[PQ] A nessuno importava chi fossi...

23 D.Z. - Palazzo del Mizukage

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  1. tisy16
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    Atto II - A nessun importava chi fossi...

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    « Kodoku
    "Anbu della Nebbia"


    Parlato
    "Pensato"
    Shinichi Yuki, Spadaccino delle Nebbia

    Toc Toc


    < Vieni avanti! >

    La porta si aprì e una figura vestita di scuro varcò la soglia entrando nell'ufficio di Kodoku. Aveva il cappuccio del mantello abbassato sulle spalle, lasciando scoperto i capelli scuri e il viso dai lineamenti delicati. A una prima e distratta vista, sarebbe stato difficile distinguerne il sesso soltanto dal volto. I suoi occhi erano due rubini magnetici e Kodoku esitò un attimo prima di rivolgergli la parola.

    < Ne è passato di tempo, vero? Voglio subito ringraziarti per aver trovato il tempo di accogliere il mio invito. So perfettamente quanto è impegnato Shinichi Yuki, Spadaccino della Nebbia e custode di Nuibari e Aralia. >

    < Il tempo è una risorsa preziosa e non possiamo di certo prenderci il lusso di sprecarlo. Soprattutto in questo periodo. >

    Il tono di Shinichi era più freddo della natura del suo chakra, tramandata dal suo clan da secoli. La maschera di Kodoku era sulla scrivania perchè non c'era motivo di nascondere la sua identità ad uno dei sei ninja più importanti del villaggio. Aveva i palmi della mani umidi e non riusciva a frenare un certo nervosismo. Essere diventato il braccio destro del Mizukage consisteva anche nel dare ordine in sua vece e non vi erano problemi fintanto che si trattasse di altri Anbu o inferiori gerarchici. Tuttavia, davanti agli Spadaccini della Nebbia, Atshushi, dietro la maschera di Kodoku, tentennava e tremava come un bambino impaurito. Non si sentiva un loro superiore nè un loro pari. Le loro gesta erano ben al di sopra delle sue e non trovava corretto rivestire una funzione più importante che loro ponesse al di sopra della loro istituzione.

    < Non posso che darti ragione. > Si limitò a rispondere.

    < Ne hai fatta di strada da quella volta. > Shinichi si avvicinò fino a fermarsi ad un paio di metri dalla scrivania dell'Uzumaki. Non sembrava intenzionato a volersi sedere su una delle due sedie poste di fronte a lui. L'ufficio del braccio destro di Janbo era una piccola stanzetta posta nel seminterrato del Palazzo del Mizukage, priva di fori sul muro dal quale far entrare la luce naturale. Un piccolo lume sull'unica scrivania presente rendeva l'atmosfera pesante e surreale. Oltre alle tre sedie, di cui una era occupata dall'Uzumaki, non c'era altro. Aveva richiesto alcuni scaffali, ma non gli erano ancora stati forniti.

    < Quella volta ero soltanto un ragazzino che non conosceva ancora il mondo e tu eri già un ninja fatto. Mentre tu spazzavi via la Neo-Akatsuki, io cercavo ancora di riprendermi dalle ferite riportate nel Golfo degli Squali. >

    < Hai avuto anche tu i tuoi momenti di gloria. Anzi, ormai la tua fama ha superato di gran lunga la mia. >

    < E questa è la prova di quanto sia ingiusto questo mondo. La Neo-Akatsuki era un'organizzazione pericolosa mentre i Lealisti era un branco di profughi che si nascondeva su scogli senza nome. E tutta la gloria ricavata si è manifestata in un soprannome offensivo. Forse è un bene aver rinunciato alla mia identità. >

    < Mi congratulo per la recente promozione. Anbu della Nebbia... com'è stato l'addestramento? >

    Atshushi si strinse nelle spalle. < Gli addestramenti sono più o meno tutti uguali tra loro. Appena hanno capito che avevano ben poco da insegnarmi nel ninjutsu, mi hanno torchiato nell'arte della spada e nel taijutsu. Tra le alte gerarchie c'è un odio intrinseco verso chi non sa maneggiare la katana come se tutti dovessero aspirare a diventare Spadaccini delle Nebbia. Credo di essere migliorato abbastanza, ma sono ancora lontano anni luce dal tuo livello. >

    Si alzò dalla sua poltrona e si avvicinò al muro dietro di lui, volgendo le spalle allo Yuki. Sarebbe stato bello avere delle ampie vetrate per perdersi nella vista nel panorama cittadino ammantato da fredde dita di nebbia. Ma gli uffici con veduta erano per i kage e non per gli anbu. Luci e ombre.
    < Ma dopotutto è giusto così. Nemmeno un samurai potrebbe competere nell'arte del kenjutsu contro uno dei sette Spadaccini della Nebbia.

    Shinichi non rispose, ma si strinse nelle spalle. "Basta con i convenevoli" pensò Kodoku.

    < Ti ho chiamato per parlarti di una questione di una certa rilevanza. Sulla mia scrivania noterai un fascicolo. Puoi prenderlo, leggerlo e studiarlo. Si tratta di un ninja di questo villaggio in forza tra i ranghi dell'Osu, nella sezione Yume. Durante una missione, lo scorso anno, ha disertato. I suoi compagni dicono che abbia preferito unirsi a Fury, seguendo i suoi cyborg. Da allora non abbiamo più registrato sue apparizioni. >

    Sospirò e portò le mani dietro la schiena, cingendo il polso destro tra l'indice e il pollice della sinistra. Continuò a parlare con un tono di voce più basso e teso.

    < Ormai non ci si sorprende più quando si apprendono notizie come questa. Non c'è missione che si concluda senza qualche disertore. Dobbiamo intensificare la caccia ai mukenin e voglio che la cattura di Seto Akame abbia la priorità assoluta sui tuoi incarichi.

    < I ninja sono fatti per obbedire agli ordini e proteggere il proprio villaggio. Coloro che abbandonano il proprio villaggio e la retta via meritano di essere perseguiti. >

    Shinichi si avvicinò alla scrivania e non ebbe dubbio su quale fosse il fascicolo menzionato da Kodoku. Sul piano da lavoro c'erano diverse carpettine, ma erano tutte ben ordinate e quella di suo interesse era separata dalle altre. Sulla copertina era stato scritto in caratteri impeccabili il nome del traditore: "Seto Akame, mukenin B".

    < Grazie per la disponibilità Shinichi. Lo apprezzo molto. >





    Edited by tisy16 - 15/4/2024, 10:34
     
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