi forse un po’ di fiducia la meritavo anch’io.

    - Poi perché attirare il nemico qui ad Ame? È davvero tanto sicuro che le forze armate nostre alleate ci possano garantire il sostegno necessario a fronteggiare i villaggi nemici? Chi ci dice poi che non ci tradiranno? Insomma, conosciamo fin troppo bene come sono nate quest’alleanze… -

    Magari a questa domanda mi avrebbe risposto in modo tale da delineare anche meglio la posizione che Sakkaku aveva nei confronti di Kiri, Oto e Iwa. Non tanto Taki che sembrava essere l’unico villaggio tra gli altri ad aver quasi gli stessi obbiettivi di Ame, l’alleanza con la Cascata era più sincera rispetto alle altre e poggiava su basi più solide.


    Ho chiesto anche dei villaggi perchè non conosco della situazione di Kiri, almeno non on-gdr :soso:
     
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    - Non sono d’accordo. -

    Al solo pronunciare di quelle parole gli occhi di Sakkaku furono addosso ad Hei, il quale si era permesso di intromettersi in un campo minato. Come poteva lui, ultima ruota del carro in Kishikumo, sperare di ottenere ciò che nemmeno i suoi "superiori" erano in possesso? Eppure, al contrario degli altri presenti, reagì e con addirittura una certa vena di ribellione:

    - Io sono stato mandato in missione all’oscuro di tutto ed ho rischiato la vita come gli altri qui, solo Kris era veramente informato ed è quello che ha rischiato meno e che ci ha avvertiti di lasciare il posto. Credo debba tenerci informati dei piani riguardanti l’organizzazione, lavoreremmo meglio, saremmo più efficaci e magari in tempi minori, ed inoltre credo ci sia dovuto visto quello che facciamo per lei, i suoi piani non potrebbero essere messi in atto senza di noi no? -

    - Lasciateci soli. -

    Tuonò a gran voce il sommo sovrano della Pioggia, ottenendo in pochissimo il risultato sperato: dal Primo al Quarto, nessuno escluso, girarono i tacchi, disinteressati alla risposta che Sakkaku avrebbe offerto ad Hei. Avevano ben capito da quel "non è una faccenda che vi compete" che...beh...non era una faccenda che gli competeva, per l'appunto. A dir il vero a nessuno di Kishikumo gli importava seriamente su cosa il loro capo volesse effettivamente mettere la firma. Soltanto Jak, accompagnato dall'innamorata, stava indagando segretamente su ciò di cui era tenuto all'oscuro. All'inizio gli era stato presentato il progetto della guerra, delle fazioni e delle azioni bellicose sottobanco, ma adesso l'operato di Sakkaku lo portava a pensare che volesse tutto il mondo contro. Era chiaro: aveva volutamente basato le alleanze su circostanze talmente scomode che alla prima scintilla si sarebbero non solo districate dai patti, ma addirittura passati al nemico. Parliamo di qualcosa di obbiettivamente assurdo, mai visto prima nella storia: se i suoi piani fossero andati in porto, sette villaggi si sarebbero riversati in massa contro di lui, solo Taki si sarebbe schierata in difesa della Pioggia - ben poca cosa vista la debolezza in confronto alle altre terre.
    [...] non appena le porte in acciaio sbatterono per chiudersi, Hei divenne la preda del sovrano, solo nella gabbia del leone...perchè questo era quella camera a tenuta stagna al di là delle dimensioni. Ma ancora non pago di aver suscitato scalpore, il ninja di Ame sollevò ulteriori questioni, prima ancora di ricevere risposte alle prime:


    - Poi perché attirare il nemico qui ad Ame? È davvero tanto sicuro che le forze armate nostre alleate ci possano garantire il sostegno necessario a fronteggiare i villaggi nemici? Chi ci dice poi che non ci tradiranno? Insomma, conosciamo fin troppo bene come sono nate quest’alleanze… -

    Come reagì Sakkaku? Ignorandolo e continuando ad affondare le nocche nel sacco, come volevasi dimostrare. Tuttavia, benchè apparentemente non manifestava alcun stato di tensione, Hei lo notò subito: la violenza dei pugni andò drasticamente ad aumentare fino al punto di rompere il cavo d'acciaio e scaraventargli addosso il sacco ad una velocità impressionante. 130 Km/h di potenza! Il ninja non avrebbe mai fatto in tempo a reagire e sicuramente non avrebbe giovato ai suoi connotati quell'ammasso di cemento, senonchè, nell'istante che precedette l'impatto, la mano dell'Amekage agguantò il margine di ferro rotto, sottraendo il subordinato all'ospedale...

    - Odio ripetermi: non è una faccenda che vi compete. -

    Così dicendo lanciò alle spalle l'involucro di cemento, che tonfando al suolo rivelò ad occhio e croce il suo peso attraverso un boato allucinante. Dopodichè prese un asciugamano da terra e si ripulì dal sudore.

    - Kishikumo non è nata per seminare terrore, nè tantomeno per distruggere villaggi. Dovresti averlo capito tu stesso. Ciò che realmente deve interessare a voi è eseguire gli ordini. Consideratevi parte integrante di un corpo, la cui testa sono io: un braccio o una gamba non si domandano perchè afferrano o corrono, semplicemente si prodigano per uno scopo al di fuori della loro portata. Però, se uno di questi malauguratamente dovesse andare in cancrena, sarebbe sufficiente amputarlo. -

    Metaforicamente Sakkaku aveva alluso al destino di un Kishikumo "malato", la cui sorte Hei poteva immaginarla meglio di tutti, date le sue condizioni; ciononostante Sakkaku non esitò a rammentarglielo:

    - Devo forse ricordarti che la tua vita mi appartiene? -

    Lanciò una paurosa ondata di gelo, dove le ire del ninja erano inefficaci almeno quanto la sua impotenza davanti a tutto quello. Sapeva che un passo falso gli sarebbe costato l'esistenza e in tal modo aumentava il numero degli alleati che Sakkaku aveva costretto in un modo o nell'altro ad essere tali. Nella sua mente la fiducia non era un garante definitivo, in quanto corruzione ed eventi sarebbero potuti rappresentare la cessazione dell'alleanza; invece, con quei metodi, si assicurava il massimo impegno e la più "pura" lealtà, in quanto il tradimento avrebbe sancito una grave perdita per l'altro.
    Nel silenzio l'Amekage appese al gancio un nuovo sacco e riprese con gli allenamenti:


    - Pensi sul serio che le regolari forze armate della Pioggia e voi di Kishikumo possiate fermare l'avanzata di ben otto villaggi? Curioso. -

    Aggiunse impavido, rivelando di fatto che un giorno tutti quanti gli si sarebbero ritorsi.

    - A breve lo faranno: proprio in questo momento Faust si sta assicurando che Kiri giochi bene la sua parte e che si rivolti ad Ame. Oltretutto spero che hai salutato come si deve Numero VIII, dal momento che non lo rivedrai più... -

    CITAZIONE
    - Devo eliminare il dottore? -

    - E' ciò che ti sto chiedendo di fare. -

    - Non per intromettermi, ma cosa c'entrano i piani con Faust? -

    - Niente di niente, tuttavia Numero VIII ha costruito sotto i miei occhi un marchingegno in grado di mandare tutto a monte. Sembra assurdo, ma il pesciolino del fiume è entrato in pieno oceano. -

    - Devo giustificare l'esecuzione? -

    - Sì: considerata l'indole di Faust, gli ho volutamente fatto credere che toccando la "piccola Mizukage" mi avrebbe creato problemi... -

    - ...quando in realtà ci aspettavamo esattamente questo. -

    - Solo che lui questo non lo sa. Sarà il motivo che ufficialmente girerà tra Kishikumo. Assicurati che Juan sia il primo a saperlo, perchè lui stesso dovrà occuparsi di distruggere il frutto del genio di Faust.

    - Nessun problema. -

    Sakkaku si fermò un momento per prender fiato, ma di fatto quella pausa sancì il definitivo termine dell'allenamento...o almeno di quello, perchè subito avanzò una proposta al diretto subordinato:

    - In quanto a te, Hei, sono colpito che sia ancora in vita. Ad essere sincero mi aspettavo il tragico ritorno della tua salma ad Ame, e invece devo ricredermi. E' vero, potrei provvedere seduta stante, però, considerati i tuoi progressi, perchè dovrei gettarti in pasto alla morte? Sei sei vivo dopo un attacco alla Foglia, potresti essermi davvero utili in fin dei conti, almeno per adesso... -

    Detto questo, avanzò verso di lui e lo guardò di 3/4:

    - Esaminerò di persona la tua forza e se lo riterrò necessario, annuncerò "Heiji Naizen" a tutta Ame come il primus inter pares, ovvero la mia guardia del corpo personale. Dovrai nuovamente tornare a portare la maschera, ma se così non fosse... -

    Quindi lo invitò ad attaccarlo.
     
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    Prima che potessi concludere il mio discorso Sakkaku ordinò agli altri Kishikumo di uscire fuori di qui, voleva restare solo con me.
    Gli altri, da bravi sottoposti qual’erano, si voltarono e senza manifestare nessun dissenso lasciarono il posto chiudendo la porta alle loro spalle.
    Bene, ero rimasto solo col capo in una stanza senza via d’uscita, meglio continuare a parlare.
    Hi dal canto suo continuava a colpire il sacco senza apparentemente mostrare interesse nei miei confronti, più andavo avanti con le parole però e più i suoi colpi diventavano potenti, tanto da far oscillare pericolosamente l’oggetto verso di me.
    Indietreggio di qualche passo, per sicurezza, ma non servì poi a granchè, la catena in ferro che sosteneva quell’enorme peso cedette e l’oggetto fu scaraventato verso di me ad una velocità inaudita.
    Mi si sgranarono gli occhi, provai a portare le mani vero il corpo a mo di scudo ma il mio corpo non era abbastanza veloce per reagire ad una situazione tanto improvvisa quanto letale.
    Quando quell’enorme ammasso di chissà cosa arrivò a qualche centimetro dal mio volto però interruppe la sua corsa, l’Amekage aveva teso il braccio in direzione della catena afferrandola proprio qualche istante prima dell’impatto.
    Quest’uomo, aveva una forza straordinaria e purtroppo era solo la dote meno importante del suo repertorio, metteva i brividi stare da solo con lui.

    - Odio ripetermi: non è una faccenda che vi compete. -

    Disse lanciando alle sue spalle il sacco che si schiantò al suolo facendo un rumore impressionante a conferma che all’interno non c’era semplice sabbia.
    Si volta, fa qualche passo e prende un asciugamano dal pavimento con la quale deterge il sudore che gli ricopriva la stragrande maggioranza del corpo nudo, dal volto agli addominali.
    Poi riprende a parlare.
    A suoi dire noi di Kishikumo eravamo come le parti di un unico corpo, Sakkaku rappresentava la testa e noi i vari arti, non dovevamo far altro che rispondere agli ordini che ci venivano mandati senza chiederci quale sia il risultato da ottenere con essi.
    Inoltre aggiunse che, come in un vero e proprio corpo, se un braccio o una gamba smette di rispondere, o non lo fa nel modo corretto, va amputata.
    Il riferimento era più che chiaro anche se avevo ancora un altro dubbio che sopprimeva la rabbia di quelle affermazioni, perché allora Kris a differenza degli altri era a conoscenza dei suoi piani? Che non fosse trattato come un sottoposto ma quasi come un pari?
    Non potevo saperlo, intanto Hi prese un nuovo sacco che appese ad un nuovo gancio e riprese l’allenamento iniziando a sferrare una nuova serie di pericolosi ganci.
    Dopo qualche secondo ecco che riprende a parlare, infondo non aveva ancora risposto a tutte le mie domande.

    - Pensi sul serio che le regolari forze armate della Pioggia e voi di Kishikumo possiate fermare l'avanzata di ben otto villaggi? Curioso. -

    - OTTO VILLAGGI?!?!? -

    Quindi era veramente questo quello che voleva, le false alleanza che si erano create andavano spezzate per riunire tutti contro di noi.
    Era un folle, solo un pazzo poteva volere questo.
    Anche se, anche se, di lui si poteva dire tutto tranne che era uno sprovveduto, tutto quello che è successo da un paio d’anni a questa parte era stato già programmato nei minimi dettagli, aveva forse qualcosa con la quale eguagliare, se non addirittura superare, le forze del nemico?
    Un ulteriore conferma delle parole dette prima arrivano con una nuova frase, proprio in questo momento Faust si stava occupando della situazione con Kiri.
    La ricordo perfettamente, ero stato io a rapire la piccola Kyoko e portarla qui, era anche colpa mia se oggi il villaggio della Nebbia si trova in questa situazione.

    - Oltretutto spero che hai salutato come si deve Numero VIII, dal momento che non lo rivedrai più... -

    Aggiunse con un velo di crudeltà, l’ora del dottore pazzo era giunta al termine, non l’avrei mai detto, sembrava andassero d’accordo ed invece… bhe non è il primo membro dell’organizzazione che fa eliminare.
    Chissà questa volta a chi era stato dato il compito, devo dire che a differenza dell’altra volta non mi sarebbe dispiaciuto occuparmene personalmente.
    Comunque sia la velocità delle braccia di Sakkaku andò rallentando esponenzialmente finchè i suoi pugni non si fermarono del tutto bloccando i movimenti del sacco, doveva essersi stancato dell’allenamento.
    Mi si avvicinò, si disse sorpreso di vedermi qui, si aspettava che con quella missione ci fosse la mia dipartita, ero contento di averlo deluso, aggiunse che data la mia dimostrazione di forza potevo tornargli utile.
    Ero orami abituato a questo trattamento da parte sua, al pari di un oggetto, purtroppo non potevo farci niente e per questo non mi scazzavo più di tanto.
    Mi invita a combattere, dice di voler testare la mia forza, se ero migliorato abbastanza sarei stato eletto sua guardia del corpo personale, sarei tornato come Heiji Naizen al villaggio.
    Altrimenti… per me non c’era nessun altrimenti e non mi farò ripetere due volte di attaccare, non ero di certo ancora alla sua altezza ed inoltre continuava a tenermi in pugno con il Kokketsu ma se avessi giocato bene le mie carte magari sarei riuscito a colpirlo, sarebbe stata una bella soddisfazione veder sanguinare il suo brutto muso.
    Salto all’indietro per allontanarmi di qualche metro, ero esperto nelle arti magiche quindi era ovvio preferissi stare a distanza.

    - Bene, se è quello che vuoi… -

    Espello il sangue nero a gran velocità da tutti i pori del mio corpo che sembra essere in preda alle convulsioni tanto è il tremore che lo colpisce tutto.
    In men che non si dica un clone di sangue si para davanti a me e di fronte al Kage con braccia aperte e con un’espressione, se un volto senza tratti poteva esprimerne, al quanto giocosa.

    AFRc1



    Si tuffa a gran velocità davanti al nemico forte dei suoi due metri d’altezza e della muscolatura abbastanza sviluppata.
    Un attacco tanto diretto non poteva certo sorprenderlo, quello che volevo e che con il suo avvicinamento il clone diventasse anche un impedimento visivo.
    Giunto ad un metro da Sakkaku si sarebbe fermato, era in quel momento che dal petto gli sarebbe spuntata una lama d’acciaio, era l’arma sviluppata da mio padre controllata tramite la stretta omicida, il corpo particolare della copia sanguigna si faceva attraversare dai corpi solidi, avrei sfruttato la cosa per attaccarlo a sorpresa.
    La lama era diretta poco più in basso della sua gola, tra le scapole per essere precisi.
    Non mi aspettavo che il colpo andasse a segno, volevo che lo schivasse all’ultimo secondo.
    Si, proprio così, perché insieme a lui si sarebbe spostato in modo speculare il clone che avrebbe sfruttato la prima schivata per apportare il suo attacco, un calcio poderoso al bacino.
    Già che c’ero meglio prendere delle precauzioni, dopo il mio attacco sarebbe stato il turno dell’offensiva di Hi e sarebbero stati cazzi.
    Utilizzo la moltiplicazione del corpo per creare sei mie copie perfette.
    Jutsu alquanto inutile soprattutto in uno scontro come questo ma potevo sfruttarlo per guadagnare tempo e per prendere di sorpresa il nemico.
    Infatti avrei sfruttato il fumo generato dalla tecnica per rendermi invisibile, appena questo si sarebbe diradato sarei saltato sul soffitto e mi ci sarei attaccato grazie alla concentrazione del chakra senza di conseguenza fare alcun rumore.
    Così facendo ora dovrebbe concentrare le sue attenzioni nei confronti dei falsi Hei e almeno di abilità percettive non poteva individuarmi lì su.
    Inoltre c’era sempre il clone di sangue giù a creargli qualche grattacapo, gli avevo anche lasciato il coltello dopo il mio primo attacco, nelle sue mani forse sarebbe stato più utile.
    Infatti sembra piacergli, lo afferra dopo aver sferrato il calcio e sembra voler colpire l'Amekage con due pugnalate, se non altro lo tiene occupato mentre io mi nascondo.


    Hei Nanju

    Stamina: 900-150-18-5-35=692
    Resistenza: 500-50=450

    Azioni: Ectoplasma Sperimentale
    Controllo pugnale Nanju tramite stretta omicida come da post
    Moltiplicazione del corpo (6 copie)
    Tecnica del mimetismo

    Clone sanguigno

    Calcio
    Due pugnalate con pugnale Nanju

     
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    I precedenti di Hei sul campo di battaglia lo rendevano obbiettivamente il ninja "umano" numero I di Ame. Sakkaku lo sapeva bene, tuttavia la cosa non sembrava turbarlo nè eccitarlo. Non era difficile immaginarne il motivo: il potere che controllava andava ben al di là dell'"umano" e mai nessuno gli si sarebbe potuto opporre. Va da sè che la tensione proveniva unicamente da un senso in quel teatro di battaglia. Ciò spinse il subordinato ad accettare l'invito della prima mossa: ricorrendo agli esperimenti di Ottavo, Sesto rigurgitò una copiosa quantità di sangue nero, analogamente alla controparte. Da esso si plasmò in tempo record una creatura buffa e goliardica, canoni riscontrati nella sua totale assenza di espressività in volto. Altrettanto velocemente guizzò nell'aria con obbiettivo Sakkaku. Saggia mossa? Il tempo l'avrebbe suggerito.
    C'è da dire che le distanze prese all'inizio da Hei furono fondamentali per resistere alla potenza del suo avversario, che presto si sarebbe manifestata. Intanto la creatura procedette indisturbata verso il target, che tuttavia stette impassibile alla minaccia...


    - Notevole utilizzare contro di me l'arma che io stesso ti ho dato. Sfortunatamente per te, non è la stessa di cui dispone Numero I. -

    Sapeva già cosa fare, ma per dare spettacolo della sua enorme potenza, attese l'"improvviso" attacco che venne fuori direttamente dallo sterno dell'ectoplasma: un pugnale controllato a distanza da un cavo d'acciaio.
    I riflessi dell'Amekage furono tanto sorprendenti quanto previsti...da ambo le parti! Tempestivamente si "teletrasportò" - talmente era veloce - a sinistra dell'avversario gelatinoso, ma questi, anticipando la schivata, si interpose tra lui ed Hei per tentare di intercettarlo con un calcio. Quello fu il punto cruciale dello scontro...


    - Jikangan: Replay. -

    gW1co



    Al suo battito delle ciglia, accadde l'impensabile, la manifestazione del reale potere di Sakkaku: il Jikangan! Era il tramite tra il mondo degli dei e quello umano, il mezzo per controllare a piacimento lo scorrere del tempo e la sua interpretazione da parte degli uomini. Un Doujutsu mai visto nel corso dei secoli e che ora Hei avrebbe avuto il "piacere" di provare su pelle.
    L'Amekage strizzò gli occhi una volta e il tempo subì un drastico cambiamento: l'ultima scena proposta, ovvero la controffensiva dell'ectoplasma, si riavvolse sino al momento in cui Hei lo mandò per la prima volta all'attacco. Così le posizioni si azzerarono a persino il re tornò a quella precedente, dove stava per subire la pugnalata a sorpresa...di nuovo!


    - Ti ricorda nulla questa scena, Hei? -

    Il torace della creatura venne perforato dal pugnale, ma questa volta...Sakkaku lo afferrò dal manico prima di essere colpito.
    Lo scontro comunque proseguì, entrando nel clue: Sesto, per preparasi al futuro, compose dei celeri sigilli. Da essi si espanse una cortina fumogena, al termine della quale 6 riproposizioni di se stesso invasero la gigantesca camera metallica. Ma ancora insoddisfatto, ordinò in qualche modo all'ectoplasma di tornare alla carica. Già...peccato che questi non rispose ai comandi. Perchè? Provate un pò ad immaginarlo...


    - Jikangan: Stop. -

    Resistenza: xxx-1
    Stamina: xxx-40 (attivazione occhio)-90(Replay)-70(Stop)
    Azioni:
    - Attivazione Jikangan
    - Replay (per riavvolgere lo scorrere del tempo)
    - Stop (per fermare lo scorrere del tempo dell'ectoplasma)


    CITAZIONE
    Responso Arbitrario

    Hei
    Finta con Ectoplasma e pugnalata --> 190+200+8+15+6=419
    Attacco con Ectoplasma --> 190+200+20+2=412
    Pugnalata con Ectoplasma #1 --> 190+200+20+7=417
    Pugnalata con Ectoplasma #2 --> 190+200+20+4=414
    Moltiplicazione ---> Riesce
    Mimetismo --> Riesce

    Sakkaku
    Schivata --> 250+250+20+7=527 :please:
    Replay --> 250+250+20+20 (Jikangan)+3=543 :please:
    Stop --> 250+250+20+20 (Jikangan)+9=549 :please:

    Danni
    Nessuno

    Note
    Clone sanguigno con lo scorrere del tempo interrotto
    6 cloni in campo
    Hei invisibile sul tetto (poi mi spieghi come sei arrivato a saltare 50 metri :asd:)



    Stavolta Sakkaku sbattè le palpebre due volte e lo scorrere del tempo del clone di sangue si interruppe. Dall'esterno la scena aveva dell'inquietante: come sospeso nel gelo più assoluto, la vittima del Jikangan non reagiva più alla realtà. E gli stessi effetti perdurarono pur dopo che il Kage staccò la mano dal petto della creatura.
    I suoi passi riecheggiarono nel vuoto e in men che non si dicesse, si collocò al centro dei 6 ninja, dopo aver strappato dal clone sanguigno pugnale e annesso cavo.
    Fortunatamente per Hei l'avversario non sembrava essersi accorto nè di lui nè dell'espediente, però adesso doveva pensare a un modo per dimostrare quantomeno la sua forza, giusto per sopravvivere. Ma come se quel Doujutsu non avesse già mostrato abbastanza, Sakkaku tirò fuori un'altra carta: tre chiusure degli occhi e...


    - Jikangan: Haste. -



    Attorno a lui comparve un'aura rossastra, assolutamente differente dalle altre viste sino ad oggi dal povero ninja: sembrava che altri 3 o più Sakkaku fossero sovrapposti all'originale. Parliamo naturalmente di un effetto ottico, paragonabile ad un 3D artificiale.
    I cloni poterono solo perire di fronte alla velocissima rotazione dell'arma, che a mò di turbina investì i sei, lasciandone solo residui fumosi.
    Come aveva fatto ad aumentare tanto la sua rapidità?! Certo era stato veloce anche prima, ma mai quanto adesso. Ancora una volta la risposta era quel Doujutsu.
    Se non altro Hei, ancora spettatore invisibile del film dal tetto, poteva dirsi in salvo...o almeno così credeva...


    - Jikangan: Doppelganger! -



    Dacchè l'Amekage sembrava guardare a vuoto la sparizione dei sosia nella vana ricerca del nemico reale, ecco che il suo sguardo si ritrovò a collidere direttamente con quello di Hei, come se l'avesse perfettamente inquadrato anche nella sua invisibilità. Eppure non doveva disporre di capacità sensoriali!
    In un battibaleno lo sterno del ninja venne colpito in pieno da un macigno di 50 tonnellate, ma a Hei bastò aprire mezzo occhio dopo l'urto subito per capire che si trattava di un semplice pugno dell'avversario, talmente distruttivo da rompergli 4 costole. Il gancio peraltro fu così sentito da sbilanciarlo e farlo cadere da quell'altezza; eppure non finì lì: Sakkaku, insoddisfatto, caricò la dose con un'ulteriore poderosa gomitata in pancia e anche qua...


    - Jikangan: Replay. -



    Come prima la scena si riavvolse, facendo testare direttamente sul poveretto gli effetti del riavvolgimento temporale: il dolore, lo stress e i pensieri accumulati nella prima fase venivano riproposti nell'esatta successione nella seconda, senza cancellare ovviamente i precedenti. Così quei due devastanti colpi divennero quattro e il tutto si chiuse con lo schianto in terra da 50 metri!!
    Quando riaprì gli occhi, v'erano due Sakkaku accanto a lui, ma presto uno scomparve.


    Resistenza: xxx-2-1-1-1-1
    Stamina: xxx-50(Haste)-50(Doppelganger)-90(Replay)
    Azioni:
    - Haste x1 (aggiunge all'agilità il valore del CC*1 per la prossima azione, al costo del doppio della resistenza per quest'ultima; lo stesso valore si aggiunge/2 ai danni del colpo)
    - Far roteare al centro dei 6 il pugnale di Hei (sottratto all'ectoplasma) col filo
    - Doppelganger (spiego meglio nel prossimo post)
    - Replay su pugno e gomitata


    Difenditi pure, anche se riuscita o non riuscita, sei bello che fritto. Meglio invece è se dai per buono di essere colpito e passiamo direttamente al dialogo con domande e blablabla. Ricorda che se vieni colpito sei fracassato. Ci pensa Sakkaku a curarti.
     
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    Come definire quell’uomo se non MOSTRUOSO?
    Meglio fare un passo alla volta per ripercorre le mie azioni e le sue reazioni, per capire un po’ meglio come aveva agito e di che cosa era stato capace battendo semplicemente le palpebre.
    Il mio clone attacca, si ferma e si lascia attraversare dalla lama, il Kage non si fa prendere alla sprovvista e fulmineo scatta alla sua sinistra, ecco che il clone fa il suo lavoro pronto a colpirlo quando…siamo di nuovo punto e a capo.
    Aveva attivato uno strano doujutsu con la quale aveva riavvolto il tempo.
    Le azioni si ripetono e io sono vittima di quello che potrei definire un deja vu, rilancio la lama ma questa volta è a conoscenza dell’attacco ed in grado quindi di bloccarla a dovere.
    Meglio andare avanti allora.
    Mi moltiplico mentre il clone si lancia all’attacco, poi invisibile mi dileguo nascondendomi sul soffitto.
    Un’altra volta però Sakkaku utilizza quegli strani occhi, la mia creatura si blocca, resta paralizzata, incapace di agire, impotente di fronte ad un tale potere.
    Bene, questo era quello che era successo durante la mia offensiva, ora era il suo turno.
    Con la calma del più forte dei sovrani toglie il pugnale dalle mani del clone e lo fa suo, si dirige quindi verso le copie, che avesse abboccato alla trappola?
    In mezzo ad esse sembra moltiplicarsi, o almeno fa una cosa molto simile, ed utilizza la mia stessa arma per volteggiare intorno a se ed eliminare tutti i falsi Hei.
    Svaniscono con un puf lasciando spazio al fatto che fossi nascosto.
    Un punto a favore almeno c’era, se non mi aveva individuato fino ad ora non possedeva capacità sensoriali di alcun tipo, potevo prenderlo di sorpresa.
    Mi piego sulle gambe e sono pronto a scattare in avanti, a balzare al suolo in sua direzione, proprio però quando stavo per effettuare l’azione Hi alza il capo e con i suoi occhi mi penetra lo sguardo, come aveva fatto ad individuare in un tanto vasto spazio la mia posizione?
    Sono sbalordito, tanto da non poter reagire quando balza in alto e si porta proprio davanti a me, provo ad attivare il Chidori Nagashi ma non ne ho il tempo, qualcosa di poderoso mi aveva colpito alle costole schiacciandomi sulla parete e facendomi riversare sangue dalla bocca sul volto del Kage.
    Apro gli occhi a stento, noto che era stato uno dei suoi pugni a colpirmi, non c’era da stupirsi data la prova di forza che aveva dato prima.

    - !?!?!? -

    Purtroppo l’offensiva non era finita li, una gomitata allo stomaco mi stronca il fiato, anche questa volta spunto una cospicua quantità di sangue dalla bocca.
    Privo di energie sto per abbandonare le forze e lasciarmi cadere quando… ero esattamente nella stessa situazione di prima!
    Il dolore, il male alle costole e la sensazione di soffocamento erano invariati ma allo stesso tempo i colpi non esistevano più.
    Sakkaku quindi torna a saltare e la sequenza di azioni si ripete, anche se conoscevo quello che stava accadendo restavo comunque troppo inferiore al mio avversario per poter reagire come si deve, ecco quindi che il pugno e la gomitata vanno a segno, questa volta però sembrano fare male il doppio e cado privo di forze dal soffitto al suolo schiantandomi al pavimento e distruggendo varie piastrelle sotto di me.
    Non so perché non svengo, sarà forse la forza di volontà ma sono ancora cosciente.
    Bhe magari non era tanto un vantaggio, da svenuto non avrei percepito tutto il dolore che provavo in quel momento, dovevo dire poi che il Kokketsu lo attenuava in parte, se avessi avuto un fisico normale non oso immaginare che cosa avrei passato.
    Mi piego su me stesso, cerco di non pensarci ma non ci riesco, cerco di portare la mano al taschino per prendere un tonico coagulante ma non ho le forze necessarie per farlo.
    Respiro appena e il farlo mi comporta atroci dolori, non ero mai stato in una situazione del genere eppure questo era un semplice allenamento.
    Il tutto poi in pochi colpi, sono sicuro che questo sia solo parte dei poteri in suo possesso e che essi siano solo la parte marginale del Jikangan o come si chiamava.
    Una cosa positiva almeno c’era, conoscevo in parte quello che era in grado di fare ed in futuro mi avrebbe aiutato, forse.
    Inoltre i jutsu che eseguiva sembravano essere legati alle volte che batteva le palpebre, altre cosa da tenere a mente per reagire meglio alle sue azioni.
    Anche se ora che ci penso…dovevo attaccarlo per mostragli il mio valore e non avevo fatto altro che mostrargli invece quanto fossi inferiore a lui, meritavo davvero di diventare sua guardia del corpo personale?
    Era ovvio che non ne avesse bisogno e che la figura di guardia serviva più che altro a valorizzare l’importanza del personaggio e a non sporcarsi le mani con i pesci piccoli.

    - C-ome puoi? C-ome puoi fa-re ciò? -

    Balbettavo tanta era la fatica che feci per pronunciare quelle parole ma magari, in preda al narcisismo e al senso di onnipotenza, mi avrebbe rivelato qualche altro dettaglio importante sulla sua abilità speciale.

    - V-olevi dimostrare la tua im-mensa sup-eriorità? Qu-esta pr-ova era tutta una mont-atura v-ero? Il mio des-tino lo hai già de-ciso… -


     
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    - C-ome puoi? C-ome puoi fa-re ciò? -

    Cosa potè fare il ninja di Ame dinnanzi al suo re? Inchinarsi....inchinarsi e accettare l'evidente inferiorità. Non c'era stato modo per lui di reagire, nè tantomeno di dimostrare la sua forza. Quasi quasi se qualcuno l'avesse vista con occhi esterni, avrebbe concepito l'umiliazione di Hei come un forte senso di dispiacere da parte di quest'ultimo per aver deluso il suo Kage. Naturalmente le cose erano ben diverse, tuttavia ciò non toglie un margine di verità alla cosa.
    Immobile e leso nell'orgoglio, il ribelle della Pioggia mai e poi mai aveva sentito così veemente l'amaro in bocca: tante epopee vissute, tante vite mietute...e per cosa? Scoprire di aver davanti un dio. Quella era davvero la giusta posizione per guardarlo: dal basso del pavimento, disteso e ammaccato dappertutto. Sakkaku si ergeva a titano davanti l'ingloriosa fine che aveva riservato al sottoposto...


    - Come posso fare, dici? -

    Controinterrogò l'Amekage tra le sue solite manie di distacco dai comuni "mortali". Era ovvio che Hei volesse sapere di più per capire come sconfiggere quella mostruosità, ma infondo cosa doveva temere il principe della guerra? Così come un uomo non può nulla contro una divinità pur capendone la forza, Hi non si fece problemi nel gloriarsi, rispondendo per filo e per segno alla domanda:

    - In questo mondo le arti oculari rappresentano il primato tra le Kekkei Genkai, definite tali proprio perchè infinitamente inferiori. Legate alla genetica, queste prima o dopo si manifestano su tutti i componenti della stirpe, rendendo di fatto comune questa piuttosto che quest'altra peculiarità. In tal modo i detentori delle Kekkei Genkai, per quanto si distinguano dai ninja comuni per via della loro capacità di manipolare le singole manifestazioni della natura - vedi l'acqua che può tramutarsi in ghiaccio e la terra in legno - diventano completamente misere dinnanzi alla grandiosità dei Doujutsu, che invece permettono di modificarne la qualità in senso stretto.
    Naturalmente sto parlando del grande Sharingan e del sommo Rin'negan, l'uno capace di agire sul concetto di destino e l'altro su quello di gravità. Affianco ad essi, tuttavia, una deformazione nei secoli ha fatto sì che un singolo individuo, ovvero il sottoscritto, potesse acquisire e controllare lo scorrere del tempo e la sua percezione da parte degli esseri umani attraverso degli occhi unici: il Jikangan. Tutto questo in cambio di momentanei pericolosi arresti cardiaci. Se mi dovessi chiedere quale dei tre prevale sugli altri non ti saprei rispondere. Quel che è certo però è che nessun essere umano può nulla davanti al destino, alla gravità e al tempo. Sono concetti talmente astratti e assoluti da non poter essere afferrati in alcun modo. -


    Che con l'interminabile discorso volesse evidenziare maggiormente il divario tra lui e gli esseri umani? Nei suoi scopi forse v'era intimare al sottoposto che nessun uomo o ninja sarebbe uscito vivo da una battaglia seria contro di lui. Dunque sorgeva spontanea una domanda: aveva forse in mente di affrontare ben otto villaggi da solo? Ma soprattutto: davvero il Jikangan sarebbe bastato ad offrirgli la vittoria?
    Troppi pensieri avrebbero attanagliato la mente di chiunque, giacchè solo in due conoscevano la verità dietro quella montatura.
    Sakkaku, al termine della parziale spiegazione, si girò volutamente dall'altra parte per mostrare la schiena: su di essa v'era impresso un enorme sigillo, prima di allora nascosto dal profilo dello stesso Kage intento ad allenarsi. Escluso che si trattasse di un semplice tribale, in quanto i lineamenti ricordavano...un fuuinjutsu!


    - A prova della sua indescrivibilità, ti basta ripensare a prima: benchè io non possegga alcuna capacità sensoriale, sono riuscito a colpirti nonostante fossi invisibile. E' stato il Jikangan a suggerirmi cosa dover fare: questi occhi sono in grado di mandare avanti mentalmente di un minuto lo scenario che mi si para di fronte. Potrà anche sembrarti assurdo, ma poc'anzi ho visto me stesso sul tetto colpire una massa invisibile. Paradossalmente solo ora che sei tornato visibile ho la conferma di non aver commesso errori. -

    - V-olevi dimostrare la tua im-mensa sup-eriorità? Qu-esta pr-ova era tutta una mont-atura v-ero? Il mio des-tino lo hai già de-ciso… -

    D'un tratto da che era di spalle Sakkaku ruotò il capo di 3/4 e fissò con sufficienza il Sesto, dando l'impressione di starlo compatendo. D'altra parte era innegabile che c'avesse totalmente preso: l'Amekage sapeva già a priori che niente lo avrebbe stupito di quel ribelle che, nonostante tutto, aveva fatto passi da gigante. Ricompensa o meno, egli aveva già stabilito cosa dover fare...o meglio, l'aveva già visto un minuto fa col Jikangan...

    - Hei Nanju, d'ora in avanti dimenticherai il tuo vero nome e sarai riconosciuto dall'intero villaggio come Heiji Naizen, "Primus Inter Pares". Sarai proclamato Anbu in pubblico in una tradizionale cerimonia dove tutti ti apprenderanno il nuovo nome della guarda personale dell'Amekage. -

    Prese lentamente una nuova iniziativa, rigirandosi e chinandosi verso il malconcio a terra; gli posò il palmo sullo sterno fracassato e...chiuse le palpebre per tutto il processo...di riavvolgimento!

    - Il rito sarà solo la parte superficiale di una scatola, al cui interno tu, Hei Nanju, vivrai nella consapevolezza della debolezza. Sarai costretto per il resto della vita a proteggere chi disprezzi con tutto te stesso, giacchè al minimo errore dovrai abbandonare le tue spoglie mortali e conoscere la vita ultraterrena. -

    Il sermone si sovrappose ad un processo di cura unico nel suo genere, decisamente il migliore in assoluto: il corpo di Hei stava subendo un processo di riavvolgimento temporale, dove costole e ossa stavano tornando al momento precedente allo scontro. Quella sanatura gli provocò un male devastante, ma più passava il tempo e tanto più sentiva leniti i malori, fino al momento in cui il benefattore riaprì le palpebre e staccò la mano dal suo sterno:

    - Jikangan: Reset. -



    Il ninja di Ame era tornato completamente in sesto. Nessuna ferita lo costringeva più a piegarsi, nessun osso inclinato gli intimava più di urlare, poichè per quel corpo era come se niente fosse mai avvenuto.
    A cure ultimate, Sakkaku si avvolse il collo nell'asciugamano e andò per oltrepassare l'immensa porta d'acciaio...


    - Dai Albarn si avvicina. -

    Bene. Fai un bel posto, dove dopo la tiritela comincia la cerimonia. Hai assolutamente carta bianca. Poi intervengo io per il discorso pubblico. Ah, nel tuo post dì che Kishikumo è al di là della porta e che tramite Rebecca ci spostiamo al palazzo reale. Dopodichè vai a casa, preparati e descrivi uno scenario di celebrazione pubblica, dove tu sali sul palco e attendi l'inizio dell'evento.


    Edited by Zérø - 11/6/2012, 21:31
     
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    Come poteva fare a sviluppare una cosa del genere? Bhe abbastanza semplice a suo dire.
    Molti ninja posseggono quelle che noi definiamo Kekkei Gekkai, abilità genetiche che permettono, prima o poi, di far sviluppare a tutti coloro che posseggono questi geni speciali abilità come la manipolazione dell’acqua, della terra o altro e di tramutarle in ghiaccio, legno, ecc.
    Il Jikangan rientrava, a differenza delle altre, nei doujutsu, arti oculari che conferivano poteri “divini” a chi le possedeva.
    Basti pensare al famoso Sharingan del clan Uchiha oppure al leggendario Rin’negan che rispettivamente conferivano il controllo del destino e della gravità oltre che della vita e della morte.
    Sakkaku era riuscito a svilupparne uno proprio, il Jikangan appunto, che permetteva il controllo dell’arte del tempo, un qualcosa che andava oltre il comune e che lo innalzava a semi-dio.
    Era questa la sua spiegazione, riusciva a fare ciò perché superiore rispetto a tutti gli altri, resisteva persino agli arresti cardiaci che gli procurava l’uso di quelle mostruose tecniche.
    Si volta, inizia a camminare per prendere un asciugamano.
    Noto dietro la schiena un enorme simbolo nero simile ad un kanji, non riuscivo a capire cosa rappresentasse.
    Al suono della mia voce si voltò in parte probabilmente per rispondermi.
    Confermò quello che aveva detto prima, dovevo abbandonare i panni di Hei Nanju per riprendere quelle del ragazzo mascherato che rappresentava Heiji Naizen.
    Sarei stato un Anbu diretto al suo servizio ed incaricato della sua protezione.
    Quale destino peggiore di questo poteva attendermi?
    Non riuscivo ad immaginarne uno, non potevo ribellarmi a quell’uomo perché aveva la mia vita nelle sue mani, se pure fossi riuscito a liberarmi dal suo controllo non sarei mai riuscito ad eguagliarlo.
    Per giunta ora dovevo anche proteggerlo, desideravo morire e mollare tutto.
    Mi si avvicina, si china verso di me e sposta la mia mano verso il petto, il dolore è lancinante, mi scappa un forte urlo che rimbomba nella stanza tanto immensa quanto vuota.
    Attiva una sua tecnica legata ancora al controllo del tempo, con questa riporta il mio corpo allo stato precedente allo scontro riparando quindi le costole e il resto delle ossa che si erano rotte.
    Riesco a mettermi in piedi e mi sgranchisco per bene, ero tornato in ottima forma.
    Intanto lui abbandona la sua posizione per dirigersi all’uscita, apre la porta e pronuncia uan strana frase.

    - Dai Albarn si avvicina. -

    Dai Albarn? Cos’era forse l’attuazione di un piano?
    Non potevo saperlo ma qualcosa mi diceva che a breve l’avrei scoperto.
    Vado a raccogliere il pugnale, riavvolgo il filo d’acciaio e lo ripongo nel cinturino apposito.
    Osservo il clone in preda ancora al jutsu di Sakkaku, sembrava essere in uno stato di stasi, di coma, impossibilitato nei movimenti e in qualsiasi azione gli ordinassi.
    Lo lascio li e mi dirigo all’uscita, fuori c’era Kishikumo ad aspettarmi insieme al Kage.
    Rebecca aveva aperto un portale, alla mia vista tutti vi entrano, li seguo.
    Ci ritroviamo a palazzo, dovevo andare a casa a prepararmi per la cerimonia, questi erano gli ordini.
    Mi avvio, non corro ma proseguo molto lentamente per strada, fortunatamente non pioveva.
    Mi guardo intorno e noto che la situazione ad Ame non era cambiata da quando avevo iniziato la crociata contro “il male”, la gente era povera e tutti soffrivano, chi più chi meno, a causa delle spese ingenti imposte dall’alto.
    Tutta questa situazione, mi portava a pensare che avessi fallito in tutto, che ero stato un stupido e che tutti gli sforzi, tutte le vite perse, tutto insomma era stato solo uno spreco.
    Cosa mi spingeva ad andare avanti? Non lo so, ormai anch’io iniziavo a perdere la speranza che tutto si potesse risolvere, le possibilità in questo senso erano quasi nulle…
    Sono a casa, Yin doveva essere giunta qui già da un po’ dopo la missione, come previsto l’aveva seguita in disparte grazie alle sue abilità e ora stava riposando.
    Vado in camera, mi spoglio dei vecchi vestiti e apro il baule.
    Quella maschera, l’avevo abbandonata da quella sera, quella maledettissima sera, ed ora dovevo tornare ad indossarla.
    La prendo e la fisso, molti ricordi riaffiorano ma nessuno di essi è abbastanza puro, abbastanza felice da rasserenarmi.

    ESyKv



    Dopo circa un’ora sono pronto, avverto Yin dell’evento e la invito a seguirmi.
    Lei nota subito che sono turbato ma per qualche strana ragione non osa chiedermi da cosa dipendesse il tutto, meglio così.
    Dopo circa mezz’ora di cammino arriviamo in piazza, non era ancora piena ma la stragrande maggioranza del villaggio era li presente.
    Nessuno aveva osato rifiutare l’invito dell’Amekage ad assistere alla cerimonia.
    Arrivati alla base del palco, che era stato allestito in veramente poco tempo, salgo i cinque/sei gradini necessari per portarmi su un altro livello rispetto alla folla e lascio li l’Akame.
    In quel momento ero solo e tutti gli sguardi dei presenti erano rivolti verso di me, persino quello dei miei zii che da lontano osservavano la scena in disparte.
    Mancava solo una persona all’appello per cominciare, Sakkaku.
    La folla mormora, tutti a basse voce per non far confusione e per tener celate il più possibile le loro parole.
    In molti si chiedevano cosa si andava a celebrare, qual’era il motivo della raccolta in massa del popolo, altri quanto tempo ancora dovessero aspettare prima dell’arrivo del tiranno.
    La tensione era palpabile ovunque, si sa che con Sandaime niente è scontato e il popolo temeva chissà quale sorte maligna.
    Io dal canto mio speravo di svegliarmi da questo brutto sogno detto realtà.
    Sudavo e parecchio pure, magari chi era lontano non poteva notarlo ma tutti quelli in prima fila, Yin per prima, avevano capito forse che c’era qualcosa che non andava.
    Non potevano leggermi in volto ma il tremolio delle gambe e i capelli bagnati lasciavano trasparire ciò che stavo passando molto meglio di come poteva farlo il mio sguardo.
    Un rumore, dei passi, era lui che percorreva la struttura in legno, ma quand’era arrivato? Non mi ero accorto di niente.
    Sorridente in volto si avvicina al microfono battendo ben tre volte con la mano sull'oggetto per vedere se funzionava correttamente.
    Amegakure divenne improvvisamente muta, tutti rivolsero lo sguardo al centro del palco pronti ad assistere allo “spettacolo”.
    Io mi trovavo a circa un metro alle spalle del capo, mi estraneo completamente dal resto del mondo e provo a trovare una soluzione.
    Attaccarlo alle spalle? Magari il popolo sarebbe insorto aiutandomi… no, ma che cazzo mi passava per la testa?
    Ecco, inizia, mi lancia prima un’ultima frecciata con lo sguardo poi torna al pubblico ed allarga le braccia pronto a dar vita ad un suo altro capolavoro…


    Non l'ho riletto, spero di non aver fatto troppi errori.

     
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    Poco prima del ritorno di Kishikumo dalla missione...


    All'insaputa dei suoi stessi Anbu Sakkaku aveva abbandonato la quotidiana postazione del Kage per "andarli" ad informare sull'andazzo della guerra.
    Raggiunta la biblioteca dei Kinjutsu - proibitissima a chiunque - prelevò il 134° libro del 16^ compartimento, gesto che innescò un meccanismo nascosto chissà dove nella struttura mobiliare: la 35^ sezione ruotò di 180°, dandogli libero accesso a quello che sembrava un ascensore. Entratovi dentro, una leva risistemò l'impianto e lo fece scendere 500 metri sotto Ame.
    All'apertura delle porte un nuovo scenario in metallo si presentava sottoforma di uno stretto e lunghissimo corridoio delimitato ai lati da celle, il cui interno era visibile grazie a delle grandi lastre trasparenti. La luce, artificiale naturalmente, veniva prodotta da piccoli globi al neon posizionati sul tetto a distanza di 10 metri gli uni dagli altri.
    Prorompenti urti continui facevano tremare la struttura, benchè Sakkaku, non rinunciando alla sua divinità in alcun caso, avanzava impavido con le mani dietro la schiena. Poi, al semplice adagiarne di una su quello che all'apparenza era un muro d'acciaio, un'apertura nascosta gli diede l'accesso ad una di esse.
    Scene di furiose battaglie bestiali si susseguirono davanti al Jikangan, che con la sua meticolosa preveggenza rivelò a Sakkaku la cessazione di esse...


    - Continuerete più tardi il vostro allenamento. -

    Intimò alle otto persone lì presenti a bassi toni. Sui muri v'erano il lascito di quella che pareva una guerra senza termine che andava avanti da chissà quanto tempo. Ma alla fine, in un modo o nell'altro, l'Amekage ottenne ciò che voleva in cambio di risposte:

    - Ci avevi detto che "Dai Albarn" era vicinissima...6 mesi fa! -

    - Già!! Perchè siamo ancora qui dentro?! -

    - Abbiate ancora un pò di pazienza. Giusto in questo momento Konoha dovrebbe essere in guerra, mentre Kiri sul punto di dissociarsi da noi. Non è semplice recitare all'ombra del mondo intero. Richiede più tempo del previsto. -

    - Parli proprio TU di "TEMPO"?! -

    - "Dai Albarn" segnerà la fine del vecchio mondo... -

    - ...e l'inizio del nuovo! -

    Parlarono sei dei misteriosi individui, l'uno terminando la frase dell'altro. Chi erano? Cosa ci facevano lì? Ma soprattutto, come facevano a conoscere "Dai Albarn"? Sakkaku aveva la risposta a tutti i dilemmi, ma l'avrebbe tenuta nascosta sino a tempo debito.
    Sul momento si congedò dal gruppetto con un'ultima frase effetto:


    - Aspetto ospiti, quindi tornate alle vostre camere. -

    - ...Prego? -

    - COME OSI TU DARCI ORDINI?!?! -

    Partì violentemente all'attacco uno degli ultimi due che ancora non aveva proferito parola; ma l'ultima rimasta provvide a trattenerlo per il polso e ad ammansirlo con una sola occhiata.

    - ...!!! -

    - Per favore, signori: pazientate ancora un poco. -

    [...]


    - CITTADINI DI AME, SIETE STATI OGGI QUI RIUNITI ALLA PIAZZA DELLA PIOGGIA, PER ASSISTERE ALLA PROCLAMAZIONE DEL "PRIMUS INTER PARES"! -

    Proclamò il capo della Pioggia dinnanzi alla totalità dei cittadini, accorsi all'unanimità - nessuno escluso - per assistere all'ovazione ricorrente. Non si era mai vista una cosa del genere, e proprio per questo fu presentata alla massa come la primissima iniziazione della storia al ninja numero uno di Ame, dopo il Kage si intende.
    Hei, già consapevole di cosa lo attendeva, aveva momentaneamente messo da parte l'orgoglio in funzione di qualcosa di più importante: la propria incolumità. Fin dal giorno in cui gli era stato immesso nell'organismo il sangue nero, la sua vita era stata segnata...e questo lui lo sapeva fin troppo bene...


    - QUESTO GIORNO VERRA' RICORDATO NELLA STORIA COME LA PRIMA CERIMONIA DEDICATA A CELEBRARE LO SHINOBI PIU' CAPACE DELLA PIOGGIA, DEGNO DI CONSACRARE E DEDICARE LA PROPRIA ESISTENZA A QUELLA DEL SUO SOVRANO! -

    La tensione del diretto interessato crebbe a dismisura: ciò per cui aveva combattuto dall'inizio alla fine si stava trasformando nella tragedia peggiore mai scritta. Così vicino a lui avrebbe potuto approfittarne per pugnalarlo alle spalle, ma a farlo desistere e a terrorizzarlo fu la coda dell'occhio del medesimo Sakkaku puntata addosso. Con quel preciso gesto tenette a ricordargli come il Jikangan gli consentisse di guardare nel futuro e di sventare qualunque attacco a tradimento.
    [...] allo schiocco delle dita del re, i ciambellani di corte - altri anbu insomma - giunsero a porgere al nuovo "collega" tutto l'armamentario e i benefici riservati alla classe più alta degli shinobi, ovvero le guardie dirette del Kage. Qualunque ninja sarebbe esploso di gioia nell'aver raggiunto le vette della gerarchia, ma non Hei, non in quelle circostanze che lo vedevano camminare sul filo del rasoio: da una parte l'intera esistenza condannata a pagare le richieste di uno squilibrato (anche se così non poteva definirsi); dall'altra la ribellione e quindi la morte.
    Davanti ad Hei Nanju, oggi Heiji Naizen si apriva un nuovo capitolo di vita, destinato alla sottomissione totale o in alternativa alla più tragica delle morti.


    - Ed ora veniamo al rito vero e proprio: accetti tu, Heiji Naizen, prestante ninja della Pioggia, dedicare anima e corpo nella protezione del tuo sovrano? -

    Era fatta: a separarlo dalla nuova esistenza v'era solo un "sì". Ma proprio quando si decise a rispondere, la folla si aprì al passo di un inatteso personaggio, la cui comparsa catturò all'istante le attenzioni di Sakkaku :

    - Vedo che alla fine sei arrivato... -

    - Uchiha Sefiro. -


    V7fLx



    - Sakkaku... -

    Salutai l'Amekage, che rispose con un mezzo ghigno compiaciuto. Dopodichè, senza attendere più il parere dell'"incoronato", pose fine alla rapida cerimonia per invitarmi a seguirlo a palazzo:

    - Così termina la celebrazione. Andate in pace.
    In quanto a te, Mitarashi, seguimi nelle stanze reali. -


    - Fammi strada. -

    Questo è quanto. Spero che questa Story mode sia stata di tuo gradimento. Fai l'ultimo post, dopo il quale se vuoi iniziamo una quest. Sei assolutamente libero di fare ciò che vuoi. Seguirci, andartene, fare sesso con le spogliarelliste...insomma, improvvisa.
    Poichè non sei mai stato in pericolo di vita, consideriamo questa missione come una B o A. Decida un esterno.


    Edited by Zérø - 13/6/2012, 16:25
     
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    Sakkaku arrivò subito al dunque appena mise bocca al microfono, disse ai cittadini che questa era la cerimonia d’elezione del ninja più forte di Ame dopo il kage stesso, l’incoronazione della sua guardia del corpo personale nonché Anbu della Pioggia.
    Hi non mancò di ricordare che d’ora in poi avrei dedicato la mia vita a lui, insomma rigirava il coltello nella piaga a non finire.
    Inoltre, nonostante fosse diventato parte integrante col pubblico, non mancava a tenermi sottocontrollo con la coda dell’occhio, più per farmi capire che era inutile escogitassi qualsiasi tipo di piano che per paura di un mio attacco, infondo controllava il tempo e guardava nel futuro.
    Alla fine della prima parte del discorso con uno schiocco di dita invitò altri Anbu a salire sul palco, questi avevano con se i premi che mi aspettavano con la promozione.
    Si avvicinarono ed uno ad uno mi consegnarono ciò che mi spettava, non potei fare altro che prendere l’armamentario con me e congedarli con un cenno del capo.
    Ora il momento solenne, dovevo confermare li, davanti a tutti, di accettare la carica e quindi impegnarmi alla protezione di Sakkaku.
    Mi avvicino al microfono, sono abbastanza titubante tanto da restare circa mezzo minuto li senza fiatare tenendo quindi la folla sulle spine, lo stesso Kage alle mie spalle mi guardava minaccioso e spingeva ad accettare, infondo già sapevo cosa mi sarebbe accaduto con un mio rifiuto.
    Proprio mentre sto per aprir bocca voci si levano dal popolo che fa spazio ad un tipo incappucciato che lentamente si avvicinava a noi.
    Quando fu più vicino si intravedeva chi fosse sotto al cappuccio, pensavo di avere le traveggole ma lo stesso Amekage confermò l’identità del ragazzo.

    - Uchiha Sefiro. -

    Sono incredulo di vederlo qui, lui faceva parte delle forze di Konohagakure e sembrava stare in rapporti con Sakkaku, com’era possibile?
    Era anche vero che non lo vedevo da un po’ di tempo quindi…
    Sakkau proclama la fine della cerimonia senza che io gli dessi risposta alcuna, probabilmente non lo riteneva necessario.
    Il villaggio si dilegua, l’unica a restare li era Yin, sempre in prima fila pronta ad aspettarmi.
    Mi abbasso, mi avvicino al suo orecchio e le sussurro di prendere la roba che avevo in mano e di tornare a casa, io avevo una questione da sbrigare.
    Con un semplice cenno accetta, prende i premi e lascia anch’ella la piazza.
    Intanto l’Uchiha sale i gradini del palco per raggiungere il Kage, prima che possa avvicinarsi a lui però sono io che faccio qualche passo e lo raggiungo per fermare la sua corsa e raggiungere con le labbra, o meglio col foro della maschera, il suo orecchio.

    - Uchiha Sefiro quanto tempo, un giorno di questi dobbiamo farci una chiacchierata… -

    Gli sussurro per poi lasciarlo avvicinare al suo obbiettivo.
    Da quanto era emerso dovevano dirigersi a palazzo, bene anch’io li avrei seguiti con la scusa di essere la guardia dell’Amekage.
    Volevo vedere cosa lo avesse spinto qui e qual’era il rapporto che li legava, Sefiro era un amico ma la sua comparsa qui mi aveva abbastanza sorpreso, non volevo si rivelasse come uno degli scagnozzi del tiranno.
    Infondo poi possedeva quegli occhi e quando li utilizzava sembrava come posseduto…


    Non avevo molto da scrivere in quest'ultimo post. Consideriamola come B va, te pigliati pure il max, dammi exp e chiudiamo che aggiorno finalmente la scheda ad Anbu

     
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    Yoyo, apposto. Max anche a te e buona notte. Ci vediamo all'apertura della missione S. Faccio il tradimento - così spiego il buco e la mia presenza ad Ame - e cominciamo la nostra nuova vita assieme :please:
    Chiudo.
     
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10 replies since 9/6/2012, 14:20   260 views
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