Trova negli Inferi il tuo Paradiso

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    Siamo Tornati


    Quanto tempo è passato? Giorni? Mesi? Sicuramente non anni. Parlo del torneo internazionale a cui il Matador ha debuttato, scolpendo nella mente di ogni presente la geometria della sua maschera. Cos'abbiamo fatto dopo? Dove siamo spariti? Dappertutto e da nessuna parte. Ecco dove. Stando a te, Matador, abbiamo...aspettato.
    Il fuoco dei tizzoni ardenti crea un ipnotico gioco di luce sulla maschera lì vicino, la quale a sua volta riflette il tuo viso scoperto intento a strappare coi canini la carne dall'osso. Non è mai stata un problema per noi la caccia, eh? Guardati: ami il genere umano e adori la natura, cionondimeno questa scena spiega anche i limiti che un uomo può dare al suo amore. Tu devi sopravvivere, pertanto sei disposto ad accostare le tue idee in funzione di ciò. E lo fai anche con gusto. Guarda come sorridi ed emetti versacci mentre spolpi il porco! Sei uno spettacolo!
    Guardo in alto, le stelle, e mi ci perdo in un sorriso. Sogno. Non mi resta altro. Non ci resta altro.
    Ti accorgi all'improvviso della cosa, ovvero che ho abbassato lo sguardo fino a incrociarlo col tuo, mutilato. Sorpreso e con la bocca piena, mi domandi:


    - Cosa c'è, Rosalita? *aum aum* Non sai *oumgh ouhmg* che non è carino *ouhm ouhm* fissare la gente mentre mangia? *aumh auhm* -

    Scoppio a ridere, ma in effetti non emetto alcun suono nè verso. Sono incapace di farlo. Però cosa si dice del corpo? E' il linguaggio in assoluto più universale e comprensibile: da come si alzano e si abbassano le spalle, da come sono incurvata in avanti e porto la mano alla bocca, si intuisce quanto mi diverta stare accanto a te. Sei tutta la mia vita.
    Una splendida notte. La più bella in assoluto da ricordare. Non mi rendo nemmeno conto di essere crollata.
    Le sinuose lingue di fuoco abbracciano i nostri corpi che si perdono nell'infinito oceano della vita notturna. A domani.


    Di nuovo i tizzoni. Stavolta ciò che ne resta è friabile carbone nero, le cui fiamme e i fumi si sono estinti da ore. Il sole è forte, mi picchietta sulle palpebre. Ne sono alquanto infastidita. Tiro giù la punta del cappuccio e mi giro dall'altra parte notando che sei già in piedi. Quanto avrò dormito?!
    Scuoto il capo e mi tiro su con femminilità, quindi ti raggiungo. Sei voltato, con i pugni stretti a fissare per terra. Cosa è successo? Appena mi rendo conto che non rispondi alla mano che ti poggio sulla spalla, capisco che qualcosa non va. E' sconforto quello che percepisco? Ti cingo le braccia attorno alla vita e accascio la guancia sulla tua schiena.
    "Cosa c'è?" vorrei tanto domandartelo, ma non posso. Alzando la coda dell'occhio noto che ti sei già mascherato, eppure non è il freddo di quel metallo che raggelarti l'animo, bensì una tomba che hai innalzato dalla terra del prato che ci circonda. L'hai fatto davvero spessa questa lapide, ma su di essa non hai inciso alcun nome, nè un epitaffio.
    Ti accorgi finalmente di me, che ci sono, e non esiti un istante a stringermi forte al petto con un braccio solo. L'altro ti serve per sollevare la mano in direzione della roccia evocativa e scolpirne delle lettere che man mano mi svelano una dolorosa verità:


    *QUI GIACE IL TUO RICORDO, HARU KAMIGAWA.
    UNA LAPIDE SENZA CORPO E' COME UN ACCADUTO SENZA MEMORIA,
    CIONONOSTANTE IO TI RICORDERO' PER SEMPRE, AMICO MIO.
    TROVA NEGLI INFERI IL TUO PARADISO.*



    No...no...non è possibile.
    Una folgore invisibile mi trapassa le orecchie, facendomi sgranare gli occhi. La bocca s'insecchisce e le ginocchia diventano deboli. Reggimi, ti prego. Lo shock mi fa cedere le gambe e il collo, non puoi farci nulla neanche tu. Pianto le rotule sull'erba che a stento sostengono dei polpacci privi di qualunque forza. Difficile stabilire in quell'alienazione una fotografia di me. So solo che per mezzo minuto o giù di lì non ci sto con la testa. Sono fuori dal mondo. Scrollami quanto vuoi, Matador, scuotimi spalle, torso, capo. Lasciami però qualche istanti per me, per soffrire in santa pace. Perchè tirare per forza su di morale qualcuno che sta morendo dentro. Andrò avanti, ne sono certa, ma ti prego di donarmi a me stessa ancora per un pò. Fortunatamente lo capisci. Chissà da cosa. Forse da una brezza distante che si porta via dalla testa il cappuccio. Che senso avrebbe piangere ora? Ti dimostrerei soltanto di essere una debole, una ragazzina incapace di gestire le emozioni. Del resto cos'eri tu per me, Haru? Un conoscente, un alleato? Un amore taciuto. Una cotta adolescenziale magari. Cosa speravo infondo? Che un giorno, presto o tardi, quando tutto sarebbe finito, saremmo potuti...uscire insieme?
    Ti ringrazio Haru, per le ingenue ma forti sensazioni che il tuo carattere forte mi ha dato. Addio.

    Mad World



    Qualche ora dopo sono lì, aggrappata alle gambe, ai piedi di una quercia. Il sole è ancora alto nel cielo. Sarà mezzodì. La quiete che regna è paradisiaca, ed è portata a braccetto da una dolce melodia che mi regala la guitarra.
    E' incredibile quante frasi taciute e pensieri sopiti riaffiorano dal vuoto di una cassa di legno e sei corde. Noi due siamo così. Se non ci consoliamo a vicenda moriamo. Abbiamo tanto ancora da fare, tantissimo. Trascineremo i nostri cadaveri vicendevolmente, ma non ora, non ancora. Ricordiamoci il motivo per cui abbiamo sacrificato tutto.
    Le mie falangi sono già sul tuo mantello.
    "Questo è un pazzo, pazzo mondo".


    - Adesso che Haru è morto resta solo Shaku.
    Le voci girano, Rosalita: Zero ha preso Konoha e a quanto pare ha fatto bene i compiti. Oltre al Paese del Fuoco, nessuno sa più nulla neanche del Paese dell'Erba. La sua campagna è cominciata.
    Non possiamo più restare in disparte. E' tempo di entrare in scena.
    Stavolta seriamente. -


    Sono dubbiosa, perplessa. Abbiamo perso la metà degli alleati che avevamo all'interno del mondo ninja. Da dove cominciamo a combattere quell'infame? Questo ed altro ti domandano il mio viso e il mio chakra.

    - Non ti lasciare impressionare da ciò che ci attende. E' stata dura per me mettere in chiaro il da farsi dopo la perdita del nostro amico, ma infine mi son detto: perchè non partire proprio da chi l'ha ucciso? -

    Ucciso?! E da chi?! Non ho considerato minimamente l'ipotesi che ci fosse un responsabile. Ti afferro i lembi della manta fino a scuoterti nella speranza di cavarti un nome, ma tu sei uno stoico...

    - Fermati, Rosalita! FERMA!
    Non ti dirò ciò che vuoi sapere! -


    Alchè mi gelo, triste, tristissima. So perchè non vuoi dirmelo, perchè non me lo dirai mai. Farci schiavizzare dalle emozioni è qualcosa che non possiamo più permetterci da un bel pò. La vendetta non riporterà indietro nessuno. In effetti è questo che l'ha ucciso. L'epitaffio che hai inciso sulla lapide non è casuale: il paradiso, se esiste, respinge coloro che hanno portato via la vita agli altri. Ed Haru come mukenin chissà quante esistenze ha falciato...

    - E' tempo di andare a bussare alla porta di una vecchia conoscenza.
    Aspettami qui. -


    Scompari nel fulmine dell'Iseki sprigionando un'energia che mi solleva la cappa. Mi difendo per istinto ponendo davanti un braccio. Il resto dovrò immaginarmelo.

    --------------



    Nel palazzo reale di Kiri, al centro della sala principale dove sta camminando il Mizukage scortato e circondato da innumerevoli guardie, l'eco di una voce distorta anticipa l'ingresso in scena del Matador. E' circondato da una tempesta di chakra apparentemente ostile che allerta i presenti...

    - Toc Toc, è permesso?!
    Viraru Hookuzi, o meglio Mizukage, ho nome e un cognome per te: "Haru Kamigawa".
    Cosa mi rispondi? -


    Definisci tu lo spazio dove ci troviamo.


    Edited by Zérø - 23/12/2015, 10:53
     
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    Allora... Non vi ho reclutato per fare costantemente le mie guardie del corpo. Vi ho permesso un cambio di gestione per essere diersi dai normali shinobi.

    Hai ragione, ma se tu muori, noi perderemo il posto e poi il tuo successore ci farebbe decapitare!

    So perfettamente badare a me stesso e credo che la scorsa settimana ve l'abbia dimostrato per bene, no?


    Calò il silenzio dopo le mie parole.
    I Suicide Mist, un gruppo in sostituzione agli Spadaccini della Nebbia, su mio preciso ordine. Un gruppo di ex-criminali che aveva il compito di debellare la feccia dopo averne fatto parte.
    Grazie a loro e a Shaku riuscì a bloccare i traffici illeciti del villaggio e gli introiti servirono ai lavori di rimodernizzazione.
    I loro compiti erano segreti, ancora più delle squadre ANBU.

    Piuttosto, vorrei informazioni sui cercoteri che ad Ame non siamo riusciti a catturare. Avete novità?

    Ehm... Veramente no... Ma tu non avevi detto che potevi rintracciare le fonti di chakra che avevi "memorizzato"?


    Si, ma è una cosa che impiega molto sforzo e concentrazione. Da Kage è quasi impossibile avere l'ultimo di questi requisiti. Ad ogni modo anche se potessi rintracciare la fonte, si potrebbe spostare e per avere un aggiornamento dovrei riprovare di nuovo con la mia tecnica e non ho un chakra infinito.
    Se ho informazioni più certe, allora non avrò problemi.
    In sintesi impegnatevi, o preferite tornare nella fogna da cui vi ho tirato fuori?

    Non sia mai... Ci impegneremo... Vero? Ragazzi?


    Volti vuoti o irritati annuirono alla domanda del loro compagno.
    Non mi fidavo di loro, ma avevano tutto da perdere e io invece non avrei rischiato nulla.
    Il principio di una squadra di criminali a servizio di un villaggio era proprio questo. Avevano identità segrete come gli Anbu, ma differentemente da loro, non avevano regole se non quelle più semplici: niente spargimenti di sangue e niente furti futili, ma poi erano liberi di agire, l'importante era perseguire l'obiettivo. Nessuno avrebbe saputo delle loro gesta eroiche e nessuno avrebbe capito con che mezzo ottenevo informazioni o raggiungevo obiettivi.

    Bene. Se non c'è altro potete...

    Un lampo. Avvertii in modo tardivo una presenza che già conoscevo e la conosceva bene anche Shaku, che comunque era nel villaggio per gestire i lavori.

    Toc Toc, è permesso?!
    Viraru Hookuzi, o meglio Mizukage, ho nome e un cognome per te: "Haru Kamigawa".
    Cosa mi rispondi?


    Haru Kamigawa... Una delle mie tante vittime, l'ultima fino a quel momento. Me lo sentivo che avrei avuto qualcuno che era pronto a farmi rispondere del fantomatico crimine.

    El Matador!



    Siamo nell'ufficio del Mizukage, puoi descriverla come vuoi, ma è esattamente come puoi immaginarla: c'è una scrivania, una finestra che da sul villaggio e poi librerie varie


    Edited by F u r y - 18/7/2016, 16:08
     
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