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Narrato Parlato "Genitori di Hoshiyo" Nella vita di un aspirante ninja c'era sempre un momento in cui si era messi seriamente alla prova, in cui si doveva dimostrare a se stesso e agli altri le proprie motivazioni, il proprio filo conduttore che univa gli sforzi che si facevano per inseguire un sogno e far risaltare i propri valori. Per Hoshiyo era arrivato quel momento. La ragazza si svegliò con un sorriso stampato sul voltò in quella stanza spoglia e malconcia che era camera sua. Da quando era arrivata nel nuovo villaggio, quasi nessuno era disposto ad affittare una casa decente a dei rifugiati, per loro era già tanto aver trovato quella casa malconcia a un prezzo decente. Per una volta la ragazza non aveva avuto nessun incubo, il ché era strano dato che da quando è una rifugiata, gli incubi sono stati i suoi veri e unici compagni. Sgranando gli occhi e vedendo lo stile spartano della sua camera, il sorriso della giovane ragazza incominciò a scemare arrivando quasi ad essere un'espressione di disgusto, purtroppo la ragazza poteva avere poche comodità dato le poche possibilità finanziare della sua famiglia e la giovane pian piano stava tornando dal regno dei sogni alla realtà. Ci volle un attimo prima che la ragazza si alzasse. Una volta fatto aprì il suo armadio che sembrava essere più un comodino per le sue dimensioni. Diede un occhiata veloce e scelse i vestiti più comodi che potesse mettersi. Una volta pronta scese uscì da camera sua. Trovò sul tavolo della cucina un biglietto, e del latte con i cereali. La ragazza sorseggiò il latte mentre leggeva il contenuto. "Ciao Hoshiyo, oggi è il gran giorno del tuo esame, siamo sicuri che passerai senza troppi problemi, mi dispiace che non riusciamo a essere presenti oggi, oggi io e tuo padre abbiamo un colloquio di lavoro, finalmente. Ci vediamo a cena per festeggiare. Ti vogliamo bene. " La biondina una volta finito di leggere non sapeva come comportarsi di fronte a tale testo e con una freddezza abissale semplicemente lo strappò. Una volta finita la colazione si incamminò per l'accademia. Come al solito durante il tragitto la ragazza sentiva di avere gli occhi puntati addosso, di essere disprezzata da quelli che dovrebbero essere altri abitanti come lei, la cosa le dava un fastidio enorme, avrebbe tanto voluto essere invisibile, però non tutto viene per nuocere, infatti la ragazza aveva esplorato in lungo e in largo il villaggio tra le sue fitte foreste e fiumi, e aveva trovato un percorso dove sarebbe stata da sola circondata dal rumore degli uccelli, il vento tra le foglie e lo scorrere dei ruscelli. Il volto della biondina si rilassò e abbozzò un lieve sorriso per tutta la durata del percorso. Per una volta aveva un momento di pace, e poté sentire lo stress che passava dalla sua spina dorsale, e piano a piano evaporava scomparendo. All'accademia la ragazza riuscì ad assistere ad una calca immonda di ragazzini suoi coetanei che cercavano di capire in che aula erano stati smistati per procedere con l'esame. Una volta che la bacheca fu' visibile la ragazza controllò la sua designazione: Aula centodieci. Una volta entrata vide che avevano spostato banchi e sedie per l'occasione, probabilmente serviva spazio per testare le tecniche ninja. La stanza si riempì di studenti in poco tempo, molti erano nervosi, mentre altri come la ragazza erano abbastanza rilassati. Alla fine entrò quello che a detta sua era uno special Jonin. Un uomo dai capelli bicolore che la ragazza inizialmente aveva scambiato quasi per un compagno. Infatti Hoshiyo lo guardava storto, incapace di comprendere l'età di quello che era il suo esaminatore. Dopo le presentazioni fece un giro e si andò ad appoggiare su uno dei banchi impilati in fondo all'aula, poi procedette a detta della ragazza a fare uno dei classici discorsi inutili che si fanno solo per prassi.
CITAZIONE Come ben sapete qualcuno di voi uscirà da qui contento mentre qualcun altro no. Però prima di testare le vostre capacità vorrei capire se avete… come dire… la tempra e le motivazioni giuste per essere degli Shinobi. Poiché non sono interessato a promuovere combattenti senza cervello e cuore. Dopo tale discorso la giovane biondina osservò ancora in modo più maligno e torvo lo special Jonin attirando probabilmente la sua attenzione, infatti la ragazza venne indicata e le venne chiesto di rispondere al perché volesse diventare un ninja. La domanda sembrava banale ma non lo era, di colpo la giovane intravide l'immagine della testa mozzata della sua migliore amica e del Janshinista che aveva fatto uno dei vari massacri nel suo villaggio natale. Hoshiyo si era incazzata non poco ripensando a quei ricordi, strette i pugni e digrignò i denti, poi rispose con voce rauca, spazientita, quasi come se fosse una domanda inutile.
Ho due motivi. Probabilmente tu non lo sai, ma gli altri presenti in quest'aula sanno che sono una emarginata, una fuggitiva del paese di Yu, e non sono soltanto io, ma anche la mia famiglia. Da quando siamo arrivati siamo sempre stati trattati come uno scarto, dei rifiuti della società e onestamente io mi sono rotta dei loro pregiudizi. Voglio diventare un ninja per riscattare me e la mia famiglia zittendo una volta per tutti gli idioti che non ci vogliono al villaggio.
La giovane fece un attimo una pausa e guardò il suo esaminatore con gli occhi iniettati di sangue, facendo trasparire quello che era il suo istinto omicida dalle sue parole. La seconda motivazione è che ho un conto in sospeso a YU, ho un omicidio da compiere. I seguaci di Janshin la dovranno pagare per tutto quello che hanno fatto alle persone a cui tenevo.
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