Il Ragazzo delle Ombre

[P.Q.]

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    La Luna brillava piena quella sera ed aveva da poco cominciato il suo corso nel cielo oscuro, per illuminarlo timidamente con il suo pallore.
    Nuvole grigie ostruivano la vista delle stelle ma non lei, la Luna riusciva a far passare la sua luce.
    Kagemaru stava passeggiando per il parco pubblico del suo quartiere godendosi la serata; la temperatura dell'aria era fresca ma piacevole ed in giro c'era poca gente.
    Da quasi un mese in realtà la sera le strade sono semi-vuote, sono gli effetti della guerra. Le notizie dal fronte sono una più spaventosa dell'altra, perfino Kagemaru è recentemente rientrato da una missione molto impegnativa.
    Il giovane uomo camminava lentamente tenendo uno stecchino in bocca con cui giocare ogni tanto distrattamente.
    Uscito dal parco si addentra in una via piuttosto ampia che porta verso la zona centrale del villaggio.
    Il suo sguardo si posa sulle strade semi-vuote della città ed abbozza un sorriso prima di saltare con noncuranza su uno dei tetti degli edifici li vicino.

    Da qualsiasi tetto si possono vedere i volti di pietra degli Hokage

    Kagemaru continuò a passeggiare sui tetti tenendo le mani in tasca e lo sguardo al cielo.
    Passeggiare sui tetti della città la sera è uno dei suoi passatempi preferiti.
    Con le ombre della notte, le luci di Konoha risaltano maggiormente e creano un'atmosfera bellissima. I vicoletti dove gli abitanti lasciani i sacchi della spazzatura ed i gatti banchettano, i piccoli chioschi semi-nascosti da tendine di stoffa con ricamata l'insegna del negozietto, sia esso una sala da thè o una bancarella che fa Okonomiyaki, le case in vecchio stile con le lanterne appese al portico . . . Konoha certe volte ha davvero un aspetto magico e Kagemaru la ama in serate come quella.
    La sua attenzione venne richiamata da vociare in una stradina secondaria alla sua sinistra. Si affaccia dal tetto per vedere e si tratta di tre uomini alticci che stanno iniziando a discutere.
    Kagemaru ignora la situazione e continua la sua passeggiata sopraelevata dirigendosi verso il quartiere della Piazza centrale.
    Dopo mezz'ora di passeggiata Kagemaru arriva nei pressi della piazza con il Monumento ai caduti e l'attenzione del ragazzo venne catturata dal rumore di un pianto soffocato. Si trattava di un anziano dal fisico piuttosto imponente con in mano un mazzo di fiori bianchi vestito da funerale. Il suo volto è dilaniato dal dolore e rigato da profonde lacrime, a stento trattiene i rumori di quel sordo singhiozzare.

    . . . stupido ragazzo, perchè . . .

    Anche Kagemaru fu preso da un improvviso sconforto alla vista di quel nonno che stava piangendo e portando fiori per un figlio, o peggio ancora forse per un nipote.
    In quel momento un'aquila volò in alto nel cielo emettendo uno stridio lieve ed il vecchio pianse ancora più forte.
    Kagemaru distolse lo sguardo e proseguì cercando di allontanare il malumore portato da quella scena.
    La sua destinazione era un bar nel quardiete residenziale ad ovest del monumento dove avrebbe dovuto incontrarsi con alcuni suoi amici.
    In realtà non aveva molta voglia e stava progettando di balzare la serata fra amici e rimanere a sdraiarsi da qualche parte nell'erba o su qualche tetto.
    Continuò la sua camminata e raggiunse la via del locale, una via modesta con case un po' fatiscenti e rustiche, sicuramente non un quartiere di ricconi ecco. Dei ragazzi stanno bevendo e scherzando "appoggiati" ad un angolo della strada non troppo distante dal locale mentre più avanti, sull'uscio della porta di casa, se ne sta una ragazza sulla trentina con abiti succinti che parla e ridacchia con un ometto pelato.
    Kagemaru sospira stancamente prima di avvicinarsi all'entrata del locale e fare il suo ingresso.

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    Entrando nel locale l'atmosfera cambia subito. Da fuori si sentiva solo un brusio e qualche risata ma per lo più aleggiava la quiete della sera. Dentro al locale già solo l'impatto visivo fa il suo bel contrasto: la luce abbagliante lo è ancora di più per chi proviene dal buio del cielo la fuori. Le voci, le risate e gli schiamazzi da brusio ovattato diventano una vera cacofonia assordante in grado di disturbare anche un sordo.
    Il locale era pieno di gente, nessun tavolo libero e pochissimo spazio sul bancone avrebbero scoraggiato qualsiasi avventore.
    L'odore di fumo e sudore impregnava l'aria dando molto fastidio al sensibile naso di Kagemaru. Il Chunin diede una rapida scrutata al locale mentre si toglieva il cappello di paglia conico assicurandolo alla spalla sinistra con un legaccio.
    Finalmente riuscì ad individuare il suo gruppetto di amici ad un tavolo sul fondo della sala.
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    Da sinistra a destra abbiamo: Toshiro Hijikata, Hisao Kondo e Sougo Okita. Sono anche loro tre ninja come Kagemaru, Kondo è uno Sp. Jonin molto abile nell'uso della spada e nei taijutsu mentre gli altri due sono chunin come il ragazzo Nara.
    Alzò una mano per salutarli e farsi vedere, subito Kondo scattò in piedi sorridendogli a 32 denti e indicandogli di andare a sedersi.

    Ciao ragazzi, che si dice?

    KAGEMARUUUUU menomale che sei venuto non ci contavamo più ahahahah

    Gli disse Kondo appena si avvicinò. Fu poi Toshiro a parlare

    Ma devi perforza urlare pazzo scatenato?

    Hai quasi rovesciato la mia birra alzandoti boss!

    Kagemaru si sedette con i suoi amici mentre continuarono a scherzare sulla goffaggine di Kondo.
    L'odore di alcolici iniziò a far venire al ragazzo voglia di bere così, con un movimento distratto della mano, chiamò una cameriera di cui aveva incrociato lo sguardo. La ragazza si avvicinò sorridente al gruppetto e Kagemaru ordinò una bottiglietta di Sake caldo da 50 ml. La ragazza tornò dopo un paio di minuti reggendo un vassoio e lasciò su tavolo davanti a kagemaru una bottiglietta di terracotta bianca ed un bicchierino.
    Kagemaru si versò il primo bicchiere e lo buttò giù in un colpo solo.

    Avete sentito di quel ragazzo Hyuga?

    Si il bambino prodigio . . . che brutta fine, quei bastardi sanguinari ce la pagheranno.

    Quel ragazzino è già tanto che sia tornato da Suna, era una testa calda.

    Kagemaru rimase in silenzio ad ascoltare gli amici parlare senza farsi particolari opinioni sulla vicenda di cui ancora i dettagli erano incerti.
    A quanto pare un Chunin della Foglia è stato assassinato su un'isolotto nel mare del Sud, poco più che un bambino era tornato dalla difesa di Suna dove si era distinto per le sue imprese ma, forse, ha attirato le attenzioni sbagliate.
    Kagemaru non è abbastanza interessato dall'argomento da informarsi sull'accaduto.

    Sentite già fa abbastanza schifo vivere di sti tempi se non parliamo di ragazzini morti ammazzati è meglio.
    Allora, ho importanti novità, ho intenzione di farlo seriamente, ho già trovato il posto
    . . . Così mi libererò anche di quella zecca di mio padre!


    Quel buco che abbiamo visto ieri?

    Che stronzo, non è così male . . .
    Una pulita una mano di vernice e sarà perfetto!


    Ancora con quella follia dell'Agenzia?

    Ancora contrario agli omicidi? ti pagherei bene per quello di Hijikata

    E scoppiarono tutti in una fragorosa risata, tranne Toshiro ovviamente che si arrabbiò ed iniziò a sbraitare contro Sougo. Quei due stavano sempre a bisticciare ma in fondo in fondo erano inseparabili.
    Kagemaru bevve un altro bicchiere prima di lasciare gli altri continuare a chiacchierare ed immergersi nei suoi pensieri.

    Il nome l'hai deciso alla fine?

    Yorozuya!
     
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    Passarono un paio d'ore Kagemaru era oramai alla seconda bottiglietta di Sake. Kondo aveva la faccia molto rossa poggiata sul tavolo e si stava mezzo addormentando, Sougo era sparito mentre Hijikata stava parlando con la cameriera.
    Il giovane Nara si alzò distrattamente sorridendo, scolò alla goccia l'ultimo bicchiere e si allontanò dando una pacca sulla schiena ad Hisao.
    Fa un cenno col capo a Hijikata mentre si avvicina al bancone per pagare la sua parte.
    Una volta uscito dall'affollato locale si recò nel vicoletto di fianco per fare una pisciata essendo schifato dal bagno del posto.
    Ignorando un gatto che si stava mangiando quel che rimaneva di un topolino cominciò a svuotarsi con espressione serena e giuliva.
    Dei rumori attirarono l'attenzione del Nara che finì in fretta per controllare. Mentre si rimetteva a posto i calzoni uscì dal vicolo diretto verso la fonte del rumore ossia il vicolo due edifici più in la.
    Quattro individui stavano schiamazzando tutti ammucchiati mentre qualcuno sta gridando sommessamente, come se il grido fosse bloccato.
    Di sfuggita riuscì a vedere che stavano tenendo una ragazza bloccata a terra ed uno dei tizi le stava premendo una mano sul volto.

    Che rottura . . .

    Kagemane no Jutsu!

    Kagemaru compose il sigillo della pecora per attivare il suo Jutsu speciale: il Controllo dell'Ombra!
    L'ombra di Kagemaru tremolò un istante prima di allungarsi e biforcarsi in due, e a loro volta in altre due. Quattro "serpenti" d'ombra scivolarono rapidi verso i tizi che assalivano la ragazza. L'ombra di Kagemaru si connesse a quelle degli aggressori che istantaneamente si rizzarono in piedi con le braccia incrociate come Kagemaru.
    Il ragazzo fece tre passi indietro ed i quattro con lui.
    La ragazza, dal volto sconvolto ed in lacrime era così scioccata da non riuscire a muoversi.

    Forza vai a casa, a loro ci penso io!

    Così dicendo si girò ed iniziò a camminare trascinandosi dietro i quattro individui che cominciarono a sbraitare e ad insultare il giovane Nara. Le minacce non spaventavano Kagemaru ne certo quattro bifolchi di periferia, in confronto al padre erano dei gentiluomini. Uno di loro iniziò a preoccuparsi e chiese al Nara dove li stesse portando ma non gli rispose.
    Kagemaru continuò ad ignorarli finchè non si rassegnarono a seguirlo in silenzio. Forse avevano ormai capito la direzione e non furono molto contenti quando, svoltando in una via, si ritrovarono di fronte alla centrale di polizia della Foglia.

    Kagemaru, che ci fai qui a quest'ora?

    Ho portato questa feccia, stavano aggredendo una ragazza, la notte al fresco gli schiarirà le idee.
    Te li lascio qua o li porto dentro?


    No vai pure grazie. Forza voi in ginocchio

    Kagemaru sciolse il controllo dell'ombra liberando i 4 dal mimare i suoi movimenti, questi si accasciarono a terra visibilmente turbati dalla situazione in cui erano finiti.
    Kagemaru si allontanò pigramente facendo un cenno della mano per salutare il Chunin della prigione.
    Detestava queste situazioni e detestava la stupidità delle persone. Non sopportava l'incapacità generale di ragionare, soprattutto quando le persone sono in gruppo, o meglio, in branco.
    Scocciato per aver allungato la strada del ritorno si mise a brontolare fra se e se saltando sui tetti.
    A un certo punto si fermò e si sedette con le gambe incrociate. Si trovava sul tetto di una palazzina di 4 piani, tirò giù il cappello sul viso e si sdraiò completamente cacciando un sonoro sbadiglio.

    Che palle, non ho voglia di tornare fino a casa, non piove . . . massì dormo qua!

    Fine, piccola introduzione del PG.
    Appena possibile in giornata sistemo la questione dei colori :)
     
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    50 exp per te.
    Ho assegnato 25 exp a post ma ti ho azzerato il primo che hai postato, avendolo fatto prima di avere la scheda approvata. :patpat:
     
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3 replies since 22/4/2024, 01:13   46 views
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