Non solo i tori vedono rosso

Sblocco innata per Yuuri Benkei

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    Hekisui's Ninja
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    15 D.Z. Kumo


    La stanza era in disordine come sempre, eppure era la stanza di lavoro di un medico dedito al lavoro e sempre attento ai dettagli quindi come poteva ridurre una stanza così importante ad un mero porcile? Come poteva lasciare i seghetti e i bisturi che utilizzava per le sue fantastiche operazioni sul pavimento? Yuuri non avevo mai compreso questo lato disordinato del padre ma adorava ogni suo lavoro, ogni volta che i suoi 'ospiti' si svegliavano dall'anestetico le loro grida e mugugni erano nettare, la paura, quel senso di sconforto nel trovarsi magicamente senza una gamba o un braccio erano ciò che le permetteva di trovare la forza per pulire quella stanza nascosta sotto la cantina.

    Yuyu sei pronto? Il prossimo cliente sarà qui a momenti!

    Arrivo Pà... ma ti serve qualcosa?

    Nono è solo una visita di controllo, ma chissà...forse se ci piace potrebbe rimanere qui ...


    Un brivido di pura eccitazione mi fece fremere a quelle parole, sarebbe stato il terzo 'ospite' nell'arco di una sola settimana, non ci eravamo mai spinti così tanto in là e anche se ero preoccupato non potevo ignorare quella crescente voglia di ripetere tutto l'iter ancora, mi arrotolai le maniche fino a scoprire le cicatrici che arrivavano fin sopra il gomito e mi misi all'opera cercando di trasformare quella stanza in una vera camera operatoria.
    Dopo un paio di ore che mi permisero di pulire il tutto e di sistemare ogni cosa al proprio posto sentii suonare alla porta così mi precipitai di sopra per le larghe scale che mio padre aveva costruito in quella piccola grotta che usavamo come stanza segreta per facilitarci il trasporto degli 'ospiti', erano una decina di gradini e anche se l'illuminazione era scarsa e i gradini perennemente umidi l'avevo fatta così tante volte che mi ritrovai fuori da li in pochi secondi, d'altronde era da quando avevo otto anni che aiutavo mio padre con i vari esperimenti con il mio corpo e con quello di coloro che si prestavano alla sua scienza, non appena fui fuori da li richiusi l'ingresso e lo coprii con il solito tappeto blu scuro che usavamo per nascondere la botola d'accesso, mi srotolai le maniche e presi la mia giacca con dentro un paio di nekote sempre utili all'occorrenza - Quel giorno più che mai ringraziai il mio essere abitudinario-, ed andai all'ingresso ad accogliere il cliente di mio padre, la nostra casa era sia l'abitazione in cui ero cresciuto ma anche l'ambulatorio che usava mio padre per la sua attività come medico in quel piccolo borgo così distante dal centro città, non avevamo molti clienti da fuori ma riuscivamo tranquillamente ad andare avanti senza dover fare grandi sacrifici, la maggior parte dei casi che curava il mio vecchio erano intossicazioni, ferite leggere e i soliti malanni dei bambini, ma la notte mentre tutti dormivano si occupava di portare avanti i suoi studi con tutti coloro che non avevano nessuno da cui fare ritorno, era come uno spazzino che libera le strade dall'immondizia, un lavoro sporco si, ma che qualcuno doveva fare...


    Ecco ecco, benvenuto all'ambulatorio della famiglia...

    Benkei Yuuri...è da tanto che non ci si vede mostro

    Naoto cosa fai qui?


    Al posto del solito 'ospite' davanti alla porta si presentò Naoto Saotome un ragazzo diplomato all'accademia ninja alcuni anni fa, vecchio amico d'infanzia del sottoscritto ed anche la persona che per anni mi aveva bullizzato rendendomi una vita un vero e proprio incubo, il ragazzo che potremmo definire come un bel ragazzo dalla pelle mulatta e i capelli bianchi era stato per anni una fonte di prese in giro e atti di violenza quando eravamo piccoli, lui più grande di me di alcuni anni non appena aveva scoperto il mio segreto lo ha usato prima per sfruttarmi per i suoi comodi e poi per puro divertimento mi ha costretto a spogliarmi d'innanzi alla sua cerchia di amici per farsi una risata, il tutto era stato bollato dalla società come uno scherzo tra bambini, una burla, una di quelle cattiverie involontarie che si fa da piccoli ma quella fu la mia prima cicatrice.

    Lui è qui perché ha bisogno di un responso medico, mi sembra ovvio no?

    Paura, eccitazione, odio, ribrezzo...gioia, venni sopraffatta da tutte quelle emozioni senza sapere cosa dire, era lui il nostro ospite, era lui colui che doveva arrivare, era lui colui che potevo studiare. Rimasi qualche istante imbambolato sulla porta di casa prima di girarmi verso il nostro atteso ospite e non appena recuperai il mio autocontrollo gli sorrisi come ero solito fare e lo condussi dentro casa verso l'ambulatorio.

    Lui è mio, deve essere mio!

    Lasciai mio padre con Naoto nello studio, ero ancora un ragazzino e sinceramente non mi era mai interessata la parte medica del lavoro di mio padre, provavo rispetto e ammirazione per il suo operato, sia quello legale che non, ma non volevo intraprendere la sua stessa strada, volevo di più studiare i veleni, crearne di nuovi e vedere le loro reazioni, la sensazione della vita che esce fuori violentemente dal corpo di qualcuno si usa un veleno rapido, oppure l'appassirsi lenta e controllata della vittima durante più e più visite queste erano le cose che mi facevano sentire vivo, il procurare quel dolore, quella sofferenza... i veleni erano la mia via e questo mio padre lo sapeva, anzi ne andava fiero. Durante il mio continuo rimuginare su cosa usare su di lui e cosa fare dopo sentii un tonfo, come di un corpo che cadeva e pensando che si trattasse di Naoto mi avvicinai alla porta e non appena aprii la porta venni coinvolto da un rumore più forte, come di un'esplosione e mi ritrovai davanti una scena che aveva del ridicolo, mio padre aveva una lancia di terra conficcata nella spalla e l'intera stanza era semidistrutta con il giovane ninja inginocchiato che stava guardando in cagnesco il medico che lo stava visitando mentre si teneva il collo con ancora la siringa infilata e con metà contenuto non ancora iniettato.

    Pa..padre!

    STAI LI!


    Il ninja era visibilmente agitato e in stato confusionale visto che non appena mi vide lanciò contro di me un ninjutsu doton che venne parato da mio padre dopo aver accumulato il suo sangue in una sfera che esplose al contatto con quell'onda di terra in movimento

    Prova anche solo un'altra volta a toccarlo e ti uccido!

    Vooo..ooi.. tu .. [Blergh] cosa..


    Lanciò via la siringa dopo averla estratta e si avvicinò a noi due zoppicando e annaspando ad ogni passo, se non fosse stato per la situazione della casa ci saremmo occupati della faccenda in pochi istanti ma per colpa della distruzione che aveva causato e per via della bomba di sangue di mio padre le persone si stavano iniziando ad agitare, dovevamo finirla qui...dovevamo sbrigarci a fermare e a mettere a tacere la nostra giovane vittima, ma la situazione era tragica, io avevo da poco fatto l'allenamento per scoprire le mie alterazioni di chakra e non avevo ancora un vasto assortimento di tecniche a mia disposizione, anzi, tra gli studi e le attività con mio padre avevo a mala pena il tempo per assistere alle lezioni in accademia.

    Lo stronzo si sa difendere a quanto pare...

    Mentre mio padre accumulava altro sangue attorno alla ferita e lo condensava in modo da poterlo usare come una benda io scattai dentro la stanza verso il cassetto contenente i bisturi e dopo averne afferrati una decina li lanciai contro Naoto dopo averli intrisi di chakra raiton come durante l'allenamento con il foglietto di carta e iniziai a comporre il sigillo per il campo caramelloso così da cercare di bloccare i suoi movimenti ma il ninja con molta più esperienza e forza di me mi lanciò contro una tecnica di vento che mi sbalzo contro la parete bloccandomi attraverso la mia stessa tecnica che fu rispedita al mittente, ovvero me. I miei kunai improvvisati lo colpirono alle spalle e al bacino e per mia sfortuna non lo paralizzarono, anzi, sembrava come rinvigorito per via di quella piccola scossa elettrica e dopo aver creato un'arma con della terra si buttò a testa bassa su di me cercando di colpirmi al petto, ero rimasto immobilizzato dalla mia stessa tecnica e per quanto mi divincolai non riuscivo a liberarmi, ero completamente alla sua mercé impaurita chiusi gli occhi e urlai ma al posto di sentire quella sua arma perforami sentii solo un dolore lancinante allo stomaco e del liquido caldo iniziare a bagnarmi la maglietta.

    Ti avevo detto..di stare... li...

    Aprii di colpo gli occhi e trovai la grande schiena di mio padre coprirmi la visuale, uno spuntone di terra lo aveva trapassato ferendomi in maniera molto più lieve rispetto a quello a cui ero destinato, il ninja che doveva essere la nostra vittima estrasse la sua arma ed in quel momento il zampillio di sangue che uscii dal corpo di mio padre mi schizzò in volto mi lasciò una strana sensazione in corpo, l'intero scontro improvvisato mi stava facendo eccitare sempre di più, ma li, la vista del mio unico genitore cadere a terra senza più muoversi mi lasciò un vuoto dentro che non riuscii a comprendere, erano anni che aiutavo il mio vecchio a sperimentare le sue tecniche mediche sulle persone, che uccidevamo e facevamo sparire le prove, erano anni che convivevo la morte...ma trovarmi in quella situazione mi lasciò vuoto. Un vuoto che venne riempito dalla risata isterica di Naoto.

    Volevi eh! Volevi drogarmi non è vero! AHhaaaHAhahah

    Owrp7bE

    Iniziai a divincolarmi sempre di più, il sangue che aveva usato mio padre per chiudere la sua stessa ferita stava diventando sempre più denso fino a diventare un semplice liquido e iniziò a colare per tutta la stanza, il mondo stava prendendo una tonalità più rossa ma non m'interessava volevo solo scendere da quel muro e uccidere quel tizio che per anni mi aveva bullizzato con le mie stesse mani, volevo andare a soccorrere mio padre, volevo parlargli e stargli vicino fino alla fine. Non appena Naoto caricò un secondo colpo per finire il lavoro lo guardai nei occhi e quel momento di esitazione che ebbe mi permise di fare un qualcosa che non i riuscii a spiegare all'inizio, ma poi compresi che avevo le stesse capacità del mio vecchio, infatti il sangue che mi stava colando dall'addome iniziò a colare dal basso verso l'alto fino a creare una sfera di una ventina di centimetri di circonferenza e non appena urlai con tutta l'aria che avevo in gola la sfera si allungo e si trasformo in una lancia di sangue talmente tanto duro da perforare il ninja che avevo davanti ma non si fermò li, altri spuntoni iniziarono a diramarsi da quello principale e crebbero fino a rendere il suo intero corpo una groviera di buchi, nella mia testa e nella mia bocca c'era solo una parola che rimbalzava in ogni angolo "muori", rimasi un'infinità di tempo a colpirlo ancora e ancora finché il ninja colabrodo non cadde morto ai miei piedi finalmente morto, la sensazione di aver ucciso per la prima volta qualcuno con le mie sole mani mi diede una carica di adrenalina che non avevo mai avuto, mi sentivo imbattibile ma non appena il mio sguardo si posò sul corpo di mio padre tutte le energie che avevo mi abbandonarono lasciandomi cadere in un sonno lungo un giorno.


    Alcuni giorni più tardi

    Mio padre era stato sepolto e grazie alla mia testimonianza e a quella di altre "vittime" di Naoto l'intera situazione venne classificata come una autodifesa aventi come vittime me e mio padre e lui come aggressore ed in più gli diedero la di essere il fautore delle ultime sparizioni che erano avvenute ultimamente, io venni spedito a Hekisui da dei parenti di mia madre e vuoi il lavoro di mio padre, vuoi la mia giovane età non venni mai veramente investigato su tutta la situazione.

     
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