Trovare il proprio Nindō

Genma vs Kentaro/Kisuke

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    ~ Trovare il proprio Nindō

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    Kumo
    - Evento antecedente alla missione nel Paese del Fuoco -



    Il paesaggio roccioso scorreva veloce sotto lo sguardo pigro di Genma, quasi fosse stato montato su un nastro, un rullo ad alta velocità che ciclicamente ripresentava i medesemi elementi e dettagli, in realtà indistinguibili l'uno dall'altro poichè fusi in una unica ed eterna macchia marrone-verdastra, i colori dominanti di quella natura brulla e poco ospitale, a tratti ostile se non particolarmente amanti dei paesaggi di montagna.
    Il rumore ciclico delle ruote che sfrecciavano sulle rotaie d'acciaio lo aveva cullato a tal punto da farlo addormentare per qualche ora e poi risvegliarlo con lo stesso motivetto, quasi fosse una dolce filastrocca dai poteri ambivalenti, sia ipnotici che destanti.
    L'ultimo vacillamento della testa, con la caduta in avanti prontamente arrestata dal suo risveglio e dall'attivazione della miriade di muscoli stabilizzatori della colonna cervicale, aveva decretato definitivamente la sua sconfitta al cospetto della noia, che lo aveva insidiato sin da quando si era seduto su quel sedile e che non sembrava volerlo smettere di tormentare.
    Genma e Raido si trovavano in una piccola cabina a quattro posti, ognuno aveva invaso il sedile libero sul proprio lato riponendo alla rinfusa il loro materiale ed equipaggiamento, in modo da stare quanto più comodi possibili: fra le varie e miseramente poche armi a sua disposizione faceva capolino un libro aperto sull'ultima pagina letta dal giovane prima che anche quell'attività lo tediasse tanto da interromperla: il romanzo, ironia della sorte, parlava proprio di un ragazzo in viaggio in cerca di sé, della propria identità e del proprio spazio nel mondo in cui era stato improvvisamente catapultato.
    Una lettura interessante però forse un po' troppo prematura vista l'età dell'adolescente, privo di quella maturità necessaria per apprezzarne il contenuto e riflettere sui contenuti espressi per iscritto dall'autore; era anche vero, però, che i ragazzi arruolatisi nel servizio militare tendevano a maturare precocemente e più in fretta, a causa delle atrocità e della drammaticità degli eventi a cui erano soliti assistere.
    Al vagone accanto, invece, era seduto il Chuunin resposanbile del Team e dell'incarico: la loro squadra si era momentaneamente divisa poichè il loro terzo compagno, Aoba, era impegnato in una missione con il loro solito capitano, qualcosa riguardante l'intelligence, branca per cui il Genin sembrava particolamente portato.

    Terra chiama Genma... A cosa pensi?

    Il suo fastidioso e molto più rumoroso amico non sembrava aver patito più di tanto il viaggio, davanti a sé aveva schierato una serie di intrattenimenti per svagarsi che talvolta faceva fatica a scegliere su cosa dedicarsi maggiormente. Al momento il suo passatempo sembrava quello di volergli dare fastidio e ci stava riuscendo in maniera magistrale, stava infatti utilizzando la custodia della sua lunga Katana per picchiettargli la testa mediante un tocco leggero, intermittente e alla lunga snervante.
    La mano del giovane scostò la lama, accompagnata una sonora sbuffata.

    Boh cose...

    Ma che risposta è, scusami? Puoi usarle due parole in più eh! Ah ogni tanto non ti capisco, sei sempre sulle tue, parli poco, hai sempre quell'aria così distaccata... Ma a te piace fare il Ninja? Perchè lo sei diventato?

    La domanda colpì il giovane con così tanta veemenza che un paio di sberle a mano piena ben assestate lo avrebbero scosso meno. Il quesito era di una banalità tale che avrebbe dovuto rispondergli immediatamente, le parole sarebbero dovute uscire automaticamente, risalire per la sua gola e articolarsi in concetti chiari, senza possibilità di errore.
    Invece rimase in silenzio.
    La sua mente tornò all'ultima pagina del libro letta qualche minuto prima, piegata in alto in modo da farsi riconoscere immediatamente tra le altre intonse e fresche di stampa: la sua vita sembrava quella del protagonista, i dubbi e i pensieri coincidevano con quelli del personaggio fittizio, anche lui alla ricerca di una risposta a qualcosa che solo in apparenza poteva sembrare scontato.
    Il Genin tornò a guardare fuori dal finestrino quell'informe massa di colore muoversi sempre più lentamente e assumere sempre più forme nitide.

    [...]

    Dobbiamo solo ritirare un pacco?! Tutta questa strada solo per questo, e domani ripartiamo di già?

    Questo ci è stato detto al briefing della missione.

    Ma qui lo sanno che esiste un servizio apposito per questo lavoro? Si chiama posta!... E hanno anche il coraggio di classificarla come missione di classe C?

    Dacci un taglio, e cerca di capire dove dobbiamo andare...

    Avevano appena abbandonato la strada principale del Villaggio per accedere ad un grosso edificio costruito intorno ad una vetta rocciosa, stile che era stato emulato per la costruzione di edifici volti all'amministrazione o all'istruzione del Villaggio della Nuvola, mentre i quartieri residenziali erano strati costruiti alle pendici degli stessi, sfruttando quanta più superficie possibile.
    L'accettazione di quel posto era molto curata e in ordine, i colori caldi la facevano da padrone, in contrasto con il panorama che poteva essere scorto dalle grandi vetrate funzionali a rendere il posto quanto più luminoso possibile.
    I due Shinobi, dopo aver superato i controlli di sicurezza grazie allo speciale Pass che l'amministrazione di Hekisui aveva fornito loro, si erano fermati dinanzi le porte dell'ascensore generale, il cui accesso era fiancheggiato da un cartello con su scritto le funzioni e gli uffici espletati da ogni piano.

    Eccolo qui, settimo piano. Ufficio rapporti internazionali... Saliamo.

    Vi dispiace occuparvi voi del ritiro? Io ho anche un'altra commissione, in questo palazzo. Direi che ci vediamo tra circa tre ore, ok? Il punto di ritrovo è la piazza davanti la stazione. A dopo.

    Genma si era quasi scordato che c'era il Chuunin con loro, ci aveva interagito talmente poco che non aveva fatto molta fatica a obliarne l'esistenza. Il cenno di assenso dei due fu un congedo sufficiente, dato che questi diede loro le spalle e si incamminò dalla parte opposta dell'edificio, verso le scale.
    La colonna sonora, se così poteva essere definita, partita non appena i due misero piede nello spazioso ascensore, li accompagnò per il breve tragitto che li distanziava dalla loro destinazione. Le superfici specchiate del mezzo di trasporto rendevano quello spazio ancora più vasto di quanto non sembrasse, esasperandone il senso di oppressione.
    Genma fu particolarmente contento di abbandonare quel luogo: forse la desolazione di quel luogo lo aveva riportato a pensare alla domanda fatta poco prima da Raido, sul perché fosse un Ninja? Pensava di essere stato in grado di ignorare la cosa e accantonarla in un angolo della sua mente, in modo da dimenticarsene o al più affrontarla in un secondo momento, da solo, e invece si sbagliava poiché al primo stimolo spiacevole, la domanda si era ripresentata, pungente come prima. Mossi i primi passi al settimo piano dell'edificio, procedette a passo svelto verso il corridoio Est dove si trovava il pacco da recuperare se non che, in quell'attimo di fretta, svoltò a destra andando a urtare contro un giovane adulto, tatuato e con indosso il coprifronte della Nuvola.


    Riassunto Azioni


    Azioni




    parametri
    Resistenza: 300
    Stamina: 400

    Maestrie e Abilità
    • Concentrazione del Chakra
    • Concentrazione Superiore del Chakra
    • Disperdi (Kai)
    • Carica di Chakra
    • Esplosione di Chakra

    equipaggiamento
    # 1 Spiedo
    # 5 Shuriken
    # 1 Kunai

    Consumabili
    # 20m Filo Metallico

    Conoscenze
    • Militaristiche strategiche Liv II
    • Tecniche e del chakra Liv III
    • Orientative e Geografiche Liv I

    note
    Piccola modifica al riepilogo finale



    Edited by ¬Dan - 25/1/2023, 19:41
     
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    Narrato >Parlato Kentaro >Parlato Kisuke "Pensato"




    Il ricordo di quel laboratorio da combattimento virtuale non abbandonava la sua testa. Proprio come un ragazzino che per la prima volta vede le nude forme di una ragazza e se ne ritrova innamorato così ora i pensieri di Kentaro erano perpetuamente fermi a quell’incontro. Lo scontro non era stato niente di che ma la tecnologia utilizzata era qualcosa che lo faceva tremare dall’emozione, un giorno anche lui, o meglio, loro, avrebbero potuto comprendere quelle tecnologie ed utilizzarle per realizzare i propri sogni.

    >Non credo che diventerai il Kenpachi restando sul letto a ciondolare.

    Il tono severo del suo gemello era immancabile nelle sue giornate, che fosse una ramanzina o un qualsiasi altro tipo di conversazione, la sua presenza tendeva a riportare sempre il giovane con i piedi saldamente a terra ricordandogli quanta strada avesse da fare per raggiungere il suo vero obiettivo. Già, ancora una volta aveva avuto la tendenza ad accantonare la sua priorità, il suo sogno, a favore della realizzazione di quello degli altri. Sarebbe voluto infatti diventare un artigiano ninja per aiutare il fratello con i suoi progetti, per aiutare la sua amica ishivariana, ma non tanto per sé. Lui aveva una diversa strada da percorrere, fatta di scontri ed affermazioni su nemici sempre più potenti, controllo totale di tutte le arti marziali del mondo, o meglio delle più forti, nulla a che vedere con i libri dai quali studiava Kisuke per prepararsi alla sua via.

    >Già, hai proprio ragione…

    Il gemello alfa sbuffò per poi alzarsi di scatto ponendosi immediatamente in posizione eretta, dando sfoggio delle sue abilità fisiche. Il ninja di Kumo si preparò indossando i suoi abiti molto simili a quelli dei monaci per poi incamminarsi verso l’edificio più grande del villaggio della nuvola. Non aveva un obiettivo preciso, era un chunin e si sarebbe accontentato di qualche missione dove mettere alla prova le sue capacità combattive, il suo obiettivo era ancora lontano ma il primo passo, come ben aveva dimostrato il combattimento nell’arena virtuale, era quello di aumentare il più possibile l’affinità con Kisuke, i due combattendo come un singolo individuo piuttosto che come due ninja alleati avrebbero potuto ottenere il massimo, d’altronde era parte del loro accordo, Alfa avrebbe aiutato beta e beta avrebbe aiutato alfa sempre. Sembrava passata una vita ormai dalle giornate piene di litigi inutili e che non portavano mai a nulla di buono. I due non erano più ragazzini, ma ninja adulti e così si sarebbero dovuti sempre comportare, alla fine gli insegnamenti di Yaeko erano valsi a qualcosa.

    >Il tuo obiettivo è ancora tornare lì?

    La domanda di Kisuke non spezzò il passo deciso del giovane gemello alfa ormai arrivato in prossimità dell’edificio.

    >Non penso, non saprei dirtelo, il dojo è qualcosa che non mi appartiene più

    >Sì ma continui a sognare di diventare il migliore in quel campo, non fingere che le cose non siano collegate.

    Kisuke non fece emergere totalmente la sua testa, la vista della maledizione di Oto seminava ancora il panico tra gli abitanti di kumo che la vedevano, ironicamente una bocca posta sulla guancia destra faceva molta meno paura. Kentaro non rispose, si limitò a sorridere e con un gesto della mano chiamo l’ascensore per raggiungere l’ufficio che gli avrebbe potuto consegnare una missione. Scelse di andare al piano che si occupava dei rapporti internazionali, nella speranza di ottenere qualche compito dall’osu, missioni sicuramente più difficili del normale e poi, lui voleva essere la spada che avrebbe abbattuto fury, proprio come disse al fratello.
    L’immenso edifico era un insieme di corridoi disposti anche in malo modo, un labirinto nel quale i ninja meno esperti si sarebbero persi facilmente ed infatti ci volle veramente poco tempo prima che i due gemelli si scontrassero con uno di questi. Un giovane con una bandana e i capelli lunghi castani, decisamente meno imponente del fisicato chunin. La testa di Kisuke spuntò immediatamente inveendo contro di lui mentre, più gentilmente Kentaro sovrastò la voce del fratello.

    >Ti sei perso? Non sei un ninja di Kumo giusto?

    Sistemandosi la tunica continuò

    >Io sono Kentaro e quest’altra testa è mio fratello Kisuke, piacere di conoscerti.





    image


    imageAZIONI
    Kentaro:

    Kisuke:


    imagePARAMETRI
    Kentaro
    Resistenza:800
    Stamina:300

    Kisuke
    Resistenza:100
    Stamina:800

    imageMAESTRIE
    Kentaro
    Montagna umana: I Livello: Yao
    Resistenza alle illusioni: I Livello: Movimento seguito di gambe
    Combattente Armato II Livello: Arte della Spada - Kenjutsu
    Meteora I Livello: Cataclisma

    Kisuke
    Maestria: Scrittore dell'eterno II Livello: Chiave
    Maestria: Arte Suprema del Fuoco (Elemento Fuoco) I Livello: Apprendista del Fuoco
    Maestria: Chakra Possente I Livello: Fontana

    imageABILITÀ
    Kentaro
    Transfert
    Specializzazione Sensoriale: Olfatto Sopraffine
    Concentrazione del Chakra
    Disperdi (Kai)
    Concentrazione Superiore del Chakra
    Kisuke
    Concentrazione del Chakra
    Disperdi (Kai)
    Carica di Chakra
    Riverbero del Chakra
    Transfert

    imageEQUIP
    Scrivete qui

    imageCONSUMABILI
    Scrivete qui

    imageCONOSCENZE
    Kentaro
    Orientative e geografiche livello 3
    Tecniche e del chakra livello 3
    Kisuke

    imageNOTE
    Scrivete qui
     
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    "Genma" pensato / Kagura
    "Genma" parlato / Kagura

    Kumo
    - Evento antecedente alla missione nel Paese del Fuoco -



    Il dedalo di corridoi, scale e ascensori del Palazzo del potere del Kumogakure non era altro che l'espressione fisica e materiale di ciò che stava sperimentando nella sua mente, una fuga sconclusionata e goffa tra le pieghe del suo cervello e tra il flusso dei suoi pensieri volatili e mutevoli ad eccezione di uno solo, una domanda scomoda e invadente che lo stava braccando come un serial killer insidia la sua vittima fiaccandola prima di prendersi la sua vita.
    Perchè sei un Ninja?
    La domanda innocente fatta dal suo amico e compagno di missione lo aveva spiazzato e fatto deragliare dai binari della propria esistenza caratterizzata da un'abbondante, se non eccessivo, menefreghismo verso ciò che lo circondava, un'ostinata e perseverante attitudine a ignorare ciò che riteneva indegno e vano, ostentando questa dilagante "maschera" di superficialità che talvolta sconfinava in territori non propri, affliggendone e condizionandone il comportamento anche nei confronti di argomenti seri e profondi.
    L'impatto contro l'addome e il torace del Ninja del Kumogakure lo destò di colpo sottraendolo dai suoi tormenti interiori come un tuffo nell'acqua gelida o uno schiaffo ben assestato in viso: i muscoli, dotati di propria volontà e memoria, si erano contratti e attivatati armoniosamente come una melodia intonata, permettendogli di mantenere l'equilibrio e di contenere i danni del trauma.

    Ti sei perso? Non sei un ninja di Kumo giusto?

    Lo scontro frontale doveva avergli causato una commozione cerebrale, un danno secondario alla repentina decelerazione con conseguente impatto disastroso del suo cervello contro la dura e solida parete ossea esitando in qualche danno auspicabilmente reversibile: l'uomo era uno, ma dal collo e dal volto era emersa una seconda testa, del tutto identica alla prima e capace di parlare, o meglio di inveire contro il ragazzino a causa della sua goffaggine.
    I lineamenti del viso, le righe di espressione, i capelli e i tatuaggi, una copia identica della testa si era materializzata dal nulla e sembrava agire secondo la propria volontà, in maniera completamente autonoma rispetto all'altro che sembrava essere più posato e tranquillo.
    Genma si strofinò gli occhi, sperando di eliminare in questo modo quella diplopia e farsi una risata sull'assurdità di ciò che gli sembrava di aver visto, ma la manovra non sortì l'effetto sperato poiché le due teste erano ancora lì, quattro occhi che lo fissavano dall'alto verso il basso.

    ... Cosa, no scusami, chi siete?

    Io sono Kentaro e quest’altra testa è mio fratello Kisuke, piacere di conoscerti.

    La tranquillità della voce di uno dei due volti era disarmante, descriveva la situazione bizzarra e anomala come se fosse un qualcosa all'ordine del giorno, come se incontrare una persona bicefala fosse la normalità, almeno in quel Villaggio.
    Non poté non paragonare la sua situazione a quello dello straniero, pensando se anche lui e Kagura fossero due entità separate ma in qualche modo fuse l'una nel corpo dell'altra, ancora non in grado di separarsi o comunque di manifestarsi contemporaneamente come due singolarità distinte. Portò istintivamente la mano sulla parte del corpo corrispondente a quella cui era emerso Kisuke, scioccamente credendo che quella zona potesse custodire il segreto di quella "patologia" che lo affliggeva e che invece sembrava così fisiologica nell'altro, vista l'armonia con cui i due coesistevano.
    C'era qualcosa che lo incuriosiva e lo disturbava contemporaneamente. Era forse invidia?

    Affrontalo.

    Affrontami.

    L'affermazione secca e del tutto inaspettata uscì dalla bocca di Genma con una voce mista, non solamente sua ma neanche solamente di Kagura. La volontà comune aveva fatto sì che forse per la rima volta, o comunque non in una situazione di pericolo di vita, i due allineassero i loro intenti per un fine comune. I pensieri di uno coincidevano con quelli dell'altro, il desiderio di scoprire di più sulla loro condizione era ben più che condiviso, il segreto della coesistenza sembrava essere lì di fronte a loro, non avrebbero permesso a nessuno di intralciarli.

    [...]

    Il ninja aveva condotto Genma e Raido fuori dall'edificio, guidandoli per le strade del Villaggio e tra la moltitudine di livelli cui si era sviluppata l'urbanistica per garantire una dimora a tutti gli abitanti, sino a valicare l'ultimo enorme ponte a collegamento della cittadina con uno degli accessi pesantemente sorvegliato da militari autoctoni e passaggio di numerosi commercianti speranzosi di poter piazzare e vendere la propria merce.
    I quattro non si erano scambiati molte parole durante il tragitto: Raido aveva insistito a più riprese di poter partecipare anche lui allo scontro, dando di fatto luogo a un 2 vs 2, senza però riuscire nel suo intento; dunque, aveva passato diversi minuti a lamentarsi e a chiedersi il perché di quella proposta improvvisa; Genma e i fratelli invece erano più taciturni e pensierosi, sicuramente il Ninja straniero.
    La prima area di addestramento esterna alla cinta muraria naturale costituita dal paesaggio montagnoso si presentava spartana ed essenziale, senza recinzioni o ulteriori fronzoli, un tipico paesaggio montano con vegetazione bassa cresciuta insinuandosi tra le fessure della terra e della roccia.
    I due, o meglio i “tre" avevano raggiunto la zona centrale della stessa, lasciando lo spadaccino straniero in disparte come spettatore: erano a circa cinque metri di distanza l'uno dall'altro, il vento fresco gonfiava la giacca di Genma insinuandosi in tutte le sue pieghe per poi fuggire dalla prigione di tessuto andando a posarsi e a smuore tutto ciò che risultava essere alla sua portata.
    Il padrone di casa gli aveva lasciato l'onore e l'onere della prima mossa: dopo essersi studiati per qualche istante, si alzò finalmente il sipario.

    Devo capire una cosa, su di voi e su di... noi...

    Genma aveva perso il conto oramai di quante volte aveva incrociato le proprie mani per evocare quella tecnica, le sue dita si sarebbero intrecciate automaticamente, scivolando sinuosamente l'una sull'altra andando a comporre sei figure definite, sei sigilli in grado di trasmutare il suo fiato e il suo Chakra in fuoco che risalendo la sua gola avrebbe poi assunto nelle sue fauci una forma sferica, un proiettile incandescente scagliato elevata velocità contro il suo obiettivo. Avrebbe ripetuto in sequenza quell'azione, plasmando e lanciando un totale di cinque colpi fiammeggianti convergenti verso Kentato/Kisuke come la mano di un gigante protesa ad afferrare la sua preda: due più laterali dalla traiettoria quasi parallela al suolo, uno con una parabola discendente a bloccargli la fuga verso l'alto egli ultimi due in direzione discendente obliqua. Avrebbe celato una stelletta puntuta in ognuno di essi, incrementandone il potere offensivo e soprattutto inaspettato.
    Avrebbe speso un ulteriore escamotage, al fine di garantirsi le maggiori probabilità di successo: gli shuriken impiegati nell'offensiva erano stati precedentemente legati e assicurati a del filo metallico a sua disposizione, dunque mentre i proiettili volavano a gran velocità contro il Ninja della Nuvola, egli avrebbe afferrato il filo tra le mani e avrebbe incanalato nuova energia in quel mezzo acquisendo la temporanea facoltà di controllarne la traiettoria come se fossero un'estensione del proprio corpo, modificandola a piacimento al fine di evitare in primis eventuali ostacoli difensivi evocati dall'avversario ma anche per inseguirlo qualora tentasse la fuga con delle manovre evasive, col fine ultimo di tentare di immobilizzarne il tronco e le braccia nelle spire del filo metallico. Non aveva mai provato quella combinazione, l'idea sarebbe stata quella di sfruttare i due veicoli metallici per Chakra-guidare ulteriormente le fiamme a suo piacimento.
    Avrebbe proseguito affidandosi ancora al medesimo elemento, quello con si sentiva più affine e a suo agio, trasumtandolo in un Jutsu di recente acquisizione e che non aveva ancora mai provato in combattimento: inalando nuovamente a pieni polmoni, avrebbe attinto alle sue risorse magiche per modificare la chimica dell'espirato, andando a ricombinare atomi ed elementi al fine di creare un pulviscolo grigio che soffiò con violenza verso l'avversario, tentando di affogarlo in quella cortina che oscurava la vista e ne limitiva l'efficacia - importante punto critico della tecnica, per uno che, come lui, non possedeva capacità sensoriali superiori. Attendendo che la nube oscura si espandesse adeguatamente, conscio del fatto che la gran parte dei tentativi di scacciarla avrebbero potuto idare luogo all'esito finale del Jutsu, avrebbe concluso la sua manovra d'attacco sfruttando la sua affinità con l'elemento terra, facendo emergere dalla roccia compatta di quel territorio un agile drago che muovendosi rapidamente lungo il terreno, scivolando leggiadramente e armoniosamente tanto da sembrare che levitasse, come un rettile nel momento della caccia, avrebbe inseguito sino a raggiungere la sua preda e avvolgerla nelle sue spire. Avrebbe atteso qualche secondo l'entrata della bestia nel campo fumoso, quindi poi avrebbe drighinato i denti, sbattendo le due arcate, spiedo compreso, innescando una scintilla invisibile ma capace di far deflagare l'area fumosa dinanzi a lui, con una distanza di sicurezza sufficiente, in cui sperava fosse rimasto l'avversario.





    Riassunto Azioni


    Azioni
    • Tecnica della Mitica Fenice di Fuoco (Housenka no Jutsu)
    • Stretta Omicida (Ayametori)
    • Accumulazione di Cenere Incendiaria (Haisekishou)
    • Drago di Terra (Dosenkiryū)

    parametri
    Resistenza: 300
    Stamina: 400-10-20-18-18= 332

    Maestrie e Abilità
    • Concentrazione del Chakra
    • Concentrazione Superiore del Chakra

    equipaggiamento
    # 1 Spiedo
    # 1 Kunai

    Consumabili
    # 20m Filo Metallico

    Conoscenze
    • Militaristiche strategiche Liv II
    • Tecniche e del chakra Liv III

    note
    Scusa il ritardo. Spero sia chiaro tutto, in caso scrivetemi pure!

     
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