Naruto GDR - La via del ninja

Posts written by Supereroe

  1. .
    ROLLIN' ON THE RIVER - post 1
    Narrato, Parlato, Pensato,Parlato Hideaki, Parlato Zehs


    Che seccatura…

    Keyaru ascoltava con aria assente, come se stesse facendo un favore al suo interlocutore. Le questioni sull’azienda di famiglia, che aveva promesso di affrontare, erano all’ordine del giorno e lo avevano tenuto lontano dalle attività shinobi. Nonostante l’apprendistato all’accademia si fosse concluso da qualche mese ormai, keyaru non aveva ancora preso parte a nessuna missione ufficiale, formalmente la sua storia da ninja non era ancora iniziata. Ne soffriva, certo, ma non poteva venire meno ad una promessa fatta a colui che gli aveva permesso di inseguire il suo sogno, quindi ora era lì, come ogni giorno, a sbuffare e contorcersi dalla noia, nascosto da una mascherina chirurgica nera.

    Tu cosa ne pensi? – era stato suo padre adottivo ad interpellarlo, non capita spesso ma nemmeno troppo di rado, era l’unico a considerarlo davvero coinvolto negli affari di famiglia, mentre tutti gli altri collaboratori oscillavano tra il cercare di assicurarsi le sue grazie, dato il futuro ruolo di leader, e l’ignorarlo forse irritati dal suo palese ed eccessivo disinteresse. Gli occhi dorati andarono a cercare qualche numero sugli innumerevoli fogli che adornavano il grande tavolo di legno scuro. Non riuscì a recuperare il filo del discorso, non era stato attento, era evidente. – Penso che te la caverai in ogni caso… - così dicendo, si alzò aiutandosi con le mani poggiate sul tavolo ed uscì della stanza, attendo a non toccare nulla che fosse stato toccato in precedenza dai collaboratori del padre. Uno di loro cercò di fermarlo, ma il richiamo si fermò, quasi strozzato in gola quando Hideaki lo richiamò, sentenziando – Lascialo andare, è tutto normale

    Uscì di casa in lampo, andando incontro ad una fredda mattinata di Iwa. Non era un problema, l’abitudine a questo clima gli era innata, lo avrebbe aiutato a schiarire i suoi pensieri, assillanti come al solito. sto solo perdendo tempo qui e non posso permetterlo. Non posso dare priorità alle questioni di famiglia, non devo, altrimenti poi sarà troppo tardi per recuperare, sono già in ritardo rispetto ai normali ninja, sono ancora un genin e per entrare nella divisione medica mi serve almeno il grado di chunin...
    Si stava agitando, il cuore iniziava a battere all’impazzata, forse per lo stress che gli provocavano questi flussi di pensieri incontrollati, per quanto cercasse di convincersi che l’ansia riguardante il tempo a disposizione fosse legata al suo diploma ritardato rispetto alla media, sapeva bene che in realtà c’era un solo colpevole: la sua malattia.
    Cercò di non pensarci più di tanto, farsi scivolare i pensieri ossessivi addosso era la soluzione migliore per non finire in un loop che sarebbe stato soltanto deleterio, ancora una volta. Osservò le sue mani tremare, un gesto fuori dal suo controllo, odiava quel tipo di situazione, odiava non poter dominare alcuni aspetti, per lui forse la sensazione peggiore che potesse esistere. Respira, respira era ciò che si ripeteva, ancora una volta come un mantra, era la chiave per domare la sua iperventilazione da ansia. Funzionò, ad ogni grande respiro eseguito, sentiva il cuore calmarsi, il respiro tornare sotto controllo ed il cervello alleggerirsi da quei pensieri altamente tossici.

    La villa della sua famiglia era situata fuori dal centro del villaggio, in una zona periferica, residenziale, base delle famiglie più facoltose della zona, seconde forse solo a quelle del Daimyo. Era normale quindi trovare dei ninja che facessero la ronda, magari pagati privatamente, un guadagno aggiuntivo d’altronde non sarebbe mai stato rifiutato, soprattutto per un compito facile come quello. Camminò in maniera rapida, veloce, non amava passeggiare lentamente, era come se dovesse sempre muoversi alla rapidità dei suoi pensieri, non si godeva il paesaggio e la vita che scorreva attorno a lui, probabilmente gli sarebbe stato utile. Uscire dal limite principale del centro abitato non gli fece perdere molto tempo, la posizione defilata aiutava in questo…
    Dovrei allenarmi, anche esercitandomi da solo cercherò di migliorare il mio controllo del chakra, è la dote primaria per un medico e poi mi sarà molto utile in preparazione agli addestramenti sull’arte jomae
    La decisione fu rapida, come spesso accadeva quando non iniziava a rimuginare su ogni singolo pensiero, ponendosi mille dubbi ai quali inevitabilmente seguitava un immobilismo decisamente evitabile. Il luogo più vicino era senza dubbio il fiume, tipico luogo di allenamento degli abitanti della roccia. Il percorso era semplice ed intuibile, all’orizzonte non c’erano molte macchie verdi che spezzavano il monocromatico sfondo montuoso, una sola via possibile. Quella mattina non c’era molta folla, diversamente dal solito, il percorso sarebbe stato silenzioso, ottimo modo per chiudersi nei propri pensieri…

    Arrivò sul posto in poco, un punto del fiume più largo ed isolato, luogo perfetto per esercitarsi in pace e tranquillità, salvo non prevedere l’arrivo di un gruppo di giovani studenti d’accademia che destabilizzava la pace di quell’ambiente, ma proprio quando Keyaru stava meditando di cambiare posto, una voce lo interruppe.

    Ciao, sono nuovo di queste parti, ti andrebbe di aiutarmi ad allenarmi? In maniera seria però, non come quei ragazzini.

    Uno straniero? non c’erano molti visitatori ad Iwa, o almeno non molti venivano in queste terre per un viaggio di piacere, solo ninja in missione, solitamente. La proposta dell’allenamento era senza dubbio allettante, anche lui che tipicamente si allenava in solitaria era consapevole della maggiore efficacia delle attività di gruppo in questo contesto.

    Certo, piacere, mi chiamo Ikari Keyaru, di dove sei? E cosa ti porta qui? – domandò modulando la voce cercando di essere cordiale ed educato, nonostante la mascherina e la poca voglia di avere contatti con altre persone. la sua carnagione è molto scura, i suoi capelli bianchi, quei tratti sono tipici del paese della speranza, non posso esserne sicuro ma credo che venga da lì
    La riposta del ragazzo confermò la sua ipotesi e quindi si passò al “combattimento” senza pensare ad altro.

    Non so quanto possa essere forte, inizierò con una tecnica abbastanza forte, non voglio metterla sul fisico, ne uscirei sconfitto probabilmente. Keyaru avrebbe quindi iniziato ad impastare il chakra, facendolo fluire con grande velocità verso gli arti superiori. Una sequenza di sigilli avrebbe dato vita alla sua prima mossa: moltiplicarsi. Avrebbe creato otto copie olografiche della sua persona, perfette riproduzioni capaci di confondere il ninja avversario, successivamente, in maniera immediata, avrebbe fatto uso dello “scudo dell’eco”, confondendo l’avversario con la sua voce che avrebbe ripetuto la frase “preparati”, essendosi mischiato alle copie illusorie e avendo quindi nascosto la sua posizione sarebbe stato difficile per lui scovarlo. Come ultima mossa avrebbe utilizzato il “palmo del forte vento”, tecnica basilari tra quelle futon ma non per questo meno utile, avrebbe quindi cercato di colpire l’avversario con la potente folata di vento scaturita dalla sua mano destra, mentre si sarebbe spostato rapidamente in direzione dello stesso accompagnato dalle sue copie.




    Riassunto Azioni


    AZIONI
    Tecnica della moltiplicazione del corpo
    Tecnica dello scdo dell'eco
    Tecnica del Palmo del forte vento

    PARAMETRI
    Resistenza:50
    Stamina:100-5-5-10=80

    MAESTRIE E ABILITÀ
    //

    EQUIPAGGIAMENTO
    Testa [Resistenza protezione]: Coprifronte [30]

    CONSUMABILI
    -Tonico Coagulante x1

    CONOSCENZE
    Storiche I

    NOTE
    per accorciare i tempi ho chiesto a zagreus in privato cosa avrebbe risposto il suo personaggio, ed ho scritto la reazione del mio, nulla di che ma se è un problema tolgo quella parte



  2. .
    accademia di Ikari keyaru - 3
    Narrato, Parlato, Parlato sensei,

    L’elementare tattica che aveva pensato si era rivelata efficace contro la mossa del suo insegnante. La sedia era comparsa al suo posto in un lasso di tempo brevissimo e lui era riuscito a sostituirsi efficacemente ad essa. Era ovvio che il sensei non avesse messo chissà quale sforzo in questa sua offensiva, ma il risultato era di certo incoraggiante, usare una delle tre tecniche base in maniera perfetta era sicuramente uno dei requisiti che venivano presi in esame dagli insegnanti dell’accademia.

    Ma allora sei veloce nel pensiero quando devi scappare, chissà come te la cavi in attacco... decidi tu cosa fare e come attaccare la mia copia, puoi anche utilizzare armi di fortuna, tipo...quel righello di ferro la vicino oppure lanciando sedie, puoi fare tutto ciò che vuoi...susu mostrami qualcosa di carino!

    Il doppione dell’insegnante lanciò la sedia, che si era ritrovato tra le mani, lontano, facendola rotolare di qualche metro, mentre iniziava a guardare il ragazzo con occhi quasi di sfida. L’altro, il corpo originale a questo punto, si sedette quasi a trattare con sufficienza l’attività che stavano svolgendo, dimostrando un disinteresse a tratti scoraggiante che indispettì un po’ il giovane esaminando. Il pensiero e la voglia di far pentire il sensei di questo gesto erano onnipresenti nella sua mente in quel momento, ma aveva altro a cui pensare, doveva fare la sua offensiva e doveva meritarsi quel titolo di ninja, questa era la priorità, questo doveva essere il suo unico pensiero ciclico, non doveva lasciarne attecchire altri.
    Non aveva grandi tattiche a disposizione, il suo arsenale era ridotto così come lo era per la fase difensiva, tuttavia aveva un’arma in più rispetto a tutti gli altri studenti che conosceva, forse grazie a quest’ultima sarebbe riuscito ad impressionare l’insegnante, prendendo due piccioni con una fava.
    Qualche tempo prima Keyaru, durante uno dei suoi allenamenti, aveva svolto la prova per conoscere la propria affinità elementale, una delle varie a cui avrebbe potuto avere accesso in futuro, la dominante. Il test era semplice: un foglio di carta particolarmente sensibile al chakra gli fu posto tra le mani, dopo aver concentrato il chakra in quel punto, il foglio, di tutta risposta si tagliò a metà, rivelando la così la sua affinità al chakra di tipo vento. Quasi nessuno studente era già a quel livello di padronanza del chakra e di questo il giovane Ikari ne andava incredibilmente fiero.

    Le mani iniziarono a muoversi, componendo vari sigilli ad alta velocità, solo una delle tre tecniche di base poteva avere valenza offensiva e questa era la tecnica della moltiplicazione, tecnica simile a quella utilizzata poco prima dal sensei ma priva della componente elementale, il piano era semplice, avrebbe usato tutti i mezzi a sua disposizione, proprio come richiesto da chi lo stava esaminando. Si era guardato attorno prima di iniziare la composizione dei sigilli ed aveva individuato degli oggetti che avrebbero potuto essergli d’aiuto.
    Non appena finita l’esecuzione della tecnica, sarebbe comparsa una nube di fumo che avrebbe nascosto l’originale e i suoi cloni agli occhi dell’esaminatore e della copia, da questa nube sarebbero partiti due righelli di ferro presenti sui banchi poco distanti dal ninja. Avrebbe sfruttato la coltre di fumo per non farsi individuare, visto che le sue copie erano immateriale, l’obiettivo del lancio sarebbe stata la copia, basandosi sulla sua conoscenza, le copie, appena toccate, spariscono dal campo di battaglia, nello stesso modo in cui sono state evocate. Successivamente sarebbe corso assieme alle sue otto copie verso l’esaminatore, ognuno di loro avrebbe finto un gancio destro e così anche il vero Keyaru, salvo tentare di colpirlo all’ultimo istante con le dita della mano sinistra, imbevute di chakra vento, cercando di sfruttare l’effetto lacerazione di quest’ultimo, con obiettivo la spalla dell’esaminatore





    Riassunto Azioni


    AZIONI
    Moltiplicazione (8 copie)
    Colpo con le dita imbevute di chakra vento

    PARAMETRI
    Resistenza:50
    Stamina:299-1-10

    MAESTRIE E ABILITÀ
    Scrivete qui

    EQUIPAGGIAMENTO
    Scrivete qui

    CONSUMABILI
    Scrivete qui

    CONOSCENZE
    Scrivete qui

    NOTE
    Chiedo scusa per il post scarno ma probabilmente non sarei riuscito a postare nei tre giorni.



  3. .
  4. .
    accademia di Ikari keyaru - 2
    Narrato, Parlato, Parlato sensei,

    Dimmi studente...è solo questo ciò che vuoi??

    Keyaru rimase di sasso dinanzi alla reazione del professore, solo questo? Si confermava quel tipo di persona che pretende di giudicare i sogni e le ambizioni altrui e, anche se quella detta poco prima non rispecchiava le sue reali ambizioni, si sentì quasi ferito nell’orgoglio da quelle parole. Pensò rapidamente a cosa rispondere ma ormai aveva già bollato quel sensei come qualcuno non degno di troppo impegno, così cerco di liquidare in maniera seria e professionale la discussione.

    Sì, confermo.

    La giostra delle interrogazioni agli studenti continuò, era una sorta di test attitudinale molto probabilmente, sarebbe servito da prima scrematura dei candidati a diventare ninja, d’altronde, in tempi duri come quelli che stavano vivendo, era fondamentale che chiunque intraprendesse questa carriera militare fosse mentalmente preparato, ancor prima che fisicamente. Le motivazioni degli altri studenti erano tutte più o meno simili, c’era chi voleva diventare ninja per motivi familiari, come se fosse una tradizione avere un ninja in casa e quindi essi dovevano raccogliere l’eredità dei loro parenti e predecessori. Qualcuno azzardò un “voglio diventare kage” davvero poco convincente, altri ancora si esibivano in desideri infantili o in desideri fin troppo studiati per essere spontanei, un po’ come aveva fatto lui, cercavano di indorare la pillola per rendere accettabile e non criticabile il loro sogno, risultando così decisamente poco sinceri.
    Proprio in quel momento quel dubbio attanagliò la i pensieri del giovane Ikari: e se anche lui fosse risultato poco sincero e totalmente innaturale?
    Il giro continuava senza sosta ma ormai l’udito di Keyaru aveva smesso di trasmettere informazioni al cervello, era immerso totalmente nei propri pensieri, anzi, nel proprio pensiero, che ossessivamente faceva capolino nonostante gli innumerevoli tentativi di liberarsene. Ormai era esperto in queste cose, sapeva di che combattere il pensiero intrusivo era il modo migliore per non liberarsene affatto, ma nonostante questo, tra il dire e il fare c’è una gran bella differenza, era pur sempre un ragazzo, colmo di difetti dovuti alla giovane età e privo dell’autocontrollo che giunge col tempo, con la totale maturazione.

    Bene giovani promesse deludenti, non sembrate avere quella scintilla quindi siete tutti pregati di uscire da qui e di andare dal vostro istruttore e dirvi che vi ho cacciato dall'aula, tutti eccetto Ikari, mi servi ancora... ragazzi... ho detto ORA!

    Il tono autoritario e deciso di quelle parole fu l’agente esterno utile a privarsi del pensiero ciclico, in aggiunta, il commento del professore dissipò i dubbi che avevano preso ormai il sopravvento. Tutti erano stati scartati, anche in malo modo, solo lui quindi aveva superato questa prima fase del test. Ne rimase sorpreso, i suoi occhi non riuscirono a nascondere tale sentimento, non tanto per essere “passato” oltre questo primo ostacolo, ma quanto per essere stato l’unico della sua classe a farlo.
    Rimase fermo immobile in attesa di qualsiasi ulteriore comando dal sensei, mentre con la coda dell’occhio vedeva sfilare tutti i suoi compagni al di fuori dell’aula, accomunati da un mutismo tombale e da espressioni tra lo scioccato e l’arrabbiato, a molti probabilmente non era andato giù il comportamento del sensei, ma ovviamente nessuno si sarebbe mai permesso di fiatare contro le sue decisioni.

    Una volta che nell’’aula fossero rimasti solo Keyaru e il maestro, quest’ultimo si pose a circa tre metri dal ragazzo, iniziando a fissarlo e preparandosi come ad uno scontro, il rumore delle nocche che schioccavano assieme alle ossa delle gambe era inequivocabile, stava riscaldandosi per fare qualcosa. Istintivamente il corpo di Keyaru iniziò a tendersi per prepararsi, ma i pensieri non riuscivano a seguire i sentimenti del corpo, d’altronde era il sensei dell’accademia, non avrebbe fatto uno scontro con uno studente, vero?

    Non sei stato una completa delusione...ma vediamo cosa sai fare contro un nemico a mio modesto parere più forte di te.. Doton Tsuchi Bunshin no jutsu

    Non appena ebbe pronunciato quelle parole, dal professore prese forma una copia totalmente identica, qualsiasi dettaglio corrispondeva al ninja originale, anche il minimo come la lieve ombra sotto gli occhi ed il viso leggermente scavato dal malessere stagionale che lo aveva colpito. Le sue parole furono molto chaire, aveva pronunciato “Doton” quindi, come la maggior parte dei cittadini del villaggio, aveva dimestichezza con l’uso del chakra elementale di tipo terra. Era tipico per gli abitanti di Iwa, questo popolo aveva da sempre avuto un’unione particolare con questo elemento, tanto da farne la colonna portante del proprio stile di vita e, nel senso letterale del termine, colonna portante del villaggio in quanto esso era scavato nella pietra. Da questo punto di vista lui era un caso singolare, nonostante fosse originario delle terre che circondano il villaggio della pietra, la prima proprietà elementare alla quale il suo chakra era affine era risultata essere quella del vento, ovviamente la cosa era capitata a molti altri ninja, ma una grossa percentuale degli shinobi di iwa rispettava la sintonia originale.

    Ora sta a te, vediamo cosa mi riesci a fare.

    Gli occhi passarono velocemente alla copia che iniziò a muoversi, o almeno quella che lo studente credeva essere una copia, non poteva esserne certo, particolarità della tecnica della moltiplicazione, s’altronde, era quella di evocare copie di sé stessi e ingannare l’avversario mischiandosi ad esse, doveva essere pronto a tutto. Quello che tra i due non aveva ancora proferito verbo, scattò con agilità verso l’esponente del clan Jomae. Era veloce, sicuramente più dell’esaminando.
    Keyaru pensò velocemente ad una contromossa, il suo repertorio di tecniche era davvero ridotto, come tutti gli studenti, conosceva solo le tecniche base che insegnano all’accademia ninja, quelle che simboleggiano ciò che ogni shinobi deve conoscere per essere considerato tale agli occhi degli altri.
    La prima che gli venne in mente fu quella della sostituzione, essa era perfetta per scampare all’attacco di qualcuno in maniera rapida ed indolore, necessitava però di un oggetto di medie dimensioni, facilmente spostabile. Il dorato occhio cadde su uno degli oggetti posto a qualche metro di distanza da lui, era luna delle sedie situate tra i banchi degli studenti, d’altronde quella era una normalissima aula, seppur tra le più grandi visto che doveva ospitare una quarantina di studenti.
    La scelta fu quindi inevitabile, non aveva tempo da perdere, non poteva tentare di varare altre opzioni, il suo nemico stava per colpirlo in qualche modo e non aveva molta di voglia di contatto fisico con il tizio che poco prima aveva rischiato di sporcarlo col suo muco infetto.
    Tentò quindi di muovere le sue mani il più velocemente possibile, l’obiettivo era compiere i sigilli Pecora, Cinghiale, Bue, Cane, Serpente atti al kawarimi no jutsu, se ci fosse riuscito sarebbe risultato scomparire in una nube di fumo ed al suo posto sarebbe “comparsa” dal nulla la sedia di cui sopra.




    Riassunto Azioni


    AZIONI
    Kawarimi no Jutsu

    PARAMETRI
    Resistenza:50
    Stamina:300-1

    MAESTRIE E ABILITÀ
    Scrivete qui

    EQUIPAGGIAMENTO
    Scrivete qui

    CONSUMABILI
    Scrivete qui

    CONOSCENZE
    Scrivete qui

    NOTE



  5. .
    accademia di Ikari keyaru
    Narrato, Parlato, Parlato sensei,

    La sveglia suonò in maniera insistente come ogni mattina, la testa appoggiata al cuscino si esibì in qualche lamento incomprensibile prima di decidersi a spegnerla e porre fine a quel lieve ma fastidioso rumore continuo. Gli occhi dorati del ragazzo sdraiato si alzarono fissando il soffitto della sua stanza, persi nel vuoto colmo del legno che componeva la parte interna della struttura, utile in quelle zone famose per gli inverni piuttosto rigidi. Era la mattina che poneva fine alla sua avventura all’accademia ninja, essa fu assai duratura, tre anni, come da norma erano ormai passati dal giorno della sua iscrizione. Non era diventato un ninja totalmente per sua scelta, il grosso del lavoro lo aveva fatto il suo padre adottivo nel convincerlo, o meglio nell’obbligarlo. Il clan Jomae, la famiglia della quale era diventato esponente, aveva una tradizione di ninja artigiani, e non sarebbe stato facile impararne tutte le arti segrete. La fiducia nelle sue capacità, come sempre, era tanta ma anche la preoccupazione di non riuscire a tenere fede alla promessa fatta iniziava ad insinuarsi adagio nel suo cervello. Le mani iniziarono a grattare il capo, per poi passare a stropicciare gli occhi, non voleva avere questi pensieri ma proprio per questo motivo non riusciva a scacciarli. Era così da sempre, quando non voleva pensare ad una cosa essa iniziava a ripetersi in un loop infinito, come se l’imporsi di non avere determinati pensieri fungesse da alimentazione agli stessi.

    Era giunto il momento di alzarsi, prepararsi e dirigersi verso l’accademia. Fortunatamente il passare all’azione, riusciva a scacciare i pensieri meno ossessivi, quelli che, per quanto fastidiosi, non riuscivano a sopravvivere per anni nella sua mente, non erano quindi un peso così eccessivo, non come molti altri pensieri…
    Le mani si muovevano velocemente, questi movimenti erano sempre gli stessi da anni, le abitudini ed i rituali erano ciò in cui il povero ragazzo si rifugiava. L’acqua del lavandino scorreva velocemente, non troppo calda, non fredda, tiepida al punto giusto, proprio come piaceva a lui. Le mani proseguivano al pulirsi vicendevolmente in maniera coordinata, compiendo movimenti circolari, sempre gli stessi, stando ben distanti dal bordo del lavandino, un minimo contatto con la superficie di porcellana bianca sarebbe stato fatale per il rituale di pulizia, portando all’inevitabile ripetizione dello stesso. Il sapone utilizzato non era di quelli liquidi, i lavaggi frequenti con quel tipo di detergente risultavano eccessivamente irritanti per la sua pelle delicata, soluzione migliore era invece rappresentata dalle saponette, il sapone cerato era molto più delicato. Dopo le mani fu il momento della faccia, l’acqua venne portata da entrambe le mani verso il viso, questo momento era quello meno dispendioso, non c’era modo di contaminare la purezza dell’acqua che stava utilizzando, non c’erano oggetti lungo la traiettoria e quindi non risultava essere un gesto ripetuto così tante volte.

    Keyaru si guardò allo specchio, era uno dei pochi momenti in cui poteva vedere tutte le sue fattezze non coperte dalla mascherina protettiva. Vedendo l’espressione dei suoi occhi era chiaro che pensieri di poco prima non riuscivano ad essere soppressi e forse non c’era nemmeno tutta questa volontà di farlo da parte sua. Ebbene sì, era preoccupato di non riuscire a rispettare appieno il patto con il suo genitore adottivo, perseguire entrambe le carriere, quella da artigiano e quella da medico ninja, l’obiettivo personale che si era prefissato, non sarebbe stato cosa facile ed il suo timore, oltre alla delusione di terzi, era sicuramente quello di dover sacrificare una buona fetta di tempo che avrebbe potuto dedicare al compimento del suo scopo: trovare una cura per la sua malattia.

    Sangue, un piccolo rivolo di colore scarlatto iniziò a scendere in maniera lenta dall’angolo della sua bocca, non era raro sanguinare con la sua malattia, anzi, c’era piuttosto abituato, e stranamente non gli dava così fastidio, non considerava il liquido uscito dal suo corpo come una sostanza sporca, al contrario, proveniva dall’interno e quindi non poteva essere contaminato da qualsivoglia agente esterno. Il rituale dunque andava ripetuto e così prese il sapone e tornò a lavarsi prima le mani e poi il viso.

    Passarono all’incirca cinque minuti, terminata la fase di pulizia mattutina prese a vestirsi, con l’immancabile maschera per proteggersi dai germi e dai batteri, ovviamente il disturbo era la causa principale del suo indossare perennemente guanti e mascherina sterilizzati ma tutto ciò era anche dovuto alla sua malattia, qualsiasi tipo di infezione o malanno poteva essere, se non fatale, molto più grave del solito, doveva proteggere ad ogni costo il suo cuore già fortemente debilitato.

    Ore 8.30
    Il mattino di Iwa era decisamente fresco quel giorno, l’aria stava cambiando alla stessa velocità di sempre, il caldo dell’estate lasciava spazio alle forti folate di vento della stagione di mezzo, tipiche del mese di Ametsuki.
    L’accademia del villaggio pullulava di vita, erano i giorni degli esami finali e tutti gli studenti erano pronti per dare il loro contributo alla comunità ninja. L’aula dove Keyaru aveva passato la maggior parte del tempo dei suoi ultimi tre anni era abbastanza grande, la sua classe era formata da poco meno di una quarantina di studenti e tutti erano pronti per prendere parte alla prova che, se passata con successo, avrebbe voluto dire “diploma”. Quello era il primo passo, necessario e fondamentale alla scalata della gerarchia del mondo ninja, quello stupido mondo militare che il padre adottivo di Keyaru sminuiva di continuo. Già lui era diverso, insisteva nel dire che il mondo ninja era schiavo del potere dei soldi e mentre lo diceva, continuava ipocritamente il suo progetto per arricchirsi sempre più e godersi la vita… La totale disillusione però cozzava molto con l'aver costretto il giovane Keyaru a diventare un ninja, il patto era quello, lui sarebbe diventato shinobi ed avrebbe imparato a padroneggiare le arti segrete del clan, nel contempo avrebbe avuto tutto il supporto necessario per poter avviare la sua carriera da ninja medico, da sviluppare parallelamente.

    Un uomo entrò nella stanza, lasciando perplessi tutti gli studenti presenti, nessuno di loro lo aveva visto, se non di sfuggita durante le lezioni, non era il loro sensei, ma evidentemente sarebbe stato il loro esaminatore. Non si presentava benissimo, era un uomo d’età adulta, con capelli disordinati e lunghi fino alle spalle, il volto bianco cadaverico e gli occhi della stessa tonalità castana della chioma. La sua andatura era molto a rilento e dalla sua bocca provenivano i versi di chi stava combattendo con il raffreddore o una crisi allergica, i tipici piccoli lamenti involontari successivi ad un potente starnuto.

    Come tutti voi sapete oggi stiamo per affrontare una prova molto importante, vi dovrò giudicare degni o no di prendere il coprifronte del nostro villaggio *COFF COFF* scusa-E-Etchiu

    La sostanza infetta che proveniva dalle sue vie respiratore volo per qualche metro, sospinta dalla forza dello starnuto, cadendo a pochi centimetri dalle scarpe del giovane Keyaru. Gli occhi dorati si sgranarono, con un’espressione mista tra inorridito e arrabbiato, la sua bocca non proferì parola, le sue mani iniziarono a cingersi a pugno per non tremare. Il respiro irregolare, tipico degli attacchi d’ira, lasciò velocemente il posto ad uno più ritmato e rilassato, era una tecnica di respirazione per gestire l’ansia e la rabbia: le due fasi della respirazione dovevano alternarsi durando almeno cinque secondi l’una, in modo da incamerare più ossigeno, filtrato dall’apposita mascherina.

    Scusami ragazzo, non sono molto in forma oggi... Comunque, ora vi chiamerò per nome e ognuno di voi mi spiegherà perché si trova qui e perché è pronto a sacrificare la sua vita su di un campo di battaglia, ed evitate di rendere le vostre vite tristi e al limite della sopportazione, voglio la verità!

    Parole per nulla incoraggianti che però non fecero particolarmente colpo sulla mente del giovane, era preparato al peggio, non viveva nel mondo delle favole, sapeva a cosa andassero contro gli shinobi ogni singolo giorno della loro vita sul campo.

    Ricordatevi che motivazioni deboli rendono un ninja debole e inaffidabile... ora tocca a Keyaru Ikari, su dammi anche tu la tua motivazione e vediamo se c'è almeno uno di voi con un minimo di buon senso!

    Era il primo, “via il dente via il dolore” fu il primo pensiero che prese forma, seguito a ruota dal pensiero di evitare il muco ancora presente sul terreno davanti a lui, nel fare il passo avanti.
    Erano tutti disposti in fila quindi gli bastò un semplice passo lungo per emergere dal gruppo. La domanda era dannatamente semplice, e per questo motivo decisamente insidiosa, nessuno poteva stabilire se una motivazione fosse debole o forte, era un parere del tutto soggettivo, per alcuni la semplicità la forz del proprio sogno di dare una mano alla nazione poteva essere abbastanza, per altri nemmeno la determinazione di un giovane che segue l’utopia della pace può esserlo.. Con questi pensieri, Keyaru giunse alla conclusione di non preoccuparsi più di tanto, avrebbe detto la verità, il sensei era lì per giudicare la sua preparazione, non certo la solidità del proprio obiettivo.

    Sono Ikari Keyaru, la mia motivazione per diventare uno shinobi è la seguente: voglio diventare un ninja medico, dare manforte ai gruppi dei miei compagni ed assicurarmi che ognuno di loro torni intero a casa dalla propria famiglia!

    Non era decisamente la verità, prima di uscire dalla sua bocca è come se qualcosa gli avesse imposto di indorare la pillola, un sogno troppo egoistico forse sarebbe stato bollato come poco utile alla causa, specialmente se il suo obiettivo era quello di divenire un ninja medico, la figura più di supporto che possa esistere nel mondo degli shinobi…



    Riassunto Azioni


    AZIONI
    Scrivete qui

    PARAMETRI
    Resistenza:x
    Stamina:x

    MAESTRIE E ABILITÀ
    Scrivete qui

    EQUIPAGGIAMENTO
    Scrivete qui

    CONSUMABILI
    Scrivete qui

    CONOSCENZE
    Scrivete qui

    NOTE
    Chiedo scusa, ma il weekend è weekend per tutti :cribbio:



  6. .
    CITAZIONE (JeTClouD @ 21/6/2021, 17:56) 
    Benvenuto :ciao: con quell'immagine profilo non potevi che essere amico di Zagreus :please:

    Oh no... si è già fatto riconoscere? :ans:
  7. .
    Ciao gente, tempo fa mi presentai con questa presentazione:
    CITAZIONE
    Ciao a tutti mi presento, sono un grande appassionato di anime e manga e di naruto sopratutto. Non ho mai preso parte ad un gdr su quest'opera però perché non mi ha mai ispirato il dover fare "troppa gavetta" per arrivare a prendere cose dal ragno jonin ecc., cosa che ho visto presente ma un po' scemata (a prima vista) in questo gioco di ruolo dove, a quanto mi pare di aver capito, tutto si basa sull'esperienza.
    Parlando un po' di me posso dirvi di avere quasi 22 anni e di essere sempre stato un divoratore di manga e libri più che di anime/serie tv, non so perché ma è come se leggendo dessi io il ritmo e non qualcun altro per me. Ho sempre letto per lo più shonen ma, da un anno a questa parte, mi sto avvicinando al mondo dei seinen grazie ad "homunculus" per citarne uno.
    Bon, ci si becca in game, ho già bene in mente l'idea del pg che voglio fare ed infatti corro a farla altrimenti non ne esco più per come sono indeciso

    ora visto che non amo ripetermi, ve l'ho copiata, da quel giorno si sono aggiunte un paio di cose ma magari le scoprirete conoscendomi.


    P.S:tra di voi c'è il colpevole del mio ritorno :kashi:
  8. .
    MMMM difficile, ma come piatto direi tagliatelle paglia e fieno :ans: :ans:, invece per le salse... Nessuna :soso:
  9. .
    Io mi sto iscrivendo ad iwa :tomtom: :tomtom:
  10. .
    Era esattamente ciò che intendevo, amando i miei "tempi" preferisco questo tipo di soluzione alla pura scalata gerarchica che, secondo me, è anche fuori contesto manga, basti considerare che naruto da genin era il più forte tra i ninja ancora vivi e che ai tempi di hashirama non c'era nemmeno questa suddivisione
  11. .
    Ciao a tutti mi presento, sono un grande appassionato di anime e manga e di naruto sopratutto. Non ho mai preso parte ad un gdr su quest'opera però perché non mi ha mai ispirato il dover fare "troppa gavetta" per arrivare a prendere cose dal ragno jonin ecc., cosa che ho visto presente ma un po' scemata (a prima vista) in questo gioco di ruolo dove, a quanto mi pare di aver capito, tutto si basa sull'esperienza.
    Parlando un po' di me posso dirvi di avere quasi 22 anni e di essere sempre stato un divoratore di manga e libri più che di anime/serie tv, non so perché ma è come se leggendo dessi io il ritmo e non qualcun altro per me. Ho sempre letto per lo più shonen ma, da un anno a questa parte, mi sto avvicinando al mondo dei seinen grazie ad "homunculus" per citarne uno.
    Bon, ci si becca in game, ho già bene in mente l'idea del pg che voglio fare ed infatti corro a farla altrimenti non ne esco più per come sono indeciso
11 replies since 16/2/2018
.