[PQ] A nessuno importava chi fossi...

Atto I - A nessun importava chi fossi...

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"Anbu della Nebbia"

Parlato
"Pensato"
Janbo, 13esimo mizukage

La maschera era di squisita fattura. Era in legno laccato bianco sia all'interno che all'esterno e una fascia di tessuto nero permetteva di indossarla saldamente sulla testa. Sulla parte esterna, un pennello delicato aveva segnato con l'inchiostro blu alcune fantasie che ricordavano le onde del mare. Appena sotto la fessura dell'occhio sinistro, quattro incisioni riproducevano il simbolo del villaggio della Nebbia e al centro della fronte, lo stesso pennello aveva tracciato il tatuaggio che ogni anbu portava sulla propria pelle come simbolo indelebile dell'appartenenza all'elitè degli shinobi di un villaggio.



Atshushi si massaggiò il braccio sinistro. Erano passati due giorni, ma il tatuaggio gli provocava un fastidioso dolore. Sganciò la fibbia del mantello e lo appese su un gancio alla parete. Osservò la pelle arrossata attorno all'area in cui l'ago aveva bucato la cute. Atshushi aveva chiesto di modificare leggermente l'estetica del tatuaggio, facendo sì che al suo centro si creasse un piccolo Yin e Yang. Per l'Uzumaki, quel simbolo aveva assunto una connotazione molto forte. Una persona come lui, testarda e caparbia, difficilmente riusciva a percepire le sfumature del mondo.



Ogni volta che avesse buttato uno sguardo su quel tatuaggio, avrebbe dovuto ravvedersi dal precipitarsi in giudizi affrettati, ricordandosi che i concetti assoluti trovano una scarsa applicazione nella realtà. Dopo gli eventi di Konoha, Atshushi era stato promosso ad Anbu, ma il suo rango all'interno della divisione più elitaria della Nebbia era schizzato sulla cima della piramide gerarchica perchè Janbo, il dodicesimo mizukage, lo aveva nominato suo consigliere.

< Non posso farcela da solo. > Gli aveva detto.
< Ho bisogno di qualcuno che stia sempre con me. Che mi aiuti a giudicare e a prendere le scelte più giuste per questo villaggio che rappresento e per cui sono disposto a dare la vita. Gli Spadaccini della Nebbia eseguono ogni mio ordine e prevengono qualsiasi attacco alla mia persona. Ma tu, Atshushi-kun, tu sarai il mio consigliere, il mio braccio destro. >

Trovare le parole giuste per replicare fu difficoltoso. Provò a rifiutare l'incarico, spiegando che era la persona meno adatta a rivestire quel ruolo, ma Janbo-sama non era il tipo di persona che accettava un no come risposta.

< Ho appena rischiato di far scatenare una guerra tra Kiri e Konoha! > Provò a convincerlo con i fatti appena accaduti. < A Konoha si aspettano di vedere la mia testa su una picca e promuovermi dopo i recenti eventi sembrerà un insulto all'hokage. >

< Quindi credi di aver commesso un errore? Avrei dovuto ascoltare l'Hokage e farti giustiziare? >

Atshushi non potè reggere lo sguardo perentorio del suo kage. < No, non ammetterò mai di aver avuto torto. L'Hokage era stato raggirato dai suoi stessi uomini oppure... non voglio nemmeno considerare la seconda ipotesi. Sto soltanto cercando di dire che i rapporti con la Foglia sono già incrinati a causa mia. Se lei dovesse cominciare a farsi accompagnare ovunque da me, l'Hokage potrebbe risentirsi. >

< Ma è per questo, mio caro, che tu smetterai di esistere. Da domani sarai assegnato alla divisione Anbu. Ti allenerai con loro, mangerai con loro e dormirai con loro. >
< Atshushi Uzumaki, lo sterminatore di mukenin, si prende una bella vacanza. Al mio fianco camminerai sempre con indosso una maschera e questo ti farà sembrare un anbu come tanti altri. Sei troppo giovane per questo ruolo, lo so, ma ti chiedo questo sacrificio perchè ho davvero bisogno di te.>